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PSYCHOMEDIA
Telematic Review
Sezione: MEMORIA E (TELE)COMUNICAZIONE

Area: Mass Media

I Professionisti dell’Informatica
(La preparazione, la passione, la fascinazione, la dedizione)

Carla Buonamici - Giacomo Pieraccioli - Giovanni Cozzolino



“… L’analista e il Programmatore, sono i moderni Sciamani..essi parlano agli spiriti delle macchine, ed è solo per loro tramite che le macchine parlano all’uomo, e si pongono al Suo servizio ..”

Premessa: siamo talmente abituati a questa nuova linfa vitale chiamata informatica, da dare per scontato che il digitare o premere i tasti di una tastiera ci possa connettere con tutte le dimensioni del mondo.
Pochi o nessuno si chiede chi sono le persone, i professionisti, i maghi, i “cervelloni” che rendono possibile tutto questo.
Forse, a volte, ci poniamo questo l’interrogativo, ma esso ci appare lontano e poco percorribile, quasi una realtà staccata dal nostro quotidiano.
Nella maggioranza dei casi gli informatici ci appaiono come soggetti “particolari” dotati di una genialità pazzoide e solitaria, quasi esseri mitologici metà uomini e metà computer, una specie di androidi che, tutto sommato non hanno le stesse passioni di noi uomini comuni.
Quasi che la passione che li divora per questa scienza e per questa tecnologia li allontanasse dai dolori, dai piaceri, dalle paure, e dalle vicissitudini della stragrande maggioranza della gente. Insomma sostanzialmente o degli “sfigati” o dei criminali.
Sicuramente certa cinematografia ha dipinto questa figura di professionista fissandosi quasi unicamente sul personaggio dell’Hacker, definendo la figura di questo professionista in modo pittoresco , fantasioso, direi leggendario … ! Per ammantarla di caratteristiche spesso irreali e, sostanzialmente deformandone in modo spettacolare le caratteristiche culturali e professionali.
Di là dalle leggende cinematografiche la realtà è ben più complessa e multiforme.
Va puntualizzato che per formare un professionista esperto in questo settore occorrono anni dopo i quali non smettono in concreto mai di aggiornarsi, e di studiare, come in tutte le professioni ma, con la peculiare differenza che questa è una scienza la cui evoluzione applicativa è dieci volte più veloce che in qualsiasi altro settore.
Il Cinema ci ha abituati, quindi alla figura quasi romantica dell’Hacker come “pirata informatico” un personaggio a metà tra Robin Hood e il corsaro Francis Drake in chiave moderna. Ovviamente nella realtà le cose non stanno così.
L’universo scientifico dell’informatica è materia di dominio da parte di grandissimi gruppi industriali ed economici all’interno dei quali esistono veri geni (vedi Bill Gates) e molti altri che, anche senza aver accumulato le favolose fortune del primo, sono senza dubbio nel novero delle menti più eclettiche e brillanti di questo tempo.

