Persecutorietà e ambivalenza nellanoressia: un approccio clinico
Dr. Salvatore Zipparri
Coordinatore Dr.ssa M. A. Ferrante
(t) testo di relazione fornita dal relatore (r) elaborazione testi dialogo a cura Dr.ssa Antonella Giordani
La coordinatrice, Dr.ssa M. A. Ferrante presenta il Dr.Salvatore Zipparri che è Psicologo, Psicoterapeuta. Lavora presso lItalia Hospital Group, un Istituto di Scienze Neurologiche e Psichiatriche che si occupa anche dei disturbi dellAlimentazione.
Il Dr. Salvatore Zipparri presenta una relazione (t) sullanoressia, dal titolo: Persecutorietà e ambivalenza nellanoressia: un approccio clinico.
ll Dr. Zipparri introduce la relazione spiegando che, nellambito della sua collaborazione presso lItalia Hospital Group, che si occupa di questi problemi, ha avuto lopportunità di seguire qualche caso, ma nellistituto non si occupa di queste patologie. Il caso, seguito privatamente, riguarda un aspetto specifico che ha incontrato nella sua attività di psicoterapeuta.
Una donna di circa 40 anni richiede un aiuto psicologico per un problema di insoddisfazione coniugale che, tra le altre cose, comporta anche una persistente forma di vaginismo (con dolori intensissimi durante la penetrazione) a causa della quale in tredici anni di matrimonio non ha mai avuto rapporti sessuali con il marito (parallelamente segue presso uno specialista di chiara fama un programma di esercizi di dilatazione dellorifizio vaginale che arriva a prevedere persino leventualità di un intervento chirurgico!).
Molto tempo prima, durante ladolescenza, aveva sofferto di una forma atipica di anoressia caratterizzata da avversioni alimentari elettive (era disgustata da alimenti di odore particolarmente intenso, come i formaggi stagionati) che la portava ciclicamente ad assumere una condotta caparbia e oppositiva di rifiuto generalizzato del cibo: sosteneva che se avesse mangiato in tali condizioni avrebbe sicuramente vomitato (cosa che la terrorizzava e la terrorizza tuttora: la paziente non ha quasi mai vomitato in vita sua!).
E possibile ipotizzare una qualche forma di collegamento tra questa originaria condotta testarda durante i pasti (che comprendeva anche uno spasmo isterico degli organi della deglutizione) e le attuali dolorose costrizioni della muscolatura vaginale che impediscono linserimento del pene?
Più o meno alla stessa epoca in cui da ragazza era impegnata nelle sue ostinate resistenze a tavola, veniva tormentata nel sonno da un incubo ricorrente: sognava luomo che si mangia i piedi. Luomo che si mangia i piedi era descritto come una persona sudicia (con evidenti connotazioni anali) e minuta (lei stessa era ed è di corporatura gracile) che, in una posizione impossibile da assumere nella vita reale, innaturalmente arrotolata a formare un cerchio che si chiude sul davanti con i piedi dentro la bocca, si autofagocitava a partire dalle estremità più basse. Ogni qual volta questincubo si ripresentava, in preda ad un grande spavento si svegliava e andava (spesso camminando carponi e, talvolta, addirittura strisciando per non essere vista dai suoi genitori che disapprovavano severamente questo tipo di comportamento) verso la camera da letto di un fratello col quale aveva un rapporto psicologicamente incestuoso per coricarsi al suo fianco fino a che non si fosse tranquillizzata del tutto.
Con limmagine dell uomo che si mangia i piedi si esprimeva innanzitutto un complesso ideativo riconducibile al simbolo delluroboro (il serpente che si morde la coda). L'uroboro (dal greco _____ó___") è un simbolo molto antico: il serpente che si morde la coda, che vi è rappresentato, si ricrea continuamente e forma un cerchio ma anche un ciclo. È un simbolo associato all'alchimia, allo gnosticismo e all'ermetismo. E in relazione alla natura ciclica delle cose, alla teoria dell' eterno ritorno, e a tutto quello che è rappresentabile attraverso un ciclo che ricomincia dall'inizio dopo aver raggiunto la propria fine.
