Pochi mesi prima era stata fondata da alcuni colleghi la sezione italiana della SPR (la SPR-Italia), promossa dal gruppo milanese che fa capo a Salvatore Freni e da un gruppo romano (Freni, professore associato di Psicoterapia all'Università di Milano, è stato eletto Presidente; Antonio Semerari, del Centro di Psicoterapia Cognitiva di Roma, Vice-presidente; Paolo Azzone, di Milano, Segretario; Alessandra Gabrielli, sempre di Milano, Tesoriere; Andrea Seganti, psicoanalista di Roma, Coordinatore delle attività scientifiche; e Paolo Migone Coordinatore delle relazione con le associazioni). Pochi mesi fa inoltre la SPR-Italia ha adottato la rivista Psicoterapia (diretta da Marco Casonato e pubblicata dall'editore Moretti & Vitali di Bergamo), quale suo strumento di collegamento.
Alla prima riunione
dei soci di SPR-Italia, tenuta a Roma il 20-10-96, è stato deciso di
includere nella quota di iscrizione annuale, che comprende l'abbonamento a
Psicoterapia, anche l'iscrizione alla SPR internazionale, che a sua volta
comprende l'abbonamento alla rivista "Psychotherapy Research", organo
ufficiale della SPR (con uno sconto speciale, entrambe le iscrizioni e le
riviste per solo L. 200.000); è stato deciso inoltre di tenere il primo
congresso nazionale di SPR-Italia all'Hotel Astro di Tabiano (Salsomaggiore
Terme, Parma) il 5-7 settembre 1997.
La organizzazione del convegno di Cernobbio (coadiuvata da Horst Kächele, di
Ulm, per la parte scientifica) è stata a carico del gruppo milanese di
Freni, in particolare di Alessandra Gabrielli, il cui prezioso lavoro è
stato insostituibile per la riuscita di questa iniziativa.
Come ha detto Kächele al convegno parlando ad un incontro con i partecipanti italiani, la SPR è una associazione giovane, che si distingue per il fatto che fa il possibile per rimanere fuori dalle logiche accademiche e "di potere" tipiche di molte altre organizzazioni scientifiche, le quali sono caratterizzate per esempio dalla qualifica professionale o dalla appartenenza istituzionale. Della SPR invece fanno parte indifferentemente medici, psicologi, pedagogisti, filosofi della scienza, assistenti sociali, sociologi, matematici, esperti in statistica, economia sanitaria, ecc.: quello che accomuna tutti è l'interesse per i problemi comuni, il modo con cui affrontarli, riguardo al funzionamento della psicoterapia nel suo complesso.
Passano dunque in secondo piano non solo le appartenenze istituzionali (del tipo "io faccio parte della tale associazione psicoanalitica e tu no") ma anche quelle teoriche: alla SPR si ha la piacevole sensazione che non interessi a nessuno sapere se sei uno psicoanalista, un cognitivista, un rogersiano, ecc., quello che interessa è il problema che affronti, sul quale intervengono tutti. Questo è possibile anche perché tra i ricercatori è ben noto che spesso in psicoterapia quello che si fa non corrisponde a quello che si dice di fare o alla teoria che si dice di professare, per cui si creano interessanti alleanze trasversali.
Devo dire che, avendo partecipato non solo a questo ma anche ad altri convegni della SPR, l'aria che vi si respira è effettivamente diversa: vi è uno spirito giovane, egualitario, entusiasta, una passione per la ricerca, una curiosità per i lavori fatti da altri, che in sede di discussione non raramente vengono criticati, anche in modo duro, senza mai mettere in dubbio che questo è il regalo maggiore che si può fare ai colleghi. I ricercatori più anziani, con decenni di esperienza alle spalle (a volte del calibro di Strupp, Orlinsky, Howard, Kächele, Clarkin, ecc.), stanno pazientemente ad ascoltare le relazioni dei colleghi più giovani, dando poi consigli utili per continuare nel percorso compiuto. Netta quindi è la differenza da certi congressi accademici, dove molto spesso non è il contenuto delle relazioni che conta, ma il posto occupato dal relatore nella gerarchia di potere.
Non è facile raccontare cosa è emerso dal Convegno di Cernobbio, perché purtroppo (ma questo costituisce anche uno degli aspetti intriganti di questo campo) esistono molteplici linee di tendenza, difficilmente riassumibili in poche righe. Questo convegno ha un po' riflesso, come altri convegni della SPR, lo stato dell'arte della ricerca in psicoterapia, oggi per esempio prevalentemente orientato più allo studio del "processo" (process) che del "risultato" (outcome), nel senso che, ormai già da molti anni, ci si è spostati dallo studio delle differenze tra il prima e il dopo della terapia allo studio di quello che accade dentro a una terapia, dato che non ci serve conoscere le differenze tra uno stato A e uno stato B se non conosciamo assolutamente il processo psicoterapeutico successo nel frattempo e come sia possibile replicarlo.
Non posso dilungarmi qui su questi problemi perché occorrerebbe troppo spazio. Voglio però consigliare chiunque sia interessato ad avere una maggiore conoscenza sul panorama della ricerca in psicoterapia nel mondo, sulla storia di questo movimento di ricerca e sullo stato dell'arte in questo campo, a leggere un lungo articolo che ho scritto da poco (e che era disponibile anche ai partecipanti italiani al convegno di Cernobbio): "La ricerca in psicoterapia: storia, principali gruppi di lavoro, stato attuale degli studi sul risultato e sul processo", pubblicato come "Contributo richiesto" sulla "Rivista Sperimentale di Freniatria", 1996, CXX, 2: 182-238. Chi non riuscisse a trovare questa rivista (reperibile in genere nelle biblioteche dei servizi psichiatrici e degli istituti di psichiatria) può anche leggere il cap. 11 del mio libro "Terapia psicoanalitica" (Milano: Franco Angeli, 1995), dove in modo più succinto riassumo lo stesso tema.