| | Anno II - N° 1 - Gennaio 2002
Recensioni
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F. Ferraro e D. Petrelli (a cura di)
Tra desiderio e progetto. Counseling alluniversità in una prospettiva psicoanalitica.
Franco Angeli ed., Milano 2000, pag. 281, 23,24 Euro.
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Inoltrarsi nella lettura di questo libro vuol dire entrare nel vivo dellesperienza del counseling con i suoi limiti e possibilità, e non solo. Il libro nasce da un lavoro di ricerca sul counseling condotto da un gruppo di psicoanalisti da tempo impegnati anche come docenti in ambito universitario. A partire dalla propria esperienza più sociale di docenti universitari in continuità di rapporto con i propri studenti, coniugata con quella più privata di psicoanalisti, recettivi alle varie forme di disagio e di sofferenza psichica, è nato infatti il progetto di costituire un servizio di consultazione per studenti universitari a scopo di ricerca. Il volume, che scaturisce dal lavoro svolto in questo servizio di consultazione, costituisce intanto una significativa ed attenta riflessione sullo strumento del counseling come possibilità di una prima accoglienza del disagio silenzioso di tutta una fascia della tarda adolescenza, rappresentata dalla popolazione universitaria. Alla luce dei numerosi incontri effettuati, in un setting prefissato ed a termine (quattro colloqui) gli autori ci inoltrano nella loro accezione del counseling, quella cioè di un assetto clinico di incontro tanto specifico quanto delicato e impegnativo da condurre, perché richiede lattenzione costante a mantenere i colloqui in un equilibrio continuo tra valutazione clinico-diagnostica ed esperienza terapeutica in sé, senza assumere però le valenze specifiche né delluna né dellaltra. Lo strumento del counseling, contenendosi in questo equilibrio di assetto, è fruibile in tutta la sua potenzialità, cioè come spazio-risorsa che deve aprire a più possibilità di evoluzione e di sbocchi terapeutici. Stando a condizioni di domanda quale quella che può pervenire da un ambito istituzionale di tipo universitario Ð che può essere molto varia e in cui lo studente può essere inconsapevole della portata del suo disagio sottostante Ð è determinante lassetto di conduzione dei colloqui al fine di metterne a frutto lesperienza in uno sbocco terapeutico specifico allesigenza del singolo studente che ne ha fatto richiesta. A volte è sufficiente lo spazio dei colloqui a risolvere una semplice empasse evolutiva grazie a momenti di insight che nascono dal ripensarsi in modi e forme nuovi nellhinc et nunc dellesperienza dellincontro. Altre volte si tratta di forme di sofferenza più consistenti e datate, dove lo spazio di incontro del counseling serve a gettare un ponte con sentimenti acutamente vissuti e mai pensati. In tal caso gli incontri costituiscono una prima esperienza di elaborazione che con il tempo può maturare in una richiesta di aiuto terapeutico stabile e continuativo. Ci si può anche trovare nella condizione di dovere utilizzare i colloqui di counseling per far fronte a situazioni di crisi acuta, dove il carattere di urgenza della domanda sottende lattesa di soluzioni magiche, ma dove è proprio lattualità della crisi e la sua gestione nei colloqui a permettere lapertura a più consone e successive richieste di aiuto che altrimenti risulterebbero inaccessibili.
Consapevoli forse dei pericoli di un uso improprio o affrettato, così come delle difficoltà di attuazione di un tale dispositivo di incontro, gli autori riflettono sulle caratteristiche della tecnica di conduzione dei colloqui volte a far emergere ed a valorizzare fin dove è possibile le capacità autonome di pensiero. Lattenzione riservata alla tecnica di conduzione dei colloqui ne mette in luce anche la peculiare processualità che imprime un ritmo intenso alle dinamiche transferali e può indurre in alcune trappole controtransferali: una di queste ad esempio è quella di cadere nella fascinazione di restituzioni troppo esplicative o precoci, nelle quali il counseling si può arenare. Scopo del counseling è invece quello di mantenere insaturo lo spazio degli incontri, spazio di attesa e di maturazione che apra alla capacità di entrare in contatto con propri stati interiori anche successivamente agli incontri realizzati. Scopo non facile da perseguire, che richiede una notevole e specifica esperienza di ascolto e di incontro con ladolescente unita ad una profonda interiorizzazione del setting psicoanalitico come setting interno, condizione del resto necessaria quando si ricercano ambiti nuovi di applicazione dello strumento psicoanalitico.
Lo scopo del libro va comunque al di là di una validazione o verifica dello strumento del counseling. Lesperienza condotta è anche unoccasione per gli autori di esplorazione, di osservazione, di riflessione intorno al compiersi delladolescenza ed ai possibili percorsi di passaggio alla vita adulta, alle strategie talora adottate per evitare o dilazionare tale passaggio. In tal senso il libro può costituire per il lettore una opportunità di rimettere a fuoco le problematiche specifiche di questa fase delladolescenza. Punteggia tutto il volume una innumerevole serie di resoconti clinici, resi con limmediatezza e la risonanza di storie dal vivo. Molti di essi accompagnano e illuminano la riflessione teorica, mettendo ancor più in risalto tra le righe limportanza di una solida formazione psicoanalitica di base nel pensare di applicare questo strumento di consultazione.
Adriana Maltese
E-mail: malteseryan@libero.it
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