PSYCHOMEDIA Telematic Review
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Sezione: MEMORIA E (TELE)COMUNICAZIONE
Area: Mass Media
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Psicologia e Social Network
Considerazioni teoriche sulle ragioni di un successo
Eddy Chiapasco*, Giacomo Crivellaro**, Fabio Veglia***
In Italia sono quasi 28 milioni gli utenti che si collegano a Internet (Audiweb, 2012) e le persone che si collegano al social network più famoso, Facebook, sono quasi 22 milioni.
Nel nostro paese quindi, gran parte della popolazione online, quasi il 40% della popolazione generale, ha un account su FB (Internet World Stats, 2012) che viene utilizzato per mettersi in contatto con i vecchi amici, per incontrarne di nuovi, per informarsi e condividere informazioni, cercare un partner o pubblicizzare la propria attività. Con l’avvento di Facebook sembra che gran parte delle attività relazionali, che fino a non molti anni fa erano esclusivamente offline, si siano ora trasferite sul web.
Lo scopo di questo articolo è quello di approfondire la conoscenza di questo fenomeno e di riflettere sulle ragioni psicologiche del suo successo sociale.
Da un punto di vista generale si può dire che Facebook sia un servizio basato su una piattaforma tecnologica ad accesso limitato (include una serie di protezioni che garantiscono all’utente di poterne controllare in via esclusiva una serie di attività) che permette di inserire online alcuni contenuti a sfondo personale o di cultura generale e di condividerli con una serie di persone con le quali l'utente ha scelto di mantenere un contatto (gli 'amici') attraverso la piattaforma tecnologica stessa.
Facebook fa parte di una tipologia di siti denominati Social Network Sites (SNS, letteralmente 'Siti di Reti Sociali'), che sono stati definiti come "servizi basati sul web che permettono alle persone di costruire un profilo pubblico o semi-pubblico all'interno di un sistema delimitato, articolare una lista di altri utenti con cui si condivide una connessione e di vedere e scorrere la propria lista di connessioni e quelle di altri utenti all'interno del sistema" (Boyd & Ellison, 2007).
Nonostante Facebook sia il primo Social Network Site a raggiungere queste dimensioni planetarie ne esistono altri, alcuni dei quali (come CyWorld in Korea del Sud o StudiVz in Germania) competono in popolarità in ambito locale e altri ancora che competono in popolarità in ambiti specifici (come, ad esempio, Linkedin).
Quali sono i motivi del successo di questi Social Network Site? Alcuni studiosi hanno cercato di capire quali siano le ragioni che spingono una persona a iscriversi ad un Social Network; uno di questi (Boyd, 2008) ha mostrato che gli adolescenti sembrerebbero entrare a far parte di questi siti principalmente per rimanere in contatto con i propri amici, dal momento che anche questi ultimi li utilizzano per comunicare. La fascia di maggior utilizzo sembrerebbe essere quella che include gli adolescenti e i 'giovani adulti', cioè le persone di età compresa, approssimativamente, tra i 18 e i 25 anni di età (Hargittai, 2008), che usufruiscono di Facebook soprattutto per mantenersi in contatto con persone che conoscevano in precedenza e che vedono più raramente, o con persone che incontrano quotidianamente anche offline (Ellison et al., 2007); più raro sembra essere l’utilizzo con l’obiettivo di formare nuove amicizie.
Il fatto di rendere pubblica una serie di informazioni personali (dati anagrafici, foto, gusti musicali e letterari, ecc.) potrebbe inoltre agevolare lo scambio di feedback reciproci e il crearsi e svilupparsi di nuove amicizie, ovvero, in ultima analisi, consentire il soddisfacimento di bisogni quali quelli sopra descritti, molto radicati nelle persone di questa fascia d'età (Pempek et al., 2009). Le persone sembrano infatti ricavare un senso di benessere dalla propria capacità di mantenere e implementare la propria rete sociale (Parks, 2007), sia nel caso in cui si tratti di relazioni dalle quali ricevere supporto nei momenti di difficoltà, sia nel caso in cui si tratti di persone con cui condividere attività e momenti di relax (Rook, 1987). Inoltre Facebook permette di avere sempre a portata di mano una lista di persone con le quali, in qualche modo, è stato intrattenuto un qualche tipo di rapporto e, dato che tale lista è pubblica, fornisce a sé, ma anche agli altri, una descrizione del titolare del profilo attraverso la cerchia di conoscenze che possiede (Donath & boyd, 2004).
