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Diagnostica Computerizzata |
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Per quanto riguarda la computerizzazione del test Rorschach sono state sollevate non poche perplessità circa la possibilità di un uso non corretto dello strumento automatizzato che si basa in sostanza sulla traduzione di codici predeterminati delle risposte verbalizzate dal paziente dinanzi alle tavole. V’è da dire però che il Rorschach, a differenza per es. di un MMPI, richiede necessariamente l’immissione di tutte le siglature da parte dello specialista che, non solo ha somministrato il test, ma che deve conoscere il significato di ciascuna sigla da assegnare e dei rilievi qualitativi da riportare (la fenomenologia). Sul fatto che il report del programma automatico non dovrebbe contenere diagnosi esplicite siamo comunque tutti concordi: il programma automatico va considerato nella sua logica di “supporto” ad un processo decisionale (Pancheri). Infatti, il processo della deduzione sintetica e della valutazione diagnostica non può che appartenere allo psicodiagnosta: è lui l’organizzatore della fase della “integrazione” dei dati. Integrazione che richiede il possesso della competenza non solo del test Rorschach ma anche delle teorie della personalità e della psicopatologia generale.
Come è noto la procedura del test Rorschach si può rappresentare
come una “cascata di eventi” (somministrazione, inchiesta, siglatura, interpretazione,
raccolta del materiale, comunicazione dei risultati) che si susseguono
secondo modalità ormai universalmente accettate e condivise, indipendentemente
dal riferimento formativo adottato.
Esistono almeno una dozzina di autorevoli scuole sul Rorschach e ciascuna
di esse esprime il proprio punto di vista in merito alla siglatura di una
risposta data ad una tavola!
Tali scuole possono essere raggruppate in due grandi correnti
di pensiero: la scuola europea (o classica) a cui fanno riferimento
autori quali Bohm, Passi-Tognazzo, Zulliger, Rizzo, Barison, Foglio-Bonda,
Loosli-Usteri, Binder, Chabert, e la scuola americana rappresentata
da autori quali Samuel Beck, Klopfer, Piotrowsky, Rapaport, Shafer ed Exner
che propose l’interessante Comprehensive System (finalizzato ad unificare
le siglature delle scuole americane). In Italia l’Accademia Lombarda Rorschach
e il Gruppo Laicardi di Roma, fanno riferimento a questo importante autore.
Oltre a rispondere all’esigenza di conferire maggiore fedeltà
all’interpretazione del test, il Pralp3 si pone, in questo panorama, come
una proposta di unificazione dei vari modelli di siglatura del test Rorschach
anche se il nostro orientamento formativo, relativamente alla siglatura,
risente dell’influenza degli autori della scuola europea e, prevalentemente,
Bohm e Passi-Tognazzo.
IL PROGRAMMA PRALP3
Il programma PRALP3 è stato messo a punto nel 1995 ed è
finalizzato ad automatizzare le modalità interpretative del test
di Rorschach. Il progetto nato da un’idea di Paolo Pancheri, è
stato realizzato in linguaggio R:BASE 4.0 in collaborazione
con la Casa Divina Provvidenza di Bisceglie. Il PRALP3 è
disponibile per Personal Computer ed è fornito
gratuitamente alle sole istituzioni sanitarie pubbliche e il suo uso
è di esclusivo interesse clinico e scientifico (contattare il Dr.
Dario De Fidio - Via G.Bovio 76 - 70056 Bisceglie -Ba- tel.080-3994461
fax 080-3955767).
E-mail: sistemi.info.cdp@interbusiness.it
Il programma è stato pensato e costruito nel pieno rispetto
del momento della somministrazione delle 10 tavole da parte dello psicodiagnosta.
Momento considerato privilegiato nella misura in cui viene fatta salva
l’interazione, fase essenziale per una valutazione di tipo clinico.
In sostanza non è prevista la possibilità, da
parte del paziente, di visualizzare le tavole sul monitor e di registrare
le risposte in alcun modo.