Le due facce del mondo informatico: a livello scientifico il futuro sviluppo di questa scienza è realmente sconfinato.
Il solo pensare a quanti e quali orizzonti potrebbero essere raggiunti nell’arco dei prossimi dieci o venti anni può far impallidire l’uomo della strada.
Si pensi, solo per un attimo, ai satelliti in orbita intorno a Marte, le sonde scese e operanti sul suolo dello stesso pianeta, le nanotecnologie, i modelli di comunicazione completamente rivoluzionati e ancora in evoluzione, e quanto altro ancora si possa immaginare. Il mondo industriale ha compiuto un salto epocale di sviluppo, le aziende piccole o grandi hanno velocizzato i loro modelli imprenditoriali a livello planetario.
Al di la di questa visione vene è un’altra relegata molto più limitatamente alla realtà del sistema pubblico italiano. La Pubblica Amministrazione, italiana, in particolare la Sanità Pubblica sembra non aver colto se non forse, a macchia di leopardo, le possibilità e potenzialità di questo scibile applicativo, e del suo inestimabile patrimonio professionale accresciutosi nel tempo.
Pur ritenendo nel proprio ambito una consistente presenza di professionisti del settore, il S.S.N. non appare essere in grado di svilupparne appieno le potenzialità, spesso anzi ignorando o mortificando le professionalità esistenti.
Come si affermava prima, la formazione di un professionista del settore comporta una preparazione di base di altissimo livello, parimenti a una lunghissima formazione sul campo che prevede anni e anni di studio, sperimentazioni, pratica e tirocinio.
Tutto questo se è motivo di vera preoccupazione nel settore privato, che è disposto a pagare per tenersi cari i suoi più esperti informatici (difficilmente o impassibilmente sostituibili) sembra non avere o sortire nessun tipo di preoccupazione nel settore pubblico ove, raramente si è a conoscenza delle immense capacità e strategiche peculiarità di questi lavoratori, spessissimo inquadrati a livelli medi o medio –bassi.
Di là da quello che è una mera rivendicazione sindacale, si pone altre sì in ambito pubblico un quesito di carattere strategico che si dirama in due realtà oggettive: 1) lo storico ritardo, quantificabile in dieci/quindici anni dello sviluppo nel settore pubblico italiano dell’informatica intesa come scienza/tecnologia/professione.
2) l’utilizzo ottimizzato delle possibilità di ricerca/applicazione, attraverso le risorse esistenti proiettando le stesse in una nuova orbita massimizzandone le potenzialità .

Ipotesi di strategie perseguibili: la modernizzazione delle attività strategiche della P.A. passa dunque, necessariamente, da una valorizzazione e comprensione profonda dell’informatica in quanto scienza/tecnologia e dei suoi professionisti.
Tale terreno dovrebbe essere inteso nel senso più ampio e non quindi legato unicamente al lavoro interno alla P.A. similmente alla scelta di lavorare nel settore pubblico che alcuni professionisti (medici o altro) compiono, i professionisti informatici potrebbero agire su un piano nuovo costituendo un serbatoio di ricerca applicata continua, come produzione ,ideazione, applicazione di manufatti e di programmi applicabili all’interno delle strutture pubbliche, che avendo la possibilità di poter esportare tali artefatti in realtà esterne potrebbero introiettare il valore della vendita del prodotto riconoscendo al suo ideatore o al Team parte di tale ricavato.
Similmente una creazione nuova, prodotta da un professionista pubblico e sottoposta all’interesse dell’ente potrebbe essere acquistata dall’ente stesso e una volta sperimentata la sua validità generalizzarla proponendone l’applicazioni ad altri enti.
Lo scopo di questa ipotesi di comportamento lavorativo è duplice: da un lato s’incentiva l’utile a favore del maggiore e migliore funzionamento della P.A. , dall’altro si producono progetti e strumenti atti ad essere utilizzati a scopo di progresso scientifico, aumentano proporzionalmente l’introito economico sia dell’ente che di professionisti occupati nelle attività, senza praticamente esborso da parte pubblica.
L’effetto collaterale che si viene a creare nell’ipotesi di un siffatto comportamento da parte di un ente pubblico, è una grande incentivazione di crescita professionale per il professionista, spesso di giovane età, e un’esponenziale evoluzione del settore spinto da questo tipo d’incentivazioni.
Probabilmente l’ottica con cui s’immagina questa strategia è semplicistica e la realtà per poterla porre in essere è più complicata, ma è anche vero che l’attuale momento storico sembra prediligere la semplificazione dei processi e non sicuramente l’accettazione supina delle complicanze site, storicamente, nei precedenti schemi socio-economici.
Dovendo affrontare e superare una crisi economica che, oltre ad essere tale è soprattutto una crisi di sistema, l’innovazione dovrebbe prevedere una scioltezza e una facilitazione nei processi volti a tale scopo.

