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Isteria e adolescenza

Hendrika C. Halberstadt-Freud (Amsterdam)

Lavoro letto a Roma il 4 marzo del 2000 al Convegno "Isteria e Adolescenza", tenutosi presso la II Divisione di Neuropsichiatria Infantile, Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche dell'Età Evolutiva, dell'Università Degli Studi di Roma "La Sapienza", in occasione della presentazione del volume "Perché l'isteria? Attualità di una malattia ontologica" (A cura di F. Scalzone e G. Zontini. Liguori, Napoli, 1999).


Traduzione dall'originale inglese a cura della Dott.ssa Gemma Zontini



La questione dalla quale inizierò è se e perché l'isteria in tutte le sue varie forme possa essere ancora considerata il punto focale dello sviluppo femminile, in questo secolo, così come è accaduto nel secolo scorso. La ragione per cui ciò può essere ancora vero va ricercata nella maggiore vulnerabilità narcisistica delle donne.
Vi sono due o addirittura tre differenti motivi che possono giustificare questo aspetto.
Per prima cosa, il corpo della donna è più che altro un campo di battaglia emotivo, poiché per lei è anche un'area di preoccupazione a causa delle sue variazioni e cambiamenti ormonali, costanti e ricorrenti. Ciò rende più vulnerabile il narcisismo corporeo della donna, rispetto a quello dell'uomo, il quale anche può sviluppare tratti di carattere isterico, come le donne.
In secondo luogo, la ragazza deve prima di tutto compiacere sua madre, il suo primo oggetto, il suo primo partner dello stesso sesso, il suo modello per tutta la vita. In seguito, ella vuole anche l'amore e l'attenzione di suo padre. Ella può raggiungere entrambi gli obbiettivi, ma corre anche il rischio di una duplice delusione. Il non essere riuscita a divenire l'oggetto d'amore preferito di uno o di entrambi i genitori rende la ragazza più vulnerabile, dal punto di vista narcisistico, del ragazzo. Infine le sue inclinazioni etero- e omosessuali esitano in una forte tendenza verso la bisessualità, nel doppio significato del voler essere maschio e di desiderare l'amore femminile.
Il fatto che la ragazza è, in genere, meno centrata sulla sessualità di quanto lo sia il ragazzo, e ha bisogno di più tempo per imparare a trarre piacere dal suo corpo può spingerla ad agire in un modo fintamente sessualizzato. Ciò può essere definito come un tratto storico del carattere, essendo in effetti un bisogno di amore e di attenzione, piuttosto che sessualità in senso proprio. La sua ricerca di un sostegno narcisistico può più facilmente prendere la forma del voler compiacere e soddisfare, rendendola più soggetta ad agire in modo teatrale ed inautentico. La sua attenzione continuamente centrata sulle sue alterazioni e funzioni corporee la rende più attenta alle sensazioni fisiche e più disposta a sviluppare paure ipocondriache e sensazioni corporee immaginarie.
Le donne spesso preferiscono il linguaggio del corpo alla verbalizzazione, nascondendo in tal modo i loro desideri e facendo esclamare a Freud: "Cosa vuole una donna?". Ella spesso non conosce sé stessa. Nel diciannovesimo secolo ella aveva a disposizione pochi altri mezzi per esprimere i suoi desideri nascosti, oltre lo svenimento e i sintomi fisici. Questi erano chiamati "conversioni" - ai nostri giorni "somatizzazioni" - e raggruppati sotto il nome di isteria. Tale diagnosi è contestata oggigiorno, perché può avere troppe manifestazioni ed è anche culturalmente determinata. "L'isteria è un disordine mimetico: esso mima espressioni culturalmente consentite di rifiuto o disagio." (Showalter, 1997, p. 15).
Oltre cento anni fa, Josef Breuer e Sigmund Freud pubblicarono gli Studi sull'isteria (Breuer & Freud, 1895), che inaugurarono una nuova era per la psichiatria. Ora, tuttavia, l'isteria come quadro clinico - il modello della psicoanalisi e il prototipo delle nevrosi - sembra essere del tutto scomparsa e bandita dai manuali diagnostici (American Psychiatric Association, 1994).

