| 
Gli ultimi decenni del secolo scorso hanno segnato per i servizi psichiatrici in molte aree dell'Occidente, ed in Italia in modo particolare, una sostanziale trasformazione dei sistemi assistenziali. Il sistema basato sul ricovero ospedaliero ha ceduto il campo progressivamente al trattamento nella comunità dei pazienti con disturbi mentali gravi. 
 Benché non possono esserci dubbi sul valore scientifico ed etico di tale trasformazione, restano controversie tuttora irrisolte intorno a quanto compiutamente i nuovi sistemi rispondano ai bisogni dei pazienti - quelli più complessi in particolare - e dei loro familiari. 
La carenza di dati empirici che comprendano soprattutto valutazioni di esito a lungo termine di ampie coorti non selezionate di pazienti sostiene e amplifica tali margini di incertezza. 
Nell'ambito delle fasi conclusive del TAPS Project (un vasto ed accurato programma di valutazione degli effetti prodotti dal passaggio dall'approccio ospedaliero a quello comunitario in Inghilterra), Julian Leff, che ha diretto per molti anni tale progetto, ha espresso una valutazione senz'altro positiva dell'impatto complessivo di tali trasformazioni. Tuttavia egli ha anche segnalato la tendenza dei nuovi sistemi a mostrare una certa fragilità ed insufficienza nel dare risposte adeguate a quote relativamente modeste ma significative di casi caratterizzati da una apparente "difficoltà" ad essere trattati da parte dei servizi comunitari. 
A parere di Leff, tali pazienti, definiti "difficult-to-place", dopo periodi prolungati di presa in carico da parte dei servizi di comunità, sembrano, in ultima analisi, mostrare i limiti dell'approccio alternativo all'ospedale psichiatrico. Le evidenze del TAPS sembrano dimostrare che questi pazienti, per i quali non sembra possibile trovare forme di reinserimento sociale stabili e durature, manifestino una prevalenza di circa 10/100.000 abitanti. 
Sono casi che presentano bisogni complessi, clinici ed extraclinici, e che, per le caratteristiche di personalità, per l'associarsi di abuso di sostanze, comportamenti violenti, o per una estrema difficoltà di prestare un sufficiente grado di consenso al trattamento, sfidano quotidianamente la tenuta e le capacità operative dei servizi. 
 Essi, inoltre, divengono spesso il pretesto per sostenere il fallimento o la fallibilità dei sistemi community-based da parte degli osservatori più critici, alimentando posizioni altrettanto critiche da una parte dell'opinione pubblica, dai mass media, da particolari gruppi di pressione sociale e politica. 
Le ricerche di Leff e Coll. hanno però dimostrato, a follow-up successivi e più recenti su campioni di tali pazienti, che, con adeguati modelli di trattamento, tale quota di casi apparentemente "impossibili" da trattare da parte dei nuovi servizi si riduca almeno del 40%. Aprendo così il campo ad ulteriori apporti innovativi e lasciando intravedere i nuovi orizzonti della psichiatria di comunità. 
 
  
Programma
 Prima Sessione (9,00-13,30) 
Presiedono: Angelo Barbato e Massimo Purpura 
h.  9,15      Lezione magistrale 
Julian Leff, London 
Does community care have limits? 
 (con traduzione simultanea) 
h. 10,15            Interventi (I) 
Angelo Fioritti, Rimini 
Mito e realtà dei comportamenti violenti in psichiatria 
Gabriele Rocca, Milano 
Aggressività e gravosità. Il punto di vista degli operatori 
h. 11,30            Interventi (II) 
Giuseppe Ducci, Roma 
Appropriatezza del ricovero in SPDC e revolving door 
Giuseppe Riefolo, Roma 
Pazienti non collaborativi e funzione del limite nelle terapie 
h. 12,30       Confronto/Dibattito con i Relatori 
Chairman : Antonio Guerrini, Milano 
Seconda Sessione (14,30-18,00) 
h. 14,30            Interventi preordinati dei partecipanti* 
Conducono: Elisabetta Rossi, Antonio Maone 
h. 16,45         Confronto/Dibattito con Julian Leff 
Conducono: Andrea Narracci, Franco Orsucci 
 *  I partecipanti potranno prenotare un intervento della durata massima di 
5 minuti depositando una richiesta scritta (indicando il proprio nome e 
l'argomento che si vuole trattare) entro le ore 13,30 presso la Segreteria 
del convegno. 
 
Segreteria Scientifica 
Antonio Maone (coordinamento), Germana Agnetti, Angelo Barbato, Angelo 
Cocchi, Giuseppe Ducci, Gabriele Rocca, Camillo Loriedo, Sergio Lupoi, 
Pompeo Martelli, Ernesto Muggia, Maria Eugenia Pesce, Massimo Purpura, 
Elisabetta Rossi, Augusto Righi, Edoardo Re, Carla Stentella, Patrizia 
Sciascera, Enrico Visani 
Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma A, Modulo 2 
Via Sabrata, 12 
00198 Roma 
tel. 06 85232452/3 - fax 06 85232420 
e-mail: com.sabrata@virgilio.it 
Segreteria Organizzativa 
MGA Congressi 
Viale Mazzini, 145 
00195 Roma 
tel 06 39730343 - fax 06 39730337 
e-mail: info@mgacongressi.it 
 
Accreditamento ECM 
Richiesto per medici, psicologi ed infermieri professionali 
Quote di iscrizione  
(richiedere per telefono, fax o e-mail la scheda di 
iscrizione) 
medici e psicologi: Euro 100,00 
medici e psicologi membri WAPR*: Euro 40,00 
infermieri professionali, assistenti sociali ed educatori: Euro 30,00** 
membri di associazioni di familiari, associazioni di volontariato e 
studenti: Euro 25,00 
*: l'iscrizione alla World Association for Psychosocial Rehabilitation può 
essere effettuata direttamente alla segreteria del convegno ed ha un costo 
di 35 euro. 
**: sono previste quote agevolate per la partecipazione di gruppi di 
infermieri professionali, educatori e operatori delle Comunità Terapeutiche 
(rivolgersi alla Sig.ra Campana, MGA Congressi, tel 06 39730343) 
Sede del  convegno: Centro Congressi dell'Università di Roma "La Sapienza" - Facoltà di Scienze della Comunicazione - via Salaria, 113 (adiacenze Piazza 
Fiume - via Po) - Roma 
  |