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PSYCHOMEDIA
ARTE E RAPPRESENTAZIONE
Cinema



Perversità e immaginario cinematografico
Ed Wood

di Giuseppe Ballauri




Tratto da "Psicoterapia e immaginario cinematografico. Un percorso di formazione"
Edizioni Borla, Roma, 2007


Questo film ci permette d'introdurre i seminari su perversità e immaginario cinematografico.
Si è pensato di affrontare il tema della perversità, nel significato attribuitole dal dott. Meltzer (1978), perché s'incontrano molto spesso nella stanza di consultazione, non le perversioni come aspetto organizzato della vita mentale, ma la perversità come parte del processo totale del funzionamento mentale, che spesso si ritrova anche nella patologia borderline.Il concetto di perversità rappresenta quindi un filo conduttore tra i seminari del 1999 sulle perversioni e le prossime attività seminariali sul paziente borderline.
Nel tema dei seminari viene associata alla perversità la creatività o meglio l'immaginazione creativa, come possibilità di trasformazione della conflittualità perversa. La fiction cinematografica, ancora una volta, c'è parsa un utile strumento per stimolare la nostra immaginazione nel cercare di comprendere e dibattere le suggestioni inerenti al tema che i film ci proporranno.
L'argomento anche oggi è, quindi, il rapporto tra creatività e perversità, affrontato da un vertice psicoanalitico..
Il tema prende spunto dal libro della Chasseguet (1985,1971), perché l'autrice è stata tra gli psicoanalisti quella che maggiormente ha messo a confronto il problema delle perversioni con la creatività.La Chasseguet si è occupata anche di cinema commentando un celebre film di Resnais: L'Anno scorso a Marienbad, dove propose già allora di leggere un film come testo indipendentemente dalle patografie dell'autore, come spesso avevano fatto gli psicoanalisti e che è anche la mia posizione nell'analisi di un film come vi dirò tra poco.
Ho però utilizzato il termine perversità al posto di perversione, perché si presta meglio a considerare una patologia più ampia e ad affrontare aspetti della conflittualità che possiamo trovare più o meno sviluppati in tutti noi senza che debbano necessariamente trasformarsi in agiti perversi.
Le perversioni poi non necessariamente hanno tutte come nucleo centrale della conflittualità la perversità, intesa anche come organizzazione specifica della patologia borderline come chiarisce Kernberg (1978,1987), ma posso prendere spunto da una organizzazione nevrotica oppure psicotica.
Prima di proseguire nell'introduzione al film, mi pare opportuno proporvi, ulteriormente, il concetto di perversità secondo la definizione di De Masi (1999) sulla perversione sadomasochista.
Se noi prendiamo il sado-masochismo come l'aspetto strutturante delle perversioni, quando il disprezzo e la svalutazione si accompagnano al piacere di fare soffrire e di soffrire vittimisticamente e il tormento continuo dell'altro e di sé appare, paradossalmente, più conveniente della separazione. In questi casi, allora, si deve parlare di perversità, riservando il termine perversione al solo comportamento sessuale.
La perversità ci permette di mettere a confronto in termini più generali, la tendenza nello stesso soggetto a triturare, camuffare, distruggere ed evacuare i contenuti emotivi ed affettivi in contrapposizione al tentativo di dare loro senso e significato. Processo creativo interiore, che parte dai sogni per poi proseguire nella funzione alfa di Bion, attivata dalla nostra capacità di reverie.
Perché la proposta del film di Tim Burton:Ed Wood ?