Nella psicologia analitica junghiana luroboro è stato messo in rapporto allarchetipo dellindifferenziazione e dellindistinzione che precede lo sviluppo della personalità e nel quale si manifesta la coesistenza degli opposti (ambivalenza). Si presenta come il rotondo che contiene e in tal senso sarebbe un simbolo del femminile: ma in quanto serpente rappresenta anche il principio maschile. In quanto maschile e femminile al tempo stesso è dunque un contenitore degli opposti. E richiama altresì la condizione infantile sia dellumanità che del bambino. Inoltre è in sé autarchico: da qui la sua autosufficienza, la sua indipendenza da ogni tu e da ogni altro.
Come scrive Erich Neumann: Uccide se stesso, sposa se stesso e feconda se stesso. E uomo e donna, genera e concepisce, divora e partorisce, è attivo e passivo, è sopra e sotto contemporaneamente (1).
Ambivalenza sessuale, autosufficienza, aggressività contro se stessi ecc. Sono tutte caratteristiche che si possono agevolmente riconoscere e che difatti la letteratura scientifica non ha mancato di evidenziare - nel comportamento delle anoressiche (anche di quelle più tipiche). In particolare è stato detto che alla base della condotta di rifiuto generalizzato del cibo vi sarebbe un conflitto relativo ai bisogni di dipendenza che da un lato spingerebbe lanoressica a negare tali bisogni così drasticamente da rinunciare persino ad alimentarsi (come se dicesse: non ho bisogno proprio di niente e di nessuno, addirittura non ho neanche bisogno di mangiare!) mentre dallaltro, al contrario, la condurrebbe a causa del dimagrimento ad uno stato di salute così precario da renderla bisognosa di un accudimento totale quale è quello che solitamente si può riservare solo a una creatura neonatale.
Ora è chiaro che, con la terribile immagine di un uomo che si auto-divora a partire dal basso, veniva efficacemente rappresentato persino lo stesso processo di scarnificazione che è alla base del dimagrimento anoressico. Mentre per quel che riguarda la regressione alle fasi più precoci dello sviluppo del neonato si può dire che il simbolo delluroboro si presta molto bene ad esprimere, nel linguaggio della psicologia analitica junghiana, la medesima condizione psicologica che la psicoanalisi freudiana designa invece con il termine di narcisismo.
Per inciso sottolineeremo in questo contesto che, al di fuori dellincubo di cui stiamo parlando, esiste in realtà un epoca nella vita delluomo in cui loperazione di mettere i piedi in bocca risulta effettivamente possibile: tra il settimo e il nono mese di vita, infatti, alcuni neonati riescono a portare il piede alla bocca aiutandosi con le mani e quindi, tra le altre cose, dietro limmagine delluomo che si mangia i piedi si può riconoscere agevolmente anche la nostalgia della sognatrice per una fase narcisistica e infantile di totale onnipotenza vissuta tanto più angosciosamente quanto più nella realtà questa era percepita come ormai definitivamente superata nella sua storia personale.
Nellanoressia è tuttavia presente in modo molto marcato anche una condizione ideativa fortemente persecutoria e caratterizzata da ambivalenza che proprio lincubo delluomo che si mangia i piedi può servire ad esplicitare in modo estremamente esemplificativo. Si tratta di aspetti che accomunano notevolmente, per quanto ciò possa apparire a prima vista sconcertante, lorganizzazione psicologica dellanoressica a quella delle perversioni sessuali. Non è un caso, infatti, che alcuni autori abbiano fatto riferimento al concetto di perversione alimentare per indicare innanzitutto un sotto-tipo di disturbo dellalimentazione caratterizzato da ritualità, disordine e manovre oltre il limite del disgusto ma talvolta anche per sottolineare una caratteristica che si ritroverebbe comunque invariabilmente non solo nellanoressia ma, più generalmente, nella totalità di forme in cui si esprimono i disturbi della condotta alimentare (anoressia, bulimia ecc.).
E perversa, tanto per cominciare, lidea persecutoria che limmagine di un uomo con i piedi vicino alla faccia sembra esprimere per dare forma concreta (il linguaggio concretistico è tipico del pensiero arcaico) alla preoccupazione vittimistica che gli altri possano abusarsi di qualcuno (unevidente proiezione dellIo della sognatrice) mettendogli letteralmente i piedi in faccia.
