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Anno III - N° 3 - Settembre 2003

L’articolo del maestro



Cambiamenti nella pubertà e loro influenza sulla esperienza dell’identità e delle relazioni con l’altro sesso *

Edith Jacobson



Nel suo scritto “L’adolescenza” Anna Freud (1958) ha tentato di spiegare il perché, nell’opinione di tutti gli esperti analitici in questo campo, la nostra comprensione delle confuse manifestazioni emotive e della sintomatologia di questo periodo di sviluppo è ancora lontana dall’essere completa. Ella ha fatto rilevare che gli adolescenti resistono solitamente all’analisi, mentre i pazienti adulti, anche se producono sufficiente materiale costituito da ricordi adolescenziali, solitamente non rivivono le corrispondenti reazioni emotive adolescenziali. E’ mia impressione, inoltre, che nell’analisi degli adulti abbiamo la tendenza ad essere più interessati alla ricostruzione della loro storia infantile, che alla completa esplorazione del loro sviluppo adolescenziale . Centrando l’attenzione su questo stadio, scopriamo spesso che questo fu il momento nel quale la nevrosi del paziente assunse una configurazione caratteristica. E’ certamente vero che i pazienti adulti rivivono raramente le loro reazioni emotive adolescenziali, ma anche da questo punto di vista possiamo riscontrare delle eccezioni. Pazienti che soffrono di problemi adolescenziali protratti, possono ancora, all’età di circa trent’anni, mostrare mutevolezza adolescenziale nell’umore e nella classica formazione dei sintomi, con manifestazioni cliniche che vanno dalla nevrosi alla delinquenza, perversione, psicosi “borderline”.
Nel contesto di questa discussione, Anna Freud ha paragonato le resistenze dell’adolescente al trattamento analitico alle difficoltà incontrate con i pazienti durante periodi di lutto o di amori infelici, ed ha sottolineato quanto la situazione emotiva dell’adolescente abbia di comune con questi due stati.
Berta Bornstein e Nathan Root (1957) hanno già richiamato l’attenzione sul ruolo significativo del lutto nella lotta dell’adolescente, che deve staccarsi dai genitori ed avviarsi alla ricerca di nuovi oggetti.
Ma perché l’adolescente passa attraverso queste violente e peculiari crisi affettive? Perché mostra una tale tendenza a rapidi, improvvisi cambiamenti di umore? Quale è la natura e l’origine di questi umori? Per quale motivo un numero così grande di adolescenti soffre di dolorosi stati ricorrenti di depressione e disperazione, che possono implicare non solo gravi conflitti di colpa, ma anche sentimenti tormentosi di vergogna e di imbarazzo, fino a preoccupazioni ipocondriache riguardanti il proprio corpo o paure paranoiche?
Per di più, perché troviamo acutizzate nelle particolari ed uniche manifestazioni dell’adolescente, quelle caratteristiche disturbanti fluttuazioni nei sentimenti verso gli altri e nei sentimenti di auto-identità? Perché egli mostra da un lato una stretta aderenza al mondo, alla gente, alla natura, all’arte o a Dio, insieme a ricche esperienze di “Io sono io, sono vivo e il mondo è mio e sarà mio”, mentre, in altri momenti, ha dubbi penosi sul significato della vita e del mondo, su se stesso e sul suo ruolo nel mondo, o soffre, perfino, di disperati sentimenti di isolamento e solitudine, ed è convinto della nullità della sua esistenza, della vita, della sua stessa vita e del suo futuro?
Nel capitolo precedente ho posto i fondamenti per uno studio dei processi psichici che causano questi turbolenti fenomeni emotivi. Ma prima di imbarcarci in essi , dobbiamo raffigurarci la situazione interiore dell’adolescente che Anna Freud (1936, 1958) e Helene Deutsch (1944), tra gli altri autori, hanno così ben descritto.
Effettivamente, l’adolescenza è un periodo della vita che si trova tra un rattristante congedo dall’infanzia –cioè, dal Sé e dagli oggetti del passato – ed un graduale, ansioso, speranzoso passaggio, attraverso molte barriere, per le porte che permettono l’accesso alla terra finora


* Tratto da “Il sé e il mondo oggettuale”, G. Martinelli Editore, Firenze, 1974, X, 159 –168.
Si ringrazia vivamente l'Editore per l'autorizzazione concessa alla presente pubblicazione.


