Jean Guillaumin, psicoanalista, membro didatta della Société Psychanalytique de Paris, professore emerito dellUniversità di Lione 2, ci propone, in un libro di 150 pagine, un insieme composito di brevi ma densissimi saggi di psicoanalisi delladolescenza. Alcuni di questi articoli, già pubblicati nella rivista Adolescence sono qui rivisitati dallautore. Adolescenza e disincanto : la parola disincanto e presa in prestito all antropologo Marcel Gauchet (1995) che lo usa per definire la perdita di valori e di credenze delle nostre società post-industriali. E Guillaumin parla di disincanto delladolescente (e del giovane adulto) che deve confrontarsi con due tipi di disillusione: da un lato la perdita fisiologica degli oggetti damore infantili (il processo naturale di separazione-individuazione) e dallaltro la perdita o meglio lassenza di valori collettivi sui quali avrebbe potuto appoggiarsi per far fronte alla depressione inevitabile in questo momento della vita.
Il libro si divide in otto capitoli, ognuno dei quali puo essere letto separatamente. Certamente lordine di lettura proposto da Guillaumin ci permette di seguire con piu facilità le sue diverse concezioni metapsicologiche e di coglierne meglio la complessità. Lo spessore teorico rende impegnativa la lettura del testo, ma allo stesso tempo lautore illustra il suo pensiero con alcuni esempi clinici di adolescenti e post-adolescenti seguiti in psicoterapia psicoanalitica privatamente e in istituzione (ospedali diurni).
Alcune tematiche emergono particolarmente:
Il bisogno fisiologico di trauma durante l adolescenza e la post-adolescenza ; la posizione amorosa come difesa contro la depressione e il suo eventuale fallimento (illustrato dai tentativi di suicidio) ; la posizione psicotica, definita come odio per la psiche ; i comportamenti additivi o brevi amori con la droga ; la posizione sublimatoria come legame tra lesperienze estetica e la problematica identitaria ; la definizione del concetto di postadolescenza.
Ogni capitolo e sviluppato in modo interessante. I riferimenti bibliografici sono eccellenti.
Loriginalità del pensiero di Guillaumin si rivela sopra tutto in due concetti fondamentali: la problematica del trauma in adolescenza e il concetto di post-adolescenza.
1) Lappetenza delladolescente per il trauma è un punto fondamentale della teoria dellautore. Egli riprende qui, ampliandolo con esempi clinici, un concetto che aveva già descritto nel 1985 (in Ruptures,Adolescence, 1985,tomo 3,numero 1).
Ladolescente, per crescere e diventare un soggetto, deve poter distruggere, a volte in modo violento, alcune delle sue relazioni. Guillaumin parla di appetenza traumatofilica per descrivere in particolare certe interruzioni della psicoterapia che potrebbero erroneamente essere interpretate come acting-out . Gli adolescenti esprimono invece il loro bisogno di espellere fuori il terapeuta che rischia di essere confuso con i loro oggetti interni. Espulsione del terapeuta o auto-espulsione ? si chiede lautore che, però finisce per interpretare queste interruzioni di terapia come una nuova nascita. Secondo lui e necessario accompagnare il giovane durante questo cammino urgente verso la separazione (si tratta dunque di una separazione terapeutica ).Molto spesso questo tipo di interruzione della terapia e positivo, come una maturazione autogena .Ladolescente conserva, nonostante il suo rifiuto, le tracce positive del suo percorso analitico. La separazione dal terapeuta diventa per ladolescente una necessità vitale per lottare contro il rischio di una intossicazione naturale (riferimento a Bion). Questi comportamenti traumatopici possono essere definiti come una reazione terapeutica negativamente positiva . In questi casi il trauma non e un acting out ma ha un effetto strutturante.
Ladolescente si appoggia allanalista squalificandolo (lautore parla di anaclitismo negativo ). Lanalista dovrebbe accogliere i vissuti delladolescente con grande prudenza interpretativa mostrando una capacità particolare di ascolto che Guillaumin definisce come attitudine a chiudere un orecchio .
2) La post-adolescenza
Esiste o no una fase post-adolescente dellesistenza ? Secondo Guillaumin esiste una grande differenza tra gli adolescenti e i giovani adulti (tra i 17 e i 30 anni).
Come riuscire a definire un termine abbastanza preciso delladolescenza, senza rinchiudersi in unottica unicamente legata alle fasi di sviluppo ?
Un lungo dibattito su adolescenza terminabile e interminabile , iniziato piu di 15 anni fa (cfr.Alléon A., Morvan O. e Lébovici S., Adolescenza terminata, adolescenza interminabile, Borla, Roma), è ancora di grande attualità. Guillaumin propone di discutere il concetto di post-adolescenza e di dare una definizione provvisoria a questo termine. Questo saggio (che costituisce lultimo capitolo del libro) e particolarmente interessante per gli analisti dadolescenti perché riprende in modo estremamente preciso tutto il dibattito francese su questo argomento. Lautore non propone soltanto alcuni riferimenti psicoanalitici importanti (tra i quali il concetto di seconda latenza di Green), ma anche una lettura sociologica del concetto di post-adolescenza .
Questa fase della vita si distingue dalladolescenza in quanto la similitudine fisica del giovane adulto (o post-adolescente ) con i suoi genitori riduce questi ultimi a una non-esistenza psichica . Il giovane adulto non deve elaborare la perdita dei suoi oggetti infantili (compito proprio delladolescente), ma deve riuscire a introiettare gli oggetti genitoriali divenuti ormai dei morti-viventi .
Lautore abbozza uneconomia e una dinamica psichica della post-adolescenza e cita alcuni fattori traumatici che giocano un ruolo importante nella conclusione di questo periodo: la perdita o la scomparsa reale di un genitore (o di un suo sostituto), lesperienza della maternità e della paternità, le fissazioni amorose .
In conclusione un libro da leggere con molta attenzione, punto di riferimento essenziale per una ricerca metaspicologica.
Sabina Lambertucci Mann
E-mail: sabina.mann@free.fr
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