Chairman
Robert D. Hinshelwood
con la collaborazione di
Enrico Pedriali
Janet Chamberlain
Laura Forti
Edoardo Razzini
E' stata inoltrata al Ministero della Salute la richiesta di Accreditamento ECM
Programma
Sabato 17 Aprile
Ore 15.00: Accoglimento e sistemazione dei Partecipanti
Ore 17.30/19.00: Riunione Plenaria Iniziale (Grande Gruppo)
Ore 19.30/20.30: Cena (predisposta dall'Organizzazione del Workshop)
Ore 21.00/22.30: Riunione Decisionale (Grande Gruppo)
Dovrà decidere la definizione dei compiti e i criteri per la formazione dei Gruppi di Attività: Gruppo Cucina, Gruppo Pulizie, Gruppo Tempo Libero e dei Gruppi di Psico-dramma.1
Domenica 18 Aprile
Ore 8.30/9.15: Colazione (predisposta dall'Organizzazione del Workshop)
Ore 9.30/10.30: Gruppi Decisionali (Piccoli Gruppi)
Costituiti in numero equivalente alle attività prestabilite, si riuniranno giornalmente per discutere e programmare le attività stesse. Un membro dello Staff sarà a disposizione di ogni Gruppo in qualità di osservatore- partecipante.
Ore 10.30/13.00: Attività (Cucina, Pulizie,Tempo Libero)
Ore 13.00/14.00: Pranzo2
Ore 14.30/16.00: Gruppo di Riflessione (Grande Gruppo)
Ore 16.00/19.30: Attività (Cucina, Pulizie,Tempo Libero)
O
e 19.30/20.30: Cena
Ore 21.00: Tempo Libero
Lunedì 19 Aprile
Ore 8.30/9.15: Colazione
Ore 9.30/10.15. Riunione di Comunità (Grande Gruppo)
Ore 10.30/13.00:Psicodramma (1» Sessione- Piccolo Gruppo)
Questo Gruppo permetterà di ripercorrere gli scenari più significativi del Workshop, secondo la tecnica dello Psicodramma ad orientamento psicodinamico3.
Ore 10.30/13.00: Attività (Cucina, Pulizie,Tempo Libero)
Ore 13.00/14.00: Pranzo
Ore 14.30/15.30: Gruppi Decisionali (Piccoli Gruppi)
Ore 15.45/17.15: Psicodramma (2»Sessione-Piccolo Gruppo, vedi nota 3)
Ore 17.30/19.00: Gruppo di Riflessione (Grande Gruppo)
Ore 19.30/20.30: Cena
Ore 21.00: Tempo Libero
(1 Il Gruppo Cucina si occuperà materialmente della distribuzione e della preparazione dei pasti. Avrà a disposizione il materiale della dispensa e una cuoca con funzione di consulente.
Il Gruppo Pulizie garantirà il riordino e le pulizie degli spazi comuni, mentre ogni ospite avrà cura degli oggetti e degli spazi personali.
Il Gruppo Tempo Libero organizzerà le serate ed eventuali altri intervalli liberi; si occuperà inoltre del commiato dei partecipanti dal Workshop, nell'ultima giornata.
2 A partire da questo momento colazione, pranzo e cena saranno preparati e serviti in tavola dal gruppo cucina
3 Ogni Gruppo di Psicodramma sarà composto dalla metà dei partecipanti; contemporaneamente, l'altra metà porterà avanti le attività programmate (cucina, pulizie, tempo libero). Al termine della Sessione di Psicodramma, i Gruppi si ricomporranno al completo e porteranno a termine i rispettivi compiti.)
Martedì 20 Aprile
Ore 8.00/8.45: Colazione
Ore 9.00/9.30: Riunione di Comunità (Grande Gruppo)
Ore 9.45/10.15: Gruppi Decisionali (Piccoli Gruppi)
Ore 10.30/12.00: Psicodramma(3» Sessione-Grande Gruppo,)
Ore 12.00/13.30: Attività (Cucina, Pulizie, Commiato)
Ore 13.30/14.30: Pranzo
Ore 14.45/16.15: Gruppi Applicativi (Piccoli Gruppi)
Consentiranno a piccoli gruppi di partecipanti di esaminare la possibilità di applicare l'apprendimento sviluppato nel corso del Workshop ai rispettivi contesti lavorativi.
