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C.P.A.T. --> HOME PAGE --> N. 47,48/2007

QUADERNI DI PSICOLOGIA,
ANALISI TRANSAZIONALE
E SCIENZE UMANE

Dal n° 47, 48 - 2007


L'approccio delle associazioni internazionali di Analisi Transazionale
(EATA-ITAA) alla valutazione della formazione e prospettive future


Maria Teresa Tosi*



Riassunto
Vengono presentati i principi filosofici e metodologici che guidano la valutazione della formazione, secondo la visione delle Associazioni internazionali di Analisi Transazionale, l’EATA e l’ITAA. Viene sottolineato il significato che assumono i principi umanistici dell’Analisi Transazionale nel processo di valutazione, nelle sue varie fasi, con un richiamo al nuovo codice deontologico dell’EATA. Si evidenzia, inoltre, la ricerca e il mantenimento di una dimensione internazionale nella valutazione che permetta il confronto tra culture diverse e l’arricchimento che ne deriva. L’orientamento futuro è teso a valorizzare la ricerca sulla valutazione, la formazione e l’esperienza maturata nei vari campi di specializzazione dell’Analisi Transazionale.

Abstract
THE APPROACH OF THE INTERNATIONAL ASSOCIATIONS OF TRANSACTIONAL ANALYSIS TO THE EVALUATION OF TRAINING AND FUTURE DEVELOPMENTS
The Author presents the philosophical and methodological underpinnings which guide the evaluation of training, according to the approach of the international Associations of Transactional Analysis. TA humanistic principles are emphasized as a meaningful part of the evaluation process, in its different stages. A reference is made to the new EATA Code of Ethic. Offering an international context for the evaluation is of primary importance for Transactional Analysis community to allow the dialogue and the enrichment provided by different cultures. Some future developments concern the enhancement of the research on training and evaluation and of the experience gained in the different fields of specialization.

L’approccio alla valutazione e alla formazione delle Associazioni internazionali di Analisi Transazionale si organizza intorno a due nuclei principali: uno di tipo filosofico, l’altro di tipo tecnico.

Il nucleo filosofico si ispira ai principi umanistici alla base dell’Analisi Transazionale. L’Analisi Transazionale è infatti annoverata tra i modelli appartenenti alla cosiddetta “terza forza” perché, a partire dal suo fondatore Eric Berne, sottolinea 1) l’importanza dell’autonomia e della responsabilità nei confronti di sé e degli altri, 2) il potenziale di crescita della persona, la sua capacità di autodeterminarsi e di scegliere, 3) il valore intrinseco delle persone, la loro okness (Grant, 2004; Scilligo, 2001).

Per nucleo di tipo tecnico intendo il forte risalto che, tradizionalmente, viene dato alla specificazione degli aspetti procedurali, agli standard, ai confini relativi alla formazione e alla certificazione, e di cui è specchio il Manuale dell’Analisi Transazionale (Training and Examination Handbook, 2004), Questa focalizzazione ha lo scopo di offrire al trainee e al formatore chiari riferimenti rispetto alla direzione dell’apprendimento e ai criteri di valutazione e regola l’accesso alla comunità dei professionisti riconosciuti.

L’approccio filosofico umanistico dell’Analisi Transazionale è stato ulteriormente valorizzato nel nuovo codice etico dell’EATA (EATA Newsletter, 2006), attualmente in via di approvazione, che specifica le diverse forme che esso può assumere a seconda del campo di applicazione.
Con questo codice, frutto di una collaborazione a livello europeo, si è voluto sottolineare la distinzione tra valori di base, applicabili a ogni essere umano e universalmente validi, principi etici, che richiedono interpretazione culturale e implicano differenze tra le varie professioni e gruppi specifici oggetto di comportamento etico (il cliente, se stesso come professionista, i trainee, i colleghi, la comunità).
I valori del nuovo codice etico fanno riferimento alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e sono congruenti con la visione filosofica ed esistenziale dell’Analisi Transazionale.
Nel suo complesso, questo codice sottolinea la necessità per i professionisti appartenenti all’EATA di avere un atteggiamento di riflessione relativo a un sistema chiaro di valori e principi etici condiviso. Questi valori e principi vanno pensati e tenuti presenti nelle diverse situazioni in cui il professionista si trovi ad agire. È stato quindi operato in modo esplicito uno spostamento dalla prescrizione di regole comportamentali deontologiche a una forma più astratta di elaborazione e chiarimento dei valori e principi etici che informano la professionalità, rispettando in tal modo la facoltà dell’individuo di operare scelte etiche legate alle culture di appartenenza e ai codici deontologici nazionali. (Per un approfondimento dei valori e principi che ispirano il nuovo codice etico, vedi pp. 13-21 dell’EATA Newsletter, n. 87.)