Facebook sembra quindi essere sostanzialmente uno strumento finalizzato ad intessere relazioni.
Il bisogno di essere in relazione è stato oggetto di una mole considerevole di ricerche in ambito psicologico.
Liotti (1995/2005), ad esempio, partendo dalla visione a tre stadi dei fondamenti evoluzionistici della mente umana proposta da MacLean (1973, 1985), individua un’ architettura della motivazione umana suddivisa in livelli.
Il livello di base (rettiliano), costituito dai sistemi che controllano i comportamenti e le funzioni fisiologiche necessari alla sopravvivenza è, secondo l’autore, comune a tutti i vertebrati.
Il secondo livello dell’architettura motivazionale (limbico) è presente in tutte le specie di mammiferi e fa riferimento agli aspetti sociali dell’esistenza. Esso comprende al suo interno il sistema dell’attaccamento, dell’accudimento, della sessualità di coppia, della competizione e della cooperazione paritetica.
L’autore individua poi un terzo livello (dell’intersoggettività e delle motivazioni epistemiche) che fa riferimento alle strutture neocorticali e che include le tendenze alla condivisione dell’esperienza soggettiva (intersoggettività), all’uso del linguaggio e alla costruzione di strutture di significato che caratterizzano il genere umano (Liotti, Ardovini, 2008; Tommasello, 1999; Tommasello et al.,2005).
I sistemi motivazionali di base (rettiliani) e i sistemi motivazionali interpersonali (limbici) assolvono a funzioni circoscritte e ben delimitate nell’interazione tra organismo e ambiente (Liotti et al, 2008). L’attività della motivazione intersoggettiva sembra invece essere connessa ad una coscienza di ordine superiore (Edelman, 1989; Liotti, 1994/2005) o coscienza intersoggettiva (Stern, 2004), che richiede necessariamente la capacità di instaurare un dialogo esterno o interiorizzato, con un interlocutore, sia esso concreto o potenziale. “Se la coscienza emerge solo dal confronto fra sé e l’altro interiorizzato, allora la dimensione dell’intersoggettività è sempre presente fino a che si è coscienti” (Liotti et al, 2008). La motivazione intersoggettiva non viene dunque attivata da un particolare stimolo e non esiste una meta biosociale che, raggiunta, ne faccia cessare l’azione; “fino a che siamo svegli, siamo sempre, anche nei momenti di attività solitaria, in attesa di uno scambio intersoggettivo”. (Ibidem).
Secondo Baumeister e Leary (1995) esiste il bisogno di relazioni frequenti e affettivamente piacevoli con poche altre persone, e queste interazioni devono svolgersi nel contesto di una cornice di reciproca attenzione e cura nei confronti del benessere dell'altro. Questo bisogno è stato denominato bisogno di appartenenza, e costituisce una necessità primaria dell'essere umano, la cui frustrazione può portare malessere e angoscia. Le due caratteristiche del bisogno di appartenenza però non si sovrappongono; le interazioni frequenti e affettivamente piacevoli non necessariamente sono inserite in un contesto di cura per l'altro, e viceversa. Per questo motivo, nonostante le fonti di soddisfazione del bisogno di appartenenza possano essere molteplici, le persone sono piuttosto restie a lasciare morire le relazioni. Il bisogno di appartenenza dà quindi luogo ad una serie di pratiche sociali finalizzate ad evitare il decadimento delle relazioni interpersonali, anche qualora queste ultime dovessero passare attraverso un allentamento dei rapporti. Da questo punto di vista Facebook consentirebbe di mettere in atto pratiche sociali finalizzate a evitare la morte delle relazioni interpersonali. Facebook sembra quindi assumere, all'interno degli strumenti di Internet utilizzati a questo fine, una posizione di primaria importanza. Nel momento in cui gli studenti cambiano città e si trasferiscono per frequentare l'università, ad esempio, tendono a farne uso per coltivare relazioni che in precedenza potevano essere mantenute con interazioni faccia a faccia, ma che ora, data la distanza geografica, necessitano di altri medium per interagire.
