Le indicazioni alla cura psicoanalitica delladolescente secondo Ph. Jeammet
P.G. Laniso
Philippe Jeammet è membro della Société Psychanalityque de Paris e Direttore del Dipartimento di Psichiatria
dellAdolescente e del Giovane Adulto dellUniversité de Paris .
Per una visione dinsieme dei suoi contributi rimando al volume Psicopatologia delladolescenza ,
( Borla , 1999 ).
Ai fini dellargomento specifico di questa rubrica , dirò subito che Jeammet esprime notevole perplessità e raccomanda grande prudenza nel proporre ad un adolescente unanalisi classica o comunque una relazione psicoanalitica frequente e profonda come risposta di prima scelta ad un disagio , specialmente se questo si esprime con patologia delle condotte .
Egli raccomanda , in ogni caso , una valutazione accurata delle modalità di funzionamento mentale del giovane , rispetto al suo equilibrio narcisistico .
Per comprendere meglio come lAutore giunge a questa posizione , mi è parso opportuno risalire ad alcuni punti di vista fondamentali che egli ha ribadito anche in un seminario organizzato dallARPAD a Roma nel Marzo 2001 , dal titolo Dipendenza e relazione di impossessamento .
Jeammet parte dalla premessa che ladolescenza è una situazione universale , la cui manifestazione e risoluzione variano però considerevolmente da una società allaltra e nelle varie epoche storiche . Queste differenze operano su quelle che secondo lui sono delle c o s t a n t i d e l l o s t a t o a d o l e s c e n z i a l e e che , al di là delle differenze di struttura individuali e di organizzazione sociale , consistono nella costanza dei c a m b i a m e n t i che toccano le c o n o m i a p s i c h i c a degli a d o l e s c e n t i . Questo primato dellaspetto economico risiede innanzitutto nella massività e globalità del processo adolescenziale che ingloba , in una congiunzione unica nella vita , il corpo , la psiche, il posto simbolico delladolescente nella società .
Al di là dei conflitti didentificazione e del complesso edipico , sono le basi più profonde della personalità e le prime tappe della costituzione del Sé ad essere sollecitati e messi alla prova dalladolescenza , attraverso la r i m e s s a in d i s c u s s i o n e propria del r i m a n e g g i a m e n t o dellunità somato-psichica .
Sono parte integrante del processo adolescenziale :
1) La ridefinizione delle frontiere tra ladolescente e il suo ambiente , tra lo spazio psichico interno e il mondo
esterno . Da questa ridefinizione dipende lidentità e la capacità dindividuazione .
2) La difficoltà di rappresentarsi il processo del cambiamento .
3) La problematica dello scambio , impregnata di potenziale violenza .
I concetti fondamentali per la comprensione dello sviluppo psichico che precede ladolescenza sono , secondo Jeammet :
1. Il concetto unificante di f o r z a dell I o , che si costruisce mediante la qualità degli scambi fra il neonato e il suo
ambiente circostante . A questo proposito lAutore cita i contributi di Winnicott con il concetto
di madre sufficientemente buona , di D. Stern con quello di accordatura affettiva e di S. Lebovici con il
concetto di co-creazione dellimmagine propria del bambino . Inoltre sottolinea limportanza che questi primi
scambi così essenziali per il futuro del bambino si dispieghino in una indistinzione soggetto-oggetto progressivamente decrescente ( come cita la famosa frase di Winnicott affinché il bambino possa creare loggetto ,
bisogna che loggetto sia già là ) .Tali qualità dello scambio nutrono il suo piacere di funzionamento come se fossero del bambino , mentre sono ampiamente dovute alla qualità della relazione doggetto.
2. Il concetto di b a s i n a r c i s i s t i c h e , e viene formulato in questo modo : Il soggetto non è mai tanto se stesso come quando èabbondantemente nutrito dagli altri , senza che diventi cosciente delle rispettive parti , di ciò che gli appartiene e di ciò che appartiene allaltro . Esse costituiscono la base del senso di continuità e sicurezza interne , cioè garantiscono lequilibrio narcisistico. LAutore riconosce la somiglianza di questo approccio a quello di Bowlby quando questi parla di relazione sicura , insicura , disorganizzata , come pure a quello di P. Fonagy , quando egli usa il concetto di modelli internalizzati operatori .
