PSYCHOMEDIA
Telematic Review

Area: Problemi di Psicoterapia

 

Trenta metodi per distruggere la creatività
degli allievi degli istituti di psicoanalisi

Past-President, International Psychoanalytic Association (IPA)
New York Presbyterian Hospital-Cornell Medical Center, Westchester Division, USA


Introduzione di Paolo Migone

Kernberg ha scritto questo articolo quando era in procinto di assumere la carica di presidente dell'International Psychoanalytic Association (IPA), per cui si può dire che abbia anche un significato politico, nel senso che indica che non è più possibile continuare a ignorare, anche da parte dell'establishment psicoanalitico, la delicata questione del training. Già dieci anni prima, nel 1986, Kernberg aveva scritto un altro importante lavoro, "Problemi istituzionali del training psicoanalitico" (tradotto in italiano su Psicoterapia e Scienze Umane, 1987, XXI, 4: 3-32), in cui coraggiosamente (relativamente alla psicoanalisi ufficiale, in quanto all'esterno queste tematiche erano già state affrontate da molto tempo) parlava della "atmosfera paranoide" (p. 7) che vige in certi istituti, delle difficili relazioni tra l'aspetto scientifico e quello terapeutico della formazione, della consuetudine tristemente diffusa delle "due analisi" (la prima - potenzialmente inquinata - "per l'istituto", e la seconda - una volta che si è ottenuto il diploma di psicoanalisi - finalmente "per se stessi"), della regola perversa per cui in certi istituti gli analisti didatti possono tradire il segreto professionale facendo rapporto sui progressi del candidato, e così via. Nel 2001, poco prima di finire il suo mandato come presidente dell'IPA, ha letto di fronte al consiglio esecutivo dell'IPA un altro interessante lavoro, intitolato "Alcuni pensieri sulle innovazioni nella formazione psicoanalitica", che appare in italiano su Psicoterapia e scienze umane.

Entrambi i suoi lavori del 1986 e del 1996 sono stati poi pubblicati come capitoli 12 e 14 del suo libro, Ideology, Conflict, and Leadership in Groups and Organizations (New Haven, CT: Yale University Press, 1998; trad. it.: Le relazioni nei gruppi. Ideologia, conflitto, leadership. Milano: Cortina, 1999). Questo libro raccoglie i suoi scritti su un argomento che gli è stato sempre a cuore (grazie anche alla sua originaria formazione kleiniana), quello della psicodinamica dei grandi gruppi e delle organizzazioni.

Un tema così importante e attuale come quello della formazione psicoanalitica (che è strettamente collegato alla questione dello statuto teorico della psicoanalisi) non può certo essere affrontato qui, anche se brevemente, per cui preferisco passare subito al lavoro di Kernberg. Mi limito solo a citare, tra i tanti lavori che hanno affrontato questo tema, alcuni scritti di Cremerius (1986, 1987, 1989, 1996, ecc.) tradotti in italiano (anche Cremerius è un importante esponente della istituzione psicoanalitica, essendo stato presidente della Società Psicoanalitica Tedesca), e i più recenti lavori di Kirsner (2000, 2001) che analizzano, da un punto di vista sociologico, le dinamiche interne di quelle che lui chiama, con un gioco di parole, le "associazioni non libere" [unfree associations], cioè le associazioni psicoanalitiche.

Questo scritto di Kernberg è uscito per la prima volta nell'International Journal of Psychoanalysis, 1996, 77, 5: 1031-1040 ("Thirty methods to destroy the creativity of psychoanalytic candidates"), ed è stato il primo articolo scelto per la discussione nella lista dell'International Journal of Psychoanalysis: per questo era stato prepubblicato con alcune settimane in anticipo su Internet, nel sito dell'Int. J. Psychoanal., da cui è possibile scaricare anche la discussione avvenuta in rete (con gli interventi, nell'ordine, di M.W. Miller, J. Canestri, J. Johns, C. Hombas, M.B. Buchholz, A. Hayman, D. Eyre, L.E. Pellanda, C.C.H. Cullander, D. Eyre, A. Burland, M. Ponsi & M. Rossi Monti, W.J. Massicotte, e E. Gillett) e il riassunto che ne ha fatto Paul Williams (anch'esso poi pubblicato sull'International Journal of Psycho-Analysis, 1997, 78, 3: 633-637). Come si è detto, questo articolo è stato pubblicato anche come cap. 14 (pp. 238-249) del libro Ideology, Conflict, and Leadership in Groups and Organizations, prima citato (nella traduzione italiana del libro [Le relazioni nei gruppi. Milano: Cortina, 1999], compare alle pp. 259-270). La traduzione italiana, a cura di Paola Bennati, è uscita sulla rivista Gli argonauti, 1998, 76: 1-14. Ringraziamo Otto F. Kernberg, l'Institute of Psychoanalysis di Londra, e il Centro per l'Informazione Sanitaria s.r.l. di Milano, per i permessi di pubblicazione sia in italiano che in inglese.

Come è nelle linee editoriali dell'area "Problemi di psicoterapia", ai documenti pubblicati fanno seguito, per quanto possibile, interventi critici o di discussione. Per questo articolo di Otto Kernberg viene pubblicato un commento scritto da due colleghi della Società Psicoanalitica Italiana (SPI), Maria Ponsi e Mario Rossi Monti:

Vai all'intervento di discussione: A proposito dell'articolo di Otto Kernberg "Trenta metodi per distruggere la creatività degli allievi degli istituti di psicoanalisi", di Maria Ponsi e Mario Rossi Monti.



