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PSYCHOMEDIA
Telematic Review
Sezione: SCIENZE E PENSIERO
Area: Sociologia

Sessualità e cancro: un approcccio sociologico

di Giovanni Cozzolino




Premessa

Esistono a tutt'oggi più di 100.000 tra pubblicazioni e saggi (oltre agli articoli scientifici) che parlano dell'eziologia psicosomatica del Cancro.
Quasi mai questa soglia di accesso a questo fenomeno è stata presa in seria considerazione.
Non è ben chiaro perché la scienza abbia sorvolato su queste ricerche empiriche, quasi non considerandole come base di comprensione .
L'aspetto sociologico e psico-sociologico di una patologia mortale come il cancro trova scarso o nessun consenso nell'universo scientifico ufficiale.
Questo modestissimo apporto vuole semplicemente essere una voce in più (ultima arrivata) in un coro molto più vasto, in modo che si possa prendere in considerazione quella che può risultare come base di scatenamento della patologia neoplastica, prendendo in esame un campo di indagine che oltre alla vastità, possiede un immenso potere di fascinazione.


L'Aspetto Sociologico

Esiste una personalità predisposta al cancro?
In parole povere: ci si può far esaminare per controllare se si è in pericolo?
Per usare un termine scientifico esiste un "fenotipo a rischio"?
Bisogna innanzitutto dire che, come è ormai riconosciuto ampiamente, i fattori predisponenti alle neoplasie sono numerosi e tutti connessi tra loro fino a creare un mosaico nel quale la mancanza anche di una sola tessera risulterebbe invalidare tutto l'insieme.
A riprova di quanto detto si sottolinea che la ricerca scientifica parte dal fatto che in determinate persone si ha una aumentata predisposizione "all'anarchia cellulare" cosa fra l'altro che è definita in via psico-sociale, secondo una idea di Grossarth-Maticek. (1)
Molti uomini fumano, eppure solo il 10% sviluppano un tumore, o per meglio dire una forma neoplastica ai polmoni.
Molti individui sono sottoposti continuamente ad un ambiente cancerogeno, eppure solo pochi sviluppano un carcinoma.
Un esempio lampante ci viene dai pazienti di leucemia i quali sono già, prima dell'insorgere della malattia, delle persone particolarmente "sensibili".
In essi c'è qualcosa "sotto pelle", un di più che in altre persone (Meerwein 1981).
Per cui si può affermare che se si guarda la malattia cancro con gli occhi tecnico-razionali dell'attuale medicina scientifica, non si riesce ad afferrarla, e a comprenderla.
Per questo motivo il cancro può essere visto come una delle tipiche malattie della personalità complessiva e quindi non comprensibile con l'ottica di vedere "dell'Homo Tecnicus" che getta lo sguardo solo alla malattia.
Solo un mutamento (esso per altro è già in corso) nel riguardare l'Homo Sapiens di nuovo nel suo complesso, renderà solidali le forze sane dell'istinto di sopravvivenza nell'uomo e potrà aiutare il gruppo medico-paziente ad ottenere la vittoria sulla malattia.


Sessualità e cancro

Fino a qualche tempo fa, gli aspetti riguardanti la sfera sessuale dei cancerosi non hanno ricevuto serie considerazioni.
Tali aspetti sono stati sempre visti come estranei o frivoli quando altri sembravano molto più importanti o immediati.
Sembrava incongruente considerare i riferimenti sessuali dei pazienti i quali potevano essere in molti casi moribondi.
Sia il sesso che il cancro stimolano forti emozioni.
Il cancro è una malattia con uno stigma. Vi è un numero altissimo di ragioni per le quali questa malattia ha a che fare con la sfera della sessualità.
Gli "assalti" del cancro agli organi sessuali avvengono in modo e con sintomatologie che nessuna altra malattia ha.
Ed inoltre il suo trattamento, le metodologie di cura che vengono poste in essere, possono mutilare il corpo. Una propria immagine ne viene così danneggiata, divenendo, per la persona colpita, un qualcosa di negativo, da qui ne può conseguire la paura di offendere gli altri.

