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Anno IV - N° 1 - Gennaio 2004

Importanti




A. Ferruta; G. Foresti; E. Pedriali; M. Vigorelli.

La comunità terapeutica. Tra mito e realtà
Raffaello Cortina Editore, Milano, 1998

Recensione di T. Baldini



Il volume s’ispira al convegno internazionale dal titolo omonimo tenuto a Milano nel 1996, del quale raccoglie lavori significativi coordinati con altri. Il testo non è una semplice rielaborazione dei lavori del convegno ma una riflessione organica sul tema della comunità terapeutica, su modelli e metodologie, con l’intenzione d’individuare una prima base comune, derivante da teorie ed esperienze pratiche, per integrare le modalità organizzative più diffuse.
Scorrendo il testo s’intuisce il tentativo, riuscito, d’alleggerire il peso della tradizione storico-culturale delle comunità – l’opposizione alla repressione manicomiale come opposizione alla repressione dell’avente pensieri ‘diversi’ – mantenendone i valori fondamentali come sequenza di contrapposizioni antinomiche: sistema aperto versus sistema chiuso; assetto egualitario e democratico versus assetto gerarchico e verticale; esperienza di reinserimento sociale attivo versus condizione d’isolamento istituzionale e di soggezione; processo trasformativo in ambiente gruppale versus applicazione di un modello di cura sanitario.
La prefazione di Petrella introduce alla riflessione il ruolo svolto, nello sviluppo del modello comunitario-terapeutico, dalle teorie psicoanalitiche sulla psicosi, le quali aprirono alla possibilità di un principio di dialogo e di un’esperienza terapeutica con pazienti che per definizione erano considerati non trattabili, incomprensibili ed inguaribili.
Il volume si articola in sezioni che affrontano prima lo sfondo storico in cui sono nate le comunità terapeutiche e poi le diverse tipologie.
La prima sezione si propone di recuperare il patrimonio delle origini del movimento comunitario all’estero ed in Italia, confrontandolo con la situazione attuale.
La seconda sezione, centro del lavoro, sviluppa un’elaborazione sistematica dei contributi dei workshop del convegno a partire dai fattori terapeutici dell’intervento. Un lavoro di Correale indica la CT come particolarmente idonea ad irrobustire il Sè fragile del paziente.
Un ampio settore è dedicato alle CT per adolescenti, viste come risposta alla necessità di creare spazi di cura per patologie gravi. In questo ambito, i contributi di Cahn, Ferrara, Marzani, Monniello,Vecchio, Pelanda ed altri dimostrano l’evoluzione epistemologica raggiunta, sullo specifico, dai tempi del Colloquio Internazionale di Parigi del 1984 ad oggi; evoluzione che pare condotta, anche forse con intenti di fisiologico superamento, tra le sicure coordinate teorico-cliniche del deficit di esperienze transizionali (Green); dell’interpretazione della CT come esperienza transizionale e dell’esperienza pilota dell’ospedale di giorno di Parc Montsouris a Parigi (Cahn).
L’adolescenza, anche in questo testo, pare emergere come paradigma fondamentale di riferimento, occasione di riflessione per le condizioni di difficoltà alla cura, data la portata di rottura rispetto al setting analitico classico e di “messa in crisi” della metapsicologia.
La terza sezione del libro è dedicata ai temi della formazione degli operatori, mentre l’appendice raccoglie la prima, utile, mappatura delle CT pubbliche e private in Italia a partire da una ricerca conoscitiva svolta nel 1997.





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