INTRODUZIONE
In questo contributo intendo riflettere intorno ad alcune caratteristiche della trasmissione transgenerazionale della perversione, a partire dallesame dellesperienza psicoterapeutica psicoanalitica con 7 adolescenti, madri di bambini avuti a seguito di rapporti sessuali incestuosi con il proprio padre o con altri partner.
CONSIDERAZIONI TEORICHE
a) Freud: evoluzione del concetto allinterno dellevoluzione del pensiero di Freud.
Col concetto di perverso, Freud spiega lavvio dellevoluzione dello psichismo, considerando lo stesso psichico una perversione del funzionamento istintuale. Questo modello, seguendo il pensiero di Conrotto (1999), sembra attraversare come ossatura tutta la prima topica, partendo dallInterpretazione (1900), per poi svilupparsi nelle quattro linee definibili della psicologia del sogno (1901); della psicologia delle nevrosi (1905/a); dei rapporti tra rappresentazione di cosa e rappresentazione di parola (1905/b); del rapporto corpo-mente (1905/c).
A tale proposito Laplanche (1970, p. 45) ritiene che Si tratta
in effetti di una sessualità allargata, dal
momento che siamo passati dal sessuale come istinto vitale al
sessuale come vera e propria perversione universale dellistinto.
Fino al 1905 la perversione è associata essenzialmente
alla nevrosi, ed è intesa come una fissazione agli aspetti
pregenitali dellorganizzazione libidica. A partire dal 1905,
coi Tre saggi e lavvio dello sviluppo della teoria
dellappoggio (1905/c), fino al 14, col Narcisismo
(1914/a), si iniziano a definire due sviluppi: uno tipicamente
nevrotico, fondato sulla centralità del riconoscimento
della significatività dellesperienza di piacere-dispiacere
(nuclei auto erotici, Io-libidico o Io piacere e sua rimozione;
instaurazione della catena congiunzione-disgiunzione tra significato
originario e suo rappresentante; catena di rappresentazioni; strutturazione
psichica); laltro funzionamento è quello narcisistico,
che nelle sue forme più estreme (psicosi) si osserva nel
caso Schreber (1910/a) e nellUomo dei lupi (1914/b). In
questultimo, alla fine del testo, vengono messe in sequenza
le 3 tecniche difensive di fronte alla castrazione: nella prima
essa è accettata (nevrosi); nella seconda viene rigettata
dopo averla conosciuta (perversione); nella terza non ci si pone
proprio il problema (psicosi paranoica). E importante considerare,
per noi, che nella forma intermedia, perversa, il significato
non sia stato respinto, bensì sia stato riconosciuto originariamente
e poi rifiutato, come Freud esemplifica descrivendo le due forme
cliniche della perversione (omosessualità e feticismo).
Con il narcisismo si accede, quindi ad una considerazione della
perversione non tanto e non solo come fissazione preedipica dello
sviluppo ma come organizzazione psichica a se stante, con uno
spazio a sé tra nevrosi e psicosi. Freud pare anche proporre
un concetto di perversione in stretto legame con la fisiologia
della sessualità ed in relazione sinonimica col concetto
stesso di nascita, evolutività e funzionalità dellesperienza
psichica. Questo elemento teorico tornerà utile nel tentativo
di descrizione di alcune complessità, nella perversione
delle pazienti trattate, ove 'perverso' e 'verso' sembrano affiancarsi
fino alla sovrapposizione, ove nel perverso affondano le uniche
radici dellevolutività delle pazienti. La teoria
della seduzione, con labbandono (Freud 1897) e i successivi
ritorni elaborativi anche nel senso della fantasmatizzazione (Laplanche
e Pontalis 1985), sembra permettere, come più estesamente
si osserverà nella discussione, di veder costituita la
struttura dellaprès coup proprio da una condizione,
fantasmatica secondo le ulteriori elaborazioni di Freud, in cui
un adulto se-duce, ed in questo senso tenta di per-vertire
alla propria sessualità matura, una bambina, e successivamente
si ripeterebbe latto, su cui incide la risignificazione
del primo, con il soggetto divenuto pubere (Freud 1905/a). La
collocazione cronologica dellavvento del perverso sembra
quindi in Freud non assumere significatività, in quanto
elemento di strutturazione psichica a probabile base fantasmatica,
esordio precoce e frequente ripetibilità.
b) Sulla psicogenesi delle perversioni.
In Norsa e Zavattini (1988) si può cogliere una sensibilizzazione
verso un modello di angoscia che come avvento precederebbe
quella tradizionalmente definita di castrazione - che per
Freud, secondo gli autori, sarebbe la tipica angoscia del perverso
- e che sarebbe collegata alla separazione dalloggetto primario.
Pur dissentendo dagli Autori sul concetto di collocazione temporale
e relativizzazione della questione castrazione - ritenendo
tale fantasmatica allorigine della vita psichica stessa
- penso che il loro punto di vista aiuti a collocare alle origini
della vita psichica lo scenario dellorganizzazione perversa.
Greenacre (1971) colloca lorigine delle perversioni in disturbi
nei rapporti tra la madre e il bambino nei primi 2-3 anni di vita.
Ella connette processi strutturanti lo psichismo infantile con
fenomeni emergenti in adolescenza. Il suo sforzo sembra teso a
coniugare il modello teorico freudiano dellangoscia di castrazione
e del ricorso al feticcio alle teorie della relazione doggetto.
In questo senso Novelletto (1989, p. 19) ritiene che lo spostamento di
attenzione dalla meccanica pulsionale alla relazione oggettuale e alla sua evoluzione
ha riaccostato la perversione alla patologia narcisistica, e infatti per certi
autori (Glasser e Mc Dougall) il perverso sembra infondo essere un particolare
tipo di borderline.