Perché è un film che tratta del tentativo immane e commovente di un uomo ,che verrà definito il peggior regista della storia del cinema, di cercare di dare un senso alla sua diversità attraverso l'immaginazione artistica per evitare, possiamo immaginare, di: costruire un universo anale, che si contrappone alla verità delle differenze generazionali, (Chasseguet 1985), un rifugio dominato dagli aspetti distruttivi che si oppone ad ogni scelta di vita, di amore rappresentato nei suoi aspetti più creativi dalla nascita dei bambini attraverso l'amore della coppia genitoriale (Meltzer 1978); una barriera all'apprendere dall'esperienza (Bion 1972); un tentativo per riparare un difetto strutturale del Sé attraverso l'evitare gli stati dolorosi che ciò comporta attraverso l'agito perverso, la sessualizzazione (Goldberg. 1998)
Ho scelto, come introduzione, il film Ed Wood perché rappresenta ,secondo me, il tentativo più commovente e drammatico tra tutti i film, che vedremo, di esprimere un senso attraverso il confronto tra creatività e perversità.
Tim Burton proviene dalla scuderia Disney e inizia la sua attività come cartoonist specializzandosi in cartoni caratterizzati da un umor nero e surreale.
Questa sua qualità gli permetterà di affrontare la regia di Batman e poi Edward mani di forbici, cercando spesso nelle sue opere di evidenziare lato oscuro della città o il perbenismo di fronte al diverso.
E diverso per tanti motivi è Ed Wood che egli ritrae in questo film commovente e delicato in cui traspare la simpatia dell'autore per il personaggio, ricordando nel suo sodalizio con Lugosi il proprio con Vincente Price e l'amore comune verso i film dell'orrore e di fantascienza in gioventù. Quell'amore per il cinema, anche, quando come per Wood i dettagli non sono importanti, ed è più entusiasmante la storia immaginata che quella poi raccontata e riprodotta.

Scheda del film (dal Morandini Dizionario dei film)
Titolo Originale: Ed Wood
Produzione: USA-1994-124'
Regia: Tim Burton
Interpreti: Jhonny Depp, Martin Landau, Sarah Parker

Omaggio a Edward D. Wood Jr., campione del cinema a budget zero, alcolizzato, eterosessuale che amava vestirsi da donna, anche pornografo, definito il peggior registra del mondo. Con qualche aggiustamento romanzesco se ne rievoca il decennio dei Cinquanta che va dal suo primo film Glen or Glenda (1951) a Plan 9 from Outer Space (1959). Film scommessa, che nasce dall'amore e si nutre di competenza e si propone di trasformare un fallito in un eroe, sia pur postumo. Apprezzabile la ricostruzione della Hollywood dell'epoca,ottimo l'incontro con Orson Welles. La carta vincente è il Bela Lugosi di Landau, premiato con l'Oscar.

Introduzione al dibattito

Non era vero, non ebbe per questo film (Plan 9 from Outer Space) il successo che vediamo proporre dal regista alla fine, eppur non aveva forse ragione? La ragione di Ed Wood è quella dei reietti degli anomali, dei diversi, di coloro dalla cui parte Tim Burton è sempre stato. Perché sa che dopo tutto sono una moltitudine, perché magari non saranno grandi artisti, ma la loro esperienza è quella dei veri sognatori, di chi, vale a dire i propri sogni non li realizzerà mai e che pure combatterà fino allÔultimo respiro per il proprio folle disegno: ridicolo, forse ma non meno autentico.
Vediamo all'inizio che il gruppo con cui si chiama la compagnia teatrale di Wood è The casual company, l'occasionalità come stile di vita, di lavoro, la casualità e non una qualche regola, la visione d'insieme senza curare il dettaglio, l'artista come autore di opere da consumare subito e gettare trash appunto
Un altro aspetto da considerare è la profonda amicizia che lega Wood a Lugosi, un sodalizio artistico, ma anche una grande disponibilità a prendersi cura i dei problemi d'un amico.
Memorabile è l'incontro con Welles, che cì rimanda al problema delle differenze tra artista geniale e sognatore dilettante e inetto.
Vediamo nel film la carriera di Ed fino alla fine egli anni 50' per così dire fino alla sua ÒapoteosiÓ ma non dimentichiamo e in parte lo vedremo in Glen e Glenda, che la sua produzione successiva fu quasi tutta incentrata sul porno horror.
