PM --> HOME PAGE ITALIANA --> ARGOMENTI ED AREE --> NOVITÁ --> PSICOTERAPIA-DOCUMENTI E COMUNICATI

PSYCHOMEDIA
MODELLI E RICERCA IN PSICHIATRIA
Psicoterapia - Documenti e Comunicati



Attualità della Psicoanalisi

Maurizio Mottola


Sabato 18 dicembre 2010 si è svolto a Napoli il convegno Attualità della Psicoanalisi, organizzato dal Centro Psicoanalitico Lacaniano in collaborazione con l’Istituto di Studi Avanzati in Psicoanalisi.  L'eredità più preziosa e sempre attuale lasciataci da Freud, hanno sostenuto i partecipanti, è il suo metodo: quel metodo fondato sulle associazioni libere del paziente e sull'attenzione uniformemente fluttuante dell'analista anche sui dettagli e gli scarti della comunicazione -sogni, lapsus, comunicazione non verbale, agiti- e che consente all'inconscio dell'analista di funzionare come un organo ricevente nei confronti dell'inconscio dell'analizzando.

In una definizione concisa, scritta per una voce di enciclopedia nel 1922, Freud stesso mette al primo posto il metodo: "Psicoanalisi è il nome: 1° di un procedimento per l'indagine di processi psichici cui altrimenti sarebbe pressoché impossibile accedere; 2° di un metodo terapeutico (basato su tale indagine) per il trattamento dei disturbi nevrotici; 3° di una serie di conoscenze psicologiche acquisite per questa via che gradualmente si assommano e convergono in una nuova disciplina scientifica".

Quello che qui è indicato come caratterizzante la psicoanalisi è innanzitutto il metodo: il procedimento d'indagine ed anche il trattamento viene chiamato metodo terapeutico, in modo da specificare che questo procedimento ha valore di metodo, cioè si tratta di qualcosa che è comunicabile, anzi codificabile come canone. Solo per ultimo sono menzionate le teorie, da lui considerate come una sovrastruttura, il tetto di una costruzione che avrebbe potuto anche cadere senza provocare il crollo dell'intero edificio.

Motivo per cui Freud si è sempre mostrato disponibile ad una continua revisione delle sue teorie, e così hanno fatto tutti i grandi psicoanalisti dopo di lui, da Klein a Bion ed a Winnicott. Per esempio le teorie freudiane sull'incapacità degli psicotici di formare un transfert si sono rivelate inesatte, grazie all'accresciuta capacità degli analisti di individuare transfert fugaci, preverbali, estremamente fragili.

Già nei testi freudiani sono presenti quelli che sono i compiti che sono chiamati ad affrontare in particolare gli psicoanalisti di oggi: il recupero del rimosso, ma anche di atti psichici mai divenuti pensieri -impulsi emotivi, esperienze ed affetti non riconosciuti e non rappresentati, e tuttavia psichicamente influenti- e che, non esprimendosi in pensieri, si ripresentano in forma di sensazioni, psicosomatosi, agiti di vario genere.

Si tratta di quella ricerca continua e frenetica di sensazioni ed azioni, a cui il consumismo globale dei nostri tempi ha dato sostegno, sfruttando ed inducendo la domanda sempre crescente di realtà illusionali e virtuali, capaci di fornire esperienze emozionali e sensoriali. Questa ricerca frenetica -finalizzata a bloccare il pensiero, per evitare il riconoscimento di sé e dei propri limiti- cristallizza la patologia dei nostri tempi, a cui gli psicoanalisti -e non solo loro- sono chiamati a porvi rimedio.

Inoltre l’esperienza clinica attuale porta in primo piano una dimensione psicopatologica configurabile come sentimento di vuoto interiore, che si collega a strutture diverse, dalle nevrosi fino a gravi disturbi dell’identificazione e quindi dell’identità del soggetto. È fondamentale esplorare da molti punti di osservazione questo fenomeno clinico per rintracciare ipotesi di ricerca e di cura per le patologie oggi emergenti, in particolare l’anoressia e l’ampia gamma dei disturbi depressivi (questi ultimi collegabili anche al tema della mancanza, intesa come perdita materiale o psichica, e pure come mancanza ad esistere).