Inoltre 'farsi amico' qualcuno su Facebook costituisce una modalità semplice, veloce e poco impegnativa di mantenere un contatto che poi all'occorrenza potrà essere altrettanto velocemente 'ravvivato' attraverso un messaggio privato o un saluto veloce sulla bacheca. Le reti sociali di cui le persone fanno parte mutano continuamente nel corso della vita (Parks, 2007); Facebook (cioè il tipo di contatto che Facebook permette di mantenere) lascia aperto un canale comunicativo che non impegna necessariamente alla relazione costante e che non ne esclude alcuna, lasciando, anche nei confronti di persone che si sono perse di vista, la possibilità, qualora lo si desideri, di risentirsi nuovamente. Allo stesso tempo, permette scambi quotidiani (sotto varie forme: verbali, visive, contenutistiche, ecc.) con le persone con cui si condivide la vita di tutti i giorni.
Le ragioni del successo di Facebook sembrerebbero quindi risiedere da un lato nella sua fondamentale elasticità, che gli consente di fungere da mezzo comunicativo per ogni tipo di relazione (facendo sì che le persone sentano tali relazioni come non morte, ma che potrebbero, qualora lo si volesse, rinascere); dall’altro sembrano risiedere nell’innato e sovraordinato bisogno dell’uomo di comunicare e di entrare in relazione con gli altri. In altre parole, sembra che i Social Network Sites permettano di soddisfare i bisogni relazionali dei suoi utenti attraverso un mezzo che è dotato di caratteristiche sue proprie. Le persone attraverso Facebook vengono a conoscenza di informazioni personali sugli altri, comunicano agli altri ciò vogliono condividere, si informano su nuove mode e tendenze, ed effettuano confronti fra sé e gli altri. In definitiva, si tratta di una piattaforma non finalizzata all'approfondimento dell'intimità delle relazioni (Pempek et al., 2009); se dovessimo fare un parallelo, potremmo identificarne un antecedente nella piazza di paese la domenica, più che non nella corrispondenza via posta. Gli utenti infatti sembrano prestare una particolare attenzione all'immagine che danno di loro stessi sul web, che non risulta essere perfettamente corrispondente alla realtà - la tendenza è quella di 'migliorarla' negli aspetti maggiormente desiderati - ma neanche troppo discordante (Zhao, Grasmuck & Martin, 2008); parallelamente al modo in cui, nell'Italia di solo pochi anni fa, si andava in piazza la domenica mettendosi il vestito più bello; quello, in altre parole, con il quale si desiderava essere visti dalle altre persone della comunità. Persone con cui, in modo simile a quanto succede su Facebook, non si coltivava una relazione intima, quanto piuttosto un legame debole.
Gli SNS costringono la comunicazione su binari nuovi, diversi da quelli presenti nella conversazione vis a vis; essa diventa, per quanto riguarda un insieme piuttosto ampio di aspetti, implicita e diffusa (Zhao et al., 2008). Diffusa nel senso che le informazioni implicite (cioè non espresse direttamente in modo verbale, bensì attraverso altre modalità, quali foto, citazioni, commenti, ecc.) possono essere considerate come dirette ad un insieme indistinto di persone, cioè all'insieme di persone che sono inserite fra i contatti (o a quelli che si pensa visiteranno il proprio profilo). L'interazione via Facebook permette (o costringe, a seconda dei punti di vista) inoltre di fare a meno degli aspetti corporei non verbali della comunicazione, e potrebbe quindi risultare più rassicurante verso coloro che incontrano maggiori difficoltà nella relazione faccia a faccia (Sheldon, 2008). Se da una parte può essere considerato un supporto a difficoltà relazionali più o meno marcate, alcuni autori (Morahan-Martina e Schumacherb, 2003) hanno però messo in guardia dal rischio di sacrificare parti della propria vita offline in funzione del mantenimento di relazioni (o contatti) online.
Considerata la specificità comunicativa e relazionale tipica dei Social Network Site, resta di grande interesse lo studio delle tipologie e della qualità di queste nuove forme di interazioni e dei possibili loro effetti nel lungo periodo.
Bibliografia
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boyd, danah. “Why Youth Social Network Sites: The Role of Networked Publics in Teenage Social Life." Youth, Identity, and Digital Media. Edited by David Buckingham. The John D. and Catherine T. MacArthur Foundation Series on Digital Media and Learning. Cambridge, MA: The MIT Press, 2008. 119–142.
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Zhao, S., Grasmuck, S., & Martin, J. (2008). Identity construction on Facebook: Digital empowerment in anchored relationships. Computers in Human Behavior , 24, 1816-1836.
* Psicologo, Dottore di Ricerca, Presidente del Centro Studi Psicologia e Nuove Tecnologie onlus
** Psicologo
*** Professore Ordinario di Psicologia Clinica, Facoltà di Psicologia, Università degli Studi di Torino |