Ci sono poi le profonde intromissioni di carattere inconscio, una consapevolezza che per essere stati "puniti" con una terribile malattia come il cancro, si deve essere stati colpevoli di un comportamento immorale, frequentemente di natura sessuale.
Con i pazienti di cancro viventi per un più lungo periodo di tempo e con l'aumento dell'attenzione per gli aspetti psico-sociali del cancro, i riferimenti di tipo sessuale e i problemi dei cancerosi sono stati riconosciuti come importanti componenti di cura completa.(2)
Persino gli studi con pazienti moribondi rivelano riferimenti sessuali.
La sessualità è un aspetto importante della vita in ogni tempo. Sebbene non siano stati pubblicati studi epidemiologici della prevalenza di disfunzione sessuale tra i cancerosi, il problema è considerato molto diffuso.
Volendo ridurre ai punti principali nei quali il cancro pone in essere i suoi attacchi si possono definire questi elementi:

1) Il processo della malattia stessa sia attraverso il danno diretto agli organi principali e alle loro innervazioni di diffusione e di approvvigionamento, che (meno frequentemente) attraverso la debolezza e la debilitazione.

2) Trattamento-operazione , radiazioni, e chemioterapia; tutto può risultare in alterazione o disfunzione sessuale temporanea o permanente .

3) Alterazione dell'immagine del corpo dopo le operazioni mutilanti, o spiacevoli consequenziali effetti di somatizzazione delle persone colpite.

4) ansietà, depressione ed altri disordini psicologici alleati con la diagnosi e il trattamento del cancro, può causare una disfunzione sessuale.

Le operazioni alteranti il corpo hanno in pieno un potere ed un effetto diretto sulle funzioni sessuali quando con esse si ha la perdita di necessari , vitali organi.
Lo sventramento pelvico è un esempio di mutilazione sessuale ; altre non meno determinanti sono la vaginectomia, la penectomia, la vulvectomia. Una colostomia o prostectomia possono produrre impotenza se sono stati danneggiate le innervazioni.
La mastectomia ha un impatto sull'immagine del corpo e sull'orgoglio in senso lato.
La laringectomia, operazioni maxillofacciali , e amputazioni degli arti superiori influiscono sull'immagine del corpo. Ogni affronto all'immagine del corpo o al rispetto di se stesso crea una situazione ad alto rischio per quanto riguarda le disfunzioni sessuali .
La chemioterapia può produrre impotenza o sterilità per gi uomini , sintomi prematuri di menopausa per le donne e diminuzione della libido in entrambi i sessi, la radiazione può abbreviare il cilindro vaginale e diminuire l'elasticità e la lubrificazione vaginale.
La nausea prodotta dalla chemioterapia o da radiazione può essere un impedimento all'interesse sessuale.
Le operazioni alla testa e al collo possono eliminare baci e altre stimolazioni orali dalle attività sessuali.
In aggiunta alla mutilazione sessuale, le attività del paziente canceroso possono essere sessualmente inibite.
I sentimenti del paziente influenzano anche il partner sessuale. Egli può temere che il ritenere lui stesso o lei stessa come incompleto/a, danneggiato/a o moribondo può condurre all'inibizione o all'astensione dal sesso e dalle relazioni interpersonali.
La vergogna e l'imbarazzo possono influire sull'intimità.
Fin che la nostra cultura glorifica il sesso nei termini di gioventù e perfezione fisica, molti cancerosi reagiscono con paura e possono non avviare l'attività sessuale, alcuni di questi pazienti con un già basso interesse nel sesso possono usare il cancro come una scusa per limitare o terminare l'attività sessuale.
I partners sessuali possono essere impauriti dal dolore del canceroso e per questo inibiti nel rapporto stesso.
Alcuni partners riferiscono di essere disturbati da "stami" addominali o dal respiro di una laringectomia durante il rapporto.
Il baciarsi, il rapporto, persino il dormire nello stesso letto possono essere eliminati per la paura di "contrarre" il cancro.
I problemi sessuali delle donne che hanno avuto la mastectomia per il cancro al seno sono stati riportati ampiamente (3) su testi riguardanti tale aspetto.
I riferimenti generali delle pazienti che hanno avuto la mastectomia, sono, un senso di mutilazione, perdita dei sentimenti o femminilità e paura della morte.
Per alcuni osservatori la sofferenza emotiva appare da lontano più importante del dolore fisico della mastectomia.
Polivy (4) scoprì cambiamenti precisi, negativi dell'immagine del corpo in seguito alla mastectomia, accoppiata con il declino dell'orgoglio sebbene queste alterazioni non erano apparenti fino a sei mesi dopo l'operazione.
Una donna che si scopre mutilata dopo una di queste operazioni sente decrescere il proprio valore di donna, e di solito vedrà se stessa meno accettabile per il partner sessuale, il punto focale per la riabilitazione psicologica di una paziente che ha avuto una mastectomia, dovrebbe essere la propria immagine.
La percezione della sua adeguatezza e desiderabilità sessuale dopo l'operazione dipende da molti fattori, includendo l'immagine del corpo e la percezione del partner dopo l'operazione.