Ma, ancora di più, limmagine di un uomo con i piedi in bocca è molto facilmente collegabile ad una chiara fantasia di fellatio. Il piede, infatti, è un antichissimo simbolo sessuale. Dal momento che solitamente è fatto oggetto di morbosa attenzione in quel tipo di perversione sessuale cui si dà il nome di feticismo (laddove le scarpe o le pantofole possono al contrario simboleggiare il genitale femminile) e che secondo alcune teorie sessuali dei bambini può addirittura sostituire compensatoriamente la supposta perdita del pene che le femminucce sentono inconsciamente di aver subito in quella articolata e complessa costellazione psichica cui Freud ha dato il nome di complesso di castrazione, è stato spesso considerato in psicoanalisi come simbolo fallico.
Più esattamente, proprio perché si presenta in una fase dello sviluppo psicosessuale infantile intermedia tra lanalità e la definitiva genitalità, il piede si carica di valenze al tempo stesso falliche ed anali, acquisendo così le caratteristiche di un vero e proprio fallo anale (in particolare lodore intenso e spesso sgradevole che promana da tali basse estremità rafforza facilmente nellinconscio infantile lequazione simbolica tra piede e feci).
Nellincubo che stiamo considerando abbiamo così una commistione polimorficamente perversa di sessualità pre-genitale infantile in cui trovano posto al tempo stesso non solo gli elementi tipici delloralità, che anche il senso comune considererebbe ovvi nel caso di disturbi che hanno a che fare con la sfera dellalimentazione, ma anche le pulsioni anali e falliche, il cui contributo può invece a prima vista apparire meno scontato.
E stato però ipotizzato che una commistione indistinta ed indifferenziata tra oralità ed analità sia alla base anche di tali patologie: dallanoressia (dove la cavità orale attraverso il vomito acquisisce quelle caratteristiche espulsive che sono invece peculiari della parte terminale dellintestino) fino alla bulimia (in cui il cibo può caricarsi di valenze simboliche escrementizie e viene ingerito tanto più smodatamente quanto più appare disgustoso, avvicinando in tal senso questa condotta ad un atto coprofagico).
Allopposto, nellanoressia, il cibo può venire rifiutato anche a causa della medesima equazione simbolica con il materiale fecale, anche se questa volta al contrario suscita schifo. Come è noto, poi, non mancano le forme miste che alternano la fase bulimica a quella anoressica e che troverebbero proprio in questa ipotesi di ambivalente attrazione e repulsione verso lanalità una comune radice eziologica dal punto di vista psicodinamico.
Questa ambivalente attrazione / repulsione verso il piede puzzolente come le feci è poi, in questo caso particolare, facilmente collegabile anche al comportamento contraddittorio verso lintenso odore dei formaggi stagionati in una donna dotata di uno spiccato senso dellolfatto che, invece, in età adulta è divenuta particolarmente ghiotta di questo tipo di alimenti.
Quanto allambivalenza, essa vi si trova espressa, oltre che come ambivalenza sessuale (in quanto nelluomo che si mangia i piedi si può agevolmente riconoscere la proiezione, da parte di una giovane adolescente di sesso femminile, della propria parte maschile), soprattutto nel contrasto ossessivo tra la sfera spirituale - alta (simboleggiata dalla testa) e quella pulsionale bassa (simboleggiata dai piedi). Anzi, a questo riguardo, si può aggiungere che latto di mangiarsi i piedi presenta un evidente legame con lonicofagia: labitudine ossessiva, cioè, di mangiarsi le unghie delle mani (e, talvolta, dei piedi!) durante periodi nervosismo, stress o noia che è molto comune tra i bambini e gli adolescenti.
Sono esplicitati inoltre in questincubo anche degli spiccati contenuti deliranti. Di norma nelle avversioni alimentari elettive è facile riscontrare come i cibi che danno luogo ad una idiosincrasia specifica come i formaggi stagionati nel caso che stiamo considerando - vengano investiti di contenuti deliranti e persecutori. Qui tuttavia la rappresentazione di un atto di auto-cannibalismo, quale è quella di un uomo che si mangia a partire dal basso, mette in particolare risalto la compresenza simultanea, nel medesimo soggetto, delle personificazioni antitetiche tanto del persecutore quanto del perseguitato, essendo colui (o colei!) che si autofagocita al tempo stesso carnefice e vittima di se stesso.