Va segnalata innanzitutto l’importanza del rapporto tra coscienza ed inconscio: la coscienza registra discontinuità nel proprio fluire, che sono percepite come vuoti, e che sono relative alle manifestazioni dell’inconscio, ad esempio le amnesie. Inoltre il vuoto indica spesso una reazione sintomatica ad un eccesso, come accade nella reazione al trauma, inteso come sovraccarico  di stimolazione, reale o psichica.

Nell’anoressia il vuoto nel corpo, eletto a regola di vita con il rifiuto del cibo, rimanda ad un concorso di molteplici correnti psichiche: alla melanconia come perdita della relazione primaria con la madre, che si carica di ostilità; all’identificazione sessuale femminile, in difficile equilibrio tra passività recettiva e possesso attivo dell’oggetto d’amore; al narcisismo che determina un ripiegamento del soggetto su se stesso e sul proprio corpo.

Infine va ricordata, tra i sintomi della contemporaneità, l’apatia, intesa anche come latitanza di un’autentica passione nella vita civile e culturale, segno di un tempo della decadenza nella civilizzazione. Sul piano individuale è preoccupante l’emergere dell’apatia sotto le spoglie dell’isolamento affettivo e relazionale, che molti adolescenti e post adolescenti manifestano, chiusi nelle loro stanze ed in contatto con il mondo per lo più attraverso la rete: in queste modalità il vuoto costruisce la propria messa in scena e riedita il versante dei sintomi negativi della schizofrenia.   

Il nucleo del pensiero freudiano è ancora molto attuale, nonostante il tempo trascorso: il ruolo che l’inconscio gioca nel determinare la nostra vita cosciente e la sintomatologia psichica, ad esempio; il modello del transfert nella relazione con il paziente, da alcuni decenni arricchitosi con l’attenzione al controtransfert, soprattutto nel caso di patologie gravi come le psicosi ed i disturbi di personalità; l’interpretazione dei sogni e la costruzione del setting necessario alla cura, con uno spazio ed un tempo adeguati e con una sua regolarità, sono ancora aspetti validi del metodo psicoanalitico che ha origine in Freud.

Certo, molte sue affermazioni, come il modello energetico dell’apparato psichico, risentono delle concezioni dell’epoca. Nella psicoanalisi odierna la relazione con l’oggetto primario, la madre, è considerata come fondamento dello sviluppo psichico dell’individuo anche nei suoi aspetti di holding.

La durata del trattamento intensivo con molte sedute è però oggi in controtendenza con la velocità che caratterizza i nostri tempi globalizzati, per cui rende i tempi e le modalità della cura poco gradite ai ritmi contemporanei. Riconosciuta nella clinica istituzionale, pur essendo nata nell'ambito privato, la psicoanalisi si trova inoltre oggi a confrontarsi serratamente con altri approcci psicoterapeutici.

Dunque non si tratta di stabilire se la psicoanalisi sia attuale: certamente lo è in taluni casi. La vera domanda è se la psicoanalisi sia efficiente ed accessibile: in taluni casi risultati positivi si ottengono in minore tempo con altri approcci, che quindi sono più efficienti della psicoanalisi. Inoltre altri approcci sono più accessibili della psicoanalisi e quindi, per esempio, più utilizzabili nei confronti di settori più diversificati della popolazione e pertanto più versatili, in particolare nell'ambito del servizio pubblico.

Occorrono dunque nuovi strumenti e nuovi linguaggi per la mente di oggi e quindi vanno ridefinite le modalità e le metodologie di intervento in ambito sia teorico che clinico, con l'auspicio che ci sia un reale scambio ed una reale apertura tra modelli teorici e pratiche varie e diverse.


PM --> HOME PAGE ITALIANA --> ARGOMENTI ED AREE --> NOVITÁ --> PSICOTERAPIA-DOCUMENTI E COMUNICATI