Trenta metodi per distruggere la creatività
degli allievi degli istituti di psicoanalisi

Otto F. Kernberg

Alcuni anni fa, durante una discussione con una collega riguardo ai modi per aumentare la creatività dei candidati in tirocinio psicoanalitico, quella collega mi disse, con un sorriso: "Il nostro problema non è tanto quello di promuovere la creatività, quanto quello di cercare di non inibire la creatività naturalmente stimolata dalla natura stessa del nostro lavoro" (Lore Schacht, comunicazione personale). Il suo commento diede l'avvio a ricordi e osservazioni, nel corso dei miei studi, del mio insegnamento e della mia partecipazione all'istruzione psicoanalitica in diverse società e istituti psicoanalitici. Ho deciso di raccogliere queste osservazioni, di discuterle con i colleghi e infine di porre insieme, in forma negativa, in cosa consista essenzialmente ciò che si richiede per promuovere la creatività psicoanalitica. Per una versione positiva di questo studio, rimando il lettore a uno scritto del 1986 in cui ho presentato un'analisi sistematica, da un lato, della relazione fra struttura organizzativa e funzionale negli istituti psicoanalitici e, dall'altro, dei loro effetti sull'insegnamento psicoanalitico. Come eccellente rassegna dei problemi attuali riguardo all'insegnamento psicoanalitico, poi, il riassunto di Wallerstein (1993) della quinta Conferenza degli analisti didatti in Buenos Aires può servire come base rilevante a ciò che segue.

Non ci si attende che la lista che segue, sui modi per inibire la creatività dei candidati in psicoanalisi, sia esaustiva anche se, io mi auguro, essa comprenda e tratti i problemi principali. Ecco qui, dunque, i miei consigli su come inibire in modo efficace la creatività durante il processo di apprendimento nei nostri istituti.

1) Rallentate il corso delle domande di iscrizione; rimandate l'accettazione dei candidati, andateci piano col fornire le informazioni ai candidati: ciò farà sì che essi a loro volta rallentino. Se l'insegnamento dei candidati è reso sistematicamente lento e farraginoso, se il materiale dei loro casi scritti è soggetto a numerose revisioni e, in particolare, se lunghi periodi di attesa nell'incertezza divengono parte normale delle loro esperienze di avanzamento, essi tenderanno, a loro volta, a divenire lenti a rispondere e a prendere iniziative. Più il processo di accettazione e di avanzamento sarà lento, più i candidati stessi eviteranno i passi finali verso l'acquisizione del titolo, l'autonomia e l'associatura come membro della Società; e, ovviamente, più tempo ci vorrà perché essi possano produrre contributi scientifici, se mai veramente lo faranno.

2) Gli scritti di Freud possono essere usati egregiamente per scoraggiare l'interesse dei candidati a pensare in prima persona. In questo senso, i docenti dovrebbero insistere a che i candidati leggano Freud attentamente, in ordine cronologico, in modo completo ed esaustivo, assicurandosi che imparino esattamente ciò che era la sua teoria, punto per punto. Gli insegnanti dovrebbero trasmettere il chiaro messaggio che ogni analisi critica delle conclusioni di Freud deve essere posposta al momento in cui gli studenti abbiano effettuato una lettura completa di Freud (e fino al momento in cui essi abbiano acquisito maggiore esperienza e conoscenza in campo psicoanalitico). Tanto per incominciare, c'è bisogno che essi conoscano, quanto più possibile, ciò che Freud ha insegnato: è utile, inoltre, separare l'insegnamento degli scritti di Freud da ogni critica esterna o contemporanea della sua opera, o da contemporanee questioni controverse, o da problemi di scottante attualità. La salvaguardia dell'opera di Freud dalla contaminazione con altre teorie o critiche andrà a meraviglia per far diminuire gradatamente l'interesse dei candidati nei confronti di ulteriori sviluppi del pensiero psicoanalitico.

è importante, per il docente, tenere a mente che sono le conclusioni cui Freud arriva che devono essere insegnate e memorizzate, non il processo di pensiero di Freud: infatti, se gli studenti acquisiscono padronanza del metodo di pensiero di Freud, che fu ineluttabilmente rivoluzionario, ciò potrebbe indurre a pericolose identificazioni con la sua originalità e inficiare così lo scopo di attuare una focalizzazione isolata e totale sulle sue conclusioni (Green, 1991).

3) Un utile rinforzo al deterioramento di ogni possibile forma di esaltazione nei confronti degli scritti di Freud può essere acquistato con l'assegnare alcuni dei più creativi e importanti scritti di Freud all'inizio di ogni nuovo seminario, esaminando molto dettagliatamente ogni cosa che Freud ha detto in questi, ormai, del tutto familiari articoli e ponendo in grande rilievo le sue conclusioni. Questa rassicurante ripetizione degli aspetti consolidati delle opere di Freud, combinata con l'enfasi del tutto speciale attribuita a esse nel curriculum, desensibilizza gli studenti al suo contributo, generando un processo soporifero molto intensificato dal fatto di chiedere agli studenti di scrivere degli estesi riassunti del lavoro di Freud, o di riassumere al resto della classe ciò che ognuno ha già letto. Si può poi ulteriormente prolungare il processo coll'istituire verifiche specifiche sul contenuto dell'intera opera di Freud come conditio sine qua non per l'accesso ad altri seminari.

4) State molto attenti a quei candidati che tendono a mettere in discussione i punti di vista di ogni maggior teorico o collaboratore che sia uno degli autori preferiti del vostro particolare istituto. Fate passare chiaramente il messaggio che il pensiero critico è benvenuto solo se porta alla conferma dei punti di vista del vostro leader dominante. Assicuratevi di premiare quegli studenti che risultino stimolati e completamente convinti da ciò che voi volete dare loro (tranne, naturalmente, i contributi di "scuole devianti": questi dovrebbero suscitare giusta incredulità e indignazione fra gli studenti). Se mostrerete in modo discreto ma regolare il vostro apprezzamento nei confronti di quegli studenti che accettano il punto di vista ufficiale del vostro istituto, i tentativi di sviluppare nuove e varie opinioni critiche o divergenti potranno gradualmente scomparire (Giovannetti, 1991; Infante, 1991; Lussier, 1991).

