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Intimità e crisi di coppia: conversazione con Antonio Acerra

Maurizio Mottola



Sabato 26 novembre 2011 si è svolto ad Avellino il seminario Intimità e crisi di coppia. Dalla consulenza al processo terapeutico, organizzato dalla sede avellinese della Scuola Romana di Psicoterapia Familiare (SRPF), al cui direttore didattico scientifico -lo psichiatra e psicoterapeuta Antonio Acerra- abbiamo posto alcune domande.

- Di che cosa ha trattato il seminario Intimità e crisi di coppia. Dalla consulenza al processo terapeutico?

Pur rendendoci conto che la problematica è complessa per le variabili sociali, antropologiche, culturali e di costume, la prospettiva scelta è stata quella del disagio sempre in aumento della coppia che non sempre traspare e trova una adeguata enfasi, così come avviene per lo spread. La Scuola ha inteso per esperti del settore affrontare il tema essenzialmente per gli aspetti legati al riconoscimento, alla prevenzione e cura del disagio della coppia, individuando quelli che sono i marcatori del disagio emotivo come quelli del benessere della coppia, in sintesi lo "spread" che fa la differenzia fra le coppie. Nel lavoro psicoterapeutico, sia di consulenza che di terapia familiare, infatti, una delle difficoltà che le coppie riportano è quello di non sperimentare più l'intimità. Ma perché l'intimità è così importante per la coppia e che ruolo ha la famiglia nell'esperienza dell'intimità? Quali resistenze oppone e quali gli elementi facilitanti che affiorano già all’interno di una consulenza? Spesso l'obiettivo di migliorare l'intimità è un fatto scontato, che non richiede ulteriori spiegazioni. Molti terapeuti assumono che facilitare l’esperienza dell’intimità  sia la via maestra al miglioramento della relazione. Ciononostante, se consideriamo le variabili etniche, socio-culturali e storiche della relazione di coppia, si è colpiti dalla elusività del fenomeno dell'intimità e, allo stesso tempo, dal suo potere ed attrattiva. Il seminario si è proposto lo scopo di comprendere questo tipo di esperienza ed integrarla nell'intervento con la coppia, rimuovendo gli ostacoli di natura relazionale, intrapsichica e/o interpersonale, che non consentono all’interno del processo terapeutico la realizzazione di una interazione intima.

- In un periodo di crisi come l’attuale che funzioni stanno svolgendo coppia e famiglia?

Sullo sfondo nello  scenario internazionale  della crisi dei mercati con le conseguenti ricadute sull’economia e sulla finanza globale, emerge lo spread come unità di misura che quotidianamente irrompe nella nostra vita per tenerci informati e aggiornati in tempo reale, ma  se rivolgiamo l’attenzione alla nostra vita emotivo-affettiva, la  percezione collettiva, indotta dalle informazioni dei media, amplifica la crisi economica al punto tale che si rischia di compromettere la nostra sensazione di benessere, minacciato dagli effetti della crisi a cui andremo incontro nel futuro. Ma  se si passa dallo scenario del mondo esterno a quello del mondo interno dell’individuo, che non sempre appare se non "nei luoghi di cura" dell’anima, una nuova crisi si presenta agli occhi del terapeuta, prima latente poi sempre più manifesta, la crisi del "sistema coppia" per la quale occorre comunque però trovare una unità di misura sia del disagio che del benessere, minacciato come è sia nelle "cose dell’amore" (innamoramento e sessualità) sia del suo tempo di sviluppo nel ciclo vitale. Due dati di ricerca ci sembrano rilevanti a conferma di ciò: da una parte l'aumento dei single dall'altra le proiezioni per il futuro sulle nascite (dati ISTAT rielaborati dalla Società Italiana Ospedaliera Sterilità - C. De Stefano), come se il sistema coppia manifestasse la sua “crisi interna” modificando la sue funzioni principali: i modi di stare "insieme" (aumento dei single) e i cambiamenti nella funzione riproduttiva (indicatori di natalità e fecondità).

- Decine di migliaia di psicoterapeuti (in prevalenza con laurea in Psicologia e però pure un consistente numero con laurea in Medicina e Chirurgia): come poter utilizzare questo patrimonio di competenze per incrementare il benessere psichico e la salute mentale del cittadino, della coppia e della famiglia?

L’idea forse abbastanza originale e anche in controtendenza deriva dalla considerazione che le competenze professionali acquisite dagli psicoterapeuti di coppia e famiglia, come la potenza di un motore, (epistemologico in questo caso) possano consentire un benessere psicologico più efficace e anche meno “costoso” di altri interventi, che le agenzie sanitarie -e non- attualmente propongono e che nell’applicazione trovano limitazioni, di ordine burocratico e di contesto istituzionale; pertanto sarebbe auspicabile che tali competenze fossero messe a disposizione con modalità “gratuita e volontaria” per consentire non solo una più ampia diffusione di benessere alla popolazione e agli utenti dei servizi, ma anche a chi li eroga, per quella quota di benessere derivante dal sentirsi “parte attiva”, ma anche propositiva e interattiva in senso trasformativo, all’interno del contesto sociale. In sintesi, una nuova mission più di natura culturale.


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