Ciononostante, l'isteria, come espressione fisica di uno sconvolgimento emozionale, è e resta il prototipo e la prima forma di nevrosi, così come il linguaggio del corpo è il primo linguaggio del bambino. Inoltre, in adolescenza l'equilibrio psichico della ragazza è notevolmente gravato dal sorgere di nuovi impulsi e desideri sessuali che competono tra di loro per ricevere la sua attenzione. I cambiamenti corporei legati allo sconvolgimento fisico della pubertà possono causare ansia e vergogna, invece che orgoglio. L'aspetto della ragazza e la sua silhouette cambiano quando cresce il seno, che prima non c'era, ed ella deve, allo stesso modo, correggere l'immagine di sé stessa. Ella deve anche accettare il menarca come un cambiamento definitivo, a seguito del quale sperimenterà sempre variazioni mensili nel suo corpo e nella sua mente. Non può più fingere di poter scegliere tra l'essere un ragazzo o una ragazza. Il suo corpo cambia in modo tale che ella diviene attraente per gli uomini, anche prima di capire cosa sta accadendo. I ragazzi della sua età le possono sembrare troppo giovani, mentre uomini adulti si sentono attratti da lei. La ragazza può sentirsi spaventata se non è preparata a confrontarsi con questo cambiamento, perché l'esperienza interna di sè è molto diversa dalla sua apparenza esterna. Inoltre, anche se si masturba, cosa che non sempre accade, le manca l'esperienza di essere penetrata1.
La ragazza, e più tardi la donna, ha uno scarso controllo sul suo corpo vissuto come intrattabile e come luogo dove tutto può accadere: invisibilmente, nascostamente e all'interno del suo corpo e' iniziato un processo continuo, durevole e incontrollabile, che consiste nell'entrare in sempre nuove fasi. Non è possibile ritornare a stadi precedenti, non è possibile guardare indietro, senza essere tramutati nella proverbiale statua di sale, come accadde alla moglie di Lot nella Bibbia. Il passaggio da ragazzina innocente a ragazza prepuberale e dall'umore mutevole anticipa la prima mestruazione, il "sessarca". Da qui in poi, ella si tramuta in una vergine sessualmente matura. Sensazioni mutevoli, che da quel momento in poi ricorrono ogni mese nel suo corpo, rendono la ragazza più sensibile ai segnali di benessere fisico e più disposta alla conversione e ad altre reazioni isteriche. Forse ella era prima un maschiaccio che non aveva ancora scelto se avere un'identità di genere maschile o femminile (ancora immaginando di essere in possesso di entrambe le opzioni). Ora ella deve essere femmina, nel bene e nel male. Il dispiegarsi di un sano narcisismo, che dia valore e fierezza allo sviluppo femminile della ragazza, è abitualmente minacciato da troppi fattori perchè la ragazza stessa non ne sia scottata (Oliner, 1982).
Le mestruazioni aumentano il suo smarrimento rispetto ai genitali femminili. Poiché sono sporche, puzzolenti e fuori dal suo controllo, la ragazza è risospinta verso le sue vecchie angosce, in cui l'ano e la vagina sono confusi. Le sue fantasie cloacali, teoria infantile in cui un orifizio serve a più scopi, dalla fecondazione alla procreazione, alle funzioni escretorie, sono rivissute e, per questo motivo, la ragazza odia il suo corpo. Le ragazze spesso devono combattere il loro stesso vedersi come non attraenti, sporche, disprezzabili. Esse devono respingere sentimenti di vergogna per sè stesse. Naturalmente la madre può aiutare sua figlia a vedere in modo diverso le mestruazioni e parlare liberamente del corpo e delle sue funzioni sessuali può essere fonte di insight ed emancipazione per la ragazza. Il contributo positivo della madre dipende dalla sua libertà di pensare e parlare liberamente delle funzioni e sensazioni corporee. Se la sua immagine del corpo è carica di tabù e fantasie arcaiche ella comunicherà avversione, anziché piacere del corpo.