5) Fate in modo di proteggere i vostri candidati da una partecipazione troppo precoce agli incontri scientifici della vostra società psicoanalitica, dall'essere invitati a riunioni dove colleghi di tutto rispetto possono, in modo evidente, dissentire gli uni dagli altri. Ciò può essere giustificato col mettere sull'avviso che l'analisi didattica personale può venire disturbata da influenze esterne premature, con particolare riferimento a quelle che disturberebbero l'anonimato dell'analista didatta. All'interno di una piccola società psicoanalitica è sempre possibile dare una giustificazione ai divieti impartiti ai candidati di partecipare agli incontri della società a causa del fatto che un così piccolo gruppo non è in grado di evitare i contatti tra i candidati e i loro analisti al di fuori delle sedute, e ciò giustifica perfettamente l'isolamento dell'istituto di training dal mondo scientifico attivo del pensiero psicoanalitico.

6) Esplicitate un attento controllo sui corsi facoltativi: questi sono spesso usati dai membri più giovani dell'istituto per presentare nuove e stimolanti idee. Controllate attentamente i seminari facoltativi in generale e rimanete all'erta nei confronti della possibilità che essi possano disturbare quell'integrato e armonioso approccio alla psicoanalisi che corrisponde alle opinioni dominanti nella vostra società o istituto.

7) Mantenete una stretta separazione fra i seminari prima dell'associatura e dopo l'associatura. Fortunatamente molte istituzioni psicoanalitiche possiedono una comprensione intuitiva dell'importanza di evitare di mettere insieme prematuramente candidati e analisti titolati negli stessi seminari: è possibile che i candidati scoprano nei titolati quelle incertezze e quelle attitudini critiche che essi stessi stanno imparando a sopprimere. Ciò può recare disturbo a una sana idealizzazione riposta nell'efficacia della psicoanalisi e l'illusione di enormi differenze fra candidati e titolati.

8) La conservazione negli studenti di un sano rispetto nei confronti dei colleghi più anziani può essere conseguita col mettere insieme gruppi di vecchi analisti didatti con giovani analisti interessati a diventare analisti didatti, a insegnare determinati corsi o seminari. Mantenete una chiara gerarchia fra i membri anziani e giovani dell'istituto. Se l'analista giovane si piega rispettosamente al punto di vista dell'analista più anziano, e trasmette con tutto il suo modo di comportarsi la propria accettazione acritica dell'autorità del più anziano, se infatti egli mostra incertezza su fino a che punto può prendere iniziative nell'insegnamento di un particolare seminario, il messaggio della necessità di accettare e non mettere in discussione l'autorità stabilita ne risulterà rinforzato. Voi potete sottolineare l'ordine gerarchico con semplici accorgimenti: per esempio riservando le sedie di prima fila degli incontri professionali agli anziani dell'istituto.

9) Rinforzate i rituali di associatura con qualsivoglia intelligente metodo voi troviate. Questo è un campo con grandi potenzialità. Per esempio, voi potete chiedere ai candidati di trascrivere un caso per l'associatura e poi sottoporre i loro manoscritti a numerose revisioni e correzioni. Tramite questa esperienza i candidati acquisiscono un sano rispetto per le enormi difficoltà trovate nello scrivere un lavoro accettabile per la pubblicazione. Oppure richiedete al candidato di presentare un lavoro di fronte alla società psicoanalitica. La commissione dovrebbe essere formata dai membri più anziani di quella società (che magari possono essi stessi non aver più scritto nulla da un sacco di tempo). Le loro esigenti aspettative su ciò che un lavoro scientifico dovrebbe includere potrebbero venire comunicate mediante la critica a tappeto del lavoro presentato dal candidato. O anche un comitato costituito da tali psicoanalisti anziani può trasmettere questo stesso messaggio. In alcuni paesi il medesimo effetto è stato ottenuto grazie a una votazione segreta da parte di tutti i membri della società riguardante il fatto se lo scritto del candidato fosse o meno accettabile a soddisfare i criteri per l'ammissione alla stessa società psicoanalitica. Quando significative divisioni politiche all'interno della società fanno sì che i giovani associati si spostino verso il gruppo di potere dei loro propri analisti didatti, lo scritto qualificante dal punto di vista scientifico può divenire un'eccellente fonte di ansia riguardo ai pericoli connessi con il lavoro scientifico (Bruzzone et al., 1985).

10) Sottolineate il messaggio che ci vogliono molti anni di esperienza clinica prima che si possa comprendere appieno la teoria psicoanalitica, per non parlare del fatto che le applicazioni della psicoanalisi ad altri campi sono profonde e solide a sufficienza da giustificare tentativi di contribuire alla scienza della psicoanalisi. Suscitate delicatamente ma precocemente il problema su fino a quanto i tentativi dei candidati non solo a presentare lavori ma anche a pretendere di pubblicarli (!) non riflettano competitività edipica irrisolta, o conflitti narcisistici. Se i giovani psicoanalisti pubblicano poco, e si assicurano di avere dei membri più anziani della loro società che approvino i loro manoscritti prima di sottoporli per la pubblicazione, tale costume dovrebbe diventare di comune conoscenza fra i candidati e potrebbe rinforzare il loro timore di pubblicare. Evitate, naturalmente, di stimolare i candidati a inserire qualsiasi loro propria nuova idea originale nei loro scritti: scrivere dovrebbe costituire un lavoro di routine, un dovere, mai un piacere, una fonte primaria di orgoglio nel contribuire alla scienza della psicoanalisi mentre si è ancora studenti (Britton, 1994).