sconosciuta dell’essere adulti. Per cominciare con i suoi oggetti di amore infantili, l’adolescente non solo deve liberarsi dagli attaccamenti alle persone che erano di importanza fondamentale durante l’infanzia, egli deve anche rinunziare ai suoi precedenti piaceri e scopi più rapidamente che in qualsiasi altro stadio di sviluppo. Preparandosi a lasciare la casa prima o poi, deve progredire verso la sessualità adulta, l’amore e la responsabilità, le relazioni personali e sociali di un tipo nuovo, diverso, verso nuovi valori, norme e scopi che possono offrirgli direzioni per la sua vita futura di adulto.
Questo richiede un completo riorientamento, che porta a trasformazioni strutturali ed energetiche, a ridistribuzioni economiche, pulsionali, e a drastiche revisioni dell’intera organizzazione psichica.
Non intendo trattare tutti gli aspetti di questi processi. Quello che discuterò, principalmente, sarà il rimodellamento dell’Io e del Super-io dell’adolescente, e la sua relazione con lo sviluppo dei suoi sentimenti di identità, le sue relazioni oggettuali ed identificazioni, le cui vicissitudini si riflettono nei suoi stati d’animo.
Nel suo scritto sull’identità, Erikson (1956) tratta in maniera abbastanza poco approfondita delle relazioni oggettuali dell’adolescente, in termini di :”‘Intimità oppure isolamento ’ (come) il conflitto di base che segue quello tra ’ Identità oppure diffusione dell’identità ’”(p. 124). Ma lo sviluppo dell’intimità dell’adolescente con gli altri – con i coetanei, i più adulti con il sesso opposto – è un processo molto complesso e tormentato da conflitti, che segue e
interagisce contemporaneamente con i conflitti di identità, e produce problemi simili. Non posso, di nuovo, fare a meno di sentire che Erikson scinde in qualche modo l’identità dalle identificazioni e distingue identità e identificazioni dalle relazioni oggettuali, e le relazioni oggettuali da quei conflitti intorno ai quali lo scompiglio emotivo ed i disturbi di questo stadio si accentrano. Questi conflitti sono suscitati dai cambiamenti psico-biologici dell’adolescente, che si sente in balia di impulsi istintuali che lo sommergono, che deve presto imparare a padroneggiare, poiché, tra breve, egli dovrà prendere le decisioni più importanti della sua vita : la scelta professionale, che determinerà il suo lavoro e la sua situazione sociale ed economica futura e la scelta di un oggetto d’amore, in definitiva un partner coniugale.
Perciò, desidererei in primo luogo sottolineare alcuni punti determinanti nello sviluppo istintuale dell’adolescente e nello stabilirsi di relazioni con l’altro sesso. Naturalmente, non posso addentrarmi nella complessità dei conflitti istintuali suscitati dall’inizio della pubertà. Sia sufficiente, in primo luogo, indicare la significativa influenza dei cambiamenti anatomici e fisiologici della pubertà sui sentimenti di identità del bambino e sulla formazione della sua identità.
Le esperienze più incisive e formative sono la prima eiaculazione del ragazzo e l’inizio delle mestruazioni nella ragazza. Ci sono familiari le reazioni ambivalenti del bambino a questi importanti eventi. Poiché le prime eiaculazioni del ragazzo solitamente lo portano alla masturbazione, esse fanno rivivere i suoi timori di castrazione ed evocano conflitti di colpa di intensità tale che spesso il piacere di diventare un uomo è offuscato o soffocato da duraturi timori per questo sviluppo. L’inizio delle mestruazioni nella ragazza suscita conflitti diversi ma, potenzialmente, anche più pericolosi, poiché l’emorragia ai genitali è collegata alla credenza infantile di castrazione. Malgrado le loro ben note reazioni negative ed ansiose a questo evento, comunque, possiamo osservare come, al giorno d’oggi, le ragazze solitamente siano molto più fiere di avere il loro periodo, di quanto lo siano i ragazzi rispetto alle loro eiaculazioni ed i loro sogni erotici. Naturalmente molte bambine si rifiutano di accettare l’emorragia mensile : esse la odiano, cercano di negarla e nasconderla e fanno energiche attività fisiche durante le mestruazioni. Ma molte ragazze si vantano apertamente tra di loro dei propri ricorsi mensili, ed anche con adulti, mentre i ragazzi cercano freneticamente di nascondere agli adulti le manifestazioni fisiologiche della pubertà, e ne parlano tra loro in segreto, questo avviene semplicemente perché, a differenza delle mestruazioni, le loro eiaculazioni sono solitamente accompagnate da esperienze di orgasmo, e possono portare alla masturbazione e non di rado a transitori giochi omosessuali, finché non si stabilisce un’attività eterosessuale.