Khan (1979, pp. 14-15), come è noto, connette la genesi della perversione
a relazioni primarie con madri idoleggianti, che hanno amato, nel bambino,
qualcosa che era in lui ma che non coincideva col bambino stesso. Egli descrive
bambini sedotti e poi rifiutati, in fase edipica, con una traumatica separazione
tardiva (ivi, p. 15). Presenta bambini attirati e allontanati, pieni
di sé e senza nulla da offrire, speciali e soli. Da adulti, loggetto
sessuale ha un ruolo transizionale e lo sfogo sessuale copre stati di angoscia.
Il riconoscimento delloggetto sembra in parte compromesso (ivi, p. 17).
Dato quanto espresso, Khan colloca la loro personalità nellambito
delle organizzazioni schizoidi, con la ricerca di oggetti libidici in grado
di condividere la loro preferenza per la comunicazione attraverso il linguaggio
del corpo (ivi, p. 18), e linclinazione a regredire a questa
fase e a queste modalità di rapporto reciproco (ivi, p. 19). Del
resto, quanto riportato sembra aver avuto una significativa anticipazione nel
Leonardo (Freud 1910/b).
Tra concezioni classiche che connettono la perversione allangoscia di
castrazione e visioni ulteriori che la legano a condizioni evolutivamente più
primitive, Stuart (1961) sembra tendere un ponte, tra vissuti precoci e scenario
edipico, ove la perversione transiterebbe in un andirivieni a tipo après
coup. Pare che alle spalle della modalità perversa di accedere e
di gestire ledipico, siano per lautore presenti ed agenti organizzazioni,
dinamiche e relazioni perverse che raggiungono il bambino in età tradizionalmente
definita preedipica, e che in seguito giustificherebbero in lui il successivo
intervento di eccessi di angoscia di castrazione e di relative difese (feticcio).
Circa la psicogenesi delle organizzazioni a tipo perverso, sembra
quindi che la letteratura attribuisca consistente centralità
alla relazione precoce madre-bambino, individuando aree di convergenza
o coincidenza con i disturbi narcisistici e le patologie di frontiera.
Del resto, è possibile individuare nel feticcio stesso
lutilizzo di meccanismi proiettivo-identificativi simili
a quelli che nelle psicosi impediscono il riconoscimento delloggetto
non soggettivo.
Limentani (1986) riflette sullevoluzione della teoria delle perversioni,
nel senso dellincremento della focalizzazione sullesperienza affettiva
precoce. Lautore ritiene che leccitazione che provoca il sintomo
perverso sia da associare a sentimenti di sovraeccitazione e/o deprivazione
della prima infanzia e che a causa di questi si costituisca il nucleo di una
sindrome che ad un certo punto si manifesta in azioni perverse.
Cahn (1991) dà credito alla trasmissione transgenerazionale della problematica
edipica, intorno alla quale la letteratura precedentemente visionata spesso
colloca o le dinamiche a sostegno di organizzazioni a tipo perverso. Lautore
pare connettere rischio di slegamento in adolescenza , e conseguente
agito difensivo nel corpo sessuato, con qualità delleccitazione
primitiva. Ciò contribuirebbe a collocare linvestimento compulsivo
sullagìto nel corpo sessuato allinterno delle possibilità
difensive rispetto al rischio di frantumazione psichica secondaria a relazioni
affettive primarie seduttive. Una nota sulleccitazione procurata dal padre
può contribuire a riflettere su dinamiche dellesperienza clinica.
Vengono altresì proposte considerazioni sui legami tra seduzione originaria,
ripetizioni in infanzia e adolescenza ed après coup.
c) Perversione come stato mentale. Concetto di relazione perversa.
Alcuni autori (Klein 1940; Bion 1962; Rosenfeld 1987) si soffermano sulla qualità dellesperienza psichica del perverso, indicando, forse anche sulla scia dellimpianto delle teorie della relazione oggettuale e di quelle del narcisismo in parte già menzionate, nella perversione una modalità di funzionamento mentale che nel narcisista pervertirebbe il modello di relazione naturalmente spinto agli affetti e alle emozioni. Pare si venga accreditando lesistenza di una condizione perversa connessa alla qualità delle relazioni doggetto ed in particolare alla difficoltà del perverso di riconoscere affetti propri e dellaltro. In tal senso si parla di relazione perversa (Norsa Zavattini 1988).
Nellarea della evidenziazione di condizioni mentali perverse
anche fisiologiche, nel senso aggiuntivo di unintima convivenza
di ciascuno con lesperienza perversa, Meltzer (1978, pp.
101-102) separa le perversioni sessuali come aspetto organizzato
della vita mentale - dalla - perversità come parte del
processo totale del funzionamento mentale.
d) Organizzazione perversa e altre organizzazioni.
Lassunto che la perversione in adolescenza occupi unarea psicopatologica autonoma tra nevrosi e psicosi (Novelletto 1989, p.13), e che una scelta inconscia (Novelletto 1986 pp. 124) possa permettere di orientarsi allinterno di un ampio ventaglio di scelte patologiche fra nevrosi e perversione (ivi, p. 125), sembra sufficientemente validato anche da parte di altra letteratura presentata.. Kernberg (1992, p. 309) in proposito sostiene che: I casi di perversione stabile e di organizzazione borderline della personalità (...), presentano la medesima condensazione di conflitti edipici e preedipici.
La letteratura, anche datata, sembra trovare condizioni di transitabilità tra psicosi e perversione, ove la fasi perverse fungono da protezione contro le angosce suscettibili di mettere in moto processi schizofrenici, cioè salvaguardano in una certa misura il senso di realtà (Glover, 1933).