Il programma prevede dunque, dopo la rituale somministrazione delle tavole e la trascrizione delle risposte date dal soggetto, l’immissione dei dati anagrafici, del tempo totale dello svolgimento della prova espresso in minuti, della presenza di eventuali shock, della trascrizione del protocollo e della siglatura corrispondente (comprensiva dei fenomeni particolari). E' possibile anche inserire solo la siglatura "saltando" l'immissione del protocollo (ciò servirà per velocizzare l'immissione ma, naturalmente, non consentirà di ottenere la stampa del protocollo da allegare al test). Al termine dell’immissione, una veloce routine di calcolo consentirà di ottenere la stampa, sia a video che su carta, della scheda di sintesi (lo spoglio), del rapporto narrativo e del protocollo di risposta. L'immissione dei dati è guidata: la siglatura classica del test, per poter essere utilizzata dal programma PRALP3, deve essere trasformata in una siglatura convenzionale a codici di 2 cifre; però non è necessario che l’utente conosca questa siglatura “convenzionale” perché la trasformazione viene effettuata automaticamente dal programma tramite un pratico menu a "tendina": è la procedura stessa che codifica la siglatura convenzionale in tempo reale! Per es.: sigliamo, tramite il menu a tendina: “G FClob Anat”; ci pensa PRALP3 a tradurre la siglatura “classica” in quella convenzionale (il programma legge solo sigle formate da due caratteri), in questo caso: “GL FO AN”.
Il narrato interpretativo è generato da 254 regole decisionali (e altrettanti statements descrittivi) che compongono 17 dimensioni cliniche relative alle tre grandi aree d'indagine del test:
A) Organizzazione formale e strutturale del pensiero:
1) produttività ideativa
(n° delle risposte)
2) variabilità delle
associazioni (1° contenuto più frequente)
3) conformizzazione stereotipi
ideativi sociali (Ban/Orig)
4) modalità di pensiero
sintetico e analitico (G,D,Dbl,Dd)
5) indice di labilità
dei nessi associativi (F+%)
6) capacità di controllo
razionale sulle emozioni (F%)
B) Organizzazione e struttura della vita affettiva:
7) modalità di controllo
ed espressione di pulsioni ed emozioni (TRI/FS)
8) forza dell'Io nel controllo
della sfera pulsionale (TRI/C,CF,FC)
9) rapporto fra Super-Io
e sfera pulsionale: emergenze ansiose
(FS/Clob,FClob,ClobF)
10) direzione delle tendenze aggressive
(Dbl/TRI)
C) Analisi dei contenuti e fenomenologia:
11) tono dell'umore e interesse nei rapporti
interpersonali
(A+Ad,H,Hd,I.R.)
12) tensione ed ansia nel rapporto interpersonale
(“Hf”,Mostro,Maschera)
13) preoccupazioni somatiche (Anat,Rx)
14) meccanismi di censura sulle pulsioni
sessuali (Sex)
15) contenuti
16) shock e rifiuti
17) fenomeni particolari
La tabella riporta le 17 dimensioni cliniche del test, le
variabili interpretative e il numero degli statements (e regole decisionali)
da esse derivate:
Dimensione Clinica Variabile interpretativa n° statem. Identificativo
1) Produttività ideativa n° delle risposte date al test 6 (001-006)
2) Variabilità delle associazioni 1° contenuto più frequente 6 (007-012)
3) Conformizzazione stereotipi ideativi Banali/Originali 20 (013-032)
4) Pensiero sintetico e analitico Tipo di percezione 11 (033-043)
5) Labilità dei processi associativi F+% 5 (044-048)
6) Controllo razionale sulle emozioni F% 5 (049-053)
7) Controllo ed espress.di pulsioni ed emoz. TRI/FS 64 (054-117)
8) Forza dell’Io sulla sfera pulsionale TRI/colori 5 (118-122)
9) Super-Io/e sfera pulsionale: emerg. ansiose FS/chiaroscurali 5 (123-127)
10) Direzione delle tendenze aggressive TRI/Dbl 5 (128-132)
11) Tono dell’umore e interesse interpers. risp. “A” e “H” 15 (133-147)
12) Tensione e ansia nel rapporto interpers. risp. Mostro,“Hf”, Maschera 7 (148-154)
13) Preoccupazioni somatiche risp. Anat. e Rx 6 (155-160)
14) Meccanismi di censura sulle pulsioni sessuali risp. Sex 4 (161-164)
15) Contenuti contenuti vari 30 (165-194)
16) Shock e rifiuti Shock 1°, 2° e 3° grado 34 (195-228)
17) Fenomeni particolari
Fenomeni particolari
26
(229-254)
( le variabili interpretative del test)
La principale caratteristica di questo programma consiste nella possibilità
di personalizzare il narrato interpretativo: il Pralp3 può essere
personalizzato sia nelle regole decisionali che negli statements, nel caso
l’utente voglia seguire indirizzi interpretativi diversi. Il programma
rappresenta quindi un’occasione di confronto secondo modalità convenzionali
delle strategie interpretative seguite dalle varie scuole. L’obiettivo
di questo lavoro è stato proprio quello di promuovere un accesso
agevole al PRALP3 ai rorschachisti delle diverse estrazioni formative,
mettendoli in grado di utilizzare le loro potenzialità creative.