La s o l i d i t à delle basi narcisistiche è un fattore di scudo antistimolo ( para-eccitazione ) in rapporto alla
attrazione oggettuale . Costituisce un limite , un filtro . Ha una funzione di ausiliario della rimozione , nel senso
che ne facilita il mantenimento e rende meno necessario il rinforzo delle difese.
Jeammet parla di scarto narcisistico-pulsionale quando lassenza o la debolezza delle basi narcisistiche trasformano
il piacere di desiderare in paura che loggetto si impossessi dell Io . Così gli investimenti oggettuali e narcisistici , invece di costituire gli uni il completamento naturale degli altri , come
nelle introiezioni riuscite , appaiono contraddittori , in opposizione . La natura della relazione , sicura o insicura ,
esprime la qualità delle basi narcisitiche .
Linteriorizzazione di una relazione di sicurezza-fiducia verso lambiente circostante fa sperimentare il piacere del
funzionamento mentale , rende il bambino autonomo e aperto alle relazioni con i terzi e testimonia una sufficiente
solidità delle basi narcisistiche .
Al contrario , una eccessiva dipendenza dal mondo circostante esprime debolezza delle basi narcisistiche .
Il bambino che ne soffre cerca di controllare il mondo circostante con la percezione e la motricità ( a discapito
delle capacità psichiche interne ) e si difende da esso cercando di rendere lambiente dipendente da lui con il capriccio
( che in adolescenza si trasformerà nel comportamento oppositivo ) e con le lagnanze sul corpo .
I soggetti insicuri , che soffrono di eccessiva dipendenza , possono percepire il desiderio come minaccia narcisistica ,
tale da mettere in pericolo la soggettività e lidentità . Si difendono aggrappandosi ai dati percettivi e sovrainvestendo
gli oggetti esterni ; soffrono le variazioni della distanza relazionale.
L a g i r e costituisce per essi il modo di capovolgere ciò che temono di subire e di riprendere un possesso che
stavano per perdere. La t t o permette la rappresentazione sulla scena esterna e quindi il controllo di quello che non
potevano rappresentarsi .
La dipendenza come modalità di relazione .
Jeammet sottolinea limportanza primaria dellequilibrio fra le risorse interne e il ricorso al mondo esterno percettivo-
motorio . Il correlato è che lequilibrio narcisistico necessita del supporto fornito dalla relazione con gli oggetti esterni .
Egli vede in questo la motivazione maggiore della relazione di dipendenza dagli altri .Più precisamente , dal punto di
vista del funzionamento psichico , Jeammet descrive la dipendenza come lutilizzazione a scopi difensivi della
realtà percettivo-motoria come controinvestimento di una realtà interna fragile che minaccia il soggetto di
disorganizzazione .
In questo senso la dipendenza può essere considerata una costante ( fisiologica ) del funzionamento mentale .
Cè sempre un gioco dialettico di investimento e controinvestimento fra la realtà psichica interna e la realtà esterna
del mondo percettivo-motorio . Essa pone un problema nella misura in cui diventa una modalità p r e v a l e n t e e
d u r a t u r a di funzionamento , a danno di altre modalità . Diventano dipendenti coloro che utilizzano in modo
dominante , coercitivo , la realtà esterna , per controinvestire una insicurezza interna eccessiva che si appoggia su
basi narcisistiche assai fragili . Al contrario , coloro che possono contare su solide basi narcisistiche , su una realtà
interna rassicurante , hanno a disposizione , in caso di conflitto o difficoltà , una possibilità di regressione ( al
servizio dellIo ) , che è alternativa alla disorganizzazione .
La dipendenza non risolta può dar luogo a comportamenti differenti e opposti , quali un attaccamento esacerbato
e un aggrappamento agli oggetti dattaccamento , da un lato , oppure a opposizione ed evitamento dallaltro .
Gli uni e gli altri comportamenti manifestano difetti nel processo precoce di interiorizzazione e del narcisismo .
Ne derivano conseguenze pesanti a due livelli :
1) Quello dello sviluppo della personalità ,che viene ostacolato inibendo i processi di scambio nutritivo , di
interiorizzazione e di identificazione .
