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PSYCHOMEDIA
Telematic Review
Sezione: Progetto PIT - PSICHIATRIA
INFORMATICA E TELEMATICA


Area: Informatica clinica


I Sistemi Informativi nel settore pubblico
(produttori di conoscenza nei processi di evoluzione-produttivi)


di Giovanni Cozzolino e Giacomo Pieraccioli*



Premessa:

Occorre innanzi tutto operare un doveroso quanto essenziale distinguo tra Sistema Informativo (S.I. ) e Sistema Informatico, in quanto quest’ ultimo, nella realtà, risulta essere un sotto-sistema inglobato nel primo di cui è parte funzionale insostituibile.
Il S.I. è la struttura in grado di esprimere le capacità di utilizzare informazioni di qualsiasi genere e di qualsiasi entità e tipologia, in un qualsivoglia modello comunicativo, e trasformare le stesse in processi produttivi di varia natura e tendenti a i più vari obbiettivi della vita sociale.
Ciò premesso una analisi più approfondita del significato etimologico di questi termini appare essenziale per poterne comprendere appieno la funzione sociale e produttiva nonché strategica che esso ricopre in una qualsiasi realtà.

Suddividendo i due termini : Sistema e Informazione si ottengono altrettanti significati che, collegati , esprimono una realtà basilare nell’attuale momento storico per la stretta simmetria con i processi economici generali .
Viceversa, per quanto riguarda il sottosistema informatico, esso non deve essere considerato, nell’accezione del termine, come in sottordine gerarchico al primo ma, un componente essenziale e funzionale del processo più vasto che abbraccia l’intero universo dell’informazione, quest’ultimo inteso come fine evolutivo contenente gli strumenti principali della conoscenza.

Per “Sistema” (secondo T. Parson) si deve intendere, da un punto di vista sociologico, un insieme interrelato di parti capace di autoregolazione e in cui ogni singola di esse svolge una funzione necessaria alla riproduzione dell’intero sistema.
Ogni sistema deve essere in grado di svolgere almeno queste quattro funzioni basiche :

1. adattamento all’ambiente
2. definizione dei propri obbiettivi
3. integrazione delle parti componenti
4. conservazione della propria organizzazione

la definizione di S. che ne dà Parson si rivolge quindi non ai singoli soggetti ma ai ruoli specifici, cioè a modelli di comportamento regolati da norme ed orientati all’espletamento di una funzione.

Per il significato di “Informazione”, secondo un processo storico-etimologico del termine si può evincere che informatione è un parole derivante dal latino medievale, che significherebbe “dare forma alla mente”, insegnare, disciplinare, istruire, non è chiaro come questo significato abbia poi influenzato il termine “informazione” ma forse vi si può risalire dal greco, dal termine “morfè” che corrisponderebbe al significato italiano di “formare” e al termine “ eidos” “idea” nascerebbe quindi il sintagma “ morfeidos” cioè “formare idea” cioè dare forma all’idea, dalla quale nasce una azione seguente, da qui si produrrebbe a sua volta il concetto “formare idea e azione” radice del concetto terminologicamente definibile in “formazione” supportato dal suffisso greco “en” traducibile nel significato “in” da qui, in ultima elaborazione , nascerebbe il termine : “informazione”.

Il Sistema Informativo quindi è un organico costrutto, un gruppo sociologicamente e tecnologicamente connotato di soggetti orientati verso la ricezione, elaborazione e produzione di informazioni che attraverso un processo analitico divengono poi conoscenza o conoscenze.

Tali conoscenze servono a realizzare cicli produttivi di qualsivoglia genere, spendibili in qualsivoglia campo dell’attività umana.
La strutturazione di tale sistema va sempre più specializzandosi attraverso ruoli interni che vedono il sorgere in questo gruppo di soggetti possessori
di conoscenze tecnologiche e di tecnologie particolari, atte a rendere il sistema sempre più raffinato nella sua funzione rivolta verso i suoi obbiettivi produttivi.

Il Sistema Informativo e l’Economia della Conoscenza :

