|
|
|
di Neuropsichiatria e Psicoterapia Tavola Rotonda 2003 |
Domenico Surianello
Il Training Autogeno |
Cenni storici
Diversi Autori e psicoterapeuti del passato hanno già sperimentato con successo lesercizio respiratorio, su pazienti affetti da disturbi dansia somatizzata.
Alla luce dellesperienza dei diversi Autori, la psicoterapia a breve termine, mediante lutilizzo dellesercizio respiratorio, è da ritenersi utile per la risoluzione rapida dei disturbi somatizzati negli organi sopra e sotto diaframmatici. Gli effetti della compressione e della decompressione, prodotti dallatto respiratorio, consentono di intervenire per modificare lattività degli apparati respiratorio, cardiovascolare, digerente, ed urogenitale. La fase inspiratoria esercita una spinta attiva sul diaframma e passiva sui muscoli addominali. Viceversa, nella fase espiratoria una spinta attiva avviene sui muscoli addominali e passiva sul diaframma. Con questa attività meccanica si sviluppa un esercizio ginnico-fisico vero e proprio su tutti gli organi toraco-addominali. Lallenamento consente ed obbliga gli organi addominali al mantenimento della forma anatomica, a migliorare la loro fisiologia e ad occupare lo spazio topografico di pertinenza. Lesercizio richiede una frequenza giornaliera, con un tempo medio consigliato di cinque minuti allinizio e cinque minuti alla fine della giornata. Nella seduta serale, è utile un intervallo di almeno trenta minuti tra la fine dellesercizio e linizio del riposo. Questo spazio di tempo consente al rene di filtrare gli elementi di rifiuto mobilizzati e riversati nel torrente ematico, proprio durante tale attività ginnico-fisica. Altrimenti, se il rene non ha il tempo di filtrare, i rifiuti tornano a depositarsi negli organi di provenienza.
Luomo alla nascita respira mediante lutilizzo dei movimenti dei muscoli addominali. Successivamente, per motivi ambientali e di cultura, passa alla respirazione toracica. Il ripristino della respirazione originaria è lobiettivo della respirazione diaframmatica. Lallenamento consente di migliorare ed aumentare la capacità respiratoria. Tale capacità della respirazione toracica è di circa un litro, mentre quella diaframmatica addominale può superare i quattro litri. Inoltre, la toracica richiede sedici-venti atti respiratori al minuto quella addominale, massimo, sei-otto. Laumento della capacità respiratoria migliora lo scambio gassoso, O2-CO2 e le numerose attività delle cellule epiteliali degli alveoli e dellintero albero bronchiale. Distacca e rimuove le sostanze di rifiuto dalla superficie alveolare, facilitando anche la loro leliminazione.
In soggetti con disturbi di tipo tonico-caratteriale è un ottimo esercizio nel controllo e nel dominio delle tachicardie. La riduzione delle pulsazioni e il miglioramento del ritmo cardiaco sono leffetto benefico dellaumento della capacità respiratoria. Inoltre, il miglioramento della respirazione delle cellule nervose delle aree cerebrali specifiche consente un maggiore controllo su tutto lorganismo.
La diade tensione-distensione prodotta dal movimento respiratorio, mediante la tecnica di inspirazione e pausa-espirazione e pausa, apporta dei benefici sullintero tubo digerente. Lesercizio interviene sul vago migliorando gli effetti nervosi del simpatico e del parasimpatico e di tutta la parte neurovegetativa degli organi addominali. Migliora la digestione, lassorbimento delle sostanze alimentari e il transito del contenuto intestinale, agevolando, appunto, lattività peristaltica. Questo miglioramento dellattività gastrica consente di evitare lerosione della parete dello stomaco e le formazioni ulcerose dello stesso e del duodeno. Si evitano anche costipazioni e diarree.
La corretta compressione e decompressione mirata sul basso ventre consente di evitare la formazione di calcoli nel fegato. Lesercizio provoca il rimescolamento continuo del secreto epatico ed impedisce laggregazione degli eventuali cristalli precipitati. Come sappiamo, il ristagno della bile nei dotti epatici, nel coledoco e nella colicisti, in soggetti predisposti, può dare origine a formazioni aggregative. Parimenti lo stesso procedimento con gli stessi meccanismi si può verificare a carico dei reni, dei calici e della vescica urinaria. Esercizi stabili, della durata di cinque minuti, mattina e sera, possono essere la terapia alternativa a quella farmacologica nei soggetti predisposti a formazioni calcolose.
