I lavori del convegno sono aperti da  F. Ladame con un relazione intitolata Autodistruttività e violenza in adolescenza.  
Ladame esordisce premettendo che lattività del pensiero è il filo conduttore del  suo discorso, che verterà sull importanza  di cercare di immaginare delle possibilità di mantenere  una attività di pensiero al di  fuori del momento di  rottura del suo  funzionamento. 
Egli parte dalle vignette cliniche di tre adolescenti nel suo dipartimento per agiti violenti e autodistruttivi.  
Angela, di 18 anni, ha appena tentato il suicidio perché  la casa era vuota, io dovevo morire. Ladame si chiede  se il vuoto di rappresentazione che ha preceduto il gesto suicida, possa essere considerato una allucinazione negativa, fenomeno difensivo definito da Green come rappresentazione dellassenza di rappresentazione . 
Pur essendo al servizio dell Io (il vuoto di  rappresentazione  e percezione consente di tenere temporaneamente a bada listintualità e preservare loggetto investito) lallucinazione negativa espone  lIo, fragile, al rischio della cessazione della attività psichica e allattivazione di meccanismi- allucinazione positiva ed enactement- che reintroducono una forma sia pur primitiva di pensiero. Se tali meccanismi non si attivano il risultato è una inibizione psicotica con prevalenza di quelli che gli psichiatri chiamano sintomi negativi della psicosi: lapragmatismo e il negativismo. Questo, secondo Ladame, è il punto nel quale psichiatria e psicoanalisi si incontrano. 
Yan, un ragazzo di 18 anni, viene ospedalizzato dopo essersi inferto una coltellata allavambraccio in seguito ad un litigio con la madre, che a suo dire lo trascurava, e in assenza di un intervento del padre tale da mettere fine alle ripetute discussioni. Il gesto autodistruttivo conseguente allesplosione di ansia  e alla perdita di controllo dellIo sopraffatto ( dimensione traumatica del raptus) doveva quindi avere la funzione di stabilire un limite alle discussioni con la madre che rappresentavano una minaccia d indifferenziazione, cioè di scomparsa di confini tra il sé e loggetto. 
Una  seduta di psicodramma  nella quale il ragazzo trova il padre al ritorno da scuola, mentre la madre è altrove in casa, consente di connotare la natura della sessualità di Yan- assente nelle sue preoccupazioni consce- come  sessualità primaria, cioè una sessualità che si manifesta nell indistinzione tra soggetto e oggetto, una sessualità che non è né radicata nelle zone erogene, né legata alloggetto ( Botella e Botella ,1990) 
Cristine si ricovera perché ossessionata dallidea di diventare pazza, ove la paura della pazzia è legata alla perdita di controllo. Fin dallinizio  delladolescenza ha presentato sintomi ossessivi e compulsivi. Due settimane prima del ricovero ha dato fuoco alla cucina di casa. Ladame associa il racconto di un incubo con il rifiuto  della sessualità adulta e con la presenza  una sessualità  invasiva dirompente e onnipresente( come lidea del suicidio) che la ragazza  cerca di rinchiudere in un guscio allo scopo di liberarsene. 
Nella sua discussione Ladame afferma che i gesti autodistruttivi di Angela, Yan e Cristine, non ostante le loro somiglianze, possono essere letti diversamente, in quanto esprimono modi di funzionamento psichico distinti. Anche la loro prognosi è differente. 
Yan è preoccupante per la non conflittualizzazione della fascinazione e dellorrore nei confronti dell indifferenziazione. Per lui  il raptus rimane la sola soluzione, agita e autodistruttiva, per significare  che un conflitto psichico potrebbe essere stato presente ma che è stato eliminato prima di avere avuto  la possibilità di emergere. 
Angela è ad alto rischio relativamente alla perdita del legame con loggetto, inteso come perdita di se stessa da se stessa : la presenza della capacità allucinatoria sembra essere una barriera cruciale nei confronti dell esperienza traumatica della cessazione di ogni tipo di pensiero, di quel vuoto che lha spinta a tentare il suicidio.  