Mi propongo, quindi, di rintracciare in che modo quei principi, che, come abbiamo visto, sono al tempo stesso filosofici, etici e psicologici, vengono declinati nel campo della formazione e della valutazione dall’EATA/ITAA, facendo riferimento al Manuale e alla politica seguita dal PTSC (Professional Training Standards Committee). Mi soffermerò, in particolare, sul ruolo della responsabilità, sulla visione del potere e sul mantenimento di un approccio internazionale.

Il principio della responsabilità condivisa tra il candidato e il formatore e tra il candidato e gli esaminatori nel processo di formazione/valutazione è uno dei cardini dell’Analisi Transazionale: comunicazione aperta, negoziazione e contratto regolano la relazione tra le parti in gioco e sono una manifestazione dell’atteggiamento di rispetto basilare delle persone e tra le persone.
Richiami espliciti alle responsabilità specifiche del trainee e del formatore o esaminatore sono ovunque anche nel Manuale EATA, sottolineando quindi, indirettamente, una visione proattiva dell’essere umano nella veste di professionista.
Un altro modo indiretto di sottolineare l’approccio responsabile alla formazione e valutazione è la possibilità di accedere in modo diretto e paritario all’informazione: vale a dire a un corpo condiviso di competenze, regole, principi e valori che guidano il processo di formazione e di esame.
Per esempio, la lista delle Competenze di base (Core Competencies) per ognuno dei quattro campi di specializzazione dell’AT (Councelling, Educazione, Organizzazione, Psicoterapia) guida sia il formatore che il trainee nella costruzione di un curriculum formativo riferito a specifiche competenze, conoscenze, atteggiamenti e valori. Le Competenze di base sono il frutto del lavoro di commissioni internazionali di esperti formatori Analisti Transazionali, nei diversi campi di specializzazione. Hanno permesso un riconoscimento delle diverse professionalità e costituiscono un punto di riferimento non solo nella formazione ma anche per i criteri usati in fase di valutazione.

Una seconda dimensione importante tenuta presente nel processo di formazione/valutazione è quella del potere. Leggendo tra le righe del Manuale si può notare un’attenzione specifica ad aiutare il formatore e l’esaminatore a distanziarsi da un modello autocratico di valutazione. L’esaminatore in particolare viene guidato ad assumere un atteggiamento di analisi costruttiva e rispettosa del materiale proposto dal candidato (sia nell’esame scritto che orale), liberandosi da pregiudizi e aprendo la mente a più punti di vista. Particolare attenzione viene poi data al processo di restituzione al candidato CTA (Certified Transactional Analyst): cioè al “come” viene dato il feed-back oltre che al “che cosa” viene dato come feed-back. Anche quando vadano segnalati limiti, la persona del candidato è in primo piano, così come il rispetto per la sua professionalità, il sostegno delle risorse e la protezione del legame di appartenenza alla comunità degli Analisti Transazionali.
Un approccio equilibrato, che vede impegnati sia il formatore/valutatore che il trainee/candidato nel dare e darsi potere, è infatti di basilare importanza per la creazione di un legame di fiducia che permetta la crescita del professionista e faciliti una scelta di appartenenza alla comunità professionale.
Newton (Newton, 2003) identifica sei teorie di educazione degli adulti (Liberale, Progressiva, Umanistica, Tecnologica, Radicale, Dogmatica) sottolineandone filosofie e immagini di gruppo associate e invita a una riflessione consapevole delle scelte che vengono operate come educatori.
L’Analisi Transazionale è, culturalmente e filosoficamente, molto lontana da una visione dogmatica dell’educazione, è molto vicina ai modelli progressivo, radicale e umanistico e si avvale anche del modello tecnologico e liberale. Questo approccio si riflette anche nella valutazione, sia durante il processo formativo che durante l’esame finale stesso.

