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PSYCHOMEDIA
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LIBRI - Recensioni e Presentazioni
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Sergio Benvenuto
Accidia
La passione dell'indifferenza
Il Mulino - Intersezioni, 2008
Per accidia non si intende qui solo quel che volgarmente oggi si pensa che essa sia - semplice pigrizia - ma in generale lo stato mentale della tristezza, dello sconforto, della dolorosa indifferenza, della depressione. Peccato mortale nella visione religiosa, malattia psichiatrica nella visione laica e moderna.
Il libro procede storicamente: comincia dalla tarda Antichità, quando i monaci ebrei e cristiani creano il concetto e la parola acedia (noncuranza, incuria, indifferenza), e procede fino alla nostra più attuale modernità, che fa prevalere il concetto e la parola depressione.
Passando in rapida rassegna epoche, movimenti ed autori che hanno marcato
delle svolte nella considerazione occidentale di questo stato d'animo.
Le tappe di questa storia:
la riflessione teologica medievale sull'accidia e le teorie mediche medievali sulla malinconia;
la riscoperta rinascimentale della malinconia nell'accezione greca antica (in particolare Marsilio Ficino);
la passione barocca per la malinconia, in particolare in Shakespeare (Amleto) e Robert Burton
la malinconia romantica, e in particolare le filosofie pessimiste come espressione del romanticismo (Schopenhauer, Leopardi, di recente Cioran);
lo spleen (malinconia) del dandy e in particolare di Baudelaire;
la noia di vivere e l'ignavia di certi personaggi della letterature russa (come Oblomov di Goncarov e certi anti-eroi di Cechov);
la teoria del lutto e della malinconia in Sigmund Freud e nella psicoanalisi;
la visione affettiva nella filosofia e nella letteratura detta esistenzialista (Heidegger, Sartre, Camus), in particolare la loro insistenza sull'angoscia e l'autenticità;
* la "scrittura bianca" di Beckett e i suo personaggi immobili, incatenati al passare
del tempo;
* la visione biotecnologia di oggi sulla depressione, gli psicofarmaci, le teorie scientifiche oggi alla moda che cercano di spiegare la causa delle depressioni.
Infine, in un capitolo finale - Congedo - l'autore spiega il progetto generale del libro: l'escursione storica mira non a identificare tutte le varie nozioni che storicamente hanno prevalso come modi di parlare di una stessa sindrome affettiva, ma a stabilire delle "rassomiglianze di famiglia" tra umori e affetti imparentati ma non identici. L'autore infine propone una propria ipotesi che potrebbe unire in filigrana questi affetti "cugini": essi testimoniano tutti dello scacco di un Grande Progetto, l'irruzione di una noncurante svagatezza che il soggetto vive come tentazione dolorosa e devastante.
Il libro si rivolge al lettore curioso e colto anche se non specialista, spiega in modo fluido e non impervio anche teorie filosofiche complesse (ad esempio, quelle di Schopenhauer, di Heidegger, di Sartre), senza cedere a semplificazioni corrive. Un libro piacevole per il lettore non specialista, senza deludere il lettore colto che cerca idee originali e provocatorie.
Venerdì, 12 Dicembre 2008, ore 21.30
L'autore presenterà il libro con Valeria Medda, Diego Napolitani e Paolo Tucci
Società Grupponalitica Italiana - Sezione di Milano
Via Vesio, 22 - Milano
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