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A. M. P.
SEMINARI 1999 - 2000
Anna Maria Meoni

Arteterapia





L'Arte Terapia è un trattamento psicologico che compare nella seconda metà del XX secolo a seguito delle sperimentazioni di psicoterapia dinamica derivate dalla Psicoanalisi anche se in alcuni campi, quali la musicoterapia e il teatroterapia, vanta origini più antiche. Si conoscono infatti vere e proprie pratiche di musicoterapia passiva (somministrazione di brani musicali con scopo ansiolitico) nei Manicomi arabi già dal 800 d.c. e con Pinel la terapia morale comincia proprio come pratica teatrale nei Manicomi europei.
Ma è dal 1950 che si conferma come terapia individuale per poi espandersi sempre di più al gruppo e sempre di più in contesti rigorosi di espressione non verbale.
Il setting delle arti terapie è un laboratorio dotato di materiali informi a basso costo e di spazi ampi e sicuri per consentire la libertà dei movimenti,che sono del corpo espressione non verbale. Per questa ragione alcuni esercizi preliminari di significato psicomotorio possono precedere le sedute di espressione figurativa o musicale o quant'altro. Generalmente il terapista non fa consegne particolari,nè suggerisce il tema:ma dà la consegna di non usare la parola,la voce sì,ma la parola no. L'abbigliamento deve essere informale e deve potersi sporcare,le scarpe si devono poter togliere con facilità e si deve poter camminare scalzi senza preoccupazioni. Tutto il setting è volto a favorire la libertà dell'espressione non verbale purchè spontanea. Il tema,fondamentalmente libero,può essere stimolato da alcune consegne che facilitino l'attivazione di meccanismi proiettivi: quale quegli stimoli basilari che indicano la costruzione di una maschera o di una scatola. Entrambi questi suggerimenti portano nella dimensione del Self e della sua rappresentazione, che comunque non deve avere la benchè minima preoccupazione estetica. Costruire una scatola è dare forma al contenitore, che poi si riempie di contenuti, così che diventa la rappresentazione del Self e la sua presentazione all'esterno. Analogamente la maschera è il personaggio che si rappresenta.
Tratto saliente alla base dell'Arte Terapia, che si estrinseca in tutte le discipline artistiche, è l'evidenza che esiste una comunicazione non verbale che passa nella relazione in modo più efficace e più diretto. La situazione di un setting Arte terapico è un contesto che passa dalla confusione magmatica e caotica, spesso chiassosa, al silenzio percettivo. Il silenzio verbale non è il silenzio del corpo e il movimento è sempre perciò consentito senza limitazione alcuna. Quando un'Arte Terapia è prevalentemente centrata sul linguaggio del corpo, movimenti ritmici o non ritmici, aggressivi o dolci, in ogni modo spontanei si definisce danza terapia.
Non è ininfluente distinguere dall'Arte Terapia tutte quelle attività, individuali o di gruppo, che rientrano più propriamente nella Terapia Occupazionale, che si estrinsecano con i mezzi e le tecniche delle Arti, figurative o plastiche, musicali o di canto etc. Queste ultime sono sempre direttive e definite dallo scopo che è eterocentrato, mentre l'Arte Terapia è autocentrata e meramente espressiva. Anche se il processo dell'Arte Terapia è realizzare cose concrete perché apprezzabili percettivamente con i sensi, esso risponde alle leggi dell'immaginazione fantastica che può essere messa in relazione alla patologia così come lo è il sogno dal punto di vista psicodinamico. Il processo, simile a quello dell'Arte, che prevede una creazione dal nulla perché il pensiero è amaterico, porta ad acquisire una dimensione simbolica e/o metaforica. I prodotti in Arte Terapia quindi possono essere utilizzati per conoscere meglio chi li fa e chi li riceve, nel complesso intreccio di meccanismi di difesa ed espressione della relazione trasferale che passa per l'agito, anziché per la parola, un agito che non è acting out, ma semplicemente comunicazione non verbale attraverso il sensibile. Il sistema della comunicazione sensopercettiva dovrebbe essere autosufficiente per un certa ortodossia delle Arti Terapie ed il trattamento raggiungerebbe risultati attraverso un processo essenzialmente catartico perché consente l'espressione inconscia sottraendo gli impulsi alla rimozione che diventano ammissibili nella rappresentazione d'oggetto, anche se non necessariamente avvertiti dalla coscienza.
Appare evidente che l'aspetto terapeutico è strettamente connesso ai processi creativi che, come la parola, sono aspetti peculiari dell'Homo Sapiens a cavaliere tra ragione e sentimenti. Anche la parola è coinvolta nelle Arti Terapie, prima fra tutte la poesia, la dove il confine tra sogno e fantasia è sempre più impalpabile. Ma la poesia è la parola dei sentimenti ed è cosa assai diversa dalla parola che ci spettiamo in un setting psicoterapico psicoanalitico, che è parola al servizio della ragione.