La protezione del candidato da possibili “giochi psicologici” è evidente anche se consideriamo il valore dato a tutta una serie di garanzie che gli sono offerte per tutelarsi, nel caso il processo di esame non risulti equo: per es. il facilitatore del processo (esaminatore esperto che non fa parte di nessuna commissione di esame, ma è disponibile per facilitare la soluzione di impasse createsi in sede di esame), la registrazione obbligatoria dell’esame per eventuali ricorsi ecc.

Una terza dimensione che caratterizza la valutazione della formazione nell’Analisi Transazionale è l’internazionalità. Gli Analisti Transazionali perseguono un sogno: diventare (o restare) una comunità internazionale. È un sogno entusiasmante ma difficile perché, per cooperare in questa prospettiva, bisogna tenere conto di culture, esigenze e normative nazionali relative a professioni molto diverse fra loro.
Proprio per promuovere la cooperazione mondiale nel campo della formazione e della valutazione diversi anni fa venne creato il TACC (Transactional Analysis Certification Council), un organismo congiunto che unisce rappresentanti dell’EATA, ITAA e WPATA (Western Pacific Association of Transactional Analysis) nella creazione di standard comuni relativi alla certificazione e alla formazione, che ha dato come frutto il nuovo manuale dell’EATA. Il progetto di fondo del TACC era quello di concentrarsi su aspetti pratici come la formazione e la certificazione. Lavorando in questo organismo ci si rese conto che esistevano molte diversità relativamente al riconoscimento della professione nei diversi Stati ma anche diversità nel modo di intendere la formazione e l’utilizzo dell’Analisi Transazionale nei diversi paesi. Alcuni esempi: l’approccio di fondo alla certificazione negli Stati Uniti è più orientata al successo e c’è un maggiore liberalismo rispetto all’Europa nella politica dei riconoscimenti; il modo di valutare gli esami scritti presenta diversità, se pensiamo agli inglesi o agli italiani; i brani di psicoterapia selezionati per l’esame orale da un giapponese rispetto a un tedesco variano nei criteri scelti come riferimento... e si potrebbe continuare.
Nel TACC si scelse dunque di privilegiare due aspetti: 1) includere nel manuale dei riferimenti espliciti alla necessità di tenere conto delle diversità e differenze culturali, 2) fissare alcuni requisiti generali uguali per tutti, pur nel rispetto delle normative nazionali (Tosi, 2002).

In una prospettiva ancora più ampia, il principio che afferma l’importanza della consapevolezza e del rispetto dei valori e delle differenze culturali venne incluso anche nella scheda di valutazione dell’esame orale. Veniva così sancito che il terapeuta, e nello stesso tempo l’esaminatore, devono tenere conto delle diversità culturali e saperne considerare l’impatto nella valutazione dei problemi e nella creazione della relazione con l’altro.

L’internazionalità è anche sostenuta attraverso la formazione di commissioni di esaminatori di nazionalità diverse. Scelta non sempre facile da sostenere, poiché sempre di più, nei paesi in cui l’Analisi Transazionale è molto rappresentata, si creano sessioni nazionali di esame per CTA. Inoltre, nei paesi in cui la professione di psicoterapeuta è riconosciuta, gli Istituti di specializzazione in Analisi Transazionale approvati dallo Stato possono negoziare con l’EATA il riconoscimento dei propri esami di psicoterapeuta come esami di CTA. Il che significa che è sempre più usuale che la certificazione avvenga tramite esaminatori della propria cultura di appartenenza. Questo comporta vantaggi e svantaggi: da una parte una maggiore facilità comunicativa, dall’altra una certa perdita di ricchezza culturale. Comunque, anche per una precisa politica del coordinatore del COC (Commision of Certification), Marco Mazzetti, volta a mantenere uno spirito di internazionalità, adesso anche negli esami nazionali è richiesta la presenza di un osservatore dell’EATA che fornisce un feed-back alla associazione o gruppo nazionale che ha organizzato gli esami.