Per concludere Wood ci esorta e ci invita a credere più in ciò che lui ha visto che in ciò che lui ci fa vedere, poiché mentre questo è definibile come dettaglio l'altro è la sostanza della verità La verità è dentro di noi e nella nostra immaginazione il resto è traduzione trascurabile che impallidisce di fronte a quella che Wood chiama magia dell'insieme In fondo non siamo lontani da Hitchcock secondo cui il momento della concezione di un film è quello davvero appassionante, mentre la sua realizzazione pratica e concreta è alquanto noiosa.
Qual è allora la condizione profonda della creatività, che nasce secondo molti analisti, Mc Dougall (1993) dal rapporto con il pubblico dalla sua realizzazione come scambio con l'oggetto esterno mentre la produzione perversa è ripetitiva tende alla coazione a ripetere, è affetta da estetismo eccessivo ed il fine è solo ed esclusivamente narcisistico,ma che trae origine per entrambi artista e dilettante,genio e perverso dalla stessa matrice, dal bisogno di ricreare una realtà di piacere e di felicità perduta dopo la separazione dalla relazione primaria e totalizzante con la madre per comporre un Ôunità separata, una personalità autonoma ,dopo mesi vissuti nella prima infanzia in un mondo più o meno paradisiaco.
D1) Io mi chiedevo perché lui crede che il suo film capolavoro Plan 9 from Outer Space, sai quello che tu hai detto è forse il più brutto. Che a me sembra sia quello in cui lui mette a fuoco il problema della morte, che deve reagire in qualche modo alla morte, negandola, perché poi quello che ho capito nel film, trova il modo si superare la morte della moglie facendola rivivere in qualche maniera, o mi sbaglio
R) Sì, infatti, rivivono, perché questi strani extraterrestri hanno il potere di far resuscitare, certamente c'è la negazione della morte.
D1) Il film inizia con il protagonista, il vecchio che deve superare la morte della moglie, come se Wood mettesse a fuoco, qual è il suo problema di travestito :diventare lui donna per superare questo lutto.
Si vede poi di nuovo il suo tentativo di superare le frustrazioni, quando ad un certo punto sembra che le cose vadano male, cerca consolazione nel golfino e poi si traveste da donna Nel film, in effetti, egli rievoca l'amico morto.
R) Non so se Wood pensasse che Plan 9 fosse un capolavoro .E' Burton che propone quest'ipotesi,ma credo certamente che tu abbia ragione a pensare che nel film si possa immaginare il suo tentativo di negare l'angoscia di un abbandono,forse l'abbandono materno verso il suo essere un fanciullo e non una bambina ,in quanto lo vestiva da piccolo come una femminuccia. Il tentativo di resuscitare una madre vampira, bisognosa del figlio per consolarsi della perdita di una bambina desiderata,nel film infatti è l'attrice con il nome d'arte Vampira recita la parte di una zombi .
Possiamo quindi pensare, come ipotesi, che la sua passione per il cinema possa essere stata la base di un tentativo di superare questo beanza, questo iato,questa ferita narcisistica.
Ci possiamo chiedere, poi, come mai non sia riuscito attraverso la sua immaginazione creativa a trovare uno stile di vita ,che gli permettesse di non diventare un alcolista ,di non finire in produzioni cinematografiche pornografiche e di non trasformarsi in un reietto.
La risposta potrebbe venire dalle considerazioni della Mc Dougal (1990), di cui vi ho accennato nell'introduzione e in altre parole che tanto l'artista quanto il perverso sono maestri d'illusione; ma con questa fondamentale differenza: l'artista crea questa illusione,come atto di donazione,nella speranza di far vivere agli altri la sua stessa illusione,mentre nel perverso è l'illusione stereotipata e falsificata ad imporsi.