2) Quello del funzionamento mentale stesso , con limpedimento della possibilità di rappresentazione e con la
siderazione del pensiero ( attacco allautonomia del pensiero ) , nelle situazioni paradossali .
A propria volta , la minaccia allautonomia del pensiero è sentita dal soggetto come un attacco violento alla sua integrità narcisistica e genera un ritorno di violenza difensiva :
- Verso lesterno , con lagire comportamentale ( a scopo di controllo ) .
- Verso linterno , mediante la negazione dei desideri , dei legami oggettuali interni , a vantaggio di affetti sempre
più indifferenziati e della distruzione fantasmatica dei limiti e delle differenze , guardiani dellidentità .
Il paradosso è che questo dispositivo violento di difesa viene attivato allo scopo di restaurare i limiti e lidentità
minacciata , quindi con fini autoconservativi .
Secondo Jeammet , tutta la nosografia può essere valutata prendendo in considerazione le difficoltà specifiche inerenti la gestione della relazione di dipendenza . Tale vertice non ne esclude altri allinterno del punto di vista psicoanalitico ,
al contrario , può arricchirlo . Esso offre il vantaggio di permettere un approccio dialettico fra il modo in cui il
soggetto assicura il suo equilibrio narcisistico e il modo in cui gestisce i suoi desideri e i suoi bisogni relazionali . Da tale dialettica dipende in gran parte lequilibrio dei conflitti e tensioni intrapsichici , specialmente
nei momenti di rimaneggiamento di questi equilibri come nelladolescenza .
Posto delladolescenza nellorganizzazione dei disturbi della personalità e del comportamento .
Ladolescente è messo a confronto con ciò che vi è in lui di insicurezza interna e , nelle relazioni esterne , è esposto alla messa alla prova della propria immagine , della stima di sé e della stoffa che ha . E naturale che egli metta in gioco
delle condotte , dei comportamenti volti a gestire e a controllare la relazione con se stesso e con i suoi oggetti
dinvestimento . LIo delladolescente è in una situazione di vulnerabilità particolare . E già sufficientemente organizzato per avere coscienza della sua autonomia e delle sue acquisizioni , ma è ancora paralizzato a causa dellassenza di maturità e dei due pilastri dellIo detto adulto che sono le relazioni affettive e uno stato sociale stabile .
Deve fronteggiare una mobilitazione eccezionale dei desideri , spesso contraddittori , quindi misurarsi con una
ambivalenza nuova e difficile da tollerare : desideri sessuali per oggetti nuovi che però riattualizzano la situazione edipica ; desideri di autonomia , di affermazione di sé , ma anche di regressione verso legami e affetti dellinfanzia .
Come conservare un senso di sicurezza sufficiente , di coerenza e di unità , allo stesso tempo?
LIo adolescente può sentirsi sopraffatto , può sentirsi affondare , non allaltezza del compito e attivare
meccanismi di difesa espressi dalla rigidità ricordata precedentemente .
Da qui tutto il terreno della patologia acuta delladolescenza , tutta lemergenza data da un eccesso di stimoli che sopraffà le risorse psichiche dellIo , la cui provenienza , sia esterna che interna , è suscettibile di creare le condizioni di un traumatismo con un movimento disorganizzante di de-differenziazione tra il dentro e il fuori e tra le strutture
funzionali intrapsichiche .
Jeammet dice testualmente : Ladolescente si sente minacciato nella sua identità personale . Egli è sopraffatto dalle sue emozioni e dallintensità
dellemozione sessuale . Tale sopraffazione comporta una situazione di dedifferenziazione : perdita delle differenze
parzialmente acquisite tra il dentro e il fuori , tra il soggetto e i suoi oggetti dinvestimento e , allinterno del soggetto stesso , tra le differenti istanze del suo apparato psichico . Egli è posseduto , abitato dalle sue emozioni e dalloggetto che ne è la sorgente : il solo progetto che ne deriva è lespulsione delleccitazione disorganizzante su di un elemento esterno ( che non è necessariamente loggetto di investimento iniziale ) sul quale il paziente cerca di esercitare un controllo onnipotente e un dominio che non può applicare alle proprie emozioni interne .