Il riconoscimento della professione di psicoterapeuta, già attuata in Italia e in Austria, e in discussione in altri paesi europei, ha giustamente influenzato la politica dell’EATA relativamente alla valutazione. Un tempo l’esame di CTA doveva validare al tempo stesso un Analista Transazionale e uno psicoterapeuta e forse c’era bisogno di un maggiore controllo delle competenze tramite l’esame, anche perché l’Analisi Transazionale era un modello giovane e in formazione.
Oggi è diverso, poiché l’Analisi Transazionale ha superato i 50 anni di età. In alcune nazioni europee, dove è più diffusa, sono tanti i formatori didatti riconosciuti e, laddove esista un riconoscimento della professione, l’esame di CTA o è successivo o è contemporaneo a quello di psicoterapeuta. Quindi l’EATA segue una politica di maggiore decentralizzazione rispetto al passato per quanto riguarda il riconoscimento della formazione. Si tratta perciò, anche in questo contesto, di bilanciare decentralizzazione e controllo degli standard.

Quindi, in sintesi, attualmente l’esame di certificazione (per CTA o per TSTA) rappresenta un momento valutativo importante nell’Analisi Transazionale. L’esame è in parte una verifica delle competenze, in parte un’opportunità formativa per mostrare, discutere e riflettere sul proprio operato e sulla propria identità come professionisti, e in parte è un vero e proprio rituale di passaggio con cui viene sancita la propria appartenenza a un gruppo di professionisti.
Questo aspetto di “festeggiamento” è tipico della cultura dell’EATA-ITAA e, secondo la mia esperienza, mantiene la sua forza di attrazione anche per le ultime generazioni.

Quali prospettive future?
Per completare questa analisi dell’approccio alla valutazione della formazione nell’EATA-ITAA, metterò a fuoco alcune linee di tendenza e sviluppi futuri che, in modo particolare, ritengo possano arricchire la cultura dell’Analisi Transazionale.

In primo luogo, viene promossa e sostenuta la ricerca sui processi valutativi. Il sistema di formazione e di valutazione dell’Analisi Transazionale è considerato uno dei più rigorosi ed efficaci a livello mondiale e, anche per mantenere questo livello di qualità, è necessaria una riflessione continuativa che si appoggi su forme di ricerca sia quantitativa che qualitativa. Valutazione della formazione e formazione sono infatti ambiti complessi che possono essere studiati con maggiore profondità se accettiamo la dialettica tra i due diversi sistemi di ricerca (Scilligo, 2005).

A questo proposito, è stata svolta una ricerca relativa ai criteri di valutazione dell’esame scritto dal gruppo coordinato da Pio Scilligo. Sono state messe a confronto due serie di criteri di valutazione verificandone l’impatto sui giudizi dati dai correttori del caso clinico scritto. Uno dei primi risultati di questa ricerca (che aveva l’obiettivo di sottoporre a verifica la proposta di un gruppo di formatori di lingua inglese di usare per la valutazione dell’esame scritto gli stessi criteri dell’esame orale) ha indicato come la maggiore specificità e il maggior numero di criteri di valutazione aumentavano, da una parte, la concordanza tra gli esaminatori nella valutazione e tendevano, dall’altra, a provocare un leggero abbassamento nella media dei voti.

