Bologna, Hotel Jolly (Piazza XX Settembre 2, di fronte alla Stazione)
Dopo essersi avvicinato, assieme a Gill, alla posizione interpersonale, e aver proposto per la psicoanalisi una concezione "socio-costruttivistica" (in seguito chiamata "costruttivistico-dialettica") articolandola nei dettagli, ha continuato ad esplorare la specificità dell'incontro analitico cercando di individuarne i fattori curativi alla luce della prospettiva da lui suggerita.
In questo seminario (che ha il titolo di un libro di Hoffman in corso di stampa) presenta le sue più recenti riflessioni sulla "liminalità" della situazione analitica, compresa tra ritualità (il setting, le regole di base del contratto psicoanalitico, ecc.) e spontaneità (gli aspetti legati alla "persona" dell'analista). Il concetto di liminalità (che si può far risalire al Van Gennep) è qui mutuato dall'antropologo Victor Turner che lo lo ha usato nella sua analisi del processo rituale.
La psicoanalisi può essere infatti vista come uno dei rituali terapeutici della civiltà occidentale, e la ricerca di Hoffman tenta di identificare le caratteristiche essenziali della sua azione terapeutica, soprattutto alla luce dei molteplici sviluppi teorici a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni.
Il seminario avrà dunque una impronta multidisciplinare, in cui tenteremo di far lavorare insieme psicoanalisi e antropologia secondo una direzione diversa da quella usuale. L'incontro fra queste due discipline ha infatti spesso portato ad una interpretazione psicoanalitica dei dati antropologici o, da parte degli antropologi, all'uso della psicoanalisi per affinare la strumentazione concettuale della ricerca sul campo; all'inverso, noi vorremmo tentare di capire se concetti provenienti dalla riflessione antropologica possano risultare utili alla psicoanalisi.
Giovanni Jervis, che farà da discussant iniziale delle idee di Hoffman, è un profondo conoscitore dei recenti sviluppi della psicoanalisi nordamericana (di cui è anche molto critico rispetto ad alcuni suoi aspetti "post-moderni"); Jervis inoltre ha una vasta cultura interdisciplinare e ha compiuto un ricco percorso culturale, avendo anche attraversato, come è noto, esperienze di ricerca antropologica con de Martino negli anni '50.
Oltre a Jervis interverranno altri colleghi che possono contribuire in modo specifico al dibattito:
Roberto Beneduce, psichiatra, autore di numerosi lavori in campo etnopsichiatrico e direttore del Centro Franz Fanon di Torino;
Marco Casonato, tra i primi in Italia a discutere l'approccio costruttivista in psicoterapia, e attento osservatore critico degli sviluppi teorici della psicoanalisi (ricordiamo, tra le altre cose, un suo articolo apparso su Psicoterapia, la rivista da lui diretta, in cui traccia stretti parallelismi tra il training psicoanalitico e certe iniziazioni religiose);
Stefano De Matteis, Professore di Antropologia Culturale all'Università di Urbino, che ha scritto la prefazione alla edizione italiana di alcuni libri di Turner e anche un libro su questo autore;
Giordano Fossi, psicoanalista didatta di Firenze, molto noto per le sue critiche radicali a certi aspetti della psicoanalisi tradizionale (ricordiamo, tra i tanti suoi lavori, il suo libro del 1990 Miti, religione e psicoanalisi);
Mario Galzigna, Docente di Storia del pensiero scientifico moderno e contemporaneo all'Università di Venezia, epistemologo con una profonda conoscenza sia della antropologia che della psicoanalisi, lavora da tempo ad un approccio storico-epistemologico ai saperi, nella prospettiva di una genealogia della nostra modernità.
Oltre a questi colleghi vi saranno interventi da parte di alcuni organizzatori del seminario e da parte dei partecipanti. A livello organizzativo, questo incontro vuole essere un po' diverso dai tradizionali convegni, nel senso che sarà più informale, e avrà una struttura seminariale, in cui sarà privilegiata una libera discussione tra i partecipanti.
A chi si iscriverà al convegno verrà mandata anticipatamente la relazione di Hoffman tradotta in italiano, in modo tale che vi sia tempo per riflettere con calma (per questo è indispensabile la iscrizione anticipata). La traduzione dall'inglese, a cura di Paolo Migone, sarà in semi-simultanea rapida (cioè per frasi brevi, senza pause o rallentamenti).
Questo seminario con Hoffman vuole essere la continuazione del dibattito attualmente in corso sui rapporti tra psicoanalisi e antropologia, un dibattito che ha visto posizioni diverse all'interno del gruppo, il che è stato sempre valorizzato come uno dei fattori che hanno permesso un continuo arricchimento reciproco.
Il seminario inizierà alle 9:30 e terminerà alle 18:00, con un intervallo per il pranzo dalle 13 alle 14.30. La quota di iscrizione, di L. 150.000, include l'invio della relazione di Hoffman e il pranzo al Jolly Hotel (L. 55.000 a persona). Il pranzare insieme potrà costituire un ulteriore momento di discussione e di socializzazione.
Per la prenotazione vale l'invio della quota di partecipazione a Paolo Migone, Via Palestro 14, 43100 Parma, Tel./Fax 0521-960595, E-Mail migone@ipruniv.cce.unipr.it (se si inviano assegni, vanno intestati al "Centro il Sé" - ringraziamo Isabella D'Amore, che dirige il Centro il Sé di Siena, per la collaborazione sugli aspetti amministrativi).