Per Cristine invece la prognosi non è così infausta, in quanto il legame con loggetto non sembra  minacciato, la sofferenza è legata  nel vissuto della paziente allimprigionamento Ðtrattabile- di una inaccettabile sessualità adulta e il legame con la realtà è preservato. 
Lasciando da parte il concetto di istinto di morte, la questione della morte in adolescenza  e la questione  cruciale  degli strumenti cognitivi disponibili a questa età per modificare rappresentazioni costruite nellinfanzia, Ladame ha posto laccento sui problemi del pensiero, sulla dimensione narcisistica e sulla insopportabile minaccia rappresentata dalla passività . All esperienza  traumatica della passività i pazienti descritti hanno risposto con un rinforzo dellonnipotenza e della affermazione narcisistica  dinvulnerabilità, che conduce ad una alleanza tra  narcisismo e masochismo. Seguendo Ferenczi si potrebbe dire  che  la distruzione di  séÉ è meglio che soffrire passivamente( 1931 p: 195) 
La seconda relazione Lascolto della crisi adolescenziale nellanalisi delladulto è di Sara Flanders. Dopo aver ricordato i principali contributi pionieristici di Laufer alla comprensione del processo adolescenziale  la Flanders afferma che lesperienza di analisi di adolescenti con funzionamento psicotico e  auto- distruttività , può insegnare  molto sui passaggi   che cimentano e confondono lanalista  nel trattamento di pazienti adulti, soprattutto il giovane adulto, il borderline, il profondamente negativo,  l isterico recentemente risuscitato, il perverso.  
Coerentemente con gli assunti di Laufer, la Flanders pensa che: 
1) limpasse che si verifica in alcune analisi di adulti può essere interpretata nei termini del blocco dello sviluppo di cui parla Laufer, assumendo che  la  sintomatologia del paziente  in qualche modo mantiene una posizione di stallo. 
2) certe analisi interminabili  possono essere riferite alla persistenza  di una adolescenza non negoziabile, ad un permanente rifiuto di accettare precisi confini sessuali del sé. 
3) lapparente trionfo dellistinto di morte può essere interpretato come una manifestazione difensiva dovuta  allangoscia soverchiante connessa  al vivere. 
Secondo la Flanders la concettualizzazione della madre morta propria di Green  può essere meglio compresa alla luce della visione lauferiana della situazione adolescenziale, nel senso che  lidentificazione con loggetto interno depresso o morto difende  contro la vulnerabilità  del sé vitale e contro lodio assassino  nei confronti delloggetto parentale sessualmente vivo. Inoltre essa ostacola lo  sviluppo in quanto rischia di trionfare sullanalista e sulladolescente ( o sulladulto ) che minaccia di diventare vivo emotivamente e sessualmente.  
La relatrice esprime il suo  accordo anche  con Raymond Cahn  che al compito adolescenziale di appropriarsi del corpo sessuale maturo aggiunge quello di diventare soggetto, attraverso il raggiungimento di una  capacità di pensiero  che consenta lappropriazione del corpo sessuato. La soggettivazione delladolescente autodistruttivo è ostacolata dallidealizzazione della stasi, nella forma pervertita di uno specifico stallo, di una  mortifera e pseudorassicurante identificazione  con un oggetto interno depresso e ritirato, che corrisponde alla sindrome della madre morta di Green. 
Attraverso la presentazione di un caso clinico la relatrice attira lattenzione  sulla tensione tra la vitalità minacciosa e le difese  mortifere contro di essa, che spesso si manifestano nel transfert con pazienti adulti che presentano conflitti adolescenziali non risolti. 
Si tratta di  un giovane adulto figlio di una madre  che ha avuto una depressione post-partum dopo la nascita di entrambi i figli e di un padre che si è ritirato in una depressione alcoolica  quando  il paziente entrava in adolescenza.  Dopo un primo periodo  di buona collaborazione  e gratificazione reciproca tra analista e paziente, nella seconda parte dellanalisi  il lavoro, la vita sentimentale e il rapporto analitico si rivelano estremamente deludenti per il paziente. Egli  non interrompe lanalisi, ma riconosce   di non potere essere aiutato  a causa della sua  compulsione  ad attaccare l'analista , riferibile in parte  all identificazione aggressiva con il padre depresso e ritirato. 