Infatti, nei lavori di Ed come abbiamo visto i dettagli non sono curati,l'importante è il compimento della propria immaginazione ,al di là delle disarmonie ,delle incongruenze della sceneggiatura e delle scenografie ,al di là degli spettatori o dei collaboratori che possono accorgersi della grossolanità della sua arte,come quando gli viene fatto notare durante la produzione del film Plan 9.
D'altra parte non possiamo negare il suo tentativo commovente di proteggersi dalla sofferenza psichica e come dice sempre la Mc Dougal, l'uomo di fronte al dolore, alle divisioni interne ai traumatismi universali e personali che la vita gli porta è capace di creare una nevrosi,una psicosi,una corazza caratteriale,disturbi narcisistici,dipendenze e perversioni ,malattie psicosomatiche ma anche sogni ,opere d'arte e opere trash.
D1) Forse perché usa prevalentemente questo diniego, pretende che l'altro entri nel suo mondo, non cerca di andare incontro all'altro, nega ad esempio semplicemente il fatto che ci sia stata una morte dell'amico Bela Lugosi, metaforicamente della madre, ecc. senza affrontare il lutto.
R) Il problema è proprio il diniego.Credo che tu colga uno degli aspetti fondamentali della perversione . Freud(1927) stesso nei suoi lavori sul feticismo aveva messo in luce il fatto che il feticista nega l'assenza del pene nella donna e nello stesso tempo attraverso il meccanismo della scissione ne riconosce la realtà.
Anche nella patologia borderline vediamo questo alternarsi tra un riconoscimento della realtà e un diniego della realtà, mentre lo schizofrenico nel ricostruire la realtà negata la trasforma in un delirio.
Tim Burton mostra con intelligenza questa possibilità d'alternanza di Wood nel negare e riconoscere la realtà,quando il film Plan 9 viene esaltato come il suo capolavoro,mentre durante il dialogo con Bela ,dopo il terribile insuccesso della prima del film The Bride of the monster, Wood sembra comprendere ed essere grato alle parole dell'amico ,che cerca di sollevarlo,consolandolo per il fatto di avere una donna , disposta a fare qualsiasi cosa per lui, anche a buttarsi su un taxi in corsa.
Un altro aspetto che Burton mostra bene è la matrice comune dei problemi del regista geniale e di quello di serie b,quando vediamo Wood travestito da donna con il golfino d'angora incontrare nel bar Welles ,e dialogando con lui scoprire le stesse difficoltà nell'affrontare la realizzazione di un film: la mancanza di denaro,i produttori che mettono i bastoni tra le ruote durante la lavorazione,i tempi ferrei che vengono richiesti e così via. Una matrice comune che presenta come dicevo prima anche aspetti ben più profondi e legati alla necessità di proteggersi dalla sofferenza psichica. Questo fatto credo possa spiegare il perché tra gli artisti sia nel cinema sia nelle altre arti troviamo molti perversi.
D2) Io ho fatto le mie associazioni. Una è un'associazione filmica, l'Armata Brancaleone, l'altra è un'altra associazione filmica con una coppia Woody Allen Humpry Bogart in Provaci ancora Sam . La terza di Wood che vampirizza il vampiro, succhia il sangue dal vampiro Lugosi
R) L'Armata brancaleone. Cosa ne pensate di quest'associazione ? Perché pensi che vampirizza ?
D2) Perché secondo me c'è quest'aspetto d'appropriazione, non tanto di scambio
R) Ma però gli vuole bene
D2) L'inizio della sua notorietà, forse per questo gli vuol bene
R) Bela Lugosi è tossicomane, mal conciato, senza più soldi, senza più niente, in una situazione disperata.Wood riesce ad ingaggiarlo a riproporgli la possibilità di recitare di nuovo,di guadagnare ancora dei soldi ,visto la sua precaria condizione economica.