Alla base delle capacità creative vi è una predisposizione genetica dello SNC con caratteristiche innate che possono essere in parte favorite dall'educazione o dal sistema sociale. Occorre però ipotizzare dal punto di vista metapsicologico una terza funzione, che non è semplicemente sub-conscia. Vi è, infatti, evidenza biologica che una funzione parallela all'inconscio opera nel sistema dell'elaborazione poietica (artistica).Tale funzione è inconscia come l'inconscio, ma come la coscienza presenta la capacità di rendere concreto un prodotto attraverso un coordinamento psicomotorio finalizzato ad esprimere però cose che non esistono nella realtà ma solo nell'ordine della capacità di immaginare. Le diverse scuole di psicoanalisi hanno affrontato il tema tra Arte e Metapsicologia, ma occorre ancora qui una volta distinguere le Arti Terapie non solo dalle Terapie Occupazionali, ma anche dall'Arte. L'Arte, infatti, non è un processo necessariamente terapeutico, ma è semplicemente una modalità di esistere dell'Homo Sapiens che risponde a tre regole fondamentali: comunica, risponde a regole estetiche, ripresenta temi universalmente condivisi. L'Arte Terapia condivide con l'Arte solo il primo presupposto che è quello d'essere mezzo efficace di comunicazione valido però nei limiti del qui e ora e di chi lo produce: cioè soggettivo come tutto il processo psicoanalitico. Anche per quanto concerne l'Arte occorre ricordare come anche l'Arte Naivees non deve essere confusa con l'Arte Terapia, perché i suoi prodotti, metafore e simboli che rappresentano una realtà trasfigurata, rispondono alle regole estetiche dell'Arte anche se non espresse in maniera accademica.Analoghe considerazioni si debbono fare su tutta l'Arte primitiva, comprese le pitture rupestri che tante informazioni preziose ci danno sulla rappresentazione artistica, che non è copia della realtà, ma frutto dell'immaginazione come gli animali raffigurati nelle pitture rupestri che con certezza sappiamo che non potevano allora essere stati visti. Ridonda anche nell'arte primitiva, prevalentemente espressa nelle maschere cerimoniali, il tratto suggestivo del personaggio alla ricerca della persona, che si basa sull'associazione per analogia al Sé del Personaggio, cosa che equivale ad un processo terapeutico che ricompone le parti scisse del sé.
Ma in quest'Arte dei Primitivi c'è comunque qualcosa di più che attiene alla sfera del segno che è il simbolo e la metafora di un messaggio culturale, che risponde più o meno efficacemente a bisogni di conoscenza collettivi ed universali e non certo al bisogno di cura del singolo. Infine un'altra distinzione importante deve essere fatta tra l'Arte del movimento Espressionista e l'Arte terapia. Infatti, quand'anche l'Artista esprime essenzialmente i sentimenti profondi, gradevoli o sgradevoli, buoni o cattivi, quand'anche angosciati o angoscianti, la composizione armonica figurativa ha un ordine intrinseco che non appartiene alla patologia, ma solo all'Arte. Medesime riflessioni si devono porre tra l'Arte Astratta o informale e le macchie di colore che l'Arte Terapia produce in modo esperenziale: nel primo caso il messaggio e la comunicazione appartiene ad un ordine logico che, anche se non immediatamente percettibile in senso figurativo, comunque esiste nelle scelte d'accostamenti di linee e colori, mentre in Arte Terapia quest'ordine logico non è richiesto e le licenze fantastiche hanno significato solo soggettivo ed in ultima analisi meramente espressivo per evocare una comunicazione attraverso l'emozione che dalle macchie può trasparire per essere letta da chi ne ha interesse esclusivamente nell'ambito della relazione trasferale.
L'Arte Terapia è una disciplina giovane che ancora risente di difficoltà di sistematizzazione che a fatica si afferma dal punto di vista operativo, accademico per l'estrema difficoltà di distinguersi per un verso dalle terapie occupazionali, dove troppo spesso è impropriamente collocata, e per l'altro dalle psicoterapie dinamiche che la rifiuta perché manca l'elaborazione verbale. Certamente è un trattamento d'elezione quando la patologia compromette la comunicazione verbale o le capacità d'introspezione, ma il suo valore psicodimanico, può essere esteso in parallelo al trattamento psicoterapico tradizionale che poggia sulla parola e sull'introspezione che la parola conferma. Per queste difficoltà che sono non trascurabili sul piano tecnico e metodologico si afferma sempre di più un doppio sistema definito Arte PsicoTerapia, là dove all'espressione non verbale si fa seguire un setting verbale destinato all'elaborazione dei contenuti, che sono stati espressi nel prodotto (maschere, musica, canto, danza, personaggio, piece teatrale etc.