Questultimo aspetto, vero e proprio ossimoro psicodinamico con valenze sadomasochistiche, può essere colto anche nella contorta psicologia del nazi-skin, anchessa vicina al mondo simbolico delle perversioni sessuali ed a cui francamente lorganizzazione di personalità dellanoressia, nelle sue forme più gravi, non può non essere accostata (si pensi soltanto a quanto frequentemente la figura dei deportati denutriti nei campi di concentramento nazisti risulti sovente presente in modo esplicito o implicito nellimmaginario delle anoressiche forse più di quella superficialmente collegata al mondo della moda!!!). E contrariamente a quanto si potrebbe pensare a prima vista, anche nel nazi-skin si esprime unidentificazione ambivalente non solo con laguzzino nazista ma anche con lo stesso prigioniero di un campo di sterminio (come dimostrano la testa rasata, il tatuaggio della svastica e tanti altri segni collocabili a metà strada tra le antitetiche identità del persecutore e del perseguitato).
Così è nel caso delluomo che si mangia i piedi, un incubo che, in ultima analisi, segnala la paradossale compresenza nel medesimo soggetto tanto della vittima quanto del carnefice: al punto che in conclusione si potranno qui citare molto a proposito i versi del poeta maledetto: Sono la piaga e il coltello, la guancia e la percossa! Sono la vittima e il boia, lo slogatore e le ossa! (2).
Note
1. Erich Neumann, op. cit., p. 31.
2, Charles Baudelaire, Héautontimorouménos (21-24), « Les fleurs du mal » (1861), in Opere, Meridiani, Mondadori, Milano, 1996 pp. 158-161.
Bibliografia
BRUSSET Bernard, Psicopatologia dellanoressia mentale, Borla, Roma, 2002.
CHASSEGUET-SMIRGEL Janine, Creatività e perversione, Raffaello Cortina, Milano, 1985.
NEUMANN Erich, Storia delle origini della coscienza, Astrolabio, Roma, 1978.
TESTONI Inees, Il dio cannibale. Anoressia e culture del corpo in occidente, UTET, Torino, 2001.
Fa seguito alla relazione il dialogo (r) tra i partecipanti
La Dr.ssa M. A. Ferrante apre la discussione dopo aver sottolineato la ricchezza di stimoli offerti dalla relazione attraverso la presentazione di concetti nuovi, come quello dellambivalenza nellanoressica tra autosufficienza-bisogno di aiuto, fino alla ricerca di similitudini tra il dimagrimento provocato e subito dai deportati e quello volontario delle anoressiche.
Il Dr. V. Lusetti si complimenta per lapproccio inedito e molto originale della relazione in cui sono state dette delle cose abbastanza diverse da quelle che solitamente si dicono, anche perchè non è vero che queste cose sono contenute nel pensiero freudiano. Chiede un impressione su questo aspetto a circuito, nellorganizzazione anoressica. L organizzazione a circuito è qualcosa che non riguarda solo lanoressia, ma nella relazione è stato enucleato bene il circuito sado-masochistico in cui è in gioco listinto sessuale, non quello alimentare.
Afferma poi che, oltre il sistema della psicopatologia, qualcuno sa che una parte della psichiatria ricorre al disturbo bipolare; la bipolarità è un circuito talmente importante che la psichiatria di oggi tende a farlo diventare una sorta di buco nero che assorbe tutta la patologia psichiatrica, per inquadrare i disturbi ossessivo fobici, alimentari. Questa organizzazione a circuito è parte integrante della mente umana. Si riferisce ad un prossimo seminario di Ignazio Maiore che parlerà della sua teoria della psicoanalisi e analisi mentale in cui ipotizza che esista, allinterno della mente umana, un circuito di tipo persecutorio articolato su temi sessuali, in cui la sessualità serve ad arginare la persecuzione, a governarla: è anche il modo analogo che il relatore ha assegnato alla funzione alimentare che viene mobilitata per arginare un aspetto persecutorio. Nel disturbo bipolare elementi persecutori, in qualche modo vengono padroneggiati, arginati.