Nuove preoccupazioni compaiono all'orizzonte. Attraverso questi cambiamenti fisici profondi, la ragazza si tramuta all'improvviso nella rivale della madre, molto prima che ella sia emotivamente in grado di avere una relazione con un uomo. Ella può avere solo l'apparenza di una donna. Nel profondo di sè stessa, ella è probabilmente ancora una ragazzina timida. Benché durante tutte queste fasi di sviluppo venga rivissuta la battaglia edipica con la madre e la rivalità per le attenzioni paterne, la ragazza sente ancora il bisogno di essere protetta da sua madre. Non sa ancora come reagire a tutte le richieste che le vengono fatte di comportarsi come una donna sessualmente matura. Il ruolo del padre è importante, non solo nel separare la madre e il bambino e nel precludere la collusione simbiotica, ma anche nel compiacere la femminilità della ragazza senza essere seduttivo nei suoi confronti.
Quando la ragazza fa la sua prima esperienza sessuale, il suo "sessarca", che può essere anche felice, ella di nuovo perde qualcosa, poiché ha cambiato il suo stato da vergine a donna. E questo è solo l'inizio, non la fine. Nella società occidentale, la ragazza non si sposa presto e non vuole avere gravidanze per un po' di tempo. Così", per un tempo piuttosto lungo, ella deve adottare provvedimenti per regolare attivamente la sua vita sessuale e per proteggersi contro gravidanze e infezioni quali la clamidia. La possibilità virtuale di procreazione crea desideri, paure e fantasie circa la fertilità e l'infertilità, e ambivalenza circa l'avere o il non avere bambini. Tuttavia l'orologio biologico va avanti e il tempo per prendere decisioni cruciali per la vita è limitato. Il giungere ad una relazione stabile con un uomo e "l'abbandonare" il legame con la madre, insieme con il sopraggiungere di una prima gravidanza, sono tutte situazioni che possono diventare fonti di apprensione e angoscia. Una volta incinta, anche se la gravidanza è programmata, la donna si sente spesso in trappola perchè, ancora una volta, comprende che ha perso la possibilità di scelta, che non può tornare indietro. Tende a sentire che non può più competere con le altre donne perchè è troppo grassa. Nella mia esperienza molte giovani future madri hanno un momento di innamoramento per un estraneo, come fuga dalla gabbia, che esse stesse hanno da poco costruita. In breve, ella è costretta a sperimentare un miscuglio di sentimenti e rimpianti per il fatto che non sarà mai più una donna libera senza responsabilità per la vita. Non esistono scelte che non comportino svantaggi. Sentimenti luttuosi successivi per non aver avuto dei bambini o una famiglia sono inevitabili, anche se un tempo una tale decisione è stata presa coscientemente.
Una volta che si è formata una famiglia, una tale decisione diviene inarrestabile come un treno che conduce la donna alla mezza età, all'allontanamento dei figli da casa, all'inevitabile fase della menopausa, culminante, infine, nello spettro della vecchiaia. La paura di perdita della fertilità e della capacità fisica di attrarre sono tipiche lamentele delle donne, tutte connesse al corpo e ai suoi capricci.

Durante l'adolescenza la ragazza desidera essere sè stessa. Ella ha nuove opportunità di autenticità durante questa seconda separazione-individuazione. Ma se in questo periodo incontra delle difficoltà il senso di colpa può divenire predominante. Esso non è più il vecchio senso di colpa edipico del voler sostituire sua madre, ma una versione più primitiva di esso basata sulla sensazione che l'autonomia è riprovevole, anche in assenza di fatti specifici che possano suggerire ciò. L'autonomia è spesso sentita dalle donne come sinonimo di aggressività verso la madre. La ragazza potrebbe avvertire una mancanza di spazio per dispiegare le sue possibilità e per sperimentare una sua indipendenza. Normalmente, la figlia resta strettamente legata alla madre durante l'adolescenza, allo stesso tempo protestando e cercando di allentare il legame che la unisce a lei. La mancanza del tabù dell'incesto simile a quello che esiste tra il ragazzo e sua madre è un fatto importante. Una continua vicinanza fisica ed emozionale, come il baciarsi, l'abbracciarsi e il parlare senza fine è sempre possibile. Il desiderio omosessuale nelle donne continua per tutta la vita. Secondo me, non avviene nessun reale cambiamento d'oggetto, come vorrebbe la teoria psicoanalitica classica (Halberstadt-Freud, 1998). Questo legame emozionale ininterrotto con la madre ha conseguenze sia positive che negative. Una buona relazione fatta di affetto reciproco e rispetto e senza troppa ambivalenza, porterà ad una personalità calorosa e aperta senza tratti paranoici. Una relazione parassitaria in cui la madre ha bisogno della figlia per autorassicurarsi, rende la figlia vulnerabile. Perciò, la possibilità che un tratto morboso sia trasmesso alla generazione successiva è, semplicemente, maggiore con le figlie che con i figli. Una donna deve passare attraverso gli stessi stadi e le stesse fasi che sua madre ha passato prima di lei. Di conseguenza, ella sarà aiutata o ostacolata attraverso il paragonarsi, l'imitare e l'imparare da sua madre. Ciò spiega perché ella resta coinvolta da sua madre attraverso tutta l'adolescenza e anche oltre, traendo benefici da questo, se tutto va bene (Kaplan, 1991). Un eccesso di rivalità o di conflittualità tra madre e figlia può compromettere un risultato positivo. Conflitti non risolti con la madre possono condurre la figlia ad una condizione oppositoria, attraverso la quale ella cerca di frapporre una distanza quanto più ampia possibile tra sé e la madre. Ella finge una falsa indipendenza per resistere all'attrazione regressiva di una simbiosi intensamente desiderata e rimpianta. D'altra parte, una distanza troppo ridotta può esitare nel legame simbiotico e nella perdita della possibilità di individuazione per la figlia.