Ore16.15/17.30: Riunione Plenaria Conclusiva (Grande Gruppo)
Ore 17.30: Commiato
Questo programma potrà essere rivisto dallo Staff nel corso del Workshop.
Apprendere dall'Esperienza
L'esperienza di questi anni ci ha incoraggiato a mettere a punto un tipo di formazione per operatori che, a vario titolo e con diversi ruoli, sono impegnati nell'ambito delle Strutture Intermedie, particolarmente in quelle a carattere residenziale e semiresidenziale (Comunità, Centri Diurni, Day Hospitals, etc.).
Due sono le direttrici principali dei nostri programmi:
- apprendimento e sviluppo dell'attitudine a lavorare in gruppo e
- acquisizione di una capacità riflessiva da parte di ogni singolo operatore sulla propria attività e, complessivamente, su quella dell'Equipe di cui fa parte.
E' sorprendente infatti che, pur avendo il lavoro di gruppo una sempre maggior rilevanza in tutti i Servizi Psichiatrici, i percorsi formativi degli operatori (nessuno escluso) non prevedano l'acquisizione di una competenza in tal senso.
Psichiatri, psicologi, educatori, infermieri e operatori sociali giungono quasi sempre alle loro prime esperienze sprovvisti di cultura e di pratica gruppale e organizzativa. Ciò comporta un lungo e faticoso "fai da te", una sorta di "bricolage" che, al di là delle migliori intenzioni, non sempre garantisce risultati efficaci.
Il nostro obiettivo è quello di fornire l'opportunità di "APPRENDERE dall'ESPERIENZA" attraverso moduli formativi che, riproducendo le caratteristiche, i compiti e l'atmosfera del contesto in cui gli operatori svolgono quotidianamente la loro attività, consentano di acquisire una maggior dimestichezza col lavoro in Equipe e con tutte le implicazioni che esso comporta.
A questo scopo, il 17/18/19/20 Aprile prossimi si svolgerà a Incisa Scapaccino (At), un Workshop Esperienziale Residenziale rivolto a operatori che, pur provenendo da esperienze diverse per ruolo professionale e orientamento teorico-metodologico, condividono alcune linee guida:
- la compartecipazione alla quotidianità da parte di pazienti e operatori,
- la dimensione prevalentemente gruppale del lavoro comunitario,
- la mediazione fra mondo interno del paziente e mondo esterno,
- la consuetudine a riflettere sul significato di ciò che accade.
Il tema messo a fuoco in quest'occasione, sarà: Fare e Imparare nelle Comunità Terapeutiche, che rappresenta il primo passo per l'acquisizione di quella Competenza diBase da cui nessun operatore può prescindere.
Introduzione al Workshop
Fare, pensare, imparare:
l'importanza della vita quotidiana nelle
Comunità Terapeutiche
Uno dei principi su cui si fonda la prassi di ogni Comunità Terapeutica, a prescindere dai diversi orientamenti teorici, è la condivisione della vita quotidiana fra pazienti e operatori e il coinvolgimento di entrambi nelle pratiche indispensabili alla sua esistenza: cucinare, mangiare, pulire, progettare, programmare, assolvere incombenze di comune interesse o necessità, trascorrere il tempo libero e via dicendo.
Non si tratta di semplici attività occupazionali o genericamente ergoterapiche ma di una sorta di "substrato" che consente a ciascuno di misurarsi con la realtà secondo le proprie possibilità
favorendo lo sviluppo di relazioni e di dinamiche gruppali che mettono in evidenza comportamenti e bisogni peculiari di ogni residente.
Tutto ciò costituisce il materiale per una costante riflessione sul modo di essere di ognuno così come sulla natura delle interazioni e delle situazioni che si vengono a creare. In altre parole, si realizzano nella quotidianità le condizioni per cogliere in ciò che accade, significati diversi da quelli che siamo soliti dare a una semplice lettura soggettiva.
Viste in quest'ottica le attività, specie quelle legate a esigenze concrete, assumono il significato di funzioni vitali, sia perché corrispondono a bisogni reali , sia perché, attraverso il confronto fra le parti, stimolano l'introspezione e il pensiero.
Non è quindi un attivismo sterile e afinalistico, ma un fare e un pensare strettamente interdipendenti che fungono da "veicolo" del trattamento comunitario e costituiscono un potenziale di trasformazione e apprendimento.
Questo modo di considerare il fare quotidiano trova applicazione concreta nel contesto di molte Comunità.