Chasseguet-Smirgel (1985) sembra produrre una sintesi del pensiero psicoanalitico sulla perversione, sia per il credito dato allimpianto teorico freudiano, a cui contribuisce anche sostenendo il legame tra perversione e regressione al sadismo anale, sia per lattenzione mostrata verso il legame tra perversione, genitalità, edipico e condizioni di derealizzazione, proponendo una personale lettura del processo mentale perverso come erosione della doppia differenza tra i sessi e le generazioni.
Un focus a partire dal pensiero degli autori
Coniugando il pensiero di diversi autori e riferendolo a quello di Freud,
penso sia possibile considerare intorno a una designificazione epistemologica
del concetto di separazione tra preedipico ed edipico, a vantaggio di una visione
transgenerazionale dello sviluppo secondo cui un bambino, in fase preedipica,
sarebbe collocato in pieno nelledipico, più o meno psichicizzato,
della coppia genitoriale. Ciò potrebbe in parte svincolare il pensiero
sullavvento del perverso da legami topici a vantaggio di visioni dinamiche
longitudinali e trasversali. In tal senso la perversione si potrebbe considerare
anche come organizzazione a se stante, ad insorgenza assai precoce ed a stretta
relazione con lambito delle organizzazioni narcisistiche, avente altresì
caratteristiche precipue nellarea della qualità degli affetti e
del pensiero.
ESPERIENZA CLINICA
Riferisco lesperienza relativa a psicoterapie psicoanalitiche con 7 adolescenti-madri. I trattamenti sono nella maggior parte ancora in corso ed effettuati privatamente, nellambito di collaborazioni con comunità. Fenomeni di drop-out si sono verificati più allinizio che non a relazione terapeutica avviata. Dopo i primi mesi, nessun trattamento è stato interrotto. I trattamenti hanno frequenza orientativamente trisettimanale, a seconda delle necessità e delle risorse nel senso della tenuta di assetti più stretti.
Dal lavoro con le ragazze è stato possibile, almeno in parte, risalire ad elementi dellidentità genitoriale, di dinamiche collusive della coppia coniugale, di investimenti sulla prole.
In tutti i casi il padre, o chi ne svolgeva stabilmente il ruolo, ha iniziato ad avviare dinamiche di seduzione nei confronti delle figlie già dallinizio della vita di questultime. I padri, mediamente, risulterebbero possedere una struttura fortemente narcisistica con marcata tendenza alla maniacalità e allonnipotenza. Le madri sono risultate spesso agire la depressione denegata del coniuge; alla ricerca di un assetto identitario, hanno colluso col bisogno di affermazione del coniuge per tentare di realizzarsi, adesivamente, allinterno di un sentimento di appartenenza. La procreatività sembra sia stata collusivamente vissuta dalla coppia come dimostrazione, interna ed esterna, dellonnipotenza del padre (creazione). La genitura pare esser stata spesso fortemente investita di fantasie restitutive, da parte dei padri, sostitutive, da parte delle madri. Una volta nate, le ragazze sembra siano state annesse al potere onnipotente del padre, al quale veniva restituita, e rinnovata la garanzia di superiorità. Le bambine divenivano quindi oggetto prezioso di tale potere; oggetto privato della propria soggettività. Le madri, stanche della gestione psichica della maniacalità del coniuge, si sono rese complici, sempre passive, delle seduzioni paterne; trovando ristoro nella migrazione verso unorbita periferica rispetto alle cariche libidiche del coniuge e agendo, dentro e fuori, un processo di graduale sostituzione di sé con la figlia prescelta. I concetti di figlio bersaglio e di madre perversogenica (Novelletto 1989, p. 19), anche in parte ritrovabili nella cultura dinamica dellambito delle psicosi (Searles 1965), sembra trovino forte riscontro clinico nellesperienza presentata e contribuirebbero a confermare elementi di contiguità e analogia nel rapporto tra fantasie inconsce genitoriali e sofferenza mentale nei figli, sia nel caso della psicosi sia in quello della perversione.
La seduzione ha caratterizzato la relazione di transfert,
come vedremo anche nella discussione. Essa aveva qualità
specifiche nel senso della passivizzazione e della normalizzazione
del rapporto perverso. Infatti come terapeuta mi sono spesso sentito
controtransferalmente raggiunto da sentimenti di passività,
quasi di scivolamento nella condotta mentale perversa, ove tutto
sarebbe stato possibile senza nessuna condizione egoica o ritorsione
superegoica. Ho frequentemente avuto modo di sentirmi raggiungere
da qualità a probabile origine nel padre seduttore delle
pazienti: qualità inerenti la forza fisica, la mascolinità
sessuale. Ad un livello più profondo, però, sono
stato raggiunto da modalità non attive di seduzione; ancora
una volta qualcosa di passivo, come se la seduzione di questi
padri avesse scalzato quella difensivamente prevista nella mente
del terapeuta, nel senso dellattivismo maschile perverso,
per collocarsi invece in unarea meno prevedibile, meno difesa,
fortemente primitiva e caratterizzata da modalità di tipo
orale passivo o attivo. A questo livello si annidava la compiacenza
e la connivenza: quasi a dare al terapeuta il cibo che la paziente
pensava che egli desiderasse, tentarlo oralmente in maniera preconflittuale,
in maniera priva del confronto tra due modelli - forse rappresentabili
come verso e perverso - contrapposti o contigui o conflittuali,
priva di imposizioni. Quanto detto pare evidenziarsi con chiarezza
dal materiale onirico: dopo la fase di inizio, le pazienti hanno
generalmente cominciato a portare sogni che sono sembrati Ôsognati
per lanalista. A titolo esemplificativo riporto il
seguente frammento di seduta:
Paz.: Ho fatto molti sogni stanotte, proprio tanti. Riguardano tutti o P. (località ove è cresciuta e dove tuttora risiede la famiglia dorigine) o M. (un ragazzo col quale ha avuto una storia e dal quale recentemente è stata lasciata per unaltra, che chiameremo G.).