D1) Secondo me emerge di più lo sfruttamento. Il suo utilizzo ad esclusivo vantaggio dei suoi film ,per la precedente e notevole notorietà di Lugosi.Si percepisce in lui una notevole inautenticità, la parodia, la mancanza di sentimenti appunto.In Visconti nonostante i suoi aspetti perversi nei suoi film percepisci il dolore la realtà dei sentimenti rappresentati.Insomma quello che volevo dire io, è che in ogni modo senti, come dire, hai in qualche modo il contatto con dei sentimenti che senti profondi su un versante o sull'altro, mentre mi sembra che in questo film, almeno in quello che abbiamo visto, ha tutto un po' il tono della parodia, in altre parole non ti sembra di avere a che fare veramente, né con l'orrore, né con la morte, né con il dolore
D3) Io sono d'accordo con questa freddezza in fondo, anche se il discorso quando vampirizza il vampiro, è un po' vero, nel senso che approfitta dello sfacelo di Lugosi.
R) Ciò che voi dite sembra collegarsi al discorso della Chaseguet Smirgel, quando definisce la creatività perversa, come un tentativo di negare un mondo anale che è mascherato da un estetismo creativo, che vuole nascondere gli aspetti anali, aggressivi e narcisistici sottostanti allo scopo creativo
D4) Sì certo. Mi ha colpito anche la fretta di Wood nel fare i film, il non tollerare l'attesa, la possibilità di riflettere con più ponderazione alla realizzazione dei suoi film.
R) Intendi nel senso della sua difficoltà a tollerare l'incertezza, la confusione, il vuoto creativo per poi permettere la realizzazione della funzione alfa,mentre secondo quello che dice tu tende ad evacuare la sua creatività senza averla trasformata in vera immaginazione creativa ,fruibile per lui e gli altri.
D5) Pare che Mozart consapevole di essere un bimbo prodigio, dicesse :Ó.. adesso lo faccio io, lo faccio meglio, lo faccio subito, ci metto di menoÓ. Presentasse una componente megalomania della sua personalità.
R) Evidentemente la fretta non è solo appannaggio degli artisti falliti, ma anche dei geni.
Mi viene in mente che grandi artisti Welles, Leonardo avevano dei momenti di caduta nelle loro produzioni, invece di essere frettolosi perdevano tempo.Welles in sceneggiature che non avevano mai fine Leonardo alla corte di Francia produceva macchine ludiche per il divertimento dei nobili,produceva arte che si consumava nel giro di due o tre settimane senza lasciare un'impronta duratura e significativa.
Welles non era un perverso,Leonardo sembrerebbe di si ,non tanto perché omosessuale ,ma piuttosto per il fatto di circondarsi di giovinetti nella sua bottega,come apprendisti, non tanto per le loro capacità artistiche ma per la loro bellezza.
D5) A proposito di Mozart megalomane, mi è venuto in mente che in Wood si evidenziano anche aspetti maniacali, In fondo i suoi tentativi di difendersi dall'angoscia depressiva, che anch'io reputo commoventi, al contrario di ciò che hanno detto gli altri colleghi poc'anzi. Spesso l'agito perverso come nel caso del travestitismo di Ed rappresenta come la maniacalità una difesa dalle istanze depressive.
D6) Volevo chiedere una cosa, in generale più che sul film: il rapporto tra sublimazione e perversione, in altre parole la creatività tendenzialmente è sempre legata al desiderio di piacere, di ottener gratificazioni .Dov'è il confine tra sublimazione e perversione, tra creazione dell'opera d'arte e la soddisfazione delle istanze lipidiche.La creatività è legata sempre e comunque alla sublimazione, di qualcosa.