Lanalista  collega il fallimento nel lavoro , lisolamento e il negativismo   al fatto che la madre, al  tempo dellinvio del paziente, stava riscuotendo  un considerevole successo in una attività creativa  intrapresa  poco dopo la morte del marito, quando il ragazzo  aveva 18 anni. Nel transfert il paziente esprimeva la propria intolleranza  nei confronti della vitalità creativa della madre-analista.  
La Flanders  ha colto, attraverso lanalisi dei movimenti transferali e controtransferali , il livello della sofferenza narcisistica del paziente, la sua rabbiosa invidia, il suo rifiuto di tollerare la pena della separazione, la realtà che lanalisi  non è  un permanente attacco  ad una madre gratificante. Eppure ella si  rammarica di non essere stata capace di mettere a fuoco la relazione del breakdown dellanalisi e il precedente breakdown  adolescenziale, in particolare la relazione tra lattacco al proprio corpo sessuato adulto e lattacco alle capacità generative dellanalista . Pertanto ella  ritiene che avrebbe avuto più successo se fosse stata capace  di leggere la negatività nei  termini  di attacco allo sviluppo, seguendo il modello di sviluppo appreso al Brent Adolescent Center. 
 I. Brenman Pick,nella sua discussione al lavoro della Flanders, fa presente che la turbolenza emotiva ed istintuale  scatenata dalla pubertà  non allenta ma al contrario intensifica  i bisogni infantili di dipendenza  delladolescente. Questi bisogni possono spingere alla ricerca di nuovi oggetti ma possono anche essere trasformati nella dipendenza patologica da droghe, musica sessualità, gruppo, polizia, conseguimenti accademici e cosi via. Non si tratta quindi di aspettarsi una riduzione della dipendenza in adolescenza, ma  piuttosto di valutare il modo in cui ladolescente  affronta  i penosi   e spesso ripudiati sentimenti  di dipendenza. 
A proposito dei figli di madri depresse la Pick critica  Green che descrive il disinvestimento del bambino  come   un assassinio fisico delloggetto materno senza odio  e sottolinea che la sua esperienza clinica  lha più  volte messa di fronte  allodio e alla colpa  stimolati nel bambino dal ritiro della madre depressa. 
Infine Robin Anderson  presenta un lavoro su Adolescenza e Io corporeo: il reincontro del funzionamento mentale primitivo nello sviluppo adolescenziale. 
Egli riconosce di essere stato ispirato dal modo  in cui  Laufer presta attenzione a chi gli adolescenti pensano di essere e a come si mettono in rapporto con il proprio corpo, sebbene il suo background lo porti a concettualizzare  la psicopatologia adolescenziale, per alcuni aspetti, in modo differente.   
Anderson ritiene  che la concettualizzazione di Laufer della fantasia masturbatoria centrale centri lessenza della identità nucleare delladolescente, mettendo insieme i tentativi  del giovane di  raggiungere impossibili compromessi  tra desideri conflittuali, libidici e aggressivi,e di avere simultaneamente il corpo di un  uomo e di una donna ,variamente combinati. Egli aggiunge che  queste fantasie  possono essere costruite sia per riparare ,sia  per  sottrarsi a sottostanti fantasie inconsce  di oggetti danneggiati che minacciano  di irrompere  durante la crisi dello sviluppo  adolescenziale. Comunque Anderson condivide   limportanza  posta da Laufer  sulla relazione che ladolescente ha con il proprio corpo e ribadisce che è proprio in questa area che  si  incapsulano e si esprimono le  paure più profonde . 