Ter.: Lei racconta i primi. Mentre racconta io vado mentalmente associando al fatto che proprio ultimamente sto nutrendo un forte interesse per i sogni di queste ragazze e per i suoi in particolare, che li vorrei raccogliere e utilizzare in un lavoro scientifico.
Paz.: Ero al bar ... cera penombra ... eravamo io e M. Lui mi spiega come è andata con G. ... come un bisogno di chiarimento. Lui mi bacia appassionatamente, mentre io piango. Facciamo lamore. Mentre lo facciamo, penso che quelli del bar sanno di M. e di G. e allora come mai lo facciamo qui? Entra G. e mi abbraccia e bacia calorosamente, passionalmente. Poi G. e M. escono dal bar insieme. Lui bacia G. sulla schiena: Io li guardo da dietro il vetro del bar.
(Ter.): Poi ha raccontato gli altri . Io seguivo ciascun sogno. Mi sembravano tutti pieni di chiari riferimenti allandamento delle ultime sedute, alle considerazioni e alle interpretazioni ma, più che altro, mi sembrano pieni di riferimenti ai miei pensieri non detti circa lei e la terapia. Si vengono delineando rappresentazioni di lei che comprende, che propone di sostituire il chiarore alloscurità, che non vuole più compromettersi anche se non è ancora in condizioni di evitarlo; che osserva voyeuristicamente la scena edipica da dietro un vetro. Si rappresentano aspetti di non integrazione di un Super Io-avventori del bar, vissuto ancora come minaccioso al cospetto di un Es che domina la scena ma che è al tempo stesso raggiunto da elementi depressivi, abbandonici che fanno pensare a posizioni di integrazione nella relazione doggetto. Vado pensando che su questo sogno potrei pensare moltissimo e così potrei fare su ciascuno degli altri. Mi sento felice delle prestazioni della paziente, la quale mi dà ciò che neanche devo chiederle: sogni che confermano le mie ipotesi, la direzione del cammino, i passi compiuti e quelli da compiere, il suo bisogno di me e la nostra collaborazione. Finalmente il velo si squarcia e mi rendo conto della portata controtransferale delle sensazioni e dei pensieri contattati: penso infatti che lei mi stia inconsciamente seducendo, servendomi un pasto sostanzioso senza neanche doverlo chiedere o pagare. Una seduzione primaria assai poco evidente, nella quale scivolare dentro senza barriere da superare, senza giri di boa da dover non compiere per non compromettersi. Mi sento di avere a che fare con lappagamento allucinatorio di un bisogno, qualcosa di arcaico, preconflittuale e seduttivo allo stesso tempo. Mi rendo conto che forse lelemento più importante è che si sta definendo una sorta di seduzione di transfert.
Il lavoro interpretativo sulla seduzione di transfert, come si vedrà anche nella discussione, è risultato essere lunico strumento terapeutico in grado di favorire processi elaborativi. A tali interpretazioni ha spesso fatto seguito lelicitazione nelle pazienti di aperture associative connotate da insight.
Ter.: Pare che tu mi stia dando delle cose che pensi che io voglia, che ritieni che mi piacciano, come delle golosità, per farmi felice. Sembra che tu dica tante cose poiché io avrei piacere di sentirle, e ciò potrebbe avere a che fare con un tentativo di farmi stare bene, trattarmi bene, come invitarmi a mangiare ciò che mi piace.
Paz.: V. - (il padre) - non mi trattava male, pare strano....
ma mi faceva stare bene e io lo facevo felice. Era tutto così
... era tutti qui ... grandi regali, di quelli che una bambina
non si aspetta, quelli che tute sognavamo. Io ero ancora una bambina
e lui a un certo punto, forse stavo crescendo, ha iniziato a farmi
regali da bambina come si fanno regali ad una donna ... con quel
qualcosa ... insomma. Era bello, però ...per tutti e due
... di questo ho nostalgia. Insomma andava così come andava
e non poteva andare in altro modo. Non cera altro modo.
Si può ipotizzare un rapporto di mutua seduzione in una relazione con caratteristiche evolutive di fissazione e organizzazione intorno alla passività orale (Chasseguet Smirgel 1985).
In nessun caso considerato lincesto ha avuto caratteristiche di violenza, dimposizione attiva e subìto passivo. Pare che le bambine siano arrivate alliniziazione incestuosa come unica via evolutiva conosciuta, come il senso stesso dello sviluppo.
I padri avrebbero mostrato marcati elementi di omosessualità negata attraverso lagito maniacale; una omosessualità organizzata intorno al non superamento del primitivo rapporto orale-ricettivo con la madre, della identificazione incorporativa, primitiva, con lei e del conseguenziale fallimento dei tentativi di accesso alledipico, non potendo altresì superare senza conseguenze patologiche la fase passiva o negativa. Dal vissuto delle ragazze pare che, nella storia evolutiva dei loro padri, lavvento delledipico abbia forzato un passaggio brusco dalla passività allattività con il carattere della concretezza, come se la primitività dellorganizzazione psichica limitasse laccesso allesperienza di rappresentazione e che, al di là di una difesa nel diniego onnipotente, non si recuperassero risorse evolutive :
Paz.: Quando papà mi metteva le mani addosso,
nonna mi diceva che lui era stato sempre un diavolo anche con
lei: la toccava, la guardava se era nuda, non le dava pace, fin
da piccolissimo ... anzi diceva che proprio da piccolissimo no;
prima ancora era stato il bambino più buono del mondo:
la guardava sempre, stava le ore col biberon in bocca ... buono
buono ... poi era cambiato tantissimo ... Diceva che dovevo portare
pazienza, che papà infondo era tanto buono.