Supponiamo che l’utente non sia soddisfatto della frase “la presenza di
segni di shock alla IV tavola indica difficoltà di rapporto con
l’istanza superegoica” (statement n° 201) e voglia, per esempio, adoperare
la terminologia “istanza genitoriale” riveniente dal proprio modello formativo;
in questo caso è sufficiente posizionarsi sullo statement 201 e
apportare la correzione in un campo di editing la cui composizione è
libera. Sarà anche interessante verificare che tale statement è
correlato con la regola decisionale corrispondente: CHOC4=1, cioè
è dato dalla presenza di uno shock di 1° grado alla IV tavola.
LA SIGLATURA del Pralp3
Abbiamo definito volutamente “la siglatura del Pralp3” e non “la siglatura del Rorschach” perché questo modo di siglare che presentiamo, è un adattamento alla versione automatica, una siglatura “semplificata” proprio per rendere codificabile, e quindi accessibile ad una computerizzazione, la quantità di dati eterogenei che emergono dalle risposte date al test di Rorschach. Proprio perché si tratta di una versione computerizzata, abbiamo dovuto operare delle scelte, isolando il minor numero possibile di variabili: per es. abbiamo considerato le DG (le cosiddette “Globali Confabulate”) alla stregua di risposte Globali vere e proprie, non abbiamo fatto alcuna distinzione tra il Chiaroscuro “diffuso” e il Chiaroscuro “dettagliato”, abbiamo suddiviso le risposte a contenuto umano in “pure”, “mostruose”, “virtuali” e “confabulate” per poter evidenziare i valori complessuali, quando presenti. Questi sono solo alcuni esempi delle scelte che abbiamo operato per tentare di definire un linguaggio comune relativamente ai vari modi di siglare un test di Rorschach. Per fare un Rorschach, è dunque necessario, proprio per mettere ordine ad un materiale spesso caotico e indifferenziato, seguire una certa procedura.
Si incomincia dalla presentazione delle tavole e dalla raccolta della verbalizzazione delle risposte; si procede poi, tramite l’inchiesta, all’accertamento dei fattori che hanno determinato le risposte date.
L’inchiesta serve per accertare:
· localizzazione,
· determinanti,
· contenuti,
· frequenza,
· fenomenologia da shock
· fenomenologia particolare
Prenderemo ora in considerazione solo le ultime due dimensioni, quelle
relative alla fenomenologia: la nostra proposta si sostanzia in una possibilità
di codifica semplice e chiara degli elementi complessuali e/o conflittuali
quando presenti. Per esempio, la risposta “iena” rappresenta sicuramente
un contenuto “animale” ma, tale contenuto va inquadrato anche nel significato
complessuale che la risposta “iena” evoca.
FENOMENOLOGIA DA SHOCK: il soggetto, nel provare a dare la risposta al test, a causa di una perturbazione percettiva, provocata dal contenuto o dal colore di una figura, può attivare comportamenti che evidenziano difficoltà di adattamento alla situazione, fino al rifiuto di dare una risposta. I fenomeni di shock sono stati divisi in tre livelli, secondo la loro intensità:
III grado (rifiuto della tavola);
II grado (aumento del tempo di latenza e/o verbalizzazione anormale,
shock
colore, shock chiaroscurale, shock allo scuro, shock cinestesico, stupore
al simbolismo sessuale);
I grado (altri comportamenti anormali osservati durante la somministrazione
del test)
Lo shock alla I tavola non è stato considerato; i problemi che possono sorgere davanti a questa tavola sono individuabili nel fenomeno definito “Inibizione conseguente alla difficoltà di adattamento” (Incapacità = IC). Gli shock della II,III,IV,V,VI e VII tavola sono stati interpretati secondo i classici significati evocati da ognuna:
·
II = aggressività
·
III = ruolo socio-sessuale
·
IV = rapporto con l'istanza Superegoica
·
V = rapporto con la realtà
·
VI = problemi psicosessuali
·
VII = rapporto con la figura materna
· VIII-IX-X = controllo delle pulsioni (affettività).