Evidenzia che la cosa che più lha colpito nella relazione è questa organizzazione autarchica dellanoressica che cerca la dipendenza, ma la rifiuta; fondamentalmente la rifiuta per quanto non la cerchi. Costruisce un organizzazione mentale interiore che le consente di fare da sola. E rimasto molto colpito da un filmato di anni fa dal titolo Il cacciatore di anoressiche, storia abbastanza singolare, in cui questo circuito persecutorio anziché essere interiore è esterno. Cè un uomo psicopatico che cerca le anoressiche, ma non in quanto tali percependole per quel che sono, cioè donne rifiutanti; a lui serve qualcosa di più: prende di mira delle donne magre e contratta con loro pesi decrescenti e in pratica le affama. Una specie di cannibalismo: una persona che avvicina le donne mettendole alla fame. Questo filmato illustra tutta il senso del circuito anoressico ed è comprensivo della ciclicità come tentativo di gestire la persecuzione anziché subirla dallesterno: autosomministrarsela per arginarla, per governarla, con varie forme che possono essere sessuali, alimentari o possono essere impegnate sul circuito della colpa. Ringrazia ancora per le sollecitazioni ricevute dalla relazione.
Il Dr.S.Zipparri lo ringrazia a sua volta, per aver aggiunto qualcosa che fa parte della psicopatologia dellanoressia. Crede che loriginalità del lavoro che ha presentato, non stia tanto nella sua capacità di maneggiare la psicopatologia, quanto nella dimestichezza, che ha affinato nella sua esperienza, col linguaggio simbolico di cui si sente traduttore. Sottolinea l importanza del confronto con chi si occupa della psicopatologia che lo ha spinto a mettere nel titolo un approccio clinico. Reputa il suo approccio limitato: le osservazioni che può fare uno psicoterapeuta nel corso di una vita professionale, sono numericamente circoscritte, non sono quasi mai tipiche, ma quasi sempre atipiche. Sottolinea quindi l esigenza di complementare questo tipo di osservazioni, con quelle numericamente più rilevanti che uno psichiatra può aver fatto nel corso della sua esperienza, a prescindere da quelle fatte come psicoterapeuta. Lo stare in un servizio di frontiera permette collegamenti. Cè questa esigenza di rendere complementari delle osservazioni, dei modi, dei contesti culturali nelle quali vengono ad originarsi. Evidenzia questo limite che si riscontra nelle nostre professioni, questa difficoltà ad avere la possibilità di dialogare serenamente. Considera unoasi felice i seminari del Prof. Pisani, ma nei servizi si tende a parcellizzare, a settorializzare le informazioni. Ad esempio il film citato in cui cè la figura del persecutore, non sa se possa essere riconducibile alla questione nazista.
Il Dr. V. Lusetti considera significativa questa tendenza che sia la moda a produrre anoressia; che la modella magra sia la modella anoressica. Ma chi fa la moda? Sono gli omossessuali che hanno un rapporto persecutorio col sesso femminile per cui propongono un modello femminile che ha lo stesso tipo di rapporto persecutorio. Valuta legittima questa ipotesi.
La Dr.ssa L. Di Gennaro ringrazia per la relazione che le ha ricordato la sua prima pubblicazione e il suo primo seminario sullanoressia, in cui si è occupata in particolare dellinfluenza della figura paterna nellinsorgere del disturbo anoressico. Dallascolto del seminario, concorda sul fatto che tra la moda e lanoressia non ci sia alcun collegamento perché unanoressica vera, non farebbe mai la modella. Si è abusato in questi ultimi anni della modella per dare spazio alla patologia anoressica che però non centra affatto.
La cosa con cui non concorda, che è un errore sovente, forse dimpostazione terapeutica, è quello di considerare lanoressica anche bulimica. E un errore terapeutico per cui molto spesso i cognitivo-comportamentali si sono occupati di curare le anoressie e hanno dato rilevanza allaspetto cibo, piuttosto che alle problematiche dell anoressia che non hanno nulla a che fare col cibo. Il cibo è un sintomo per cui lerrore terapeutico è che, parlando di cibo continuamente, si rafforza la patologia dellanoressica che è molto sensibile e, per accontentare il terapeuta, da anoressica diventa bulimica.
Un altro aspetto che lha colpita del caso presentato, è che ci fosse un rapporto tra la paziente e il fratello che forse, in questo caso potrebbe essere il sostituto del padre.
L insorgere dellanoressia, in base alla sua esperienza ventennale, ha a che fare con una volontà dellanoressica a voler rimanere bambina per mantenere il rapporto privilegiato. Chiede al relatore se nello svolgimento del suo lavoro si sia accorto di questo aspetto.
Ha trovato infine interessante il discorso del sogno nel quale è stato valutato il rapporto del padre con questa ragazza perchè il fatto di mangiarsi i piedi, anche se è un uomo che mangia i piedi, è un gioco che molti padri e madri fanno con i bambini e quindi ricondurrebbe lanoressica alla fase dellinfanzia in cui il rapporto richiama la perversione sessuale tipica di tutti i bambini.