Il passaggio riportato permette anche una visione della trasmissione transgenerazionale
di quelle alterazioni per difetto o per eccesso della fisiologica seduzione
del genitore che sembra possano difensivamente motivare e favorire lorganizzazione
della personalità in senso perverso. I padri forse si sarebbero rivolti
libidicamente alla figlie come tentativo di identificazione incorporativa con
madre e padre attivi, in una confusa sovrapposizione di tappe evolutive e in
un confuso tentativo di superamento di livelli evolutivi precoci e caratterizzati
da passività. LEdipo non avrebbe potuto avere che le caratteristiche
della concretezza e della non storicizzazione. Ciò motiverebbe anche
lanalogia col carattere di concretezza dello psichismo delle pazienti.
Il lavoro psicoterapeutico svolto ad altri livelli che non fossero quello della seduzione di transfert pare non aver dato nessun risultato in senso evolutivo. Qualsiasi forma di comunicazione o anche interpretazioni diversamente orientate venivano utilizzate come comunicazioni concrete e mentalizzate in una sorta di Ôpensiero perverso, con conseguenza nellincremento delloccultamento della problematica di base. Nei confronti della seduzione di transfert, a livello controtransferale ho dovuto tentare di riconoscere e gestire primitivi andamenti alternativamente centrifughi e centripeti, tentativi di fuga e scivolamenti allinterno, stati preludenti alla confusione, ma anche tentativi difensivi nellirrigidimento superegoico. Il non riconoscimento di tali stati mentali nel terapeuta da parte del terapeuta stesso, avrebbe provocato la loro immediata utilizzazione in senso perverso da parte delle pazienti: se mi irrigidivo in una posizione di rifiuto mentale, ad esempio, di un racconto:
Ho tentato di farlo con mio figlio sopra di me, sulla mia pancia, anzi sotto, proprio messo lì a fare su e giù,
e non andavo interpretativamente sul tentativo di seduzione del terapeuta che sottendeva sia latto compiuto sia la scelta di raccontarlo, a tale atto avrebbe con buona probabilità fatto seguito un agito ancora più rappresentativo in senso perverso, come a utilizzare la perversione come unico referente identitario (qualora non lavessi riconosciuta con linterpretazione) ma anche come elemento dimostrativo del non riconoscimento (includente quindi la speranza). Il mio rifugiarmi nel veto superegoico provocava quindi intensa eccitazione, la quale, per definizione, non poteva che essere di tipo perverso, come se lesposizione alla barriera (incesto) stimolasse concretamente il desiderio dello scavalcamento. Questo, in certe fasi, in maniera anche un po paranoica, mi faceva pensare nei termini di un desiderio di trasmissione infettante del modello affettivo impostato sulla primitività senza barriere né legami, e quindi sulla perversione (Chasseguet Smirgel. op cit.).
La risposta nel perverso al rifiuto ricevuto da parte del terapeuta-genitore avrebbe potuto rappresentare transferalmente la reazione ad un precoce rifiuto primario e la primaria soluzione difensiva nel perverso; il quale, in aggiunta, pareva connotarsi come unica esperienza affettiva precocemente apprendibile, oltreché come unica alternativa alla soluzione difensiva di tipo psicotico allangoscia pervasiva. Anche a questi livelli, linterpretazione di transfert è parsa essere la strada percorribile. Ho potuto vedere che luso diretto dellinterpretazione di transfert riusciva bene anche nonostante la tendenza alla concretezza che caratterizzava le pazienti: ad esempio, interpretare il rossore che faceva seguito ad una interpretazione su aspetti perversi sembrava impedire ulteriori annidamenti di alternative perverse e sembrava favorire la loro neutralizzazione, il raggiungimento, nelle pazienti, di un senso di benessere e lemergere dellesperienza di rappresentazione. Il livello più profondo della perversione di transfert sopra descritto, poteva essere affiancato o alternato a livelli più superficiali e meglio evocativi nel transfert quali quelli attivi della seduzione diretta. Sentivo, nelle varie condizioni transferali, che qualitativamente il pensiero era strutturato nel senso della perversione: la perversione si rappresentava alle volte principalmente in termini di qualità del pensiero, mentre la condotta perversa più facilmente veniva, come agito, utilizzata come strumento di regolazione della tensione interna scarsamente psichicizzabile (Blos 1962, p. 41).
Paz.: ci sono momenti che devo proprio scopare, non
ne posso fare a meno, è come quando fumi ... non ti reggi
più dalla voglia, sei pieno di qualcosa, e poi fumi e tutto
si distende e torni calma ... devo assolutamente scopare, alle
volte, altrimenti scoppio dentro
Nel percorso clinico si è evidenziato, dopo un sufficiente periodo
di trattamento, che il sentimento di vergogna, già portato come materiale,
ha iniziato a comparire nella relazione di transfert. E stato così
possibile ipotizzare che elementi di scissione della struttura soggettiva avrebbero
facilitato movimenti proiettivi di istanze superegoiche sulla persona dellanalista.