Dana, un'adolescente di quattordici anni, cominciò una terapia a causa di sentimenti intensi di gelosia nei confronti della sua matrigna, che la facevano sentire malata e disperata. Dopo il divorzio dei suoi genitori, ella si sentì abbandonata da suo padre e cercò sollievo a questi suoi sentimenti nel tentare di compiacere sua madre, con la quale ella viveva e che era intensamente depressa. All'interno di questa famiglia spezzata, il compito di aiutare e consolare la madre ricadde su Dana. Le due donne svilupparono un'illusione simbiotica che condivisero. Si comportavano come se dovessero rimanere ognuna la preferita dell'altra, senza un terzo, escludendo gli altri dal loro "idillio". Questo legame ostacolò la possibilità di trattare apertamente la rabbia e l'aggressività ed esitò in una sensazione di essere soffocata. Dana reagì" costruendo una relazione segreta con un ragazzo, dalla quale non poté trarre alcun piacere a causa del legame di colpa e solidarietà con la madre. Essa servì solo a strapparla dalla madre e a divenire più indipendente da lei. Dana viveva in due mondi, in uno dei quali ella serviva come estensione e supporto alla propria madre. In un altro luogo della sua mente ella era arrabbiata e voleva essere sé stessa. L'evitare critiche aperte, il trovare rifugio in una falsa armonia, il mettere da parte i conflitti e il tacitare la rabbia sembra spesso il solo modo per avere a che fare con queste deboli e vulnerabili, ma sempre tiranniche madri. In seguito nella vita, tutto ciò può condurre una donna alla triste consapevolezza di non aver mai avuto una fase puberale di protesta e di essere ancora dipendente dall'approvazione di sua madre. Alcune donne sono impaurite dalla loro madre o temono il suo crollo emotivo e restano per sempre incapaci di dire "fermati", "basta" o "no". Esse possono ancora aver paura di essere respinte da lei e continuano a sperare di ottenere l'amore e l'approvazione di cui sentono la mancanza.
In adolescenza la ragazza può sviluppare il senso di sé stessa e l'orgoglio per il suo aspetto, fare la bambola, uscire e vedere che effetto ha sugli uomini. Questa è una fase sperimentale nella quale vengono provati i ruoli futuri nei quali la donna attira e respinge le attenzioni maschili, desiderate tanto quanto temute. La ragazza si sente come l'Apprendista Stregone di Goethe che non sapeva come dominare l'inondazione che aveva scatenato. La ragazza nella sua confusione vorrebbe ancora essere capace di rifugiarsi nella sua vecchia casa, sua madre, ma la paura di confusioni indesiderate, la riporta indietro. La sua difesa contro il ritorno a sua madre e il rischio di mettere in pericolo la sua libertà duramente conquistata può trasformarsi in un rifiuto isterico. Ma, come sempre, sentimenti quali odio, rifiuto e aggressività primitiva non favoriscono un sano spirito combattivo necessario per la separazione. Fantasie distruttive tornano indietro come boomerang che mettono in pericolo il Sé; fra queste c'è anche la fantasia che l'attacco al suo simile, la madre, può mettere in pericolo la sua stessa vita. Se tu colpisci tua madre la tua mano sopravvivrà alla tua morte, la mano cattiva che non deve cedere alla tentazione di masturbarsi. Così" sessualità e aggressività sono saldate insieme ancora una volta.