D2) Se si dovesse formulare un'ipotesi sintetica, si potrebbe affermare che la sublimazione, è il modo diciamo, per esprimere gli aspetti perversi, non distruttivamente.In parole povere, invece di pasticciare con le feci, scrivo, dipingo
R) Per Freud la sublimazione come sapete è il cambiamento di meta e d'oggetto delle pulsioni pre-genitali quindi perverse.Nella sublimazione abbiamo un passaggio di stato- diceva Freud - come dall'acqua al ghiaccio .La sublimazione avviene attraverso l'interiorizzazione delle istanze morali dei genitori e il cambiamento di meta e di oggetto hanno lo scopo di ricevere dalla famiglia e dalla società un beneplacito,perché la pulsione sessuale o distruttiva secondo la Klein si trasformino in prodotti validi ed accettati dall'establishment. Non so se questo implichi necessariamente che la creatività artistica sia il prodotto della sublimazione.
D2) L'opera creativa tende ad una sublimazione in ogni modo.
R) Io penso che la creatività assomigli di più al tentativo ,come diceva anche la Mc Dougall di dare un senso un significato alle ferite psicologiche ,dovute ai traumi inevitabili della nostra vita.
La funzione alfa di Bion credo sia da intendersi come il primo gradino della creatività, indipendentemente poi dal fatto che possa trasformare ognuno di noi in artisti.
D1) Gli artisti negli anni hanno cercato di dare una forma alla divinità. Poi il significato della divinità è in sé. Non so come dire.
R) Sé noi consideriamo la divinità Dio non solo come trascendenza ,ma anche come immanenza, certamente l'arte è un tentativo di dare forma alle nostre emozioni ,ai nostri affetti personificati in una divinità.
D4) Quei geni che non sono perversi, sembra quasi che per diventare genio bisogna essere affetto da una forma di perversione.
R) Non credo che il genio,l'artista debba essere necessariamente perverso,Possiamo pensare però ,che abbia,anche lui come il perverso, subito delle ferite narcisistiche ,che vuole curare e l'arte può rappresentare il medicamento appropriato
D5) L'uomo speso utilizza una parte femminile di sé ,la parte che viene chiamata artistica,quella che gli permette di essere aggraziato come una donna ,quando cura la casa,l'abbellisce , ecco, voglio dire che nella bisessualità si arriva alla completezza ecco, quando si dice che gli Dei erano invidiosi del soggetto bisessuale maschile/ femminile e l'hanno quindi diviso, in due parti.
R) Noi possiamo anche pensare che la bisessualità ,come metafora rappresenti,nell'uomo l'interiorizzazione del contenitore materno,e che questo permetta la possibilità di utilizzare la reverie materna per realizzare l'immaginazione creativa,la capacità di pensare ,come dicevo prima,di dare un senso e significato ai contenuti emozionali.
L'ipostasi della reverie la troviamo nella tradizione occidentale nella figura della donna angelicata della tradizione dei trovatori e in Dante nel dolce stilnovo,rappresentata da Beatrice, Rachele simboli inequivocabile della sapienza.

D1) La donna è più creativa per principio, quindi per lei secondo me, è normale essere creativa , Quindi è l'uomo che fa due passaggi, secondo me, per esprimere prima deve interiorizzare una creatività e poi la deve esprimere dare sostanza forma. La donna no
La donna è creativa per natura in quando mette al mondo i figli,mentre gli uomini devono esprimere la loro creatività in altri campi, non a caso gli artisti tendenzialmente i filosofi,i creatori di pensieri sono sempre stati uomini
Certamente la donna per la procreazione ha bisogno di un uomo,non è autosufficiente.
R) Certo la donna per essere creativa come per l'uomo necessita del maschio,e anche in questo senso possiamo pensare metaforicamente ad una figura maschile ipostatizzata,che faccia da complemento razionale(?)alla creatività innata della donna. Voglio dire per non cadere in equivoci,prendendo spunto da Jung, che come l'uomo ha bisogno di venire a patto con la propria anima così la donna di venire a patti con il proprio animus.
Purtroppo dobbiamo terminare e ci sarebbero ancora molte cose da dire e chiarire su questi ultimi aspetti .Potremmo poi affrontarli durante la visione degli altri film.
Vi ringrazio molto, la serata è stata per me molto stimolante e spero che lo sia stata anche per voi.


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