Ciò avrebbe permesso allo psichismo levitamento del conflitto che
avrebbe dato la convivenza di una parte primitiva, caratterizzata da modalità
primarie quali il principio di piacere e definibile perversa, con una parte
maggiormente evoluta, caratterizzata dalla presenza di istanze maggiormente
psichicizzate. Il lavoro intepretativo del transfert sulla vergogna avrebbe
contribuito a creare una breccia che col tempo pare aver permesso alla coppia
analitica di collocare nel setting, e di evidenziare nello specifico
della relazione di transfert, la presenza di una struttura scarsamente
integrata ma non frammentata, nel senso dellunità soggettivo, e
di derivare in essa lazione di una precoce ed intensa libidizzazione dei
rapporti primari divenuti successivamente incestuosi, unica area psichica di
erotizzazione: lontano dallanalista investito di valenze superegoiche,
le pazienti potevano vivere relazioni simbolicamente incestuose senza provare
alcuna vergogna. Il fatto di venire a vergognarsi dallanalista
è stato interpretato come desiderio di riunificazione soggettivo, anche
se agita involutivamente sul corpo e con modalità regressive quali il
desiderio della purificazione nel perdono. La restituzione con linterpretazione
di elementi dellunità soggettivo sembra aver favorito movimenti
nel senso del ricompattamento ed il passaggio graduale a posizioni a tipo depressivo.
I figli delle pazienti risulterebbero essere fortemente investiti
dalle fantasie delle madri. Il pensiero di possedere finalmente
nel corpo ciò che di loro piace al padre, pare aver attraversato
pensieri coscienti, sogni e associazioni libere delle pazienti
in gravidanza. Una volta nati, facilmente i figli sono stati bersagliati
da proiezioni identificative: se maschi, frequentemente sono stati
identificati col padre - o col pene del padre - fino allallucinazione
di caratteristiche antropomorfe di lui (peli, spalle, pene); se
femmine, sono stati frequentemente disposti alla preparazione
per la successione nel ruolo interpretato dalla giovane madre.
I maschi sarebbero spesso stati oggetto di soddisfacimento di
desideri sessuali delle madri, mentre le bambine avrebbero subìto
attacchi sadici, alle volte cruenti. Difficilmente le pazienti
dimostrano di esser state in condizioni di accogliere la persona
del bambino. La seduzione in senso perverso del bambino sarebbe
iniziata assai precocemente ed è parsa favorire la trasmissione
transgenerazionale dellorganizzazione mentale di tipo perverso
o, nei casi peggiori, di tipo schizoide.
DISCUSSIONE
Coniugando esperienza clinica e considerazioni teoriche pare emergere che
nelle pazienti la perversione, prima di divenire una modalità di vivere
la sessualità, possa essere stata sede degli affetti genitoriali, quindi
organizzatore psichico primario, fondamentale. Tale condizione sarebbe stata
secondaria anche allazione di precoci investimenti genitoriali di tipo
idoleggiante e comunque caratterizzati da fantasie sostitutive e restitutive
che in epoche precoci avrebbero limitato il riconoscimento della persona delle
figlie. Una caratteristica patogenetica dellaffetto genitoriale pare esser
stata lintermittenza: le pazienti, da bambine, sembra siano state fatte
sentire significative purchè assecondanti fantasie genitoriali, altrimenti
sarebbero state affettivamente attaccate o mortificate. Pare che nello psichismo
rudimentale, primitivo dei padri fosse presente, in quanto fantasma centrale,
la relazione incestuosa come esaltazione e conferma dellonnipotenza infantile
primaria attraverso labbattimento delle barriere tra i sessi e le generazioni;
mentre le madri avrebbero portato il carico di elementi depressivi scissi e
proiettati del padre, con segreta ricerca di sollievo nellaccettazione
passiva dello spostamento sulla genitura. La caratteristica di primitività
dello psichico genitoriale, in primis paterno, pare aver determinato
qualità di assoluta concretezza al fantasmatico: lincesto non poteva
essere rappresentato ma agito. Pare che i padri con lincesto non abbiano
tanto tentato una risoluzione, seppur onnipotente, dellEdipo, quanto invece,
di fronte al potere ordinatore, strutturante dellEdipo stesso, optato
per un ripiegamento narcisistico con arroccamento nellestrema difesa di
primitive qualità più che preedipiche si potrebbe dire, con Racamier
(1980), antedipiche. Lincesto, infatti, pare sia stato,
nel conscio e nellinconscio, premeditato e raggiunto. Lincesto
onnipotente, per esser tale, pare non avrebbe potuto che avvalersi della
partecipazione complice della figlia e della non utilizzazione della costrizione
violenta. Laddove le pazienti hanno alle volte dovuto subire anche la costrizione
allatto sessuale, lincidenza di questo vissuto sullorganizzazione
psichica pare sia stata minore di quella determinata dallatto accettato
con connivenza, in quanto il primo avrebbe permesso una presa di posizione,
un orientamento nel senso del rifiuto. La gravità dellincesto con
connivenza pare quindi risiedere nellimpossibilità di possedere
unalternativa psichica, una struttura parallela ed antagonista o conflittuale
a quella del padre con cui confrontare se stesse e latto. Pare quindi
compromesso ab initio lutilizzo di meccanismi di difesa centrati
sulla rimozione e sul conflitto inconscio, poiché si presenterebbe una
condizione psichica assai più rudimentale, mono-orientata, perverso-polimorfa
per definizione, cioè priva del raggiungimento evolutivo dellaccettazione
del divieto, priva della strutturazione psichica favorita, dai genitori alle
figlie, dallavvento e dal superamento delledipico. Come i loro padri,
anche le ragazze avrebbero cercato, nella trasmissione transgenerazionale, la
liceità della permanenza nellorganizzazione onnipotente, primaria,
connessa al principio di piacere e naturalmente preedipica. Come i propri padri
con loro, le pazienti sarebbero risultate essere fortemente eccitate dai figli,
prima fantasticati poi procreati; uneccitazione che superava la capacità
di tolleranza del bambino e comunque non a disposizione dellinfante. Con
una modalità psichica arcaica, che ricorda quella del tossicomane che
vuole infettare per sentire affetto nella condivisione, le pazienti avrebbero
cercato, nelluniformare a sé i figli, una via per laffezione,
per un contatto che non avrebbe avuto altro modo, più evoluto, di essere
rappresentato e altra risorsa per essere fruito.