11) Potrebbe essere di grande utilità sottolineare che la psicoanalisi è compresa ed esercitata bene solo in luoghi molto lontani dalla propria istituzione e preferibilmente in una lingua conosciuta da non molti dei vostri studenti. Se le richieste del training sono tali che gli studenti non sono in grado di spendere gran parte del loro tempo in quella zona ideale così distante, essi si convinceranno che è inutile tentare di sviluppare la scienza psicoanalitica in un luogo così lontano da dove le vere e sole teoria e tecnica vengono insegnate. E questa convinzione perdurerà.

12) I candidati dovrebbero essere scoraggiati dall'effettuare visite premature ad altre società o istituti, dal partecipare a congressi e incontri, o al lavoro analitico in altre istituzioni. Ciò risulta vero particolarmente per quelle riunioni che avvengono nella vostra propria città, regione o paese, e mantiene l'idealizzazione nei confronti dei paesi che sono lontani o in cui si parlano lingue diverse, e sono inaccessibili ai vostri candidati. Fortunatamente alcune società psicoanalitiche e istituti hanno eretto potenti sbarramenti contro l'intrusione da parte di visitatori stranieri a eccezione di quelli, veramente rari, pronti per essere abbattuti in incontri preparati all'uopo; e in molte parti del mondo diviene molto difficile per un candidato trasferirsi da un istituto all'altro, da un paese all'altro e perfino da una città all'altra senza dover superare molteplici ostacoli. Questo serve a evitare paragoni potenzialmente dannosi, la conoscenza di istituti e società psicoanalitiche di sperimentazione con nuove metodologie educative e la contaminazione tramite un opinabile spirito di cambiamento e innovazione.

13) Assegnate sempre il doppio del numero di pubblicazioni che ci si può ragionevolmente attendere che gli studenti assorbano tra un seminario e quello successivo. Chiedete loro di presentare riassunti ai loro colleghi, esaminate fino a che punto essi hanno letto questi scritti in dettaglio e, come già ho detto prima, non dimenticatevi di aggiungere quegli scritti di Freud che essi hanno già letto in molti seminari. Altro, utile messaggio potrebbe consistere nell'assegnare solo lavori che siano stati pubblicati non meno di vent'anni prima: ciò porta con sé che i contributi veramente importanti sono già stati dati e che poco ci si può aspettare dai recenti e più nuovi sviluppi nella teoria e nella tecnica, inclusa, ovviamente, ogni idea che potrebbe germinare nella mente degli studenti.

14) In contrasto con alcuni istituti che lasciano libera la decisione se i candidati possano o meno frequentare i seminari tenuti dai loro analisti didatti, aperti all'esplorazione congiunta su quell'argomento dell'analista e del suo analizzando, stabilite piuttosto uno stretto principio secondo il quale i candidati non dovrebbero mai partecipare a un seminario tenuto dal loro stesso analista didatta. Cercate infatti di assicurarvi che i candidati non si mettano in luce in incontri, gruppi o altre riunioni professionali dove il transfert potrebbe venire disturbato dalle informazioni oggettive sul lavoro professionale dei loro analisti, per tema che l'anonimato auspicabile per il training analitico ne risulti disturbato. L'anonimato infatti alimenta un'idealizzazione inanalizzabile e un sano senso di insicurezza (Kernberg, 1986).

15) Potrebbe essere molto utile dare maggiore rilievo nelle bibliografie ai lavori dei membri più importanti del vostro stesso istituto, che dovrebbero idealmente essere illustrati non da loro stessi ma dai loro studenti del momento o da quelli dei corsi precedenti. Assicuratevi di assegnare scritti omogenei che rinforzino i punti di vista dei leader locali e includete solo uno o due punti di vista discordanti all'unico scopo di metterne in risalto la debolezza. Questa attenzione posta sulla bibliografia può essere accompagnata dall'osservazione di un lavoro scientifico o dallo studio di un caso come parte dei requisiti per andare avanti, con un'attenta sottolineatura della necessità di citare i teorici locali prediletti a supporto delle osservazioni del lavoro degli studenti.

16) Preferibilmente si dovrebbe evitare il più a lungo possibile di esporre gli studenti all'influenza di scuole psicoanalitiche alternative. Nei seminari per gli studenti dei corsi superiori, particolari scritti rappresentanti approcci dissidenti o devianti dovrebbero venire presi in esame brevemente all'insegna dell'analisi comparativa di punti di vista opposti, e quindi appropriatamente criticati. Risulta assai utile invitare leader rappresentanti diversi punti di vista per brevi seminari che possono, in via eccezionale, includere studenti, associati e docenti. Questi ultimi possono partecipare per sincerarsi che gli studenti possano assistere alla distruzione, operata senza pietà, della rappresentativa degli altri punti di vista. Giornate seminariali con uno dei più importanti dissidenti, i cui punti di vista vengono attaccati in modo rispettoso ma costante, possono contribuire a rassicurare che la scuola locale sa di più e meglio, che la mente dello studente può riposare in pace, e che le nuove idee, quantunque pericolose, possono essere spogliate del loro potenziale sovversivo.

17) Provvedete sempre a che i candidati meno esperti presentino casi di fronte a quelli più esperti dell'istituto. Non dovrebbe mai essere l'analista più esperto quello che presenta il caso al gruppo dei candidati: le incertezze del lavoro e gli inevitabili errori dell'analista più vecchio potrebbero cancellare il senso di autocritica, la paura dei rimproveri e la naturale modestia dei candidati che stanno iniziando la loro professione. La convinzione che gli associati lavorino molto meglio dei candidati, che gli analisti didatti lavorino meglio degli associati e che gli analisti didatti più anziani a loro volta lo facciano meglio di quelli più giovani rassicura la presenza di dubbi su di sé da parte dei candidati.