Sebbene le donne adulte siano sessualmente più eccitabili durante il periodo mestruale che in altri momenti, il dolore mestruale, il disagio, e il timore di toccare i genitali, generalmente impediscono alle ragazze di masturbarsi, almeno durante questo periodo. Nelle adolescenti, perciò, troviamo raramente conflitti consci riguardanti la masturbazione di una gravità tale quale si hanno tra i ragazzi. Gli aspetti punitivi delle emorragie mestruali tendono, in ogni caso, ad assorbire i loro sentimenti di colpa. Infatti sappiamo che l’inizio delle mestruazioni porta spesso una spinta abbastanza forte, visibile dal ruolo di maschiaccio all’assunzione di una posizione femminile improntata a masochismo. Talvolta questo sviluppo decisivo è preceduto da fluttuazioni tra un comportamento provocante da maschio, e uno femminile un po’ affettato durante la prepubertà, con concomitanti conflitti sull’identità sessuale. Di conseguenza, l’esperienza della mestruazione, insieme ai generali cambiamenti corporei, possono fortificare i sentimenti di identità femminile già all’inizio della pubertà, mentre la posizione maschile del ragazzo e i suoi sentimenti di identità sessuale non sono necessariamente rinforzati all’inizio delle sue nuove, colpevolizzanti esperienze sessuali.
Ad ogni livello, in ambedue i sessi, le reazioni ansiose ed ambivalenti alle manifestazioni fisiologiche della pubertà, causano degli spostamenti di cariche nei notevoli cambiamenti corporei, mentali ed intellettuali, che sono il risultato del processo maturativo adolescenziale.
Come vedremo, questi cambiamenti esercitano un’influenza significativa sulla modificazione dell’Io e del Super-io nell’adolescenza, e perciò sui sentimenti di identità e la formazione dell’identità.
Se il ragazzo si sente colpevole e si vergogna delle sue eiaculazioni, egli certamente si sente tanto più orgoglioso della crescita talvolta assai improvvisa del suo corpo e del suo pene. Egli osserva con impazienza la comparsa dei suoi caratteri sessuali secondari, la peluria pubica, la barba, e il cambiamento di voce, che solitamente si sviluppano alcuni anni dopo l’inizio delle eiaculazioni. Ma è significativo che quando questi cambiamenti avvengono, possono provocare di nuovo sentimenti di vergogna piuttosto che sentimenti esclusivamente di orgoglio. Anche nelle ragazze, l’orgoglio per la crescita del seno, della peluria pubica e delle ascelle e lo sviluppo di curve femminili è spesso mescolato, per anni, con sentimenti di vergogna. Evidentemente, questi sentimenti nelle ragazze sono particolarmente stimolati dall’”erotismo del capezzolo” il cui significato Sarlin ha di nuovo recentemente sottolineato. Inoltre, l’apparizione dell’acne, che così spesso affligge gli adolescenti di ambedue i sessi, può rinforzare la propensione a reazioni di vergogna. Queste reazioni di vergogna possono, a loro volta, celare conflitti di colpa, poiché le eruzioni della pelle possono essere considerate come risultato della masturbazione .
I palesi cambiamenti nell’aspetto generale possono, entro pochi anni, trasformare dei ragazzi rozzi, sciatti, goffi, in giovani forti e inappuntabili e ragazze che sono dei ”brutti anatroccoli”, quasi nel volgere di una notte, in attraenti giovani equilibrate e affascinanti. Ma, insieme ai segni fisiologici della maturazione sessuale, questi continui cambiamenti corporei confonderanno o confermeranno alternativamente o a ondate i sentimenti di identità dell’adolescente. Essi saranno a poco a poco accettati nella misura in cui i problemi istintuali e narcisistici dell’adolescente trovano una soluzione.
