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PSYCHOMEDIA
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Psicoterapia - Documenti e Comunicati



Ridere allunga la vita

Maurizio Mottola



Si è svolta venerdì 29 luglio 2011 al Club del Benessere di Napoli la conferenza Ridere allunga la vita, promossa dall'Associazione Psichiatri e Medici Psicoterapeuti.  Mentre un antico detto popolare -quanto mai appropriato- afferma "Il riso fa buon sangue", Sigmund Freud aveva definito la risata "starnuto mentale", che libera la mente e le energie creative, spesso assorbite da ansie e preoccupazioni quotidiane e quindi favorisce l'armonizzazione psicofisica. La risata stimola il rilascio di endorfine (denominate ormoni del benessere), che regolano l'umore e la percezione del dolore (favorendo un'azione antidolorifica) ed attivano inoltre i linfociti T, le cellule che difendono l'organismo dall'aggressione di virus e batteri, ed infine favoriscono l'ossigenazione del sangue e quindi di tutti gli organi, migliorando la respirazione ed il tono muscolare. Chi ride impegna fino a 80 muscoli (contro i 20 messi in azione dal pianto). L'umorismo è un intervento comunicativo, che al di là dei suoi specifici contenuti ottiene il risultato di spiazzare l'interlocutore dal suo proprio stato emotivo-cognitivo. Cioè il messaggio di tipo umoristico scatena nel soggetto un processo elaborativo interno, che allontana chi lo riceve dal suo punto focale, proponendogli un punto focale diverso. L'effetto dell'uso dell'umorismo in psicoterapia è di tipo decostruttivo e provocativo allo stesso tempo. Interferisce con la rigidità dei costrutti disfunzionali del soggetto (che gli procurano sofferenza) e nello stesso tempo genera possibili risposte di costruzione di altre modalità reattive più funzionali (e quindi che non procurano sofferenza o determinano minore sofferenza). Pertanto l'umorismo si poggia su di un assunto di "insensibilità", in quanto se l'interlocutore si pone in una posizione di confluenza con i vissuti del soggetto non può proporgli con efficacia un altro punto di vista, che lo spiazzi dalla posizione esistenziale problematica, indirizzandolo in una momentanea e salutare confusione, da cui possono prodursi altri e diversi schemi di atteggiamento e di comportamento più funzionali per il suo equilibrio. Dunque, l'umorismo ha la capacità di ristrutturare l'individuo, consentendogli di accedere ad altre posizioni non attraverso il lungo percorso delle argomentazioni -che agisce a livello logico-, ma piuttosto attraverso l'accesso immediato e diretto alla creatività ed all'intuizione, che possiedono prerogative di cambiamento maggiori dei meri ragionamenti. Però l'umorismo incontra delle aree di "intoccabilità" -sia a livello individuale che a livello collettivo-, che possono essere le più disparate: la morte, la salute, l'appartenenza, l'affettività, la sessualità. Più sono molteplici tali aree, più il soggetto è refrattario all'umorismo e dunque in un certo qual senso anche al cambiamento. Perciò, se la scarsa permeabilità all'umorismo è diffusa, può anche divenire un indicatore del grado limitato di disponibilità al cambiamento di un'intera collettività in ambito socioculturale, così come del singolo individuo in ambito psicoterapeutico.


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