FENOMENOLOGIA PARTICOLARE: accanto agli indicatori diagnostici puramente formali esiste una grande quantità di materiale proiettivo che non deve sfuggire all’osservazione perchè di grande valore diagnostico. Assieme alla verbalizzazione delle risposte, esistono altri elementi che, dal punto di vista fenomenologico, “costruiscono” la risposta stessa. Infatti, molti “fenomeni particolari” derivano dalla proiezione di vere e proprie categorie sintomatologiche: le perseverazioni, le devitalizzazioni, le contaminazioni, le confabulazioni, i riferimenti alla propria persona, ecc., rappresentano manifestazioni del soggetto che, nell’hic et nunc cerca di difendersi da una situazione che evoca un conflitto, una problematica. Può infatti incontrare difficoltà nel fornire le risposte e, in modo particolare dinanzi alle tavole dinamicamente più importanti, può esprimere, attraverso il contenuto della risposta e anche attraverso il suo atteggiamento, per esempio, sentimenti depressivi (la risposta “un animale schiacciato” alla IV tavola o “una foglia rinsecchita che sta morendo” alla I tavola, vanno connotate con il fenomeno Deterioramento).
Le diverse centinaia di fenomeni particolari del Rorschach sono stati da noi suddivise in 4 categorie: tratti ansiosi, tratti depressivi, tratti autistici e dissociativi, note di psicorganicità.
- tratti ansiosi (IN=insicurezza, IC=incapacità, IQ=irregolarità
qualitativa);
- tratti depressivi (DZ=deterioramento, DV=devitalizzazione);
- tratti autistici e/o dissociativi (CB=confabulazioni, CT=contaminazioni,
SI=simbolico-astratte, AU=autoriferimento, *RP=risposta posizione,
PA=risposta proiettiva);
- note di psicorganicità (PR=perseverazione, MD=descrizione
macchia, *SV=stereotipie verbali, *CN=denominazione di colore).
Ai fenomeni “Risposta Posizione, Stereotipie Verbali e Denominazione di Colore” è stato attribuito un “doppio peso” in quanto la loro presenza è stata considerata significativa per più di una categoria diagnostica. Ad esempio il fenomeno “Denominazione di colore” è stato considerato indicativo non soltanto della dimensione “psicorganicità” ma anche di quella relativa ai “tratti autistici e dissociativi”.
Lo statement conclusivo del narrato interpretativo, infine, viene elaborato anche grazie al concetto di “compresenza” introdotto nelle regole decisionali: è stato cioè stabilito un “legame logico” fra gli indici della fenomenologia particolare quando si presenta nel protocollo una condizione di “compresenza”. In questo modo il report, piuttosto che presentare 2, 3 o 4 statement che descrivono la presenza di tratti autistici, di elementi depressivi o ansiosi e di note psicorganiche, emette un solo statement “assemblato” che manifesta la compresenza di tali fenomeni.
Es. la regola decisionale n. 240, definita
nDEPRE > 2 and nAUTIS > 2 and (nDEPRE >= nAUTIS) and nPSICOR < 4
dà vita al seguente statement descrittivo (che rappresenta la conclusione del narrato interpretativo):
“La compresenza di numerose risposte a contenuto depressivo e fenomenologia di marca autistico-dissociativa indica un notevole appiattimento affettivo, scarsa reattività emotiva e tendenza all’elaborazione conbabulatoria dei dati di realtà”
oppure, la regola decisionale n. 253:
nAUTIS > 5 and nDEPRE > 2 and nPSICOR > = 4
definisce il seguente statement: “E’ presente un disturbo psicopatologico
che riduce sia le capacità di direzionare le attività ideative
che le capacità di controllare la vita pulsionale: la compresenza
di vari indici particolari (psicotici,affettivi e psicorganici), suggerisce
un disturbo psicotico a tendenza cronicizzante nel quale sono presenti
movimenti sull’asse timico in senso depressivo. Ciò determina un
quadro prognostico e terapeutico di particolare rilievo clinico”.
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