Un'altro degli aspetti fondanti le Arti Terapie è la figura del Terapista e la sua preparazione. Se è vero che la comunicazione è non verbale, è anche vero che il mezzo di comunicazione non verbale è disciplinarmente diverso e richiede una specifica formazione artistica per essere sia letto, cosi come facilitato in senso propedeutico. Ed allora il Terapista deve essere uno Psicoterapeuta formato in una disciplina artistica, o un professionista d'arte formato come Psicoterapeuta ?In realtà il problema si risolve con una cooterapia, dove il professionista d'arte è coterapeuta e svolge un ruolo di facilitazione dell'espressione non verbale.
Fermo restando quindi che occorre sempre distinguere se un proposta d'Arte Terapia è invero proposta occupazionale o proposta psicoterapica integrata o semplicemente un trattamento a sé è indubbio che, in senso autentico, l'Arte Terapia non produce Arte, ma trae un valore terapeutico dalla messa in atto di un processo creativo che consente di sperimentare una strutturazione delle funzioni dell'IO attraverso una regressione caotica che ripropone il caos pre creativo. Nel prodotto si ricompongono le parti scisse e si va ad indurre un cambiamento, anche se non consapevole, nel senso di una migliore integrazione del Self che può corrispondere al miglioramento sintomatologico. Poiché la sperimentazione del caos creativo è fenomeno naturale lo sviluppo di un trattamento d'Arte Terapia appare più rapido e meno artificioso di un trattamento psicoterapico dinamico. D'altra parte d'ogni donde gli psicoanalisti non hanno mai cessato di indagare nei propri setting di comunicazione verbale quest'aspetto sfuggente ed affascinante del processo mentale creativo che talvolta, anche se non sempre, produce Arte.
Materiale prodotto in gruppi d'Arte Teatro Terapia (maschere in cartapesta etc. per gentile concessione dal CITAT diretto da G.Pino Bartalotta) è stato messo a confronto con materiale artistico (documentazione fotografica in proiezione di prodotti dell'Arte Naivees - Primitiva-Espressionista-Informale) durante i lavori seminariali che hanno anche previsto un breve setting esperenziale sulla comunicazione non verbale.

Bibliografia
1- Arieti S. -Creatività La sintesi magica -ed. Il Pensiero Scientifico1979
2- Bello S. -Spontaneus Painting Method-ed.Art Therapy on the Net 1999
3- Bertoletti P. -Mito e Simbolo- ed.Dedalo1986
4- Bettelheim B. -Il mondo incantato- ed.Feltrinelli 1977
5- Dubuffeet J. Breton André -La Societé- Musèe dell'ART Brut- Losanna 1947
6-Freud S. -Saggi sull'arte la letteratura e il linguaggio- ed.Boringhieri 1969
7-Meoni A.M. -Prejudice in Large Group-in Boundaries and Barriers- pag.760, 16-ed.Mattes Verlag Heidelberg 1993
8- Pines M.-Seminari di Neuropsichiatria e Psicoterapia-pag.229 ed.EUR 1997.
9- Privalova I. Kunsthistorikerin-Russisches Museum,St.Petersburg 1999
10-Waller D.-Group Interactive Art Therapy- ed.Routledge 1993


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