Soggetti di entrambi i sessi, affetti da alterazioni della sfera sessuale, possono giovarsi della tecnica del rilassamento, mediante lutilizzo della compressione e della decompressione dei muscoli pelvici e del perineo. Lesercizio consente di eliminare o attenuare la tensione dei muscoli del bacino e favorisce il ripristino della normale vita sessuale. Gli organi maggiormente interessati sono lutero, le ovaie e la vagina prossimale per la donna, la prostata e le vescicole seminali per luomo. Nella donna, la tensione in questi organi, può essere causa di rifiuto del rapporto sessuale, mentre nelluomo può determinare eiaculazione precoce. Ulteriori e più gravi effetti, nella donna, possono essere vaginismo e disparunia, e nelluomo erezione incompleta o inerezione. Il dolore e la mancanza dellorgasmo sono la causa principale del rifiuto femminile, mentre il rifiuto maschile è più frequentemente correlato al timore di fare brutta figura.
La psicoterapia a breve termine, con lutilizzo della respirazione diaframmatica, pur risolvendo numerosi disturbi somatizzati, non può essere considerata una panacea. Ma essa rappresenta, invece, solo il primo passo verso un successivo approfondimento analitico. Generalmente, i soggetti inseriti in questo protocollo sono quelli che presentano scarsissimo interesse al cambiamento, e delegano al terapeuta ogni sforzo diretto al raggiungimento di risultati positivi. In queste persone sono di fondamentale importanza la figura del medico e il tempo impiegato per lattenuazione del disturbo, che necessariamente deve essere contenuto nellarco di poche sedute. Daltronde si dice che un cattivo medico, il quale utilizzi unottima tecnica, ottiene ottimi risultati; viceversa, un ottimo medico che impieghi una pessima tecnica è destinato a fallire. 2) Donna di 25 anni, nubile, rifiutava i rapporti sessuali per paura del dolore ( il dolore è insopportabile soltanto con il contatto, figuriamoci con la penetrazione). Ha iniziato lesperienza sessuale dopo circa due mesi di terapia, con sedute ravvicinate allinizio, più distanziate verso la conclusione del trattamento. 3) Uomo di 24 anni, celibe, non aveva mia avuto esperienze sessuali. Si considerava incapace di soddisfare una donna a causa dellimpossibilità di una erezione completa. Mentalmente era alla ricerca continua del rapporto sessuale, quando ciò poteva verificarsi emergeva il senso del rifiuto e della paura di affrontarlo. Dopo un anno di terapia con sedute settimanali inizia normalmente la sua vita sessuale. Attualmente è fidanzato con una coetanea ed è in attesa di matrimonio. 4) Donna di 30 anni coniugata, madre di un figlio, affetta da disturbi fobico-ossessivi (era convinta che il suo corpo emanasse odore fecale) ricercava il rapporto sessuale, con diversi uomini nella stessa giornata, con la speranza di sentirsi dire: il tuo corpo puzza. Il resto del tempo lo passava sotto la doccia, fino a dieci volte al giorno. I rapporti erano privi di piacere. Iniziava il trattamento, dapprima associato agli antidepressivi e dopo circa sei mesi i rapporti sessuali tornavano normali con il suo partner abituale, il marito. A distanza di quindici anni continua a star bene.
Lelenco potrebbe continuare se il tempo e lo spazio lo permettessero. E sottinteso che tutti i soggetti trattati, oltre che i disturbi della sfera sessuale, presentavano ansia somatizzata con alterazioni respiratorie e cardiovascolari. Erano tutti reduci da numerose visite specialistiche ed internistiche e da trattamenti farmacologici di vario tipo.
J.H. Schultz
J.H. Schultz
S. Freud
Klaus Thomas
F. Pommier, T. Pietrangelo
G.Vella, A. Siracusano
G.Vella, A. Siracusano
P. M. Furlan
D. Deleo, G. Magni
M. Viaro
A. Pazzagli
R. A. Pisani |
|
|