Questo ci porta alle relazioni tra i sessi. Potete ricordare le mie osservazioni sugli atteggiamenti “antiragazze” dei ragazzi, durante gli anni della latenza, atteggiamenti che possono diventare anche più pronunciati durante la prepubertà. Essi sono dimostrati molto bene dall’esempio di un ragazzo, di nome Kenneth. Nella prepubertà egli fondò un ”Club antiragazze” di ragazzi che, abbandonando la compagnia delle ragazze, si occupavano di escogitare tiri birboni per disturbarle e spaventarle. Quando un membro del club era visto fare lega con una ragazza, veniva punito ed espulso con disonore dal club. Era caratteristico di Kenneth, durante questo periodo, che egli rifiutasse completamente la sorella minore, la quale amava, ammirava e corteggiava il fratello senza alcun successo. Kenneth, solo dopo aver lasciato la famiglia nella tarda adolescenza ed essersi innamorato di una ragazza, cominciò gradualmente ad accettare la sorella ed avere buoni rapporti con lei. Comunque, la povera ragazza rifiutata ebbe allora un periodo difficile per superare le sue inibizioni e i suoi atteggiamenti masochistici verso i ragazzi.
Sebbene la pubertà e adolescenza di Kenneth presentino problemi inconsueti, la transizione, specialmente tra i ragazzi, dall’aggressività e relativa indifferenza verso il sesso opposto, durante la latenza e la prepubertà, all’inizio dell’interesse erotico verso l’altro sesso, è sempre difficile. L’intero periodo dell’adolescenza è pieno di conflitti sessuali e di ambivalenza, di ansietà e lotte narcisistiche che trovano espressione nelle manifestazioni sessuali ed aggressive dei più giovani, e nel loro comportamento incoerente verso il proprio sesso ed il sesso opposto. Dirò di più riguardo a queste difficoltà, nella discussione sul Super-io e le sue modificazioni durante l’adolescenza. Per il momento desidero solo puntualizzare le cospicue differenze nel comportamento sessuale e nelle manifestazioni sessuali degli adolescenti maschi e femmine.
Ho fatto precedentemente riferimento alla frequenza di giochi omosessuali tra i ragazzi. Tra le ragazze, le fantasie masturbatorie e le nascoste “cotte”omosessuali sono più comuni della masturbazione e dell’attività omosessuale, fino al momento in cui si instaurano relazioni psicosessuali tra ragazzi e ragazze. In questo periodo i pericoli come gravidanze illegittime, promiscuità e malattie veneree, possono essere prontamente evitati nella fuga verso fantasie incestuose regressive. Rispetto ai desideri incestuosi, troviamo di nuovo più manifestazioni tra i ragazzi che tra le ragazze. Mentre le pazienti femmine solitamente ricordano fantasie incestuose passeggere e sogni durante l’adolescenza, molti dei miei pazienti maschi tentarono, nell’adolescenza, di sedurre le loro sorelle maggiori o minori esibendo il pene. E’ interessante che in tutti questi casi le sorelle ignorarono la seduzione, ma alcune di esse risposero alle”avance”del fratello facendo immediatamente ostentate telefonate ai lo boy-friend. Da queste e simili osservazioni si può dedurre che molti adolescenti maschi tendono a proteggersi dalla minaccia di relazioni eterosessuali reali con fughe regressive in queste forme più o meno infantili di comportamento incestuoso, mentre le ragazze, a loro volta, possono evitare queste tentazioni incestuose rifugiandosi in flirt e conquiste di altri ragazzi. In tali rapporti esse si sentono, solitamente, meglio protette dei ragazzi, dai loro timori di deflorazione, gravidanza e perversione. In generale il ridestarsi dei loro conflitti di castrazione infantili con l’inizio delle mestruazioni e la frequente sottrazione di carica narcisistica dai genitali, originariamente causata da tali conflitti, fortifica le difese sessuali delle ragazze, ma vi è un più rapido avanzamento delle loro relazioni emotive verso l’ altro sesso di quanto si abbia comunemente tra i ragazzi. La loro posizione femminile, che proibisce rapporti sessuali diretti, aggressivi, rinforza ulteriormente il loro controllo istintuale. Perciò è solitamente la ragazza che pone limiti definiti all’aggressione sessuale del ragazzo. Questo spinge talvolta molti adolescenti della classe media a spostare il campo della sperimentazione sessuale – più o meno controvoglia – verso prostitute o ragazze che sono facilmente raggiungibili e assumono questo ruolo. Relazioni sessuali complete con ragazze dello stesso strato sociale si sviluppano in certi settori della popolazione, solo verso la fine dell’adolescenza. Fino a quel momento le relazioni tra ragazze e ragazzi solitamente sono limitate alle carezze e al ”petting”, e in ambedue i sessi le relazioni emotive e fisiche servono scopi narcisistici di autoaffermazione aggressiva ed emotiva, più del raggiungimento di un completo piacere genitale e dello sviluppo di più profonde relazioni amorose tra i sessi. Come vedremo, questa fase prolungata di crescente narcisismo svolge una parte significativa nella costruzione dell’Io e nel rimodellamento del Super-io durante l’adolescenza.