La sessualità della ragazza può essere repressa insieme con il suo appetito, cosa che può provocare l'anoressia, una reazione molto vicina all'isteria, perché implica l'immagine del corpo colpevole, la bisessualità, il bisogno di attenzione, la teatralità e la vulnerabilità narcisistica. Una malattia come l'anoressia potrebbe essere connessa con questi disperati tentativi di controllare i cambiamenti incontrollabili del proprio corpo e di restare una ragazza mascolina senza sesso.
Un comportamento mascolino, contrassegnato da imperatività, durezza, e bisogno di organizzare gli altri e di prendere l'iniziativa, può nascondere un bisogno profondamente sentito di dipendenza. Il desiderio di un uomo e di avere da lui un bambino, nei termini infantili edipici il desiderio del pene, il desiderio del padre e di dare a lui un bambino possono causare sentimenti di paura e divenire qualcosa da evitare a tutti i costi se la ragazza ha un'immagine violenta, piuttosto che affettuosa, del rapporto sessuale.
La ragazza può aver sperimentato il proprio padre come intrusivo o aggressivo. Alcuni padri possono suscitare tali sentimenti, ma può anche accadere che la paura di una madre intrusiva sia in seguito proiettata sul padre, così" come l'ostilità verso la madre può facilmente essere spostata sul padre. ciò conduce ad una maggiore rimozione dei sentimenti concernenti sia la madre che il padre e crea un doppio fardello di colpa nella ragazza e, con essa, l'inibizione dell'aggressività verso entrambi i genitori. Così" come la ragazza può fantasticare di dover proteggere la madre dalla propria aggressività, allo stesso modo può desiderare di proteggere da essa anche il proprio padre. Ella può danneggiarlo o anche castrarlo, in modo da proteggerlo dalla sua (di lei) aggressività. Il timore arcaico di impadronirsi del pene del padre, di rubarlo, di mangiarlo, di distruggerlo è un grande tabù inconscio che può portare ad inibizioni sessuali, marchio dell'isteria. Il mantenimento in stato di rimozione dell'ostilità da luogo ad una proiezione di queste tendenze sull'uomo, che viene visto come pericoloso. Questo può accadere con il padre o con gli uomini in generale.
Il rischio che la ragazza corre non appena diviene sessualmente matura è tradizionalmente valutato, dal genitore e dal bambino, più grande di quello che corrono i ragazzi. Ella può restare incinta. Deve essere informata di come evitare un tale rischio e bisogna darle o non darle la pillola? Deve essere informata circa l'HIV e bisogna darle i condoms quando va in vacanza? I genitori lottano con queste domande e si preoccupano quando le figlie tornano tardi a casa. Inoltre lo sbocciare della figlia spesso suscita desideri incestuosi nel padre, cosa che entrambe le parti temono. Egli diventa geloso dei suoi corteggiatori e li critica oltre misura. La madre può sentirsi minacciata nel suo predominio femminile da questa nuova rivale. Ella può anche diventare gelosa della propria figlia, benché la maggior parte delle figlie esiterebbe ad ammettere questo apparentemente improbabile stato delle cose. Alcune madri cercano di restare giovani e combattono l'avanzare dell'età fino all'estremo limite. Esse vogliono essere le amiche delle loro figlie, vogliono andare a far compere con loro, mettersi a dieta insieme a loro e cercare di rivivere la propria adolescenza attraverso quella della figlia. Altre madri cercano di flirtare con i corteggiatori della figlia o addirittura di sottrarglieli.