Il Dr. S. Zipparri, rispetto alle obiezioni portate, ripropone la premessa che aveva fatto: non ha visto un caso di anoressia tipica; non è unesperienza diretta, né la più importante, però cè la preminenza del rapporto col proprio corpo, rispetto al problema del rapporto col cibo. Qui non cè anche perché questa donna, da ragazza non ha mai avuto una perdita di peso drammatica. È unanoressia atipica, un disturbo alimentare con avversione elettiva per un certo tipo di alimenti. Molte delle obiezioni portate sono collegate al rapporto col cibo. Anche la letteratura lo dice: nelle aggressioni specifiche cè il contenuto delirante del cibo, rispetto al quale cè unidiosincrasia particolare, ma nellanoressia tout court, è daccordo con la Dr.ssa Di Gennaro. E vero anche che problema preminente è il rapporto con il proprio corpo. A questo proposito racconta di aver rivisto una collega di Frosinone che dirige un Servizio per i disturbi dellalimentazione e rettifica del sesso anatomico: servizio che rivela le perversioni delle ASL. Hanno cioè trovato e messo insieme due problematiche che hanno a che fare con laccettazione del corpo: il problema del transessualismo e il problema dellanoressia. Chiaramente non giustificativo per creare un servizio di questo genere. Anche il modo in cui è entrato in contatto con questa storia adolescenziale: è ricostruita a partire dal vaginismo in cui il padre e il fratello erano figure ormai scomparse, cera invece il rapporto col marito.
La Dr.ssa Di Gennaro chiede se la paziente abbia mai avuto rapporti col marito.
Il Dr. S. Zipparri risponde di si, ma non rapporti penetrativi. Valuta che non è infrequente, per chi lavora nei contesti psicoterapeutici, affrontare questo tipo di situazioni coniugali.
La Dr.ssa L.Di Gennaro chiede se abbia sperimentato che lanoressica predilige rapporti orali.
Il Dr. S. Zipparri è certo che questo incubo abbia a che fare con una fantasia di fellatio.
La Dr. L. Taborra si riferisce allincubo che la paziente ha portato in terapia come incubo pregresso. Trattandosi del primo stadio dello sviluppo psicoaffettivo, si chiedeva a proposito del linguaggio simbolico, se da questo primo incubo ci siano stati sogni successivi che evidenzino una certa evoluzione dallo stato uroborico; qualcosa che mostri una maturazione, malgrado il poco tempo di analisi (1anno).
Il Dr. S. Zipparri sottolinea come questa interpretazione dellincubo possa apparire felice, ma la storia di collaborazione non lo è altrettanto nel senso che questa persona non segue molto bene il lavoro psicoterapeutico. Parallelamente, per il problema di vaginismo, si è rivolta ad una specialista di chiara fama, che fa trattamenti di dilatazione dellorifizio vaginale fino al rilassamento chirurgico. Lui non conosce il valore di questi interventi e non si permette di criticarli, però segnala che esiste una svalutazione del mentale, tra laltro tipico di chi ha avuto problematiche di questo tipo, a favore del corporeo. Da questo punto di vista non ha portato la storia terapeutica, perché sarebbe una storia conflittuale e abbastanza perdente. Sottolinea come talvolta si arrivi a delle ipotesi interpretative che possono essere molto valide, ma che purtroppo non incontrano successo terapeutico; magari non sono accettate, ma rifiutate, esattamente come il pene del marito; chiaramente questa persona dice che è il marito ad avere dei problemi. La vede in modo discontinuo da un anno; due volte a settimana, ma con brevi periodi di rottura poi di ripresa. E insomma una storia difficile. Quelle che lui considera interpretazioni, possono essere anche sue associazioni, come quella coi naziskin, che gli è venuta in merito alla carica di aggressività notevole delle anoressiche.Per il momento non cè un aspetto di progressione felice.