Sul piano dellorganizzazione di personalità, come evidenziato anche nella parte clinica, il legame tra condizione borderline e perversioni ipotizzato, tra altri, da Kernberg (1992 pp. 285-302), sembra inquadrare larea in cui pare collocabile il livello psicoevolutivo delle pazienti. Del resto la definizione di struttura al limite di Kenberg (1984, p 18), poiché caratterizzata dalluso di meccanismi di scissione in soggetti con intatta la funzione dellesame di realtà, sembra ampiamente riconoscibile nel contesto clinico in visione. In aggiunta, la descrizione di Green (1990, pp. 114-115) dei meccanismi di scissione dei casi-limite sembra contribuire a collocare su un piano metapsicologico lo psichismo delle pazienti.
Si potrebbe ipotizzare una lettura della perversione che sposti lattenzione da posizioni relative alletà di insorgenza (infanzia; adolescenza; oltre) o ai rapporti con altre sindromi, verso la sua considerazione nel senso di organizzatore psichico precocemente insorgente, affettivamente investito, originario da una condizione di relazioni primarie caratterizzate da primitività, rudimentalità psichica e organizzate intorno al principio di piacere nello specifico dellevitamento del divieto. Tale condizione assumerebbe caratteristiche sessuali relativamente alla fase evolutiva in corso.
Riflettendo sullevoluzione della teoria freudiana della seduzione e coniugandola con la pratica clinica, vien da pensare che nellesperienza psichica delle pazienti la seduzione sia stata vissuta con una confusiva sovrapposizione del livello fantasmatico e di quello reale, poiché le due condizioni sarebbero risultate sovrapposte ab initio nello psichismo rudimentale dei padri, con compromissione, da questi alle figlie, di azioni di filtraggio tra fantasia, fantasticheria e realtà concreta e di azioni di cesura tra desiderio e sua realizzazione.
I racconti sul primo rapporto sessuale incestuoso, spesso precedente lavvento del menarca, pare definiscano uno scenario in cui fantasie incestuose del padre e fantasie incestuose delle figlie sarebbero state copresenti ma non coincidenti: le pazienti avrebbero desiderato qualcosa che non sapevano descrivere a se stesse, che non aveva che scarsa rappresentabilità, e solo successivamente lo avrebbero collocato nelle rappresentazioni del padre:
cera qualcosa di magico, di bello nellaria, era così strano ... era tutto ... era la poesia ... era lodore ... era lui ... poi lui ha voluto farlo e io ... io non capivo, non è che non volevo ... ma non capivo ... e poi ... è stato così ... ,
padre che le avrebbe veicolate verso un vissuto al quale le pazienti non riuscivano
inizialmente a dare significato, ad ascrivere allordine della significanza
e della pensabilità:
è stato così ... insomma lui lo ha messo dentro ... ma io non capivo ... non capivo cosa succedeva ... non pensavo più a nulla ... ecco: lui si muoveva ed io non pensavo più a nulla .. guardavo nel vuoto.
In seguito lincesto sarebbe stato inserito nella struttura soggettivo
in qualità di elemento egosintonico al pari di altri fattori costitutivi
dellorganizzazione psichica in senso perverso. In questottica il
perverso pare definibile come precoce organizzatore psichico investito affettivamente.
La teoria della seduzione, quanto mai attuale nella pratica clinica considerata, potrebbe in essa articolarsi nel senso che levento traumatico in pre- o prima adolescenza (incesto) possa essere considerabile anche come il defluire psicotizzante dalla realtà alla fantasia e dal sé alloggetto, e se è vero che esso potrebbe funzionare da copertura rispetto ad un trauma pregresso, reale o fantasmatico, tale trauma degli inizi parrebbe assumere una prospettiva pluri-e-transgenerazionale, raggiungendo linfanzia del padre e forse scavalcandone retrospetticamente i confini.
Sul piano dellintervento psicoterapeutico, potrebbe esser
rappresentata la costante attenzione del terapeuta alla ricerca
della seduzione di transfert; lattribuzione di significanza
solo allinterno di paradigmi ascrivibili a tale elemento
transferale; il lavoro centrato sullinterpretazione di tale
transfert. Nei trattamenti fin qui condotti, limpatto
emozionale sul terapeuta e la sua capacità di tenuta sembrano
essere stati elementi determinanti: la mia mente era raggiunta,
specialmente nelle prime fasi, da pezzi di emozioni estremamente
rudimentali e fortemente caratterizzati da seduzione. Molto spesso
mi sembrava che la parte fondamentale del mio lavoro consistesse
nella capacità di non cedere e non rifiutare ma trasformare.
Le volte che per fisiologica debolezza ho rifiutato il lato più
perverso delle pazienti, ho ottenuto, come conseguenza, un incremento
delleccitazione perversa, come se il rifiuto, il divieto,
la barriera avesse funzionato da stimolo per superare limpedimento
e confermare la possibilità di libero movimento tra i sessi
e le generazioni. Quando riuscivo emozionalmente a non cedere
e non rifiutare, si potevano realizzare, nello spazio teso tra
le pazienti e me, alcune possibilità trasformative, ri-costruttive.