Ho già affermato che solitamente si ritiene che le ragazze maturino emotivamente più velocemente dei ragazzi. Ho anche menzionato i cambiamenti spesso rapidi, verso la posizione femminile, nella pubertà. Conseguentemente, le ragazze compiono spesso una transizione emotiva assai rapida dagli oggetti d’amore incestuosi ad oggetti esogamici. Ansiose di stabilire rapporti emotivi piuttosto che sessuali con i ragazzi nella prima adolescenza, possono sentirsi pronte a sposarsi ed avere figli a diciotto anni. Ma, se si sposano presto, possono scegliere figure genitoriali (o di fratelli più grandi) più spesso di quanto lo facciano i ragazzi. Talvolta il più rapido evolversi della maturazione psicosessuale nelle ragazze, può essere dovuto a maggiori inibizioni o limitazioni riguardanti i loro interessi intellettuali e scelte professionali. Ma il fattore più significativo può essere il terribile bisogno delle ragazze di sostegni narcisistici da parte degli uomini, un bisogno causato dalle offese narcisistiche del passato. Inoltre la forza del desiderio di un bambino che acquista impulso dal conflitto di castrazione del passato, si combina con le più energiche proibizioni e timori riguardanti le relazioni sessuali extraconiugali, per spingere le ragazze ad un matrimonio precoce. Il matrimonio sembra tanto più desiderabile in quanto garantisce sicurezza –emotiva e materiale. Considerazioni opposte determinano il rifuggire, da parte del ragazzo adolescente, dell’idea di un matrimonio precoce, il cui peso finanziario riposerebbe principalmente sulle sue spalle, eventualmente a spese del suo sviluppo professionale, intellettuale e culturale postadolescenziale e della sua carriera. Principalmente per questo motivo i matrimoni contratti prima della fine dell’adolescenza non sono generalmente molto duraturi. Nella maggior parte di questi casi è il giovane marito che si lamenta di essersi caricato troppo presto di responsabilità matrimoniali e desidera sfuggirvi.
Questo conclude le mie osservazioni molto sintetiche su quelle esperienze sessuali ed eventi dell’adolescenza, che sono pertinenti ai problemi in discussione. Quello che lo sviluppo istintuale dell’adolescente dimostra così chiaramente, è il punto sul quale volevo richiamare particolarmente l’attenzione. Esso dimostra come, nell’ascesa sul tortuoso cammino verso l’età adulta, l’adolescente sembra provare, ad ogni nuovo passo, ansia, confusione e disorganizzazione, ed un ritorno a posizioni infantili, seguito da uno slancio ed una riorganizzazione verso livelli più avanzati e più adulti.
Tali processi, certamente, si possono osservare ad ogni stadio di sviluppo. Ma durante il drammatico periodo dell’adolescenza vediamo quello che Helen Deutsch (1944) descrisse come un urto tra forze progressive e regressive. Questo urto porta ad una dissoluzione temporanea di ampia portata di vecchie strutture ed organizzazioni, insieme alla formazione di nuove strutture e lo stabilirsi di nuovi ordini gerarchici, nei quali precedenti formazioni psichiche assumono definitivamente un ruolo subordinato, mentre le nuove acquistano e mantengono il dominio.
La propensione dell’adolescente a ricorrere a veloci regressioni temporanee in tutte le aree ed i sistemi, ovviamente deriva dall’assalto, troppo potente, di forze istintuali sul suo Io. Essendo esso stesso impegnato in una continua crescita ed in cambiamenti, l’Io è certamente obbligato a ristabilire posizioni passate prima di poter affrontare il formidabile compito di trovare nuove vie di controllo istintuale e nuove strade di scarico, che aiuteranno l’adolescente non solo a lasciare i suoi attaccamenti infantili, ma anche ad acquistare il grado ottimale e socialmente permesso di libertà istintuale ed emotiva, necessaria per la costruzione di relazioni sessuali e personali adulte.




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