I pazienti che vi risiedono infatti sono spesso portatori di gravi patologie e disabilità e hanno capacità limitate per quanto riguarda l'assunzione di responsabilità per se stessi e per gli altri.
In altre parole essi vivono in condizioni di dipendenza e avrebbero bisogno di divenire più autonomi, ciascuno secondo le proprie possibilità.
Dal canto suo, la Comunità richiede ai suoi residenti di partecipare, per quanto è possibile, alla gestione della vita quotidiana.
Per molti di loro il coinvolgimento comunitario rappresenta un utile apprendimento nell'assunzione di responsabilità verso gli altri così come verso se stessi, attraverso le relazioni che si sviluppano.
Anche pazienti cronici, con elevati livelli di disabilità, possono apprendere di più dal fare che da sofisticate verbalizzazioni intellettualistiche.
Le relazioni di lavoro infatti, implicano potenti aspetti emotivi che occorre tenere in considerazione e su cui è necessario riflettere.
Quando le interazioni con gli altri vengono ignorate, la vita emotiva si impoverisce e l'Istituzione aggrava le condizioni di molti dei pazienti che vi risiedono.
Lo svolgimento di attività pratiche inoltre rende necessaria la costituzione di gruppi e sottogruppi che, di fronte ad ogni compito, devono individuare le soluzioni organizzative e operative più opportune ma debbono anche confrontarsi con dinamiche emotive e relazionali che conducono alla scelta di leaders e controleaders , che generano a volte meccanismi di esclusione con la creazione di capri espiatori e possono dar vita a fasi di intensa rivalità o di supina obbedienza al capo così come al prevalere di una burocraticizzazione nei rapporti o, al contrario, alla scelta di soluzioni anarcoidi.
La vita quotidiana rappresenta quindi una sfida per gli operatori, esposti da un lato alla tentazione del perfezionismo (con il conseguente rischio di una passivizzazione dei pazienti) dall'altro a una ideologia del laisser faire che può appannare l'efficienza e l'autostima del gruppo istituzionale.
E' evidente allora, quanto sia importante che la Comunità, oltre all''opportunità di lavorare attivamente insieme, con tutte le situazioni emotive che si sviluppano e che entrano in risonanza con le esperienze passate di ciascuno, si proponga ai suoi membri come un forum per riflettere ed esplorare queste esperienze in un ambiente protetto.
Lavorare con gli altri costituisce infatti un terreno idoneo alla comprensione di difficoltà del passato in scala ridotta e in un gruppo gestito e supportato.
In un certo senso il Workshop è una Comunità Terapeutica esso stesso, concepito per consentire a degli Operatori di Comunità di esplorare i processi che si sviluppano intorno al fare quotidiano.
Essi potranno formarsi nuove idee su come incentivare esperienze di vita che aiutino i residenti nelle loro Strutture ad assumersi responsabilità e a modificare, almeno in parte i loro vissuti e modi di essere.
In definitiva il Workshop è un'opportunità per esplorare:
- l'influenza che la partecipazione alle diverse attività può esercitare sui comportamenti dei componenti la Comunità;
- come e quanto i compiti di lavoro e la ricerca di soluzione dei problemi connessi possano mettere in moto emozioni e atteggiamenti che hanno a che fare con la storia personale di ciascuno;
- l'importanza delle interazioni fra persone e delle dinamiche di gruppo ai fini di un possibile cambiamento;
- quando agire e quando riflettere;
- quanto tutto ciò possa generare un processo di apprendimento.
Modalità di svolgimento
Il Workshop come Comunità di Apprendimento
Organizzato secondo il principio dell'APPRENDERE DALL' ESPERIENZA, questo Workshop è stato concepito per operatori che, pur provenendo da esperienze diverse per durata, ruolo professionale e orientamento teorico-metodologico, condividono tuttavia alcune linee guida:
* la compartecipazione, in misura variabile, di pazienti e operatori alla quotidianità,
* la dimensione prevalentemente gruppale della vita e del lavoro comunitario,
* la mediazione fra mondo interno del paziente e mondo esterno,
* la consuetudine a riflettere sul significato di ciò che accade.
Per tutta la sua durata, il Workshop si costituirà come una COMUNITÀ FINALIZZATA ALL'APPRENDIMENTO da parte dei suoi partecipanti con l'intento di mettere a fuoco ciò che le attività quotidiane possono insegnare ai suoi residenti.