In genere le prime esperienze sessuali della ragazza sono più paurose che piacevoli. Deve passare molto tempo prima che ella impari a capire cosa le piace e che sappia esprimere i suoi desideri segreti. Anche l'orgasmo può sfuggirle a lungo prima che ella infine scopra le possibilità del suo corpo e come condividerle con il partner. Le madri del ventunesimo secolo, si spera, troveranno meno difficile fare tali discorsi cosicché la figlia non dovrà ricavare le informazioni necessarie concernenti la sessualità solo dalle sue amiche.
Gli stadi e le fasi coinvolgenti il corpo, fatalmente carichi di emozioni, possono spaventare la ragazza e spingerla alla frigidità. Ella può tendere a considerare il suo corpo come un campo di battaglia in cui tutte le spinte emozionali devono essere combattute. Più del ragazzo, ella tende a somatizzare il peso e il dolore psichico, cioè a convertire i conflitti, in sintomi fisici per i quali non può, però, essere trovata alcuna causa fisica. Cefalee, dolori addominali, senso di stanchezza e pensieri suicidi la affliggono. Soffre di ogni tipo di dolore fisico inspiegabile, il quale esprime le sue nascoste preoccupazioni erotiche. Ella può isolarsi quasi completamente, incapace di condividere le sue vaghe ed inesprimibili angosce.
Spesso accade che la ragazza, esitando a condividere le sue avventure erotiche con la madre, ha segretamente rapporti sessuali con un ragazzo senza usare un appropriato metodo contraccettivo. L'altro estremo è quello della ragazza che discute con sua madre di tutte le sue cose più intime, come se la madre fosse la sua migliore amica. Il terreno intermedio tra madre e figlia, tra la distanza e la simbiosi, è difficile da trovare. E una gravidanza indesiderata è sempre in agguato nello sfondo. Sia la madre, sia la figlia sono consciamente o inconsciamente preoccupate di questa eventualità. Nei casi migliori tutto ciò può essere discusso apertamente. La ragazza, di solito, pone molte domande a sua madre, se esse possono essere discusse in modo tranquillo.
L'erotismo è più complesso per le donne che per gli uomini. Durante l'adolescenza la ragazza è più consapevole del ragazzo che la sessualità ha due aspetti, la procreazione e l'erotismo. Inoltre per la ragazza sessualmente matura il clitoride serve alla sola funzione del piacere. Ma la vagina è un organo cavo in cui si può mettere qualcosa o in cui qualcosa può scomparire, come lo sperma o il pene. O può servire come via di uscita per evacuare bambini, aborti, liquidi lubrificanti o mestruazioni. Queste funzioni multiple possono creare confusione nella mente della ragazza o anche della donna. La donna deve essere capace di fare delle differenze dal punto di vista emozionale tra tutte queste funzioni, e allo stesso tempo tenere in mente che esse sono interconnesse.

Le ragazze e le donne sono troppo spesso scontente del loro aspetto. Se sono bionde vogliono essere brune. Se hanno capelli ricci, li vogliono lisci. Quando sono basse vogliono essere alte. Vogliono sempre essere magre. Manca sempre qualcosa perché esse siano contente di sé stesse. Quando trovano sé stesse assolutamente brutte, ciò può non avere nulla a che fare con il loro aspetto. Ciò è, spesso, una traslazione in concreti termini fisici del loro modo di vedersi. Cioè, esse si sentono "cattive" o "riprovevoli", vale a dire gelose, ostili, esseri che hanno pensieri negativi e desideri da streghe. E' anche possibile che in casa l'intero ideale della bellezza sia stato incarnato dalla madre che è la sola a godere del privilegio di essere la prima donna, ammirata in quanto tale dal padre. Ella è la dama, il culmine della femminilità, la sola a possedere il segreto del fascino. Perciò, la ragazza, involontariamente, recupera per sé lo spazio che le è stato lasciato, il brutto anatroccolo, la Cenerentola della famiglia. Ella perde ogni sentimento positivo verso sé stessa e pensa: "Mia madre è bella e attraente, cosa che io non sono". Se non è capace di rassicurarsi da sola, diviene dipendente dalla lode e dall'apprezzamento degli altri, che devono costantemente rassicurarla. Questo stato delle cose rende le donne narcisisticamente vulnerabili, cosa ben nota a tutti i Casanova. Perciò, una madre può stimolare (o ostacolare) la fiducia della figlia in sé stessa. Alcune madri lodano i loro figli, altre li criticano costantemente allo scopo di migliorare la loro condizione.
L'erotismo e l'eccitamento femminile è vissuto come più diffuso e meno facilmente localizzabile di quello degli uomini. Ciò può influenzare il modo di pensare della donna e il suo modo di percepire il mondo attorno a lei. Le caratteristiche cognitive dell'isteria, che, e ciò è vero, si possono reperire in entrambi i sessi, sono l'imprecisione osservativa e narrativa (Shapiro, 1965). L'esperienza sessuale femminile è normalmente centrata non tanto sull'organo sessuale, quanto piuttosto sulla fusione e sulla perdita del controllo. Un altro fattore che abbiamo notato è la speciale relazione della donna con il suo corpo che continuamente cambia stato. Io penso che le caratteristiche specifiche dell'essere donna debbano essere considerate come un fattore che può giustificare la maggiore frequenza dell'isteria nelle donne. Questo aspetto delle femminilità non ha mai ricevuto l'attenzione che merita. Oltre al rapporto intersoggettivo tra madre e figlia, che le lega nel bene come nel male, la figlia passa attraverso drammatiche metamorfosi di sé stessa.


