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PSYCHOMEDIA
CONGRESSI E SEMINARI


A. S. P. - Associazione di Studi Psicoanalitici

Milano, 20 Novembre 2004

Giornata di studio
La teoria dell'attaccamento nella clinica e nella ricerca psicoanalitiche
Trauma, perdita e regolazione degli affetti


Milano, Auditorium "Sales" - Via Copernico, 9

L'evento è stato accreditato con n. 4 crediti formativi ECM per Psicoterapeuti (Medici e Psicologi).

Le precedenti Giornate di Studio A.S.P. su "La teoria dell'Attaccamento nella clinica e nella ricerca psicoanalitiche" sono state dedicate rispettivamente a "I fondamenti e le prospettive teorico-cliniche" (27/03/2004) e "La trasmissione transgenerazionale del disagio psichico" (26/06/2004). Nella III Giornata, tenendo conto degli aggiornamenti sulle ricerche e gli strumenti teorico-clinici presentati e discussi sin qui (in particolare, AAI e categoria "unresolved", Funzione Riflessiva e Interpretive Interpersonal Mechanism di P. Fonagy e Mary Target, trattamento clinico dei comportamenti violenti e dei pazienti borderline, prevenzione del disagio psichico nella prima infanzia), si approfondirà il tema del trauma, di eminente interesse psicoanalitico, alla luce della Teoria dell'Attaccamento coniugata con l'Infant Research e le Neuroscienze.

PROGRAMMA

ORE 9.30
TRAUMA E REGOLAZIONE DEGLI AFFETTI (DANIELA MAGGIONI)

ORE 10.00
TRAUMA, ATTACCAMENTO E DISTURBI DI PERSONALITA'
LETTURA MAGISTRALE DI MASSIMO AMMANITI

ORE 11.30
DISCUSSIONE INTRODOTTA DA INTERVENTI PREORDINATI:

SOCIETÀ, PREVENZIONE E PSICOTERAPIA (M. FRANCESCONI, V. GARBAGNOLI,, S. GIACOBBI);
TRAUMI PRECOCI E MICROTRAUMI RELAZIONALI (E. ALBERTINI, G. PESCE);
IL SÉ SPEZZATO: INCIDENTI IN ADOLESCENZA E PAZIENTI CON LESIONE MIDOLLARE (GIOIA GORLA)

ORE 14.00
PRESENTAZIONE CASO CLINICO: "UN NOBILE PICCHIATO" (M. VERA LURIA)

ORE 14.20
DISCUSSIONE INTRODOTTA DA M. AMMANITI, B. GUERRINI DEGL'INNOCENTI, E. ALBERTINI, G. GORLA

ORE 15.30
IL CONCETTO DI TRAUMA IN PSICOANALISI: DA FREUD AI GIORNI NOSTRI E RITORNO
BENEDETTA GUERRINI DEGL'INNOCENTI

ORE 17.00
DISCUSSIONE

ORE 17.30
CONCLUSIONI (M. AMMANITI, B. GUERRINI DEGL'INNOCENTI, G. GORLA, D. MAGGIONI)