18) Accertatevi che quei candidati insolitamente critici o ribelli che minacciano l'atmosfera di armonia ai seminari, sfidano i loro docenti più anziani e osano parlare pubblicamente contro gli analisti didatti in presenza dei loro analizzandi (con la prospettiva, naturalmente, di riportare tali conversazioni nelle loro sedute) siano gentilmente tenuti fuori o spinti a dimettersi. Non è troppo difficile ottenere ciò, per esempio, tramite lunghi ritardi nell'approvazione dei loro casi analitici in supervisione. Si possono anche organizzare degli incontri dei loro docenti di seminario in cui i candidati problematici vengono messi criticamente in discussione. Le informazioni su tali discussioni giungono ai candidati in questione solo in modo indiretto, attraverso il consigliere personale o il proprio difensore, che in modo amichevole trasmette l'atteggiamento negativo che è presente nell'istituto contro di loro. Se un candidato riceve sufficiente informazione riguardo anche solo alla terza o quarta parte di ciò che viene detto su di lui, ciò potrà eventualmente cambiare il suo atteggiamento nei confronti dell'istituto nella direzione desiderata, o spingerlo a dimettersi. Una volta che un candidato si sia dimesso o gli sia stato chiesto di dimettersi, non lo si deve più nominare, e si deve mantenere un silenzio discreto sull'intera faccenda: l'idea che qualcosa di spaventoso e pericoloso è accaduto riguardo a qualcosa di cui nessuno, grazie a Dio, vuole parlare, avrà un potente impatto sul corpo studentesco.

19) In anni recenti è stato introdotto un nuovo splendido metodo per tenere basso il livello di eccitazione nei confronti del training, sotto forma di un anno di corso introduttivo, informale e preparatorio: qui l'intera teoria psicoanalitica, nonché la tecnica possono venire brevemente riassunte a livello di semplice corso introduttivo, facendo già riferimento ai punti salienti del pensiero freudiano che verrà poi discusso nel dettaglio in seguito, così come si potrà fornire agli studenti una breve storia introduttiva della psicoanalisi dalle origini ai giorni nostri, sottolineando nel frattempo che tutte queste sono aree la cui conoscenza verrà approfondita più tardi. Dato che molti candidati avranno già studiato la teoria psicoanalitica a vari livelli, il processo di appiattimento ottenuto con la ripetizione incomincerà già a questo stadio introduttivo. In questo modo potrà essere indotta, come effetto, una sensazione di non conoscere veramente in modo completo ciò che viene insegnato e un impaziente desiderio di una più approfondita esplorazione, insieme con una semplificazione routinaria dei concetti di base che li deruberà dell'emozione, quando molto più tardi questi verranno esplorati più dettagliatamente. E, naturalmente, voi potete usare questo metodo per indurre la perdita d'interesse, grazie a qualsivoglia corso insegnato a livello "introduttivo" insinuando che la "vera natura" verrà presentata altrove.

20) Non tenete un corso su aspetti troppo attuali della tecnica psicoanalitica. Concentrate, invece, l'insegnamento della tecnica psicoanalitica sugli scritti introduttivi di Freud sul metodo psicoanalitico e sugli studi dei suoi casi: l'uomo dei topi, l'uomo dei lupi, Dora, il piccolo Hans, saranno già stati inclusi ovviamente nello studio comprensivo dell'opera di Freud; ma ora questi scritti potranno venire letti di nuovo con lo scopo di insegnare i principi generali della tecnica psicoanalitica. Se i candidati acquisiranno delle conoscenze da altre parti (cosa che, sfortunatamente, è pressoché inevitabile attualmente) riguardo ai nuovi sviluppi e ad approcci alternativi nei confronti del processo psicoanalitico, la loro ansia riguardo alla propria mancanza di familiarità con i differenti approcci, vale a dire, la psicologia dell'Io, le scuole francesi, le scuole inglesi ecc., stimolerà e aumenterà l'insicurezza verso il loro lavoro. Ciò diminuirà la loro fiducia nella possibilità di contribuire alle sfide che la popolazione odierna dei pazienti ci presenta. Se, allo stesso tempo, viene trasmesso il sottile messaggio che il lavoro psicoanalitico è veramente un'arte di cui ci si potrà impadronire in modo intuitivo e che la crescita di conoscenza e l'intuizione dipenderanno dal progredire nelle loro analisi personali e nelle supervisioni, questa ansia potrà mantenere i propri vantaggiosi effetti inibitori per un lungo periodo di tempo (Arlow, 1991).

21) I supervisori adempiono alla fondamentale funzione di inibire la fiducia dei candidati nel loro stesso lavoro e nella possibilità di imparare grazie alla loro stessa esperienza. è importante che i supervisori parlino il meno possibile. Infatti ciò potrebbe essere d'aiuto laddove il candidato esperimentasse una naturale continuità tra l'essere paziente in analisi e la relazione con il suo supervisore. L'ascolto attento e silenzioso della presentazione del lavoro del candidato con i propri pazienti, accompagnato da un occasionale commento che illustri ciò che il candidato ha fatto di sbagliato, serve a mantenere il candidato in uno stato di salutare incertezza e umiltà riguardo al proprio lavoro. Il suo sforzo teso a costruire per se stesso la struttura mentale che comprenda i punti di vista del proprio supervisore occuperà la sua mente al punto da influenzare in modo significativo il proprio lavoro con il paziente. Il candidato dovrebbe sentire che il seguire il consiglio del proprio supervisore senza metterlo in dubbio e il dimostrare al supervisore di aver fatto il tipo di interpretazione che aveva compreso che lo stesso supervisore avrebbe fatto, lo assolverebbe da gravi errori nel proprio lavoro. Questa evoluzione preverrà il pericoloso processo con cui il candidato potrebbe altrimenti integrare da sé una teoria e una personale struttura di tecnica che si evolva e cambi creativamente mano a mano che egli mette alla prova i propri punti di vista nella situazione di trattamento, mentre tiene conto dello sviluppo autonomo del paziente. Se i supervisori non si riuniscono mai per discutere i loro approcci educativi alla supervisione, e se una completa separazione viene mantenuta fra l'istituto che insegna tecnica psicoanalitica e i supervisori di controllo dei casi, un proficuo caos e confusione possono suscitare nel candidato la consapevolezza che ci vorranno parecchi anni prima di padroneggiare sufficientemente il mestiere analitico al punto di osare a contribuire a esso in modo creativo.