Similmente a un qualsiasi altro sistema produttivo, il S.I. ha il suo ciclo produttivo, con le sue caratteristiche primarie, e la materia prima di cui abbisogna per porre in essere il suo prodotto.
Nella fattispecie la materia prima di cui si rifornisce è “l’informazione” o più semplicemente il “dato” . il termine dato dal latino datum letteralmente significa “fatto” ed è una descrizione elementare di una “cosa”, spesso codificata, di una transazione, di un evento di varia tipologia .
L’elaborazione di diversi dati da origine alla conoscenza di una informazione, e da questo momento che inizia l’elaborazione della “materia prima” di cui il sistema si rifornisce. La prima selezione dei dati in entrata nel Sistema vede una suddivisione
di dati ordinati per categoria :
• dati semplici (elementari) si pensi a un parola , un numero, un segno
• dati composti (strutturati) composizione di dati semplici.
In questa fase ha inizio la genesi economica della conoscenza. L’informazione una volta codificata e resa comprensibile secondo un linguaggio ordinario, produce conoscenza, la quale va gestita ed indirizzata ottimizzata allo scopo di renderla massimamente produttiva nei cicli seguenti, nei quali diventerà poi azione sull’ambiente , sulle persone, sulla società , sugli stili di vita, sulla cultura, trasformandosi poi in esperienza e kow how di ricaduta nel processo, o nei processi evolutivi generali.
Il cuore del ciclo elaborativo di un S.I. non è quindi la codifica del dato, ma la elaborazione e la gestione dello stesso una volta che l’informazione diviene conoscenza in senso lato.
Un raffronto esemplificativo si può fare prendendo ad esempio il ciclo produttivo degli idrocarburi , la cui materia prima è rappresentata dal petrolio che , una volta acquisito in raffineria diviene poi nafta, benzina, benzina super-raffinata, e altro. La medesima cosa avviene nell’economia della “raffinazione” ed elaborazione del dato che diviene poi informazione, conoscenza, conoscenza specifica, e suddividibile poi a sua volta in tutte le varie branche del sapere.
Indirizzare poi queste conoscenze nei vari ambiti dove esse possono essere massimamente utilizzate è compito specifico legato al principio economico della suddivisione della conoscenza.

L’evoluzione storica dei Sistemi informativi :

il S.I. è figlio del XX secolo.
E non vi alcun dubbio che esso è legato, nella sua genesi, alla progressione esponenziale dell’avanzamento tecnologico dei mezzi di automazioni e computazione elettrici/elettronici.
L’aspetto tecnologico ha fatto si che in molti siano caduti , fatalmente, nell’errore di considerare questi sistemi come, sostanzialmente, regni tecnologici avanzati legati unicamente alle capacità computazionali.
Un mondo quindi di macchine slegate dal loro creatore umano, e con esso in competizione, o addirittura ad esso superiori. Non si può negare che il progresso tecnologico abbia reso possibile questo mito, in parte enfatizzato dalla spettacolarizzazione delle capacità di queste macchine di rendere possibili calcoli ad una velocità neanche sognabile da un matematico per quanto bravo. Una certa cultura romanzesca e romanzata, attraverso soggetti anche cinematografici, ha reso sempre più possibile l’errore che il mito si sia avvicinato alla realtà sino quasi a sovrapporsi ad essa in modo mimetico, tanto da rendere impossibile all’uomo comune scindere l’intelligenza e lo spirito che gli appartiene da quello di una sua creatura largamente più imperfetta del suo inventore.
Quasi nessuno oggi sarebbe ancora in grado di affermare che un computer, anche il più potente del mondo e solo un “cretino veloce” se paragonato alla mente umana.
Ma resta un fatto imprescindibile che il supporto dato dall’informatica nell’economia complessiva del S.I. ha una importanza operativa non sostituibile.
Parimenti, ma sicuramente super-partes a questo, l’elemento “umano” è l’insostituibile paradigma che, all’interno del sistema riguarda l’intera gestione elaborativa, ed il risultato finale dell’intero apparato.

Nella evoluzione dei sistemi informativi si è andato progressivamente sviluppando un parallelismo nel quale la figura dell’analista di sistema, del programmatore di software, e dei tecnici di hardware sono andati occupando settori specifici non sostituibili rendendo l’intero sistema sicuramente funzionale, ma poco duttile da un punto di vista operativo.
A livello aziendale privato il S. I. è andato acquisendo sempre più valenza propulsiva soprattutto nelle aziende di prima grandezza che, adottando dall’esperienza americana, hanno devoluto ad esso il settore strategico delle ricerche di mercato e di (marketing. Settoriale)
Sostanzialmente tra gli anni 80’ e 90’ le aziende, anche le piccole, con un complessivo di 10/14 dipendenti hanno attivato un sistema informativo atto alle loro esigenze produttive.
Nei grandi complessi legati alle aziende pubbliche l’evoluzione dei S.I. ha avuto una storia più variegata e sicuramente meno pragmatica rispetto al settore privato. Essendo molto più vasto l’universo da indagare, e dal quale riceverei dati, le difficoltà primarie hanno avuto come ostacoli l’uniformazione dei linguaggi, ma anche l’omogenizazione dei programmi e a volte anche la priorità negli obbiettivi strategici.
L’aspetto analitico dell’informazione, ha preso il posto del solo modello telematico-informatico, per cui professionisti esterni al mondo dell’informatica, ma interni a scibili quali la comunicazione, l’analisi sociologica e psicosociologia hanno di recente posto nuove basi nell’operatività dei S.I.
Scienze come la statistica, la sociologia, o la psicologia, ha sicuramente spostato la dimensione del sistema dalla pura definizione di dati, a quella estremamente più vasta di “analisi sistemica dell’informazione” o “diagnosi sociologica” ed in altri sottosistemi di queste due realtà.
L’operatività a livello pubblico di un S.I. parla più propriamente di processo di progressiva diminuzione del livello di Entropia nell’universo dell’informazione visto come universo caos logico iniziale. E’ questa la realtà, che sempre più, nell’immediato futuro sarà materia di intervento.