Utilizzando gli spunti proposti dal programma, tutti avranno modo di condividere in prima persona diversi momenti di vita comunitaria affrontando problemi relativi alla gestione dei tre giorni e mezzo di permanenza con tutto quel che comporteranno: organizzazione della vita quotidiana, convivenza e condivisione dell'esperienza con altri, occasioni di riflessione personale e di elaborazione gruppale.
Per sottolineare il carattere di apprendimento, il Workshop riprodurrà uno spaccato di vita comunitaria in cui i partecipanti residenti si confronteranno con compiti realistici e con tutte le loro implicazioni.
Questi sono i motivi per cui a tutti è richiesta l'effettiva presenza per l'intera durata del Workshop, sia di giorno che di notte, e non è consentita una partecipazione parziale.
La struttura che ospita il Workshop offre la possibilità di alloggiamento in camere a due e tre letti: ognuno dovrà prendersi cura della gestione e del riordino dei propri spazi personali. Verranno costituiti dei gruppi che si cimenteranno in compiti concreti, e non simulati, per soddisfare esigenze essenziali :
* organizzazione di alcuni pasti (con tutti gli aspetti connessi);
* gestione e pulizie degli spazi comuni;
* organizzazione del tempo libero;
* eventuali altre attività stabilite nel corso del Workshop (per esempio, organizzazione del Commiato).
Come in ogni Comunità, emergeranno molti aspetti relativi alla convivenza e alla condivisione esperienziale: assumere/delegare responsabilità, lavorare per gli altri, prendere decisioni, misurarsi con l'autorità e la leadership, affrontare relazioni interpersonali e dinamiche gruppali e altri ancora.
Ognuno avrà la possibilità di cogliere ciò che questi aspetti comportano e di riflettervi in termini di apprendimento da utilizzare nell'abituale contesto lavorativo di provenienza.
I membri dello Staff metteranno a disposizione la loro competenza per facilitare questo lavoro di riconoscimento-apprendimento.
Per realizzare questi obbiettivi, il Workshop prevede una serie di incontri gruppali:
- RIUNIONE PLENARIA INIZIALE: avrà lo scopo di cominciare a dar forma al Workshop e di fornire l'opportunità allo Staff e ai residenti di conoscersi reciprocamente. Questa riunione rappresenta idealmente la "porta d'ingresso" nella Comunità di Apprendimento e consente anche di esplorare tutto ciò che l'attraversamento di questa soglia comporta, sia in termini concreti che emotivi.
- RIUNIONI DECISIONALI: serviranno a pianificare le attività e costituire i gruppi che le svolgeranno. Scopo di queste riunioni sarà quello di evidenziare il grado di aderenza ai compiti, di consentire ai residenti un apprendimento delle modalità gruppali di decisione e di fare un'esperienza di assunzione di ruoli e dell'autorità necessaria per esercitarli.
- GRUPPI DI ATTIVITÀ: avranno lo scopo di offrire ai componenti l'opportunità di riflettere ed apprendere le modalità e difficoltà del lavorare insieme e di formare relazioni di lavoro, nel momento in cui si confronteranno con dei compiti concreti e realmente necessari alla Comunità ed alla sua sopravvivenza.
- RIUNIONE DI COMUNITA': come in tutte le Comunità, questa riunione rappresenta "il luogo" ove si esprime il senso di appartenenza e si evidenzia, nell'hic et nunc l'andamento della Comunità di Apprendimento;
- RIUNIONI DI RIFLESSIONE: queste particolari riunioni avranno lo scopo di esplorare le tensioni che si presenteranno nel lavoro, nel tempo libero e nelle relazioni fra i gruppi. Inevitabilmente infatti, portare avanti le attività lavorative e vivere dall'interno le varie situazioni del Workshop, richiederà un notevole coinvolgimento e l'instaurarsi di relazioni con varie persone: ciò può causare stress e tensioni personali e gruppali.
- GRUPPI APPLICATIVI: consentiranno a gruppi di residenti di esaminare insieme l'apprendimento sviluppato nel corso del Workshop e la possibilità di applicarlo al proprio contesto lavorativo di provenienza.
Questi gruppi si costituiranno nell'ultima giornata (Domenica) e saranno preventivamente composti dallo Staff.