22) Un certo grado di timore paranoide, l'altra faccia dei processi di idealizzazione suscitati dall'analisi didattica, permea la maggior parte delle istituzioni psicoanalitiche; ma è importante ricordare in effetti che tutte le organizzazioni sociali lottano con tali esiti evolutivi. Tale timore paranoide può contribuire a scoraggiare i candidati a intraprendere un lavoro indipendente, iniziative coraggiose, indagini impegnative. Fortunatamente non è difficile accrescere i timori paranoidi con misure diverse: la più efficace è risultata il relazionare da parte degli analisti didatti sullo sviluppo dei candidati in analisi con loro. La tradizione che vuole che gli analisti didatti relazionino, vale a dire che informino il comitato di training riguardo alla prontezza dei loro analizzandi a incominciare i corsi o ad assumere il primo caso sotto controllo, è divenuta il più importante strumento produttore di paranoia inventato come parte dell'insegnamento psicoanalitico. è un peccato che questo strumento sia ora stato eliminato, e perfino dichiarato deontologicamente scorretto dalla maggior parte degli istituti. Per nostra fortuna, l'irreprimibile tendenza di alcuni psicoanalisti didatti a indicare con gesti impercettibili senza bisogno di parole quali siano i loro veri sentimenti riguardo i vari candidati è mantenuta vigente a tutt'oggi. Questo atteggiamento può essere sostenuto dall'uso del sistema dello "spiare le telefonate", vale a dire l'utilizzo di ciò che i candidati dicono ai loro analisti didatti riguardo a ciò che altri candidati hanno detto di loro, come fonte di ispirazione per atteggiamenti vendicativi da parte di questi analisti didatti. Almeno la paura connessa a tali conseguenze derivanti da un commento poco attento funge da valido supporto a sviluppi paranoidi (Dulchin & Segal, 1982a, 1982b; Lifschutz, 1976).

23) Altro metodo, perfettamente legittimo, per aumentare il terrore paranoide nei candidati, consiste semplicemente nel non trasmettere un'adeguata informazione riguardo le richieste, le attese, i ruoli, le regole e i canali per dirimere le controversie e riparare i torti. Tanto per cominciare, non date regolari informazioni ai candidati sui loro progressi, e neanche su come essi sono visti dai loro insegnanti e, in generale, dall'istituto; fategli solo sapere dei loro difetti e dei loro insuccessi nei modi indiretti sopra descritti. Il fatto che i supervisori non debbano essere franchi ed espliciti con i loro supervisionati, così che questi apprendano solo indirettamente, dal loro candidato assistente, dal direttore dell'istituto, o tramite il mulinìo delle chiacchiere, come essi siano stati valutati, può servire da potente rinforzo agli atteggiamenti paranoidi. è perfettamente legittimo riportare tutte le richieste dei candidati nel libretto ufficiale, ed evitare incontri periodici di scambio di informazioni. In alcuni istituti, il direttore incontra l'intero corpo dei candidati, il che tende a produrre un'atmosfera di distensione, autonomia e possibilità di potenziali sfide nei confronti dell'autorità: tutto ciò è pericoloso!

24) I messaggi trasmessi dai leader più anziani della società psicoanalitica del luogo sono di estrema importanza. Il manifestare espliciti segni di grande insicurezza e timore al riguardo degli scritti dei più anziani e potenti analisti didatti può far nascere una forte identificazione con essi. Un esempio ancora più efficace può essere rappresentato dal sistema, un po' passato di moda ma fortunatamente ancora esistente, del "convoglio": un piccolo numero di didatti molto anziani risultano essere gli analisti più ambiti nei loro gruppi locali, e hanno un così grande numero di candidati in analisi personale che non rimane loro più energia per andare agli incontri scientifici né tantomeno per partecipare attivamente al lavoro scientifico della società. Al fine di proteggere la purezza del transfert, essi non aprono mai bocca in pubblico, sicché l'amicizia reciproca, le alleanze, così come le rivalità fra quei candidati toccati dalla fortuna di essere in analisi con uno dei maestri più grandi alimenta una stabilizzante idealizzazione e passività. Questo modello possiede un alto grado di efficacia nell'inibire il pensiero indipendente e critico dei candidati.

25) Tentate di mantenere un corpo studentesco relativamente uniforme in termini di aspirazioni professionali dei vostri studenti. Il vero analista dovrebbe desiderare di fare solo psicoanalisi, di esperimentare la libertà di lavorare nel suo studio con i suoi pazienti analitici, e dovrebbe essere assolutamente contrario ad annacquare il vero lavoro analitico applicandolo ad altri aspetti del suo retroterra professionale, come fare della psicoterapia con pazienti gravemente regrediti, o con bambini, o psicotici, o attendendo a occupazioni accademiche fuori del setting psicoanalitico, o facendo ricerca, o assumendo posizioni di comando istituzionali, o partecipando alle varie arti. Le maggiori sfide nei confronti della teoria e della tecnica della psicoanalisi avvengono ai confini del nostro campo professionale, e l'evitare l'investimento in tali attività di frontiera, non solo tutela la purezza del lavoro psicoanalitico ma ci protegge anche dal sorgere di problemi a contenuto provocatorio e potenzialmente sovversivo riguardanti sia i limiti che le applicazioni della psicoanalisi. Evitate di accettare e di istruire il tipo dissidente che desidera apprendere la psicoanalisi per applicarla ad altri campi del lavoro professionale, per esempio il filosofo interessato ai confini fra comprensione psicoanalitica e filosofia, il ricercatore empirico che desidera completare il suo retroterra di cognizioni neuropsicologiche. Se una tale selezione protettiva dei candidati è stata portata avanti in modo efficace, allora si possono tollerare "studenti particolari" interessati agli aspetti intellettuali della psicoanalisi. Dovete però tenerli ben separati dal vero corpo studentesco, limitarne la frequenza ai seminari clinici e, in breve, trasmettere il messaggio che c'è un mare fra il vero insegnamento analitico e le iniziative secondarie. Non fornite parziale insegnamento clinico agli accademici di altri campi, che dovrebbero sempre avvertire la vostra indignazione nei confronti del lavoro clinico non autorizzato, e realizzare l'impossibilità di capire mai completamente la psicoanalisi senza un programma di insegnamento clinico con i dovuti crismi.

