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Resoconto del

III Congresso della Federazione Europea di Psicoterapia Psicoanalitica
(Settore Infanzia e Adolescenza)
"Oggetti interni e cambiamento psichico nella psicoterapia
psicoanalitica con bambini, adolescenti e genitori
"

Roma, 1-3 Ottobre 1999



Si è svolto a Roma dall'1 al 3 ottobre scorso il terzo Congresso Europeo della Sezione Infanzia e Adolescenza dell'E.F.P.P. (European Federation for Psychoanalitic Psychoterapy in the Public Sector), con la partecipazione di oltre 450 psicoterapeuti di vari paesi europei.

Il tema affrontato "Oggetti interni e cambiamento psichico" è di per sé di estremo interesse per tutti coloro che si occupano di età evolutiva, seguendo l'ottica psicoanalitica, non solo sul piano psicoterapeutico, ma anche su quello educativo e sociale.

Come ha richiamato in apertura il presidente Serge Frisch, viviamo in un'epoca in cui l'attenzione al comportamento rischia di sostituire l'attenzione alla mente, ai suoi contenuti e al suo sviluppo in rapporto alla qualità delle relazioni e più in generale delle esperienze esterne. Proprio la dimensione mentale, nel suo divenire, è stata oggetto dei lavori congressuali, che si sono articolati in tre sessioni plenarie, tre panels e ventisei workshops.

Certamente, in situazioni di alterata strutturazione della personalità la psicoterapia individuale di lunga durata si è rivelata in grado di innescare processi evolutivi, come nel caso presentato da Nina Farhi (Inghilterra).
Normalmente, comunque, sono i genitori a svolgere un ruolo "organizzatore degli affetti", come ha sottolineato Diana Norsa (Roma), che richiama all'importanza fondamentale dell'intervento psicoterapeutico con la coppia parentale, rispetto al quale Francisco Palacio-Espasa (Svizzera) ha focalizzato come elemento di cambiamento l'interpretazione del conflitto depressivo legato alla colpa.
Christine Frish-Desmarez e Marie Paule Durieux (Luxembourg) hanno trattato il passaggio transgenerazionale di contenuti non strutturanti, ma alienanti, incistati in cripte segrete della mente, la tecnica d'intervento da loro proposta vede l'intercalarsi di sedute genitori-bambino al trattamento individuale del bambino stesso.

Di drammatica attualità e di notevole rilevanza sul piano clinico e terapeutico è risultato il panel sulla violenza e la tortura.
Anna Sabatini-Scalmati (Roma) ha denunciato il rischio, per le vittime, di un danno intrapsichico permanente (collegato al congelamento delle memorie traumatiche e all'evitamento di quelle pretraumautiche), forse circoscrivibile attraverso uno specifico percorso terapeutico.
Rispetto al trattamento psicoterapeutico, Liselotte Grunbaum (Danimarca) ha illustrato l'estrema lentezza del processo di rielaborazione di un'esperienza traumatica familiare in un ragazzo rifugiato politico; mentre Yolanda Gampel (Israele) ha sottolineato come svolgere un lavoro analitico, in realtà contrassegnate da eventi cruenti, rappresenti talora una sfida ai limiti del possibile.
L'attenzione ai possibili sviluppi rispetto ad un'operatività orientata in senso psicoanalitico nei paesi dell'Est ha portato ad organizzare un panel apposito, in cui hanno potuto riferire la propria esperienza Ivana Ruzickova (Repubblica Ceca), Nina Vasilyeva (Russia) e Vilma Kuzmiene (Lituania). Dalle loro relazioni è emersa la sopravvivenza sotterranea di un interesse psicoanalitico durante il periodo di regime totalitario e la possibilità di un suo rifiorire attuale, grazie all'impegno individuale giocato su uno sfondo socio-politico ancora contrassegnato da una profonda destabilizzazione, come evidenziato ad esempio dall'elevata incidenza del suicidio giovanile.

Il congresso si è concluso con un panel sui media, in cui Roberto Maragliano (Roma) ha proposto per bambini di età inferiore agli 8 anni l'aspetto positivo dei videogiochi, centrato sull'apprendere dall'esperienza in modo interattivo con il conseguente rafforzamento del sentimento di capacità e di identità.
Roberto Bertolini (Roma) ha evidenziato come il materiale relativo ai videogiochi possa assumere anche in psicoterapia una valenza trasformativa, a patto che il terapeuta stesso sia in grado di sviluppare un atteggiamento interessato e disponibile ad apprendere.
Donald Campbell (Inghilterra) ha proposto che l'esperienza cinematografica dei mostri per gli adolescenti possa rivestire una funzione di contenimento e di organizzazione delle angosce relative alle trasformazioni corporee.

I contributi dei relatori sono stati tutti di elevato valore scientifico e hanno offerto innumerevoli stimoli alla riflessione dei partecipanti, sviluppatasi anche nei workshops, essenzialmente basati su presentazioni cliniche.
Complessivamente i lavori congressuali hanno testimoniato la possibilità che il pensare e l'operare in senso psicoanalitico, pur mantenendo un adeguato rigore sul piano teorico e metodologico, si confrontino con le istanze emergenti nelle realtà contemporanee, affrontando i cambiamenti inevitabili e progettando le opportune trasformazioni.


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