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JOURNAL OF PSYCHOSOMATIC RESEARCH - N. 3 / 1999
Psychological distress among cancer patients and informed consent

C. Montgomery, A. Lydon and K. Lloyd

 Un settore importante della psico-oncologia riguarda gli aspetti della relazione medico-paziente che, se ritenuta essere di grande importanza nella pratica clinica generale, diventa un elemento essenziale del processo complessivo di cura in campo oncologico. Allâinterno dellâampia problematica del rapporto medico-paziente, vi è un settore particolarmente delicato che riguarda la comunicazione della diagnosi e delle informazioni relative alla terapia. Allâinterno di questo settore, vi è un ulteriore settore che riguarda il livello di coinvolgimento del paziente nel processo di condivisione delle informazioni e delle decisioni terapeutiche (information-sharing process). Si tratta di una materia molto complessa e se parliamo di "settori" è perché gran parte delle conoscenze in questâambito si basano su infondate intuizioni e esperienze precedenti da parte del medico specialista più che su studi empirici specifici su aspetti particolari della relazione medico-paziente in oncologia.
Dagli scarsi studi empirici esistenti, si sa che i pazienti desiderano sempre più essere meglio informati sulla loro malattia e sul trattamento proposto, al di là della procedura meramente burocratica del consenso informato. Eâ stato trovato che i medici spesso sottostimano il tipo e la quantità di informazioni desiderate dai pazienti e sovrastimano lâaccuratezza delle informazioni che essi forniscono al paziente. In realtà, la maggior parte dei pazienti apprezzano molto una condivisione onesta e franca delle informazioni sulla propria malattia e solo pochi declinano lâofferta di maggiori informazioni. 
Lo studio qui presentato di Montgomery e coll. è stato effettuato su 100 pazienti consecutivi afferenti ad un centro oncologico specialistico pubblico inglese per essere sottoposti a radioterapia. Gli autori hanno somministrato due brevi questionari: uno di 13 items sulla comprensione del consenso fornito alle procedure terapeutiche e sulla soddisfazione del paziente riguardo le informazioni ricevute, e la scala HADS (Hospital Anxiety and Depression Scale), una breve, semplice e diffusissima scala inglese sulla valutazione dei sintomi di ansia e depressione, specificamente disegnata per pazienti con malattie mediche. Eâ stato adoperato un cutoff score di >13 per lo screening di Disturbo dellâAdattamento e di >19 per Disturbo Depressivo Maggiore. Il campione è costituito dal 70% di donne, di età media 58 anni (range 29-84 anni), con circa la metà dei casi con diagnosi di tumore alla mammella ed oltre il 70% trattato a scopo radicale con radioterapia. La metà dei pazienti è stata intervistata per lo studio nei primi 4 mesi dalla comunicazione della diagnosi.
Benché a tutti i pazienti fosse stato preventivamente consegnato un foglio informativo e tutti avessero firmato il consenso informato al trattamento, circa un quarto dei pazienti non ricordava di aver ricevuto alcuna informazione e firmato alcun consenso. Benché, inoltre, il consenso informato riguardasse specificamente il tipo di trattamento proposto ed i suoi specifici effetti collaterali, circa la metà dei pazienti ritenevano di aver acconsentito a "qualsiasi tipo di trattamento ritenuto necessario dai medici, incluso radioterapia, chemioterapia o intervento chirurgico" ed il 60% pensava di aver acconsentito ad avere qualunque effetto collaterale derivato dal trattamento. A fronte di questi risultati, oltre il 70% dei pazienti si è dichiarato consapevole dei potenziali effetti positivi di una maggiore informazione ed il 30% era insoddisfatto delle informazioni ricevute. 
Il 30% dei pazienti è risultato positivo per un Disturbo dellâAdattamento (con ansia e depressione) ed il 13% per Disturbo Depressive Maggiore. Entrambi questi sottogruppi erano significativamente meno informati e meno soddisfatti delle informazioni ricevute rispetto ai pazienti senza comorbidità psichiatrica.
Sembra che complessivamente, quindi, la gran parte dei pazienti desideri ricevere più informazioni ma che non ha compreso correttamente o quasi per nulla le informazioni effettivamente ricevute, nonostante lo studio sia stato effettuato in un centro specialistico nel quale le procedure di informazione verso il paziente siano state da lungo tempo valutate e ben organizzate. Eâ altamente probabile che la situazione sia molto peggiore in ambienti oncologici in cui viene data scarsa attenzione a questo aspetto e lâinformazione è demandata allo spontaneo stabilirsi del rapporto medico-paziente. Lâinfluenza della comorbidità psichiatrica minore o maggiore sullâinformazione dei pazienti è certamente presente. Eâ possibile che ciò sia dovuto al fatto che pazienti psicologicamente provati siano meno capaci di ritenere e valutare le informazioni. Ma è anche possibile ö e questa è la tesi preferita dagli autori ö che lâinsoddisfazione e lâeffettiva scarsa informazione sia una conseguenza del distress psicologico. Infatti i pazienti con disturbi psichiatrici più severi sono stati anche quelli più insoddisfatti, meno informati e con maggior desiderio di ricevere più informazioni. 
Questo studio ha qualche limite metodologico importante (numero di pazienti relativamente limitato, è stato effettuato in un solo centro e pertanto non può essere generalizzato, è di tipo retrospettivo per cui risente del recall bias), ma mostra con sufficiente chiarezza che i pazienti oncologici hanno bisogni di informazione differenziata a stadi differenti del ciclo terapeutico. Soprattutto i pazienti che manifestano già distress psicologico, ansia e depressione al momento della discussione del consenso informato hanno bisogno non semplicemente di maggiori informazioni, sul piano quantitativo, ma di migliori informazioni, sul piano qualitativo: ossia, hanno bisogno di sentirsi maggiormente coinvolti nel processo complessivo di condivisione delle informazioni che riguardano non solo la propria malattia ma lâintera loro esistenza.

Dr. Charles Montgomery
Department of Mental Health
Wonford House Hospital
Dryden Road
Exeter, Devon EX2 5AF, UK
Phone: +44 01392 40345
Fax: +44 01392 403620
 


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