Una seconda ricerca riguarderà lo studio pilota su un nuovo modo di formare e accreditare gli Analisti Transazionali Supervisori e Didatti. Questo studio pilota, lanciato dal PTSC (Professional Training Standards Committee) EATA nel 2006/2007, si basa sullo studio e sulla proposta portata avanti da un gruppo di formatori Analisti Transazionali di lingua tedesca.
Secondo questa proposta, la carriera di formatori, suddivisa in due livelli, verrebbe regolata da un sistema di crediti formativi e, invece dell’impegnativo esame finale, si avrebbe un colloquio/discussione per la certificazione.
Lo studio pilota sarà valutato attraverso: 1) una ricerca di tipo qualitativo, basata sulla “ricerca azione” e sulla “indagine collaborativa” che avrà lo scopo di evidenziare peculiarità insite nel vecchio e nel nuovo metodo formativo e valutativo; 2) una ricerca di tipo quantitativo che valuterà il cambiamento degli Stati dell’Io del trainee e l’acquisizione di competenze nei due tipi di percorso formativo.

Un’altra linea di tendenza, collegata alla precedente, riguarda la ricerca di forme di valutazione continuativa che permettano di togliere una certa enfasi all’esame finale e sostengano invece diverse forme di verifica e di aggiornamento in ambito internazionale. A questo proposito verrà dato maggiore impulso a work_shop simili al TEW (Training Endorsement Workshop) di tipo formativo/valutativo, con formatori e partecipanti a livello internazionale. Attualmente il TEW costituisce il cancello d’ingresso per cominciare la carriera di formatori, ma non è escluso che in futuro sarà un’opportunità distribuita su vari momenti del processo formativo.
I Colloqui Internazionali (workshop bilaterali con formatori di due diverse nazionalità, per l’aggiornamento dei CTA) e la possibilità di scambi di trainee tra associazioni diverse, sono un altro tipo di offerta fatta dall’EATA, che va nella stessa direzione.

Un ulteriore apporto ai processi valutativi viene dai diversi campi di specializzazione dell’Analisi Transazionale, in particolare dal campo educativo. Diversificare la struttura dell’esame a seconda dei campi di specializzazione: questo è il suggerimento che viene dal gruppo ARIATE, che in Francia sta sperimentando un nuovo processo di certificazione per i candidati in campo educativo. Claudie Ramond ha presentato un modello di esame che prevede due cambiamenti rispetto a quello tradizionale di CTA: tutti i componenti della commissione per l’esame orale leggono il caso clinico scritto del candidato e il candidato, invece che discutere i brani registrati di cinque minuti tratti dalla propria pratica professionale, deve discutere il processo stesso di esame.

Infine, va ricordato un progetto di formazione dei valutatori che il COC si è impegnato a sostenere.


Bibliografia

EATA, Ethical Code, EATA Newsletter n. 87, 2006.
EATA, Training and Examination Handbook, 2004.
GRANT J., How the philosophical assumptions of Transactional Analysis complement the theory of adult education, in «Transactional Analysis Journal», vol. 34, 3, 2004, pp. 272-76.
NEWTON T., Identifying educational philosophy and practice through imagoes in Transactional Analysis training groups, in «Transactional Analysis Journal», vol. 33, 4, 2003, pp. 321-31.
SCILLIGO P., La psicoterapia a orientamento umanistico, in «Psicologia, Psicoterapia e Salute», vol. 7, 1, 2001, pp. 1-31.
SCILLIGO P. - SCHIETROMA S., Scienza e formazione degli psicoterapeuti tra ricerca quantitativa e qualitativa: la necessità di un dialogo, in «Psicologia, Psicoterapia e Salute», vol. 11, 2, 2005, pp. 199-234.
TOSI M.T., Analisi Transazionale e identità culturale e professionale: riflessioni su un nuovo criterio di valutazione nell’esame orale di I livello, in «Psicologia, Psicoterapia e Salute», vol. 8, 3, 2002, pp. 287-95.


*Maria Teresa Tosi, psicologo, psicoterapeuta, Analista Transazionale Supervisore e Didatta riconosciuto dall’EATA-ITAA, è docente a contratto presso la Scuola Superiore di Specializzazione in Psicologia Clinica dell’Università Pontificia Salesiana e docente presso la Scuola Superiore in Psicologia clinica dell’IFREP. È coordinatore del PTSC (Professional Training Standards Commitee) e presidente eletto dell’EATA (European Association of Transactional Analysis).


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