E così prosegue : Vediamo nella paura di essere sopraffatto e di perdere il controllo della situazione la paura maggiore dell Io adolescente . Essa si esprime per mezzo di varie rappresentazioni , quali la paura di impazzire ,
la vergogna di mostrarsi in pubblico , la goffaggine e la paura di arrossire . Essa è presente dietro le dismorfofobie e
le forme multiple di disagio delladolescente nella sua relazione con il corpo . E pure presente dietro la compulsione
a guardarsi allo specchio , il sentimento di non poter nascondere le proprie emozioni , di essere trasparente o
scoperto , come nella paura così frequente di addormentarsi . I pensieri masochisti , di automutilazione e simili É..
tessono il sentimento di morire di vergogna , in una situazione vissuta come sconfitta acuta dellIo e crollo dellimmagine di sé. Sicuramente leccitazione sessuale e la confrontazione con il desiderio delloggetto sono particolarmente suscettibili di far esplodere queste paure di sopraffazione .
Il transfert , uno strumento indispensabile , ma pericoloso .
Più un adolescente è in una situazione di fragilità interna , più gli incontri che farà sono suscettibili di organizzarlo secondo modalità sensibilmente differenti (É) . Ogni oggetto investito è suscettibile di diventare sorgente
di eccitazione per ladolescente e di perdere perciò stesso la possibilità di essere utilizzato come appoggio narcisitico .
Jeammet sviluppa così queste considerazioni : Sottolineare limportanza della realtà esterna nelladolescenza e il
suo ruolo di contrappeso alla realtà interna che può essere orientata in un senso o nellaltro , ad organizzare o
disorganizzare , è dunque conferire alla conduzione del setting psicoterapeutico , a questa età , una eguale importanza e specificità .
Il fatto di proporre una relazione transferale alladolescente , non è indifferente e la sua importanza ci obbliga ad
una certa prudenza . Se ci accorgiamo della fragilità delle basi narcisistiche e delle differenziazioni intrapsichiche ,
bisognerà , se si avvia un lavoro, farlo occupandosi delle difese e cercando di evitare alladolescente questo movimento caratteristico della cura .
Daltronde , riconosce lAutore , il solo motore della psicoterapia è il transfert e aggiunge però che esso è instabile e dipende da fattori dellordine dellimprevedibile , legati alla storia del soggetto , alla personalità del terapeuta e a tutto ciò che lincontro suscita di sollecitazione controtransferale .
Questo incontro transfero-controtransferale può e deve essere inquadrato mediante riferimenti tecnici , ma è animato dalla mobilitazione degli investimenti , che gli conferiscono il carattere vivo e il potere di indurre cambiamenti .
Ammesso che sia possibile , e ciò può essere spesso il caso con gli adolescenti , bisogna sapere sorprenderli e sorprendersi , cosa che costituisce una delle caratteristiche essenziali dellinterpretazione . Tale effetto non deve essere brutale per non fulminare lIo , ma sufficientemente mobilizzante perché vi sia un premio di piacere con la scoperta . E attraverso questo piacere , probabilmente , che un legame può stabilirsi , cosa che è lo scopo essenziale dellinterpretazione.Tale piacere è sottoposto a un margine di imprevedibilità (É) Dipende dal trovarsi allunisono con il paziente senza che si possa veramente codificarlo .
Ci troviamo a contatto con lo specifico della psicoanalisi che ne fa unesperienza diversa da tutte le altre .
E un patto per unavventura . Ora , si può veramente proporre una tale avventura in buona coscienza ad un adolescente ? Lui sa veramente in che cosa si inoltra? Ladulto che inizia ha un ancoraggio alla realtà sufficientemente solido , che non sembra avere ladolescente in generale .
Più avanti Jeammet aggiunge : La credenza è centrale nelladolescenza . A questa età non è frequente trovarsi in
una relazione psicoanalitica con un adulto , fosse essa unanalisi classica o una psicoterapia (...) Ci rendiamo
conto di quanto può risultare strano o perfino inverosimile per un adolescente ritrovarsi in questo tipo di relazione
con un adulto ?
