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Psicoterapia - Documenti e Comunicati



Conversazione su "Cinema Mente e Corpo" con Ignazio Senatore

Maurizio Mottola


Nell'ambito della IV edizione della rassegna cinematografica Il Cineforum del dottor Freud (Napoli, 10-11-12-13 marzo 2010), l'ideatore Ignazio Senatore, psichiatra e psicoterapeuta ad indirizzo psicodinamico, ha presentato sabato 13 marzo 2010 il suo ultimo libro Cinema Mente e Corpo (Zephyro Edizioni, pagine 512). In merito gli abbiamo posto alcune domande.

Di cosa tratta il libro Cinema Mente e Corpo?

"Cinema, mente e corpo" segue idealmente il percorso intrapreso nei precedenti volumi. Se nel 1998 ne "L'analista in celluloide" avevo proposto una rilettura dei codici seriali e stereotipati della rappresentazione dello psichiatra e dello psicoanalista sullo schermo, in "Curare con il cinema" (2002) un accorato omaggio alla Settima Arte, ne "Il cineforum del dottor Freud" (2004) una rivisitazione dei rapporti tra psiche ed il cinema classico americano ed in "Psycho cult" (2006) un'originale riscoperta dei B-movie italiani e stranieri degli Anni Sessanta e Settanta, in questo libro analizzo i film che lambiscono i territori cari alla psicopatologia.

Il volume, diviso in due sezioni, strizza l'occhio al Diagnostic and Statistical Manual of Menthal Disorders (DSM) e propone più di 500 di pellicole legate alle diverse patologie mentali: dall'alcolismo ai deliri di gelosia, dai disturbi di personalità alle perversioni sessuali, dalla depressione alla follia. Nella seconda parte analizzo quei film che ruotano intorno alle tematiche legate al corpo ed alle malattie, dal cancro all'AIDS, dalla demenza all'amnesia. Le pellicole esaminate spaziano dal cinema muto a quelle dei giorni nostri, attraversano diverse cinematografie e sono state scelte non solo in base alla loro innegabile potenza visiva, ma anche per la loro perfetta aderenza alle patologie prese in esame.

Come valuta l'attuale rapporto tra realtà fattuale e trame narrative dei film?

Sin dagli Anni Cinquanta si è acceso un dibattito sulla presunta contrapposizione tra le due culture, in opposizione: quella dei letterati e degli scienziati, a cui è susseguita quella tra realtà fattuale e virtuale. Se è vero, come sottolineava Sartori, che l'uomo da "sapiens" è diventato "videns", in un era in cui predominano i mass media occorre filtrare ogni informazione, vigilare sui pericoli legati ad un'informazione che può essere, giorno dopo giorno, sempre più manipolata e manipolabile.

Per quanto riguarda il cinema sono sempre vive le diverse anime che lo hanno caratterizzato sin dalla sua nascita, legate allo storico dualismo tra Melies, regista visionario, autore di storie di fantasy, in grado di mettere in moto l'immaginario dello spettatore ed i fratelli Lumiere, fedeli custodi di un cinema "verista" e fortemente aderente alla realtà. Al di là delle cifre stilistiche di ogni autore, il cinema resta a tutt'oggi un grande narratore di storie e -novello Sheherazade- continuerà sempre ad appassionare milioni di spettatori.

Ad oltre 70 anni dalla morte di Sigmund Freud (23 settembre 1939) cosa ritiene sia attuale e cosa sia invece inattuale nella psicoanalisi?

A tutt'oggi Sigmund Freud resta uno dei più grandi pensatori dell'umanità ed un punto di riferimento per tutti i clinici. Dalla sua morte diversi psicoanalisti (Ferenczi, Rank, Klein, Winnicot, Bion, Lacan) hanno proseguito il suo pensiero e contribuito ad allargare le conoscenze sulla mente.

Nel tempo sono tramontate l'idea del trauma come primo movens della malattia mentale, è stato rivisitato il complesso edipico, i sogni dei pazienti vanno riletti con meno ortodossia di un tempo, le sedute settimanali di un trattamento analitico sono ridotte di numero, ma nel complesso il pensiero freudiano mantiene una straordinaria modernità anche perché è stato uno dei più grandi narratori di storie.


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