Dal punto di vista della teoria delle relazioni oggettuali il corpo sessuato   con il quale ladolescente tenta di per rapportarsi  può anche essere visto come il contenitore  di  relazioni oggettuali primitive (diadiche e triadiche) e di oggetti primitivi scissi, alcuni dei quali assimilabili agli oggetti bizzarri di Bion. Tali oggetti  devono essere elaborati  ed integrati affinchè ladolescente possa  identificarsi saldamente  con luna o laltra parte della coppia parentale e con il bambino che si rapporta ad essa. In adolescenti che non dispongono di  buone identificazioni, di solidi oggetti primari ,la reintroiezione di queste parti proiettate  viene sentita come terribilmente minacciosa  ed attiva drastiche misure difensive , quali lassunzione di droga. Si crea in tal modo una spirale di  processi introiettivi e proiettivi  che possono causare  un danno progressivo della personalità, se ladolescente non viene aiutato. 
Anderson  riferisce gli esempi di due ragazze, entrambe con una storia  di infanzia difficile. Entrambe hanno cominciato ad avere comportamenti  autolesionistici in adolescenza. La seconda, Theresa, assume anche droga.  Entrambe  hanno avuto madri depresse  e danneggiate. Anderson  interpreta il tagliarsi  le braccia  come le enactement di un rapporto sessuale genitoriale di tipo sadomasochistico,  vissuto a livello del corpo e  basato su fantasie sessuali molto primitive  che  emergono  nel momento in cui le ragazze stanno lottando  per  il loro sviluppo sessuale.  Nel primo caso  la ragazza si identifica  sia  con la madre abbandonata dal marito, sia con il bambino abbandonato, sia  con il padre crudele che infligge il taglio a se stessa- madre .  
Un sogno di Theresa  mostra  che la ragazza  non solo deve confrontarsi con una situazione familiare che si sta deteriorando ma  anche con  fantasie sessuali primitive  e con langoscia e la colpa che emergono  quando la sua sana spinta a crescere la confronta  con la sessualità. Ne consegue la fuga  difensiva in una fantasia  disturbata e deprimente nella quale  la madre è distrutta  e loggetto sessuale  collude con la distruzione. Se la ragazza non fosse trattata analiticamente in adolescenza  questa fantasia potrebbe  rimanere incapsulata e continuare  a minacciare  un sano sviluppo. 
Nel discutere il lavoro di Anderson, Catalina Bronstein fa alcuni interessanti commenti sul secondo caso. Ella  mette laccento  sul tentativo di Theresa  di distinguere  ciò che appartiene alla madre e ciò che  appartiene a lei  e sulla sua angoscia  di diventare sua madre e di abitare il proprio corpo malandato e sporco come il supermarket del suo sogno, piuttosto che  essere capace di diventare come la madre ,cioè una donna sessuata. Ella sottolinea anche il fatto che  Theresa ,dopo il primo rapporto sessuale, abbia fatto un sogno anzicchè ferirsi. 
Donald Campbell, presidente  della British Psychoanalytic Society  e  Maxim   de Sauma ,successore di Laufer  alla direzione del Brent Adolescent Center,  concludono i lavori scientifici. 
Per dare una idea sintetica di questa intensa giornata di lavoro dedicata alladolescenza, potrei dire che il convegno è stato caratterizzato: 
- dalla affettuosa unanimità  con la quale è stato riconosciuto il contributo di  Moses e di Egle Laufer  alla comprensione, al trattamento  e alla ricerca psicoanalitica in adolescenza. 
- dal clima familiare della conferenza. 
- dal tentativo  di confrontare   linguaggi e modelli psicoanalitici diversi.
  
Bibliografia 
BotellaC., BotellaS.(1990).La problematique de la regression formelle de la pensee et de lhallucinatoire.In La psychanalyse: questions pour demain. Monographies de la Revue Francaise de Psychanalyse.Paris:PUF,63-90. 
Ferenczi S.(1931).Fondamenti di psicoanalisi-Vol. IV-Guaraldi,Rimini.   
 
  
* Barbara Piovano 
E-mal: bpiova@tin.it  
  
Si ringrazia vivamente il Comitato Esecutivo della Società Italiana di
Psicoanalisi per aver consentito a questa rivista la riedizione del
testo sopra riportato, comparso sul Notiziario SPI 2000 n. 3.
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