- GRUPPI DI PSICODRAMMA: permetteranno ai presenti di ripercorrere gli scenari più significativi del Workshop in un processo di revisione e rielaborazione emotiva attuato attraverso il costante rimando tra "fare" e "pensare".
Essi si svolgeranno secondo due modalità:
due gruppi di 15-16 persone ciascuno, che si alterneranno nella terza giornata, un gruppo unico nell'ultima giornata (Domenica);
- RIUNIONE PLENARIA CONCLUSIVA: sarà il momento del commiato in cui ciascun partecipante si congederà, portando con sé l'esperienza vissuta. Rappresenterà quindi la "porta di uscita" dal Workshop e consentirà di considerare anche il processo di separazione.
- RIUNIONI D'EMERGENZA (se necessarie): aperte a tutti i partecipanti per riflettere e confrontarsi su eventuali infrazioni del setting del Workshop o su avvenimenti pericolosi.
Ulteriori delucidazioni e informazioni di carattere logistico e organizzativo saranno fornite dalla Segreteria al momento della Registrazione e, durante lo svolgimento del Workshop, con modalità che verranno comunicate nel corso delle tre giornate, utilizzando spazi e tempi appositamente predisposti.
Obiettivo del Workshop
Esplorare l'importanza della vita quotidiana e delle attività nel trattamento e nell'apprendimento.
Lo Staff del Workshop
Robert D. Hinshelwood: psichiatra, psicoanalista, già Clinical Director del Cassel Hospital di Londra, co-fondatore dell'Association of Therapeutic Communities (ATC) e della rivista "Therapeutic Communities" (The International Journal for Therapeutic and Supportive Organizations), Professore di Psicoanalisi all'Università di Essex.
Janet Chamberlain: Consulente del Servizio di Psichosocial Nursing del Cassel Hospital di Londra.
Laura Forti: Attualmente è Senior Consultant Psychotherapist all' Arbours Crisis Centre; Direttore della Comunita Terapeutica Saint Gabriel's Road della Arbours Association.
Coordinatrice dei tirocini presso le Comunita' Terapeutiche della stessa Associazione.
Enrico Pedriali: medico-psicologo, psicoterapeuta, consulente di strutture pubbliche e private a carattere comunitario, past-president dell'Associazione Italiana per la Terapia di Comunità (ATiC).
Edoardo Razzini: psichiatra, psicoterapeuta, coordinatore della Comunità Protetta dell'Ospedale S. Paolo di Milano, Membro Didatta dell'Associazione Italiana Psicodramma Psicoanalitico; Presidente di "Galassia", Associazione per la ricerca e l'intervento sui gruppi.
Funzioni dei componenti dello Staff
Robert D. Hinshelwood
Direttore e Conduttore del Workshop;
Enrico Pedriali
Vice-Direttore, Responsabile dello svolgimento del Workshop;
Janet Chamberlain
Consulente per le attività;
Laura Forti
Consulente per i processi di apprendimento;
Edoardo Razzini
Conduttore dei gruppi di Psicodramma.
Sede del Workshop è la "Casa della Speranza", edificio di un'Associazione di volontariato, in cui gli ospiti disporranno di stanze a due o tre letti e di ambienti in comune per i servizi di mensa e soggiorno e di sale riunioni per piccoli e grandi gruppi.
Situata a Incisa Scapaccino (At), P.zza Garibaldi, 4 (località Borgo Villa), la "Casa della Speranza" può essere raggiunta dalle Autostrade A21 e A26, uscita Alessandria Sud, direzione Nizza Monferrato, oppure in treno da Torino e da Alessandria
Modalità di pagamento
- Assegno di Conto Corrente o Circolare, da inviare tramite Raccomandata R R all'indirizzo della Segreteria Organizzativa;
- Bonifico Bancario a favore di: ATC-Associazione per la Terapia di Comunità
IBAN: IT 54 L 05048 01638 000000001130
Bnca Popolare Commercio & Industria ; Ag. N° 123 - Via Traù, 3 - Milano
N.B.
Copia del Bonifico va inviata, via Fax, alla Segreteria Organizzativa (02/48028731).
Non verranno accettate iscrizioni senza attestazione dell'avvenuto pagamento.
In ottemperanza all'art.10 della legge 675/96 riguardante la tutela dei dati personali, si informa che i dati contenuti in questa scheda verranno utilizzati esclusivamente per inviare la corrispondenza relativa al Congresso e a futuri Convegni.
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