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Strumenti in Psico-Oncologia

RIVISTA SEMESTRALE

EDITORIALE
n 2, Luglio 2008




Centro di Ricerche Oncologiche "Giovanni XXIII"
Università Cattolica del S. Cuore - Roma

The International Institute for Psychoanalytic Research
and Training of Health Professionals ­ Roma


Redattori

Prof. Pietro Bria, Prof. Achille R. M. Cittadini, Dott. Domenico A. Nesci,
Dott. Tommaso A. Poliseno, Dott.ssa Maria Ottaviano, Dott.ssa Mariarosaria Squillacioti,
Dott.ssa Marinella Linardos, Dott. Corrado Villella, Dott.ssa Antonella Strangio, Valentina Nesci.


"Strumenti in Psico­Oncologia" è al suo secondo numero che si presenta con due novità: l'intervista a Luciano Onder sull'informazione scientifica in Oncologia da parte dei mass media, e la relazione presentata da una delle nostre équipe psico-oncologiche interdisciplinari al Convegno "I tumori ematologici nell'adolescente e nel giovane adulto" che si è svolto recentemente nell'Auditorium della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, a Roma, grazie agli sforzi del Prof. Giuseppe Leone, Direttore dell'Istituto di Ematologia, e dei suoi collaboratori.
L'intervista del Dr. Onder è pubblicata nella sezione PERISCOPIO che ospita articoli originali o un'intervista ad un opinion leader italiano o straniero. Nella seconda sezione pubblichiamo, come di consueto, delle brevi segnalazioni bibliografiche commentate che illustrano la rilevanza della narrazione in campo oncologico, facendo riferimento anche ai noti studi di Pennebaker ed al libro, meno noto, di Byron Good, recentemente pubblicato in italiano col titolo "Narrare la malattia".
Nella visione di Byron Good "la malattia, la sofferenza e la guarigione non si possono ridurre alla biologia degli organismi" (come scrive Anthony Carter, curatore delle Henry Morgan Lectures dell'Università di Rochester, tempio dell'Antropologia) nell'introduzione a "Narrare la malattia". La narrazione è "un processo che consente di ricostruire il mondo della vita", un mondo da cui i nostri pazienti si sentono alienati a causa dell'esperienza di malattia. Per Good la malattia non sta "solo nel corpo ma nel tempo, in un luogo, nella storia, nel contesto dell'esperienza vissuta e nel mondo sociale. Il suo effetto è sul corpo nel mondo!" (pag. 204). Per questo motivo le narrazioni (dei pazienti, dei familiari, degli operatori sanitari) sono centrali per capire l'esperienza di malattia.
La terza sezione, infine, ospita, come già accennato, la relazione al Congresso sui tumori ematologici che si è svolto recentemente all'Università Cattolica. Questa relazione non è nata in modo tradizionale ma si è sviluppata come un lavoro costruito in rete che testimonia in un modo metodologicamente innovativo (attraverso l'uso del cinema) il lavoro sul campo di un gruppo di psico-oncologi impegnati da alcuni anni nel reparto di Ematologia del Policlinico Universitario "Agostino Gemelli" nell'ambito della convenzione tra la Scuola Internazionale di Psicoterapia nel Setting Istituzionale (S.I.P.S.I.) e l'Ateneo, per il tirocinio pratico degli allievi nell'area della Psico-Oncologia del Servizio di Consultazione Psichiatrica diretto dal Prof. Pietro Bria.
Buona lettura!


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