Il Prof. R.Pisani è daccordo rispetto alla necessaria rivalutazione delle fasi di sviluppo psicosessuale, non solo dal punto di vista pulsionale, ma anche dal punto di vista relazionale. Le fasi di sviluppo hanno certamente a che fare con un tipo di comunicazione in quanto da una parte soddisfano delle esigenze pulsionali di tipo biologico e dallaltra soddisfano certe esigenze relazionali: mettersi in contatto attraverso la bocca, attraverso gli organi genitali. Cosi come è daccordo che questa storia tra freudiani Junghiani, kleiniani dovrebbe finire: dovremmo cercare di capire in che cosa possiamo integrare i vari aspetti delle indagini sullinconscio. Ricorda che G. Tedeschi ha scritto un libro bellissimo Freud e Jung, un dilemma inattuale. L inconscio individuale è complementare con quello collettivo, si combinano, si integrano. Sottolinea la ricchezza del caso clinico presentato dal relatore che personalmente ha vissuto attraverso una raffigurazione di tipo pre-genitale. Fa notare che emerge una oralità, un analità, una fallicità, ma di genitale non cè nulla. Si chiedeva se quellimmagine maschile del bimbo non sia, in definitiva, unimmagine fallica: è la paziente stessa che si vede in quanto tale, nel bimbo; contiene in sé loralità e lanalità: la puzza, i piedi, però si mangia i piedi. E un atteggiamento pre-genitale ambivalente, nel senso di mangiare e contemporaneamente aggredire loggetto del desiderio. E vero che questa è una situazione circolare di tipo uroborico. Anche lui ha letto il libro di Noiman Allorigine della coscienza, un libro bellissimo, stupendo. ( il Dr.Zippari evidenzia che è stato scritto quando Jung era ancora vivo, tanto è che è sua la prefazione). Luroboros è larchetipo arcaicissimo della madre, che contiene in sé i simboli maschile e femminile; è il serpente che si morde la coda, ma è un serpente materno. L uroboros ha a che fare con il caos-: nella ricostruzione che ne ha fatto Noiman, viene immediatamente dopo il caos. Si chiede se sia una rappresentazione di sè come larchetipo più arcaico della madre.
Il Dr. S. Zipparri si dichiara completamente daccordo con questa lettura. Anche il discorso cannibalico, lagire le conflittualità attraverso la sfera alimentare.
Il Prof. Pisani aggiunge che è la madre terribile che si mangia i figli.
Il Dr. S. Zipparri ritiene che nella mitologia ci siano molti riferimenti del forte arcaismo in chi agisce i disturbi nella sfera alimentare: cè una organizzazione arcaica. Considera poi che il fatto stesso che ci avviciniamo, come in questo caso, ad universi teorici che non ci appartengono, come il testo di Noiman, che non rappresenta uno dei suoi testi di riferimento, rimanda al discorso del Prof. Pisani sulla parcellizzazione delle nostre culture di provenienza che si riscontra curiosamente nei servizi, ma anche nelle scuole di formazione in cui cè la scuola rivale o concorrente. La crisi odierna della psicoterapia a lungo termine farà anche bene: forse sta cominciando a far cadere degli steccati per cui è giocoforza comunicarsi esperienze tra persone che non hanno avuto un percorso comune di formazione. Riconosce al Prof. Pisani di aver promosso gli incontri su basi interdisciplinari e gruppali.
Il Prof. R.Pisani pensa che la paziente abbia a che fare con unidentificazione dellarchetipo della madre cannibalica; luroboros è quello che si divora i figli; è vero che cè Urano che glieli manda dentro, però lei se li mangia.
La Dr.ssa L. Taborra parla di una sua paziente anoressica in trattamento da 7 mesi, che le ha portato dei sogni a cui lei ha dato da una lettura junghiana. Dal primo sogno, al secondo e al terzo di una settimana fa, cè stata unevoluzione della Grande madre. Nel primo sogno cera la grande madre terrifica e lei, che ha parlato con i genitori, ha potuto constatare che la madre della paziente, è proprio una grande madre vorace.
La Dr.ssa M.A. Ferrante si collega alle grandi mistiche segnalate nellambito della religione. Una volta andò alla biblioteca di medicina a vedere queste storie delle grandi mistiche; non sa quanto siano enfatizzate da parte della chiesa queste quasi sante, ma sembra addirittura che fossero capaci di sopravvivere un mese intero con poca acqua e pane. In questi casi cè un alimento speciale che sostituisce lalimento materiale: lamore di Dio. Si chiedeva di cosa si nutra l anoressica: di niente o ha nella testa un qualcosa che sembra sostituire lalimento? Forse andrebbe approfondito il loro nutrimento ideale, che nelle mistiche era lamore di Dio. Anche nellinnamoramento si riesce a dimagrire: quando si è innamorati ci si nutre damore. Si chiede se le anoressiche si nutrano di qualcosa per poter fare a meno del cibo.