26) Per lo stesso motivo, ogni ricerca scientifica interdisciplinare dovrebbe essere relegata a stadi molto avanzati del training, infilata in seminari facoltativi nell'ultimo anno di corso, quando l'identità di base del candidato si sia abbastanza rafforzata da essere capace di resistere agli effetti diluenti e potenzialmente corrosivi dell'approccio psicoanalitico all'arte, ai problemi sociali, alla filosofia, alla ricerca nelle scienze neurologiche. L'approccio opposto consisterebbe nell'introdurre studi di scienze periferiche nel momento in cui la teoria psicoanalitica è all'inizio della sua esplorazione, per esempio quando la teoria psicoanalitica delle pulsioni richiede di essere assimilata senza contaminazioni di sorta, o messa in discussione da parte di modelli alternativi o scuole di motivazione umana, oppure mettendo in relazione la tecnica psicoanalitica con metodi psicoterapeutici alternativi. O, per esempio, quando nel corso dell'insegnamento della teoria psicoanalitica della depressione, una prematura introduzione della relazione fra le cause determinanti psicodinamiche e biologiche della depressione potrebbe minacciare un'autentica convinzione psicoanalitica.

27) Riportare tutti i problemi che coinvolgono insegnanti e studenti, seminari e supervisori, tutti i conflitti fra candidati e l'istituto, "al lettino", tenere a mente che gli acting-out transferali rappresentano la complicazione maggiore del training psicoanalitico e che in ogni insoddisfazione degli studenti vi sono sempre elementi di transfert. Una spinta eccessiva del candidato verso questioni azzardate, pensiero fantasioso o formulazioni di sviluppo alternative, contiene di solito profonde radici transferali e dovrebbe venire risolta nella situazione di analisi personale. Ciò significa anche che l'istituto deve restare unito, che gli insegnanti che affrontano le provocazioni del singolo studente o dell'intero corso studentesco devono stare insieme. Un istituto unito fornisce una struttura ferma e stabile, le regressioni transferali del corpo studentesco contro la quale possono essere diagnosticate e riportate alle esperienze psicoanalitiche individuali.

28) Tutti i principi e le raccomandazioni delineate non sarebbero sufficienti se l'insegnamento dell'istituto fosse imbevuto di uno spirito creativo proprio. è compito difficile, ma non impossibile, quello di inibire la creatività dell'istituto: l'istituto, la cui creatività fosse inibita, diverrebbe la migliore garanzia per riprodurre inconsciamente un tale processo nella relazione con gli studenti. Questa è la vostra sfida più ambiziosa: che cosa potete fare nella società psicoanalitica per inibire la creatività dei suoi membri? Fortunatamente, una lunga esperienza ci ha insegnato che l'organizzazione gerarchica del processo educativo all'interno della struttura sociale della società psicoanalitica è facilmente acquisita e può divenire efficace. Qui, ciò che è di particolare utilità è l'erezione di potenti barriere a ogni passo dell'avanzamento del candidato, dalla qualifica data dall'istituto, alla posizione di membro associato della società, a quella di membro ordinario, di analista didatta, fino al divenire membro del comitato di training e/o responsabile di un seminario importante e continuativo. Assicuratevi che l'alleanza con un gruppo politico potente sia più importante al fine di sostenere una tale evoluzione che non reali imprese professionali o scientifiche. Assicuratevi che il modo di procedere passo dopo passo sia abbastanza incerto e indefinito da mantenere un costante clima di insicurezza e paranoia dentro la società. Fate frequenti votazioni segrete per determinare l'avanzamento a tutti i livelli con il chiaro messaggio per ognuno che tali votazioni sono influenzate dai processi politici avvenuti nel vostro gruppo.

29) Soprattutto, mantenete discrezione, segretezza e ambiguità su ciò che è richiesto per diventare analista didatta, come vengono prese tali decisioni, dove e da chi, e che tipo di reazioni o di meccanismi per riparare i torti possa attendersi chiunque sia timoroso delle implicazioni traumatiche relative al venire preso in considerazione, e quindi respinto, come analista didatta. Più il corpo degli analisti didatti si mantiene appartato e compatto, come possessori dell'autorità e del prestigio, più gli effetti inibitori del processo di selezione influenzeranno l'intera avventura educativa. Questo è il vostro più affidabile ed efficace strumento per tenere in riga non solo i candidati, ma l'intero istituto e l'intera società.

30) Tenete a mente, quando vi sentite incerti riguardo ai pericolosi sviluppi che possono mettere alla prova metodi consolidati per inibire la creatività dei candidati, che l'obiettivo principale dell'insegnamento psicoanalitico non è quello di aiutare gli studenti ad acquisire ciò che è conosciuto al fine di sviluppare nuova conoscenza, ma di acquistare comprovata conoscenza riguardo alla psicoanalisi per evitarne l'annacquamento, la distorsione, il deterioramento e il cattivo uso.