La teoria entropica dell’informazione :

similmente alla legge della termodinamica il livello entropico diminuisce al variare in basso della temperatura, nell’universo dell’informazione come si può diminuire il livello di entropia ? Definiamo il concetto di entropia dell’informazione nel suo disordine iniziale naturale. Tale disordine rende non utilizzabile
sicuramente esiste un livello entropico nella comunicazione dell’informazione, similmente alla 1° legge della termodinamica. L’aumento della certezza dell’informazione, nel senso del suo significato, e della sua spendibilità in altre dimensioni , determina un abbassamento del suo livello di entropia.
Schematicamente l’insieme di dati (definito in termini comunicativi “catena” ) da origine ad una “informazione” presente in un c.d. “segnale aleatorio” . L’informazione in se ha carattere neutro, tale carattere non agisce immediatamente sul livello entropico.
Secondo il primo ricercatore occupatosi di questa teoria, Claude Shannon, l’entropia nella galassia più vasta della teoria dell’informazione, “ misura la quantità di incertezza o informazione presente in un segnale aleatorio, che può essere interpretata anche come la minima complessità descritta di una “variabile aleatoria” , ovvero il limite inferiore della comprensione dei dati”.
Resta l’interrogativo primario sulla di munizione del livello di entropia informativa, tale quesito si risolve nell’analisi delle informazione e nella codifica delle stesse in un metodo ed un linguaggio comprensibile.
Il processo quindi interno al S.I., riguardante la sua attività primaria, cioè analisi, interpretazione, applicabilità della informazione “raffinata” nei diversi campi operativi . in questo ultimo passaggio sarà la già citata economia dell’informazione a fare il resto.
Parallelamente a questo un ulteriore passaggio è rappresentato dalla c.d. storicizzazione dell’informazione. In questo processo sono impegnate professioni statistiche e squisitamente informatiche per la conservazione delle “catene” non che delle informazioni “neutre” l’utilizzo di questo tipo di serbatoio di informazione viene posto in essere nei trend di lungo , ma anche di medio periodo, allo scopo di scoprire, possibilmente prevedere, eventi o mode ciclicamente ripetibili .
Lo scopo essenziale di un processo di storicizzazione consiste, in senso utilitaristico, nella possibilità che l’entropia delle sorgenti con “memoria” è ragionevolmente minore dell’entropia di una sorgente senza memoria. In certa misura, come sanno bene gli statistici , i messaggi emessi dipendono in certa misura da quelli emessi precedentemente, il che li rende più prevedibili .

Conclusioni :

in ambito pubblico, i S.I. assurgono ad importanza sociale, oltre che strategica per il funzionamento aziendale .
Basti pensare al settore della Sanità e ai servizi satellitari a questa connessa, per avere una immagine della enorme importanza che questi servizi hanno sia per gli stili di vita che per la vita stessa di milioni di persone.
Nonostante questo possa considerarsi una realtà oggettiva in tutti i paesi occidentali, non sempre, in Italia, questo settore viene utilizzato secondo al sua importanza e le sue potenzialità operative.
Spesso male o sottoutilizzato, esso dovrebbe, in particolare, nei sistemi –cardine, come quello sopra menzionato, ricoprire un incarico e un potere valutativo molto più ampio di quello attuale.
L’epowerment di cui il S.I. è portatore ha, di fatto, ricadute profonde sia nel tempo che nello spazio, atte a supportare decisioni a livello di massimi sistemi decisionali in primo luogo quello politico.
E quindi auspicabile una riconsiderazione del suo operato in senso vasto e poliedrico nel’ambito delle aziende sanitarie, allo scopo di elevare il livello funzionale delle stesse nell’interesse generale dei sistemi sociali a cui esse fanno riferimento,e più generalmente per salvaguardare il benessere collettivo e i processi evolutivi ad esso collegati.

(*)Responsabile della sezione aziendale U.O. Tecnologie e Procedure Informatiche e Sistemi Informativi
ESTAV Centro - Azienda USL 3 di Pistoia

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