Il Ruolo e il merito: chi sono, o chi è l’esperto in informatica? Da un punto di vista psicologico come si potrebbe definire? Esiste uno stereotipo cui si possa legare? …
Abbiamo inizialmente parlato che nell’immaginario collettivo si ha una certa immagine stereotipata di questo professionista e di questa professione.
Come ogni stereotipo esso è limitante nella comprensione profonda della psicologia sia del soggetto professionista che della professione.
Per tracciare, o per tentare di tracciare un Profiler del programmatore, dell’analista o dell’esperto in informatica occorrono parametri identificativi di carattere anche statistico.
Limitandoci alla conoscenza empirica e diretta di queste persone una prima immagine che se ne può trarre è quella di :

un giovane di età compresa tra i 25 e i 40 anni in possesso di titoli di studio accademici (o equipollenti) dotato di una spiccata intelligenza intuitiva, di spiccate capacità comunicative, pragmatista ma creativo, spesso dotato anche di capacità contemplative e astrattive, con spiccato senso libertario, paradossalmente, poco incline a schemi rigidi di pensiero, viceversa a modelli armonici di pensiero, spesso non costante nell’applicazione lavorativa, ma anche in grado di grande dedizione per il lavoro, tendenzialmente dotato di un buon, spesso eccellente equilibrio psicofisico, condotto istintualmente a cercare risposte immediate a problematiche dirette, spessissimo amante della musica e delle arti comunicative (cinema, teatro, ecc) , tradizionalista per quanto riguarda i valori fondanti, quasi sempre esprimente onesta intellettuale.
Negli stili di vita è condotto con poche eccezioni alla dirittura morale, giacché la devianza non rappresenta per lui/lei l’armonia che viceversa costituisce la sua passione interiore.
L’universo emotivo-relazionale è più complesso, in funzione della citata intelligenza che lo rende, da un lato più sensibile della media, dell’altro più fragile e vulnerabile nei rapporti di coppia. Sostanzialmente quest’area può costituire un punto critico del suo universo psichico poiché la sensibilità di cui è dotato lo rende incline a provare sentimenti profondi e, altrettanto profondi dolori.
Altro aspetto che lo rende particolare, da un punto di vista sociologico, è la capacità di sviluppare un alto livello di “Noità”. ( *)

La meritocrazia è quindi l’unico strumento per quantificare, certificare, riconoscere il professionista del settore, qualunque altra strada non è percorribile.
All’interno di un CED (con quest’acronimo sono spesso definiti i laboratori d’informatica) vige una consuetudine, ma ormai tramandata come proverbio: “.. Quello che sai fare fallo subito, quello che non sai fare imparalo alla svelta..!”
Del resto non dobbiamo mai dimenticare che questa scienza si basa sulla matematica binaria ove lo spazio per l’incertezza non esiste.

Conclusioni: si sarebbe condotti a credere che questa sia una scienza in grado di produrre un paradigma filosofico di tipo nuovo.
Una struttura di pensiero volto al positivo ove l’incertezza e quindi la paura dell’ignoto sia fugata dalla certezza scientifica della via da seguire.
Comunque il 3° millennio ha bisogno di solidità, di conoscenza, e di nuove possibilità evolutive. Abbiamo tutti oggi bisogno che qualcuno ci prenda la mano e ci conduca in un tempo nuovo, in un pensiero nuovo, in una nuova realtà.
Per dialogare con questo nuovo e ancora misterioso spirito dei tempi NOI abbiamo quindi bisogno di …..Sciamani..!

*) Noità = termine sociologico indicante gruppo ristretto o anche ampio di soggetti condividenti: interessi, relazioni amicali o consanguinee, miranti collegati insieme per reciproca fiducia/solidarietà/affettività, perseguenti obiettivi comuni o modelli difensivi per nemico o nemici comuni.

Esempi più classici sono: la Coppia che conduce alla formazione di un nucleo familiare, una famiglia allargata, un piccolo reparto combattente, un ristretto team di ricerca scientifica costituito da amici di lunghissima data. Nei modelli sociali devianti il fenomeno mafioso rappresenta una Noità molto forte con i patti di sangue delle “famiglie”.


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