Da un punto di vista maschile, la sessualità e l'intimità dopo la mastectomia possono essere acutamente stressanti.
Lo studio di Jewel e di Edwards (5) delle donne che subivano trattamento chirurgico del cancro pelvico-genitale, o altre procedure ampiamente demolitive, mostrava che le donne avevano una marcata e significativa diminuzione dell'immagine del corpo.
Simili diminuzioni significative furono scoperte nella continuazione della relazione sessuale e nella frequenza del rapporto; quasi un terzo riportò un marcato deterioramento nel rapporto sessuale con frequenti cambi di relazione con amanti più giovani .
Molti pazienti inoltre, riguardo agli interventi di mutilazione subiti devono affrontare radicali alterazioni dei loro sistemi di vita. Tali cambiamenti possono includere l'uso di un apparecchio-protesi (esempio più comune è quello dell'ano artificiale ) sporcando loro stessi con i propri escrementi e non potendo controllare le perdite di liquidi , odori , o irrigazioni.
Come risultato, molti si sentono insicuri e possono considerarsi emarginati sociali .
Durante la ricerca qui riportata di Jewel e Edward furono intervistati 409 soggetti con i problemi sopra citati, solo il 22% disse che la loro operazione aveva interferito con le loro pratiche sessuali stabilite.
Questo, a riprova di un problema di occultamento di questa preoccupante situazione che, interessando la sfera privata della sessualità, genera repressione e negazione del problema stesso.
Vi è da dire che comunque, i pazienti di cancro che in qualche modo hanno subito interventi chirurgici come la mastectomia o altro , hanno qualche vantaggio rispetto a quanti hanno dovuto subire operazioni al collo o alla testa, in quanto i primi possono in qualche modo celare questo danno.
Con l'importanza nella nostra società della bellezza della gioventù, e della comunicazione, e la causa della evidenza dei difetti lasciati da tumori ed dal loro trattamento, le neoplasie alla testa e al collo presentano grandi minacce emotive per l'immagine del corpo e per le relazioni interpersonali.
Essere sessualmente attivo è importante come fonte di orgoglio.
Ma la sessualità significa più del rapporto sessuale; significa provare sentimenti sessuali. Tutti i pazienti con malattie croniche hanno in qualche misura problemi sessuali ,
ma il canceroso occupa per la sua particolare cronicità un posto di assoluto rilievo per quanto riguarda queste problematiche, in quanto queste in moltissimi casi sono concause dello scatenamento stesso della malattia e non susseguenti e conseguenti ad essa.
In questo caso, aiutando il malato cronico canceroso a mantenere piacevole l'attività sessuale si può di fatto contribuire in modo anche determinante all'aumento dell'amor proprio .
Gli addetti ai lavori che pongono in essere la cura per la riduzione delle disfunzioni di carattere sessuale devono capire il grado della suddetta disfunzione nei differenti luoghi dell'organo colpito e a differenti stadi di vita.