Ricordatevi sempre: quando c'è una scintilla si può sviluppare un fuoco, soprattutto quando questa scintilla compare nel bel mezzo di un bosco secco: estinguetela prima che sia troppo tardi!


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Summary

The author explores formal aspects of psychoanalytic education relevant to the fostering or inhibiting of creativity in the work of candidates. He refers to thirty features of psychoanalytic institutes that inhibit candidates' creativity and, by implication, illustrate problems in psychoanalytic education that require our attention. These features include systematic slowing down of institutional progression of candidates, repetitive and unquestioning teaching of key papers by Freud, monolithic tendencies regarding theoretical approaches, isolation of candidates from the professional and scientific activities of the psychoanalytic society, accentuation of the hieratical relations among the psychoanalytic faculty, graduation rituals, discouragement of original contributions by candidates, intellectual isolation of institutes, lack of full presentation of clinical work by senior members of the faculty, neglect of studies of controversies regarding psychoanalytic technique, "paranoiagenic" features of the relationship among faculty and regarding requirements for candidates, the "convoy" system, neglect of exploration of the scientific and cultural boundaries and applications of psychoanalysis and the effects of institutional conflicts around the appointment of training analysts.


Translations of summary

L'auteur explore les aspects formels de la formation psychanalytique se rapportant à la stimulation ou l'inhibition de la créativité dans le travail des candidats. Il fait référence à trente traits des instituts psychanalytiques qui inhibent la créativité du candidat et, par implication, illustrent les problèmes au sein de la formation psychanalytique qui nécessitent notre attention. Ces traits comprennent le ralentissement systématique de la progression institutionnelle des candidats, l'enseignement répétitif et sans remise en question des articles clés de Freud, les tendances monolithiques en ce qui concerne les approches théoriques, l'isolation des candidats vis à vis des activités scientifiques et professionnelles de la société psychanalytique, l'accentuation des rapports hiératiques parmi la faculté psychanalytique, les rituelles de qualification, le découragement de contributions originales de la part des candidats, l'isolation intellectuelle des instituts, le manque de présentation complète du travail clinique effectué par les membres seniors de la faculté, le fait de négliger l'étude des controverses se rapportant à la technique psychanalytique, les traits "paranoia-geniques" des relations parmi la faculté et se rapportant à ce qui est nécessaire pour un candidat, le système de "convoi", le négligé dans l'exploration des limites scientifiques et culturelles et les applications de la psychanalyse et les effets des conflits institutionnels autours de la nomination des analystes de formation.

Der Autor untersucht die formalen Aspekte der psychoanalytischen Ausbildung, die für die Förderung oder Behinderung der Kreativität in der Arbeit der Kandidaten bedeutsam sind. Er bezieht sich auf dreissig Kennzeichen psychoanalytischer Institute, die die Kreativität der Kandidaten behindern und die somit Probleme in der psychoanalytischen Ausbildung, die unserer Aufmerksamkeit bedürfen, beleuchten. Diese Kennzeichen beinhalten systematisches Verlangsamen des institutionellen Fortschreitens der Kandidaten, wiederholtes und nicht hinterfragtes Lehren von wichtigen Arbeiten von Freud, monolithische Tendenzen in den theoretischen Ansichten, Isolierung der Kandidaten von den professionellen und wissenschaftlichen Aktivitäten der psychoanalytischen Gesellschaft, Betonung der hierarchischen Beziehungen innerhalb des psychoanalytischen Lehrkörpers, Rituale für den Abschluß, Entmutigung der Kandidaten darin, originale Beiträge zu bringen, intellektuelle Isolierung der Institute, Mangel an voller Darstellung von klinischer Arbeit der älteren Mitglieder des Lehrkörpers, Vernachlässigung von Studien der Kontroversen zur psychoanalytischen Technik, "paranoiagene" Kennzeichen der Beziehung innerhalb des Lehrkörpers und bezüglich der Anforderungen an die Kandidaten, das "Geleitsystem", Vernachlässigung der Untersuchung der wissenschaftlichen und kulturellen Grenzen und Anwendungen der Psychoanalyse und die Auswirkungen institutioneller Konflikte auf die Ernennung von Lehranalytikern.

El autor examina aspectos formales de la formación psicoanalítica que provienen de fomentar o inhibir la creatividad en el trabajo de los candidatos. Cita treinta características de los institutos psicoanalíticos que inhiben la creatividad de los candidatos en su trabajo y que, indirectamente, arrojan luz sobre problemas de la formación psicoanalítica que requieren nuestra atención. Tales características incluyen el hacer, sistemáticamente, más lento el progreso institucional de los candidatos; la enseñanza repetitiva e incuestionable de los artículos clave de Freud; tendencias monolíticas en cuanto a los enfoques teóricos; aislamiento de los candidatos respecto de las actividades profesionales y científicas de la Sociedad Psicoanalítica; incremento de las relaciones hieráticas entre los docentes del psicoanálisis; rituales de graduación; desánimo de contribuciones originales por parte de los candidatos; aislamiento intelectual de los institutos; falta de presentación de trabajos clínicos por los Miembros docentes de más experencia; descuido del estudio de las controversias relativas a la técnica psicoanalítica; características "paranoiagénicas" de la relación entre docentes respecto de los requisitos exigidos a los candidatos; el sistema "convoy" (de super-protección); descuido del estudio de los límites científicos y culturales y de las aplicaciones del Psicoanálisis; y efectos de los conflictos institucionales sobre la admisión de analistas en formación.


Otto F. Kernberg, M.D.
New York Presbyterian Hospital-Cornell Medical Center, Westchester Division
21 Bloomingdale Road
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USA
Tel.: 001-914-997-5714

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