L'isteria nella pratica

L'idea che l'isteria sia scomparsa è sbagliata. In realtà, nulla può essere più lontano dal vero. Sia l'isteria d'angoscia, sia l'isteria di conversione sono ancora presenti e non solo in soggetti relativamente poco colti. E' vero che le persone più sofisticate, che hanno acquisito un'infarinatura del sapere psicoanalitico a causa della sua ampia divulgazione, possono utilizzare forme sintomatiche più sottili e meno trasparenti. L'isteria varia a seconda del tempo e del luogo e segue la scia del processo di civilizzazione (Showalter, 1997). L'isteria va incontro alle aspettative del contesto sociale o del terapeuta. Tali aspettative includono anche il malcontento esistenziale, spesso difficile da classificare nosologicamente (Laplanche, 1974). Oggigiorno, l'essere permanentemente stanchi ed esausti, o il soffrire a causa di misteriose conseguenze legate alla guerra del Golfo, o il soffrire a causa del contatto con esseri extraterrestri sono tutti elementi che vanno considerati come momenti possibili di espressione di ansia e malcontento.
In pratica, l'isteria è spesso ingannevole, poiché tende a rendere l'altro impotente attraverso la seduzione e il blocco di ogni discorso significativo. Il disconoscimento della depressione e del lutto per la perdita di amore è convertito in eccitazione (Ody, 1986). E' più utile collegare la depressione alla perdita narcisistica che agli elementi erotici del transfert e del controtransfert. Il terapeuta deve essere in grado di opporsi alla seduzione per proporre come problema da discutere il livello di scelta sessuale o genitale raggiunto, poiché l'angoscia opera ad un livello esperienziale molto più primitivo della personalità. Il bisogno di essere amati ed ammirati può essere perseguito attraverso modalità erotizzate, per esempio il sedurre un uomo senza che la ragazza abbia alcun desiderio sessuale. Ella cerca l'autostima attraverso l'amore di un partner.


NOTE

1 Nel Sigfrido di Wagner, così esclama Brünilde : "Ahimè! Ahimè! Ahimè l'infamia, l'infame miseria! Mi ha meravigliato colui che mi ha svegliato! Mi portò la gronda e l'elmo: non sono più Brünilde!" "Dalle nebbie e dagli orrori sorge un groviglio di angoscia!" ["Wehe! Wehe! Wehe der Schmach, der Schmächlichen Not! Verwundet hat mich, der mich erweckt!Er erbrach mir Brünne und helm: Brünhilde bin ich nicht mehr!". "Aus Nebel und Grau'n windet sich würend ein Angstgewirr: Schrecken schreitet und baümt sich empor!" (Wagner, 1995, pp. 90-91)]



BIBLIOGRAFIA

1. Breuer J. & Freud, S. (1895) Studien Ueber Hysterie, Deuticke Leipzig/Wien.
2. Oliner, M. (1982) The anal phase,in: Mendell, ed., Early female development. Current psychoanalytic views, pp.25-60, MTP Press, Lancaster.
3. Showalter, E. (1997) HystoriesHysterical epidemics and modern culture, Columbia Univ.Press, N.Y.,Picador, London.
4. Wagner, R. (1995) Siegfried, Reclam, Stuttgart.


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