Quanto detto precedentemente pone in luce le caratteristiche degli effetti del cancro sulla sfera sessuale degli individui, ma a monte di tutto vi è da considerare le determinanti della sfera sessuale nello scatenamento delle neoplasie di carattere maligno.
Come relaziona Frederic Vester (1979) (6) probabilmente esiste una stretta relazione fra frustrazione sessuale e cancro attraverso l'azione degli ormoni sessuali sul sistema ormonale.
E' noto, per esempio, che una donna distesa ed equilibrata sessualmente non si sente solo meglio, ma rende di più e allo stesso tempo è meno esposta alle malattie in genere, perchè gli ormoni sessuali rafforzano le funzioni di difesa.
Al contrario la frustrazione sessuale conduce ad una aumentata secrezione di cortisone e quindi ad una attenuazione del sistema immunitario.
Da uno studio condotto da Bander(7) nel 1981 esteso a 5000 donne si rilevò lo sviluppo di un carcinoma al seno in quelle il cui corpo produceva solamente la metà o meno della quantità normale dell'ormone sessuale androgeno.
L'occuparsi di questo tipo di cancro è già di per se particolarmente eclatante perchè il carcinoma al seno attualmente rappresenta il cancro degli organi più comune nella popolazione femminile degli stati industrializzati. Negli U.S.A. ad esempio il numero delle donne ammalate di cancro al seno aumenta di circa 70.000 unità all'anno.
Secondo Bander donne senza figli, nubili, o "singles" sono sempre più in pericolo per un cancro al seno, che non i gruppi di controllo.
Sembra che esista un rapporto fra il livello di istruzione superiore e cancro al seno. Naturalmente le relazioni trovate statisticamente non sono motivi pienamente convincenti per voler realmente determinare un più elevato rischio di cancro.
Piuttosto si tratta di scovare qualche forma vitale che impedisca al cancro di svilupparsi.

E' stato dimostrato da studi longitudinali eseguiti dallo stesso Bander e confermate da Pellettier (1982) (8) che il rischi di cancro al seno risulta molto più basso in tre culture :
Esquimese, Giapponese, e Sudafricana, cioè in culture in cui è comune un lungo periodo di allattamento al seno.
In modo più specifico il rapporto tra il cancro e la sfera dei rapporti sessuali definisce che il carcinoma del collo dell'utero è direttamente proporzionale alla età nella quale le donne contraggono matrimonio, in particolare donne che si sposano più presto, si sposano più di una volta nel corso della vita, divorziano più spesso e sono più spesso incinte di altre donne con differenti stili di vita.
Il cancro all'addome (carcinoma ovarico) sembra avere una enorme correlazione con la frequenza del coito : prostitute di Copenaghen mostrano una percentuale di cancro all'addome quattro volte maggiore di quanto fosse da aspettarsi, mentre le monache rimangono attualmente risparmiate da questa malattia.
Che la malattia o l'insorgenza di essa al collo dell'utero sia in rapporto non solo con la frequenza del rapporto sessuale, ma che abbia a che fare eventualmente anche con l'igiene del pene dell'uomo, viene interpretato da svariate indagini, tra queste una condotta in Israele (10).
Da quest'ultima indagine risulta che le donne ebree si ammalano sorprendentemente di rado di cancro all'utero.
Una spiegazione può trovarsi nella circoncisione, ancorata nella cultura degli ebrei , che permette una migliore igiene del pene e che forse fu introdotta proprio per questo.
I risultati delle ricerche finora condotte sul tema cancro-sesso mostrano con certezza una correlazione secondo la quale i pazienti di cancro tendono per lo più ad una repressione della vita sessuale.
Le donne che mal si adattano al sesso e che rifiutano il "ruolo" di donna risultano essere più in pericolo di ammalarsi di cancro che di altre. Nella popolazione maschile un comportamento sessuale estremo, positivo come negativo può condurre all'innesco di neoplasie in varia forma : sessualità repressa può condurre a correlazioni con il cancro ai polmoni, forti desideri sessuali e più partner aumentano il pericolo di neoplasie che possono interessare il lato degli organi genitali (es. prostata).

