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JOURNAL OF PERSONALITY ASSESSMENT - VOL.76, N.3 / 2001

Rorschach Administration: A Comparison of the Effect of Two Instructions

Ellen Hartmann


 
Nella letteratura Rorschach è stato a lungo dibattuto l’effetto delle istruzioni (o consegna) sia sul protocollo (ad esempio, influenza sul numero di risposte o di determinanti) che sulla situazione di testing (ad esempio, influenza su un maggiore o minore stress indotto nel paziente). I vari autori Rorschach hanno sviluppato ciascuno un proprio modo di formulare le istruzioni, in accordo con il proprio modello teorico riguardo il test. Nonostante tale diversità, la formulazione delle istruzioni può essere differenziata in due grandi categorie. La prima prescrive istruzioni brevi (“Cosa potrebbe essere questo?”) ed è stata adottata da gran parte degli autori, a partire dallo stesso Hermann Rorschach per finire a Exner. La seconda prescrive istruzioni lunghe ed è stata in genere adottata da autori il cui modello Rorschach è più orientato in senso psicodinamico. Le istruzioni lunghe forniscono al soggetto una serie di informazioni preliminari su numero delle tavole che vedranno, modalità di costruzione delle macchie, invito a dire tutto ciò che viene in mente guardando le tavole, ecc.
In genere, le istruzioni brevi indirizzano l’atteggiamento mentale del soggetto verso un approccio di tipo problem solving mentre le istruzioni lunghe forniscono più strutturazione del settino e quindi risultano meno stressanti per il soggetto. Ad esempio è stato trovato che la somministrazione del test secondo il metodo Klopfer (istruzioni brevi) produce meno risposte della somministrazione secondo il metodo Hertz (istruzioni lunghe).
In questo lavoro, l’autrice norvegese ha esaminato l’effetto complessivo dei due set di istruzioni su un gruppo di studenti universitari volontari assegnati in modo random a due gruppi di soggetti a cui è stato somministrato il Rorschach utilizzando le due formule di istruzioni.
Secondo la prima ipotesi di ricerca, le istruzioni brevi dovrebbero produrre (1) un maggior numero di protocolli brevi (R<14) a causa dell’atteggiamento difensivo di un soggetto posto in una situazione di stress, (2) un maggior numero di movimento inanimato (m) poiché è una sigla strettamente associata a stress situazionale, (3) un maggior numero di richieste di spiegazioni da parte del soggetto a causa della scarsa strutturazione del setting. Utilizzando l’analisi multivariata della varianza (MANOVA), l’autrice ha trovato conferma dei punti 1 e 3 ma non del punto 1. Nella seconda ipotesi, era previsto che le istruzioni lunghe avrebbero prodotto più risposte (R), maggior numero di determinanti tranne il movimento inanimato, maggior numero di determinanti multiple (Blends), un punteggio elevato dell’indicatore di distorsione cognitiva del Comprehensive System (Wsum6) e una maggiore percentuale di risposte con forma distorta (X-%). Nessun punto di questa seconda ipotesi è stato confermato dall’analisi statistica. Il risultato complessivo di questo studio indica che:
(1) fornire un set di istruzioni lunghe al paziente contribuisce a creare un’atmosfera maggiormente tranquilla nella situazione di testing;
(2) fornire un set di istruzioni brevi rende più stressante la situazione di testing e quindi vi è maggiore probabilità di avere protocolli brevi;
(3) il set di istruzioni non influisce sul contenuto del protocollo, sulla siglatura e sugli indici utili per l’interpretazione.
Questo studio è importante per lo psicologo clinico che usa il Rorschach poiché consente di scegliere il set di istruzioni più appropriato alla situazione, al tipo di paziente, ai risultati che si cerca di ottenere, confidando nel fatto che comunque ciò non modificherà significativamente il protocollo.

Ellen Hartmann
Department of Psychology
University of Oslo
PB 1094 Blindern
0317 Oslo, Norway

 

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