Il Dr. S.Zipparri riferisce che su questo argomento cè un libro: Le sante anoressiche, scritto da uno storico del medio evo; cè poi un capitolo finale scritto da uno psicanalista/psichiatra che parla proprio di un legame possibile fra i digiuni ascetici e quelli delle anoressiche o delle ragazze che vogliono fare le modelle. Lo scrittore sostiene che oggi vediamo le suore come donne fuori dal mondo, mentre nellepoca in cui queste sante erano ascetiche, erano molto nel mondo, in quanto nel medioevo monaci e monache erano fra le persone che accedevano alla cultura; sapevano scrivere; facevano una vita che oggi, nel contesto culturale trasformato, potrebbe essere paragonata ad un successo mondano. Cè unideale dellio estremamente elevato in queste persone, così come cera anche nelle ascetiche che digiunavano. Spesso sono entrate in contrasto con le istituzioni ecclesiastiche che vedevano in queste forme di ascetismo, un rapporto privilegiato.
Condivide lassociazione con la situazione dinnamoramento legata allideale dellio che diventa onnipotente: sono condizioni vicine luna allaltra.
La Dr.ssa G.Sgattoni dice che lideale dellio così alto, la fa pensare ad alcuni comportamenti dei disturbi alimentari che si possono trovare in alcune esperienze iniziali dell alimentazione dei bambini, quando le mamme lamentano che il figlio va a cercare tutte le minuzie, per cui alla fine bisogna frullare i cibi. Può essere questa unaspirazione alla fusionalità, che è anche persecuzione, dove non cè una separatezza e dove non si può provare neanche la paura. Quindi lanoressica che non vuol crescere è anche lanoressica spaventata. In questa ambivalenza il persecutore è anche il perseguitato. Associa al film della Cavani Il portiere di notte, dove cè questa estrema coazione che cè anche nel masochismo: un tentativo di tenere a bada ciò che in qualche modo è segnalato come effetto pericoloso; forse il timore dindividuare le diversità, non potendola integrare.
Il Dr. S.Zipparri osserva come nel film della Cavani la protagonista sia abbastanza denutrita.
La Dr.ssa A.M.Meoni pone una domanda sugli aspetti deliranti. Considera sicuramente condivisibile, lassociazione con la perversione come quadro interpretativo, ma nel singolo caso; la sua estensione al problema anoressia, va invece guardata con attenzione. L anoressia e la perversione, come categorie psicopatologiche e nosologiche, hanno in comune una buona struttura dellIo,ma il nucleo dove non tornano i conti nellanoressia è apparentemente questa buona struttura dellio, per cui si parla di psicosi monotematica. La sua domanda è sugli aspetti deliranti presenti in questo singolo caso o in generale.
Il Dr. S.Zipparri evidenzia che nella letteratura gli aspetti deliranti vengono segnalati quando si parla di idiosincrasie alimentari; quando cè un alimento specifico verso cui si prova avversione e che si carica di valenze persecutorie. In questo caso cerano odori intensi che non permettevano di mangiare. Non vuole certo presentare una teoria dellanoressia, ma lorganizzazione delle perversioni sessuali è stata definita come una paranoia agita; una sessualizzazione di rapporti di odio: è una interpretazione della perversione sessuale che lui trova abbastanza interessante. Nellanoressia ci sarebbe questo spostare sullalimento il vissuto persecutorio, presente anche nelle perversioni sessuali masochistiche.
La Dr.ssa L. Taborra osserva che tra laltro il formaggio è un derivato del latte e il suo odore cattivo è assimilabile allodore del latte andato a male: il latte materno.
La Dr.ssa A.M.Meoni chiarisce che lei si riferiva allaspetto dismorfofobico dellanoressia che poggia su una interpretazione delirante, ma che il relatore non ha trattato,]
Note di redazione (t+d): a cura di Antonella Giordani con revisione del relatore,
(r) elaborazione testi da registrazione vocale
(t) testo relazione direttamente fornito dal relatore
(d) testi dialogo da registrazione vocale
Antonella Giordani agior@inwind.it e Anna Maria Meoni agupart@hotmail.com
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