In una indagine prospettica Grossarth-Maticek (1979) cercò di trovare in modo esattamente scientifico il rapporto fra sessualità e futura malattia di cancro: il campione era costituito da 80 persone sottoposte ad intervista.
Risultato , delle venti successivamente ammalatisi di cancro, al momento solo tre avevano detto che erano capaci di pervenire all'orgasmo.
Gli oncologi ungheresi Nemeth e Mezei (1975)(11) indagarono sul fenomeno anche da un punto di vista psicologico su 206 pazienti di cancro (donne) che si erano ammalate di carcinoma al seno o all'addome.
Ne risultarono le seguenti particolarità: le pazienti avevano accumulato matrimoni sbagliati e conflitti col partner ( marito violento o alcolizzato o altro) . La scelta del partner era stata voluta in molti casi , la quasi totalità , dalla madre oppure le donne si erano indirizzate verso i supposti desideri della madre. La sessualità nel matrimonio era tutt'altro che soddisfacente per cui le donne soffrivano di senso di colpa e di aggresività.
In un'altra indagine fu ricercato, sotto il punto di vista psicologico, il profilo caratteristico di 100 donne aventi un cancro all'utero e paragonato con quello di donne sane.
I ricercatori (Stephenson e Grace, 1954) (12) riportarono i seguenti risultati :
Nello studio apparve evidente in un'alta percentuale delle pazienti la avversione per i rapporti sessuali che giungeva fino alla definita ripugnanza di essi.
L'incapacità di ottenere soddisfazione nei rapporti sessuali.
".. Con l'assenza dell'orgasmo, la frequenza dei divorzi, l'essere lasciati, mariti infedeli, separazioni e rapporti sessuali con uomini diversi dal proprio marito, probabilmente sono segni di un cattivo adattamento sessuale. Appaiono più sovente in pazienti con cancro all'utero che non in altre con forme neoplastiche e precedono di molti anni la comparsa della malattia cancerosa."

Una ricerca compiuta su più larga scala da Trotnow e Pauli nel 1974 presso la clinica ginecologica dell'università di Erlagen permise di intervistare con questionari psicologici 7500 donne.
Il risultato fu che il cancro al seno sembra essere in stretto rapporto con la separazione, divorzio o morte del partner. Al confronto di donne sane si trovò in quelle malate di carcinoma al seno una maggiore astinenza sessuale, isolamento ed esagerata religiosità (12)
Una ricerca parallela condotta da Neumeyer, Wolff e Riter-Roehr (1980) del centro di medicina psicosomatica confrontò il comportamento psicologico verso la sensualità di donne con cancro al seno e di donne sane oppure con malattie benigne.
Delle 36 pazienti cancerose il 18% consideravano la sessualità nei confronti del partner come senza importanza; nel gruppo di controllo solo il 4,5% era della stessa opinione.
Solo il 6,5% delle pazienti di cancro ebbero rapporti sessuali prematrimoniali, nell'altro gruppo il 77% o rispettivamente l'86%.
Corrispondentemente era anche più elevata l'età del primo rapporto (considerando la media) precisamente 21 anni nelle pazienti rispetto ai 19 anni del gruppo di controllo.
Nel prosieguo della stessa indagine fu rilevato nel 1982 un ulteriore conferma su un parametro molto interessante : nei futuri pazienti di cancro anche la frequenza del coito era più bassa e l'età del loro primo rapporto la più alta, in paragone con persone sane o aventi malattie o comportamento distorto.

Queste indagini di valore essenzialmente statistico esprimono solo una realtà oggettiva che comunque va analizzata in modo più approfondito su un versante Clinico-Sociologico. Esse possono essere corroborate da una radice filosofica che risale a Wilhem Reich che vedeva nella liberazione sessuale l'unica via per il paradiso. Benchè talvolta lasciasse il terreno strettamente scientifico egli tuttavia pervenne a risultati seri: egli differenziò sensibilmente la potenza erettiva e vaginale dalla potenza c.d. "orgiastica".
Egli affermò nel 1927 : "..L'esperienza clinica insegna che le persone, in seguito a generale repressione sessuale, hanno perduto la capacità all'ultimo abbandono vegetativamente spontaneo. Io intendo per potenza orgiastica proprio questa ultima parte, finora sconosciuta, dell'eccitabilità e della liberazione dalla tensione.
La potenza orgiastica forma la funzione biologicamente originaria e fondamentale che gli uomini hanno in comune con tutti gli altri esseri viventi".
La potenza orgiastica di Reich permette, oltre alla distensione fisiologica, l'appagamento psichico bramato.
Premessa di ciò è l'integrazione fra sesso fisico ed accesso emozionale in un incontro sessuale, delicato senza tabù.
Questo delicato ed estremamente complesso meccanismo rende possibile l'equilibrio dinamico degli universi biologico e psicologico dell'uomo e quindi lo svolgersi di un vita serena in senso lato.

