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Anno IV - N° 1 - Gennaio 2004

Recensioni




P. Fonagy; M. Targhet; D. Cottrell; J. Phillips; Z. Kurtz (2002)

Psicoterapie per il bambino e l’adolescente. Trattamenti e prove di efficacia
Il pensiero Scientifico Editore, Roma, 2003

Recensione di T. Baldini



Il volume si articola in una serie di capitoli in cui vengono discussi, in riferimento alle categorie diagnostiche del DSM – IV e alle caratteristiche epidemiologiche dei disturbi, i dati di ricerca relativi all’efficacia degli interventi in età evolutiva. Il modello della “medicina basata sulle prove d’efficacia” non può, secondo gli autori, essere meccanicamente adottato ma deve essere filtrato da considerazioni che tengano conto dell’età evolutiva. Gli autori mettono in evidenza il rischio da un lato di reificare le misure utilizzate, di scambiare ad esempio i punteggi di un questionario come il Children’s Depression Inventory per depressione infantile, e dall’altro quello di scartare come privi d’efficacia i trattamenti non ancora adeguatamente e sistematicamente studiati, scambiando quindi una terapia senza “solide dimostrazioni” per una terapia “priva di solido valore”.
Una rigida valutazione dei trattamenti in adolescenza esclusivamente in termini di prove validate d’efficacia porterebbe, per gli autori, alla quasi esclusione degli interventi psicoanalitici, nonostante la loro diffusione e la ricchezza e fecondità euristica.
Il testo fa riflettere anche per gli ambiti epsitemici che lambisce e non tratta: la verifica d’efficacia dei trattamenti psicoanaliticamente orientati in adolescenza ripropone, in ambiente psicoanalitico, la questione da sempre dibattuta della relazione tra psicoanalisi e scienza. Questo, in un periodo in cui alla conferma di validità è spesso appeso il destino dell’uso o del disuso di pratiche curative per l’età evolutiva da parte di enti finanziatari pubblici (ministero della sanità) o privati (assicurazioni).
La cultura psicoanalitica potrebbe essere provocata dal testo in visione a procedere nell’elaborazione di dispositivi di prova d’efficacia suoi precipui, che coniughino l’esigenza del rispetto della natura inconoscibile (per definizione) dell’oggetto di verifica (appunto l’inconscio e le sue trasformazioni) con l’esigenza di aderire a parametri di verifica scientifici riconosciuti. Atteggiamento dualistico-moderato che, del resto, ha sempre caratterizzato la tensione epistemologica di Freud.
La conoscenza del testo di Fonagy e coll. può essere utile anche per contrastare l’uso distorto che di esso spesso si fa in ambienti culturalmente contrari alla psicoanalisi. Capita infatti di leggere che il lavoro dimostrerebbe non la scarsezza di “solide dimostrazioni d’efficacia” delle terapie psicoanalitiche ma l’assenza di “solido valore”.

Recensione di T. Baldini




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