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EMDR e Disturbi Alimentari

Maurizio Mottola


Sabato 2 ottobre 2010 si è svolta a Roma la giornata di approfondimento EMDR e Disturbi Alimentari, organizzata dall'Associazione per l'EMDR in Italia e tenuta dalla psicologa e psicoterapeuta Marina Balbo.

Ampio ed articolato il programma: Diagnosi descrittiva; Multifattorialità dei disturbi dell'alimentazione: fattori predisponenti, epidemiologia, neurobiologia; Intervento psicoeducazionale; Strumenti di Assessment e Pianificazione terapeutica; Ricerca dei target significativi nella storia di vita del paziente, il ruolo del Trauma; Preparazione del paziente per il trattamento EMDR, come affrontare il blocco emozionale del paziente DCA e la fuga dalla consapevolezza, installazione di risorse e immagini chiave; Gestione della "finestra di tolleranza"; La motivazione al cambiamento nei pazienti difficili; La relazione terapeutica; Protocollo di lavoro sui target del passato, presente e futuro; Aree di contenuto utilizzabili per l'intervento integrativo-cognitivo; Prevenzione delle ricadute e conclusione del trattamento.

I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) rappresentano, a livello epidemiologico, una vera e propria emergenza sanitaria che colpisce in modo quasi esclusivo i paesi occidentali industrializzati, con una generale tendenza all'aumento negli ultimi anni. Sono considerati i disturbi più difficili e complessi da trattare per il carattere multidimensionale che li caratterizza.

Sono caratterizzati dalla presenza di evidenti alterazioni del comportamento alimentare. Caratteristica essenziale comune ai disturbi è la presenza di una alterata percezione del peso e della propria immagine corporea.

I DCA vengono descritti già centinaia di anni fa nelle biografie di alcune sante cristiane che si sottoponevano a digiuni volontari ed estenuanti.

Per la comprensione dell'evoluzione dei DCA è necessario considerare i meccanismi fisiologici deputati alla regolazione del peso corporeo e del comportamento alimentare: in assenza di malattia il peso corporeo si mantiene costante quando l'introito alimentare ed il dispendio energetico rimangono equilibrati o, al massimo, quando le oscillazioni ponderali sono di lieve entità.

I Disturbi del comportamento alimentare per la complessità che li caratterizza comportano spesso problematiche relative alla diagnosi, alla scelta del trattamento primario ed al tipo di terapia.

L'incidenza, cioè il numero di nuovi casi nella popolazione in un determinato periodo di tempo, è di 8 casi per 100.000 soggetti in un anno per l'anoressia nervosa e 12 per la bulimia nervosa.

Il tasso di mortalità di questi disturbi oscilla tra il 5% ed il 18% per l'anoressia ed il 7% per la bulimia.

Per quanto riguarda il genere fino a poco tempo fa i DCA colpivano prevalentemente le donne con un rapporto 9:1; tuttavia attualmente sembra essere in forte aumento la popolazione maschile che presenta un disturbo alimentare.

I DCA, più di ogni altro disturbo psichiatrico, sono considerati legati alla cultura (culture-bound), non essendo presenti nelle popolazioni dei Paesi sottosviluppati.

Nell'insorgenza dei disturbi vengono individuati diversi fattori di rischio: genetici, neuroendocrini, evolutivi, psicologici, sociali, da tenere presenti per le implicazioni terapeutiche che ne derivano.

L'eziopatogenesi dei DCA è inevitabilmente multifattoriale e si tratta di fattori biologici, socioculturali, individuali e familiari, nonché di eventi di vita critici spesso presenti nei pazienti con DCA e che costituiscono i fattori predisponesti, precipitanti e di mantenimento della sintomatologia.

Il cibo è anche una metafora degli affetti e dunque mangiare sempre meno fino a smettere del tutto oppure divorare grandi quantità di cibo e poi liberarsene con il vomito sono espressioni di un insieme di disturbi emotivi, raggruppabili come  "mal di cibo", in cui la relazione con il cibo è usata come strumento di manipolazione e controllo di sé e degli altri.

Chi è affetto da bulimia nervosa ha lo stesso desiderio di magrezza dell'anoressico, ma ha un comportamento meno "disciplinato", più impulsivo e non riesce a tollerare la disciplina ferrea richiesta da un'alimentazione ridotta. Per questo motivo si riempie di cibo in modo abnorme, costringendosi poi ad eliminarlo attraverso il vomito e facendo uso di lassativi e diuretici oppure praticando esercizio fisico prolungato o digiuno e sentendosi "in colpa" per la propria "incapacità" di raggiungere il grado di magrezza desiderato. Si tratta di un disturbo serio e nello stesso tempo subdolo, dal momento che chi ne è affetto tende a mentire ed a negare drasticamente l'esistenza del problema, dal momento che non vi sono sul fisico -a differenza dell'anoressia- effetti vistosi che possano mettere in allarme: la persona bulimica infatti non è soggetta a particolari variazioni di peso.

Per la possibile guarigione di tali disturbi occorre un approccio multidisciplinare che comprenda la convergenza della terapia nutrizionale, della terapia farmacologia, della psicoterapia individuale e di gruppo e nei casi particolarmente gravi il ricovero in ambiente residenziale riabilitativo.

L'EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, in italiano Desensibilizzazione e Rialaborazione attraverso Movimenti Oculari) è un trattamento per la rielaborazione dei traumi e per le emozioni correlate ad essi. Spesso problemi emotivi, fisici e di comportamento possono essere collegati ad una o più esperienze traumatiche, come un incidente, una perdita luttuosa, maltrattamenti, abusi, atti di bullismo o altre esperienze traumatiche ed i ricordi di tali eventi traumatici non sono memorizzati correttamente nel cervello e per questo continuano a provocare disagio. Tramite l'EMDR questi ricordi vengono memorizzati in modo adeguato, per cui disagi e disturbi diminuiscono o addirittura scompaiono completamente. Infatti l'EMDR è efficace nel far concludere il processo di memorizzazione, cioè per trasformare i ricordi traumatici in normali ricordi, per cui non si rivivono più con intensità le stesse emozioni collegate all'evento traumatico pregresso.

Subire un evento traumatico è un fenomeno così diffuso che ormai fa parte della norma e chiunque ha vissuto almeno un evento significativo negativo nella sua vita. Bisogna quindi esplorare la storia personale del paziente per poter lavorare in modo mirato sugli eventi che possono aver contribuito allo sviluppo del disturbo.

In questo senso l'EMDR può essere molto indicata per andare a rielaborare in modo efficace i ricordi di tali eventi e di conseguenza è uno strumento promettente che lo psicoterapeuta può avere per la risoluzione anche dei disturbi del comportamento alimentare (DCA), in maniera oltre che efficace anche efficiente ed accessibile.


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