Seguendo questo filone di ricerche e moltissime altre (di cui non si dà menzione qui per motivi di spazio) si apre un universo di ricerca sull'eziologia profonda di questo male che, supera l'aspetto puramente medico-chimico, per affrontare la genesi di un processo che vede l'uomo come costruttore e distruttore di se stesso.
Come risulta da quello fin qui affermato, l'aspetto psicosomatico del cancro appare in primo piano.
Nel 1984 presso la U.S.L: n 19 di Chiaravalle C. fu iniziata (senza nessuna velleità di ricerca sensazionalistica) uno studio empirico condotto su un totale di 77 pazienti ammalati di cancro
allo scopo di evidenziare se le teorie nate dalle ricerche statistiche sopra riportate fossero confermate anche su piccoli campioni di persone ammalate.
La raccolta delle "storie di vita" dei pazienti misero in luce, attraverso le loro dirette testimonianze un percorso di vissuto che nel 100% dei casi evidenziava quella che, secondo una terminologia psicologica uniformemente accettata, si potevano definire come personalità Alexitimiche.
Soggetti che avevano improntato il loro stile di vita sul timore di essere in qualche modo di "disturbo" agli altri, in sintesi con il concetto "...Scusate se esisto!!" costituivano il campione in esame.
Questo continuo approccio alla vita sociale si esprimeva un po' a tutti i livelli ed in tutte le manifestazioni ovviamente anche nella sensualità specialmente nel settore femminile.
Tra le patologie più ricorrenti due in particolare : Carcinoma mammario e C. dell'utero.

Un fattore interveniente non trascurabile era sicuramente costituito dalla cultura del Sud che era, ed è tuttora condotta a stigmatizzare certi comportamenti sociali e quindi anche sessuali.
Solo analizzando i casi di sesso femminile vi erano sempre e comunque presenti due aspetti predominanti : o la colpevolizzazione per certe scelte di vita (come la separazione), oppure una profonda inibizione verso il sesso vissuto, e una quasi demonizzazione dello stesso.
Da un punto di vista maschile più che la colpevolizzazione, vi era in moltissimi casi, una palese inibizione del sesso o una sublimazione canalizzata verso altri interessi come il lavoro agricolo, o altro.
L'aspetto culturale ha una sua importanza a livello di scatenamento della patologia, esso varia in funzione del territorio , per cui se nel Sud sono prevalenti le inibizioni o le colpevolizzazioni di cui l'individuo si fa carico perchè etichettato in un certo modo, si può affermare che nel Nord la prevalenza è data dalla eccessiva responsabilizzazione di situazioni di vissuto che pongono a loro volta in essere, in personalità definite ,appunto, Alexitimiche stati ansiogeni costanti e depressivi che hanno sul lungo periodo un esito distruttivo.
Ovviamente, come precedentemente affermato, l'eziologia del cancro è un mosaico complesso per cui altri fattori intervenienti producono poi la malattia di un particolare organo anzichè di altro.
Sotto questo aspetto la strada intrapresa è sicuramente in salita e colma di difficoltà, una ricerca a tutto campo pone in essere un atteggiamento estremamente aperto e una grande umiltà di intenti . Se si vuole comprendere bisogna "studiare" ed in questo caso l'oggetto di studio è di una complessità estrema trattandosi dell'Universo Uomo e del suo modo di rappresentare la sua realtà.


Riferimenti bibliografici

1) Andersen B. "Sessual morbility anang cancer survivors" 1984

2) Grossarth-Maticek ed Al. Soc. Sei Med 1982 "belief abaut conses of cancer patients"

3) Polivy J. "Psycological effects of mastectomy on a woman's feminine self concept" Nerv. Ment. Dis. 1977

4) Schin W. S. " sexual functioning, self ester and cancer care " Front. Radiant ther oncology 1979

5) Sthefen Lermer (Cancer and Osiche Ediz, SIAD 1984)

6) Frederic Vester ibidem pag. 56 SIAD 1984

7) Bammer ibidem pag. 56/57

8) Lerner "Cancer and Psiche"

9) Baider L. "Select Social-Psychological characteristics of a sampe of Israeli cancer patients fact and implications " Israeli of medical sciences 1982

10) Grossarth- Maticek "Psicological factors as Strong predictors of morbility from cancer Ischaemic learth disease and stroke: the ygoslave prospettive study" jurnal of psychosomatic research Vol. 29

11) Leventhl H. Meyer D. Nerez D. "The comma sense representation of illeans danger" ed contribubutions to medical Psycology Vol. 2 Oxford: Pergaman Press 1980.



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