Spesso, data la primitività del livello psichico - a parte
quindi le forti risorse dimostrate nel senso del falso Sé
- anche tali esperienze ricostruttive e trasformative avevano,
specialmente agli inizi, connotazioni prevalentemente e pregnantemente
corporee. Era come se, seguendo un pensiero di Searles (1965,
p. 283) mi trovassi metaforicamente con la bambina in braccio
e dovessi farle sentire che il papà non rifiuta la sua
(di lei) eccitazione ma la esperisce come qualcosa di sessuale-non-sessuale,
per dirla con Freud, e la restituisce con qualità prive
di investimento sessuale adoltomorfo. Penso che tale approccio
abbia potuto favorire nelle pazienti processi trasformativi e
ricostruttivi. Si dovrebbe a questo punto considerare intorno
alla componente di seduttività presente nel terapeuta.
La si può, ad esempio, scorgere nellassioma del
non cedere e non rifiutare e nelluso alle volte incalzante
dellinterpretazione. Dalla mia esperienza appare improponibile,
con tali pazienti, un trattamento ove intimamente si respinga
la seduzione: esso risulterebbe per loro privo di qualsiasi
significato e facilmente verrebbe ricusato, come se il non seduttivo
fosse non ascrivibile ad un ordine di significanza ed affettivamenete
non investibile. Forse risulta più utile, parafrasando
Novelletto (1989, cap. 2-3) accettare tutta la loro ambiguità
e rifarsi ad una forte stabilità dellassetto interno
dellanalista e del setting.
Per quanto concerne le interpretazioni, penso possa essere utile considerare brevemente intorno alluso del linguaggio, inteso nel senso di rappresentazione inconscia e conscia di parola. Nella storia delle pazienti, è come se il perverso avesse avuto, tra altro, la caratteristica del non detto:
di tutto quel che succedeva quando usciva mamma, non se ne parlava mai ... succedeva e basta. Non ci dicevamo mai nulla ... io e papà ... quando cera modo, si faceva, e allora si entrava come dentro unaltra storia ... poi era finita la storia e si tornava alla vita normale ... Poi non ne ho potuto mai parlare neanche con mia madre, neanche quando ero incinta e lei sapeva di chi ....
Questo fatto avrebbe inciso, nello psichico delle pazienti, anche nel senso
della limitazione della possibilità di ascrivere gli affetti legati
agli atti incestuosi a categorie di pensabilità, rappresentabilità
e quindi elaborabilità e trasformabilità tipiche dello psichismo.
Tutto sembrava essere stato reificato, e lincesto iniziava e finiva
con latto stesso. In terapia, luso appropriato del linguaggio, luso
diretto, non mediato, verso, pare abbia contribuito ad avviare processi
di concatenamento di rappresentazioni dello specifico del vissuto incestuoso
il quale, fino ad allora, se veniva descritto, lo era attraverso parole, appunto,
reificate e spogliate di legami affettivi. Il non detto avrebbe
quindi a più livelli contribuito allevoluzione dellorganizzazione
perversa: dai più superficiali, connessi a conseguenze di dinamiche di
connivenza, ai più profondi, relativi ai processi di formazione del mondo
interno.
Circa levoluzione in senso metapsicologico, il lavoro interpretativo sul transfert di seduzione sembra aver favorito processi elaborativi, con appropriazione di elementi dellunità soggettivo della struttura psichica (ad es. del super-Io) precedentemente in parte scissi e proiettati, con graduale acquisizione di capacità di controllo intrapsichico delle pulsioni e conseguente progressiva sostituzione di modelli di persecutore superegoico esterno. Il consolidamento dellIo e la reintegrazione delle esperienze fisiche e psichiche allinterno dellunità soggettivo, pare aver favorito il passaggio alla depressione come rinuncia allonnipotenza primaria perverso-polimorfa. Il conseguenziale graduale declino delleccitazione incestuosa avrebbe lasciato spazio ad un vuoto pulsionale che sembra sia stato possibile rappresentare nel complessivo vissuto di depressione; vissuto, vuoto, fortemente sostenuto anche dalla difficoltà di sostituzione delleccitazione incestuosa con quella per loggetto riconosciuto ed affettivamente investito:
adesso non vado più cercando tutti quegli uomini,
come prima, sai, ora col mio ragazzo va, è molto che stiamo
insieme e sento, per la prima volta, di volergli bene ... e lui
è uno affettuoso, non lo stronzo di turno che mi voleva
solo scopare, come prima. Non le nascondo che quello con la Maserati
Biturbo se mi guarda mi fa venire voglia di ... di ... non le
nascondo che quello mi eccita; non le nascondo che il mio ragazzo
non mi eccita: non mi sento attratta da lui ... però gli
voglio un gran bene ... spero che non lo tradirò mai ...
spero che lei mi aiuterà a trovare la strada per superare
questa freddezza del desiderio verso di lui ... spero che si farà
qualcosa per questo senso di vuoto ....
Dallultimo sogno riferito da questa paziente (cinque mesi dopo la precedente
comunicazione):
Residuo diurno: Ieri rientravo a casa e cera un folto gruppo di giovani pompieri che forse andavano a donare il sangue. Dovevo passare dentro al gruppo. Hanno fatto i soliti commenti da militari.
Sogno: scendevo la via di casa e cera il gruppo di pompieri. Mi metto le cuffie per non sentire i loro commenti, preferisco non sentirli ed ascoltare la musica. Poi cè una donna che sta insieme ad un uomo di colore, molto bello. Lei mi dice che luomo ha un fratello gemello e mi chiede se voglio conoscerlo. Io dico che sono già fidanzata e che il mio ragazzo mi basta.
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* Tito Baldini
Membro S.I. Ps.I.A.; Membro A.R.P.Ad.
E-mail tito.baldini@fastwebnet.it
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