ORE 18.00
VERIFICA APPRENDIMENTO

“Uno scritto di Melanie Klein, sul famoso caso Richard, oggi verrebbe letto in una luce completamente diversa. In questo caso metteremmo oggi in luce il problema della perdita, perché Richard veniva trattato durante la IIª guerra mondiale ed era stato allontanato dai genitori. Questo è il primo aspetto che non viene mai sufficientemente enfatizzato: la situazione inevitabilmente traumatica che viveva il bambino, legata ai bombardamenti dell’Inghilterra durante la guerra. Questo scenario mentale interno del bambino che la Klein riuscì a cogliere in modo così approfondito, era l'espressione di dinamiche pulsionali e di fantasie inconsce del bambino o piuttosto era il riflesso della situazione in cui viveva, con ripercussioni profonde risonanze interne. Non tutto il mondo psicoanalitico si era mosso in questa direzione: va citato Ferenczi che ha dato dei contributi di grande interesse- come anche lo stesso Balint, fino a Guntrip, Winnicott e Kohut. Il mondo psicoanalitico, pur nella contraddittorietà dei punti di vista, ha dato contributi che hanno sottolineato l’importanza della dimensione relazionale fin dai primi anni di vita.
Vorrei parlare maggiormente del contributo dell’Infant Research e del perché sia importante anche in campo clinico. Non si tratta di riproporre corrispondenze tra il bambino e l’adulto, come a volte è avvenuto in campo psicoanalitico quando il paziente veniva considerato un bambino; evidentemente certe corrispondenze sono troppo semplicistiche. Siamo sicuramente consapevoli del fatto che quello che si osserva in campo infantile non è esattamente quello che noi osserviamo nel campo degli adulti, quello che avviene nell’infanzia non è detto che poi costituisca necessariamente il quadro che osserviamo nell’adulto, perché le dinamiche evolutive, e i processi longitudinali sono complessi. La ricerca infantile ci fa comprendere meglio le dinamiche precoci di tipo relazionale, ossia gli aspetti interazionali e intersoggettivi, e la costruzione del Sé, che ci forniscono sicuramente delle chiavi utili sia sul piano della interpretazione clinica, sia sul piano del contesto terapeutico che si può instaurare col paziente in fasi successive dello sviluppo.
(…)
Occorre brevemente sottolineare un altro aspetto: come comincino ad esserci delle convergenze di grande interesse tra l’Infant Research e la ricerca in campo neuro-biologico. Si è messo in luce, nel rapporto tra rispecchiamento e zone cerebrali connesse alla regolazione emotiva, una specie di relais fra il rispecchiamento e la regolazione emotiva, rappresentata dall’insula. Attraverso le tecniche di neuro- immagine si è in grado di mettere in luce quali sono le aree attivate e anche quali sono le basi neuro-biologiche i di empatia e di risonanza emotiva.
Se da una parte l’Infant Research ha sottolineato l’interazione madre/bambino, probabilmente solo più recentemente sono stati presi in considerazione gli aspetti triadici - bambino, padre e madre- e a questo proposito vanno segnalati, gli studi della scuola di Losanna che sembrerebbero mettere in luce che l'insorgere di dinamiche triadiche sono molto più precoci di quanto si pensasse. M. Mahler parlava del periodo riavvicinamento fra 1 e 2 anni, in cui le dinamiche triadiche sarebbero importanti.
(…)
L’Attaccamento ha valorizzato una prospettiva che enfatizza la protezione e la sicurezza, anche se recentemente sono state proposte delle integrazioni, in particolare da parte di Fonagy e della Target. Questi ultimi mettono in luce che la protezione e la sicurezza non significano soltanto vicinanza, ma nell’uomo protezione e sicurezza implicano anche capire il punto di vista dell’altro e fare della previsioni sul suo comportamento. La Teoria dell’Attaccamento, pur essendo di grandissimo interesse, ha vari nodi problematici.
Infine, per quanto riguarda la Teoria dell’Attaccamento, vengono considerati i sistemi rappresentazionali, ossia gli "Internal Working Models", modelli operativi interni. Possono coesistere diversi modelli rappresentazionali, che aiutano a regolare la sicurezza personale, e consentono di fare previsioni sui comportamenti personali e dell’altro. A questo proposito Inge Bretherton propone un sistema rappresentazionale a rete. Quando si afferma, ad esempio, che una persona ha un attaccamento sicuro o un attaccamento evitante o un attaccamento invischiato -questo è l’aspetto che emerge-, in realtà il funzionamento è più complesso. Ogni persona nel corso della sua vita ha avuto molteplici esperienze di attaccamento, ad esempio con un genitore un attaccamento sicuro, con l’altro genitore un attaccamento diverso, e così via. In seguito si costruisce un sistema gerarchico ossia un sistema sovraordinato, per cui l’attaccamento dominante è sicuro; tuttavia la persona ha una complessità di esperienze di attaccamento che sono organizzate come una rete. Se da una parte il concetto di modello operativo interno è utile, occorre pensare ad un sistema più complesso, che può essere anche interessante sul piano terapeutico perché ci fa vedere come un paziente possa stabilire con il terapeuta diverse modalità di relazione a seconda delle esperienze di attaccamento che in qualche modo si sono sedimentate in lui.
Vi é un interrogativo da porre: se non ho avuto nella mia vita esperienze sicure, posso apprendere un’esperienza di attaccamento sicura e costruire col terapeuta una relazione di reciproca fiducia, risonanza, e stabilire anche dei codici interazionali reciproci che mi consentano in qualche modo di riparare strutture deficitarie o mancanti? Se una persona non ha avuto nel corso della sua infanzia e della sua vita successiva esperienze sicure, è quasi impossibile che si riescano a realizzare in un contesto terapeutico. Si otterranno dei risultati, tuttavia relativamente limitati. Solo là dove ci sono delle potenzialità individuali, anche limitate, esse possono essere amplificate nella relazione terapeutica.
La Teoria dell’Attaccamento è infine molto utile per capire i disturbi di personalità; in particolare l'influenza delle esperienze traumatiche. Il lavoro della Main e di altri ricercatori evidenzia con la categoria “unresolved” il peso del trauma o dell’abuso. In queste situazioni si stabiliscono disturbi seri dell’attaccamento; tuttavia occorre approfondire e capire meglio come i traumi si ripercuotano sui sistemi di attaccamento e sui sistemi rappresentazionali.” (dall’audioregistrazione della relazione del Prof. Massimo Ammaniti alla II Giornata ASP “Intersoggettività in Psicoanalisi”- Torino, 17/01/2004)

Abstract


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