Affinché questavventura sia possibile , occorre qualcosa di simile ad una credenza condivisa riguardo ai poteri del processo analitico, cioè , in altre parole , un investimento comune sul lavoro psichico e sul potere trasformativo che gli è attribuito . Penso che gran parte di questa credenza non è mai analizzata , essa è implicita . Questa base comune fa pensare ad analogie con le identificazioni primarie , con larea dellillusione di Winnicott , nella quale è indecifrabile ciò che appartiene allanalista e ciò che appartiene al paziente . (É) Un implicito comune .
É.ma aspettarsi un vero coinvolgimento in questa esperienza di credenza condivisa è aleatorio , pieno di ambiguità e rischi di seduzione , e richiede per lo meno un t e m p o di p r e p a r a z i o n e .
LAutore prosegue : E facile che il terapeuta assuma un ruolo potenzialmente traumatico . Proporsi come oggetto dinvestimento comporta un rischio di seduzione , suscettibile di determinare lantagonismo già ricordato tra la fame doggetto e la minaccia per lequilibrio narcisistico e lautonomia .
Inoltre il terapeuta può attivare laprès-coup e leccitazione così riaccesa rischia di sessualizzare le aspettative e i traumi infantili . La percezione del terapeuta e , in primo luogo , essere uomo o donna , la sua età e la sua fisicità in generale , con tutto quello che evoca nelladolescente , non è indifferente .
E arriva alla seguente constatazione : Tutto questo evidenzia la difficile gestione della relazione psicoanalitica con gli adolescenti e il rischio di essere trascinati in una relazione totalitaria , dove un massiccio investimento prende il posto di un investimento più differenziato . Infatti mi domando se il setting stesso non determini in parte la risposta delladolescente . Un rapporto troppo ravvicinato , troppo eccitante , comporta indifferenziazione É.
Esiste il rischio di dedifferenziazione , di regressione , così come esiste la possibilità di differenziazione e di confronto con lEdipoÉÉ.
Un adolescente immerso in una relazione totalitaria indifferenziata è necessariamente trasformato da questaÉÉ..
Per averle incontrate , credo nellesistenza di ciò che definirei regressioni maligne , cioè regressioni che diventano organizzatrici della personalità , secondo modalità potenzialmente psicotizzanti .
A questo punto Jeammet descrive le principali modalità difensive e il loro fondamento economico che vengono instaurate dalladolescente quando questi investe transferalmente lanalista . Le raggruppa fondamentalmente in due tipologie , quelle che chiama resistenze nel transfert e larea degli agiti .
Le prime sono tanto più facili da assumere , per ladolescente , in quanto lintensità delle sua aspettativa inconscia nei confronti degli adulti lo spinge a investire massicciamente e in forma indifferenziata ogni persona che gli offra un ascolto e una disponibilità particolari .
Diventa allora molto difficile sia per ladolescente che per il terapeuta differenziare ciò che di un legame antico torna nellattualità , cioè il transfert propriamente detto , dallinvestimento attuale che può assumere un carattere passionale .
Le difese mediante lagire sono particolarmente frequenti a questa età (...) Esse hanno in comune un ricorso al controllo mediante lazione e un disconoscimento dei loro legami con linvestimento transferale .
Si può andare dalla rottura della relazione terapeutica al moltiplicarsi degli agiti al di fuori della cura , per mettere alla prova il terapeuta nella gestione della cura stessa e costringerlo a volte a porre attivamente dei limiti . Ognuno di questi momenti corrisponde ad un cambiamento nella natura della relazione che confronta il paziente con il suo impegno relazionale e lo obbliga a percepire o a provare la forza del legame che si stabilisce . Limportante è fuggire , resistere allinfluenza delloggetto .
Loggetto può essere perduto come nellinterruzione , oppure mantenuto , ma tenuto a distanza grazie ai sintomi e
alle condotte . Le modalità della relazione possono essere le più varie , dallidealizzazione alla relazione passionale , o alla relazione feticistica descritta da E. Kestemberg .
Nel prossimo numero di A e P largomento sarà ripreso per giungere alle conclusioni di Jeammet circa le applicazioni terapeutiche della psicoanalisi in adolescenza
P.G. Laniso
Email: pglaniso@inwind.it
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