Claudia Bruni
Ascoltare altrimenti Nei luoghi di ascolto psicologico degli adolescenti a scuola arrivano sempre più spesso ragazzi stranieri, in Italia da tanto o da poco. Le ansie derivanti dall'inserimento in una nuova società hanno molto in comune con quelle che tutti incontrano nel passaggio dall'infanzia all'adolescenza, quindi i ragazzi stranieri lasciano due paesi contemporaneamente, uno reale e uno simbolico. E' importante dunque avere nei loro confronti uno sguardo accogliente e curioso della differenza, facilitandone il racconto, valorizzandola e restituendola più ricca di speranza. E' fondamentale attrezzare uno spazio per celebrare con loro il rito della transizione, per aiutarli a elaborare l'eventuale trauma migratorio. La migrazione è infatti un atto coraggioso e complesso, spesso ambivalente: una "triste fortuna", al confine tra rischio e risorsa. Spesso le ripercussioni dei lutti dei genitori, negati o non elaborati, diventano fantasmi ingombranti. Rimettere in circolo queste memorie, ricucire il rapporto con essi attraverso la narrazione delle loro dolorose storie migratorie è uno degli obiettivi di questo ascolto. Se i ragazzi sapranno attingere alla loro storia, riconciliandosi con il passato, potranno provare a immergersi attivamente nelle esperienze presenti. Si tratta di aiutarli a recuperare le loro radici, anche se ferite, senza le quali è impossibile crescere. In queste pagine l'autrice offre una rassegna di esempi su cui riflettere creativamente alla luce di teorie, concetti ed esperienze che provengono da diverse voci italiane ed europee. Un'occasione per provare a mettersi in campo come insegnanti, pedagogisti, educatori, genitori, psicologi. In particolare a scuola, non basta più un'accoglienza sorridente o una pedagogia per colmare i bisogni di fronte all'inarrestabile ondata di nuovi arrivi, suoni, colori. Bisogna mettersi davvero in gioco. Cosa succede nell'incontro con la diversità? Come trasformare modalità e strumenti di lavoro? Come riuscire ad adottare processi flessibili, verificabili e modificabili in itinere? Si tratta di un esercizio continuo di modestia che abitua a incontrare la propria "inquietante estraneità" e a "familiarizzare con la vertigine". Poiché quelli che sulla scia degli sterreotipi vengono chiamati "altri" e, altrettanto arbitrariamente "noi", abitano in una zona di confine in cui scambio e apprendimento reciproco sono la vera scommessa.
Un dispositivo d'accoglienza e di cura a scuola per gli adolescenti di oggi Per cominciare
La questione della differenza culturale Un luogo dove celebrere il rito della transizione Dispositivi particolari per accogliere la differenza Per scrivere un libro ci vuole un intero villaggio 1. Madri e figlie: terra madre e terra straniera
Il doppio transito delle donne migranti Madri sole Collaborazioni preziose 2. Padri e figli: abbandono e elaborazione
Sostituti veri e illusori Il necessario lavoro del lutto Consegnare ai figli l'eredità della migrazione 3. Fratelli e sorelle: genitorialità e fraternità
Ragazzi che ce la fanno Raggiungere i genitori: speranze e delusioni Aiutarsi tra pari 4. Nonni e nipoti: nostalgia e rinascita
Nostalgia del paese dell'infanzia La cultura di appartenenza come involucro psichico Lavorare con le storie 5. Gruppo dei pari e famiglia: tradimento e crescita
Paura di scegliere, paura di crescere La sfida del "métissage" La fatica di essere ragazzi ponte 6. Psicologo e adolescente: centralità e decentramento
Psicologia e antropologia: due chiavi di lettura complementari Genitori migranti a scuola Non è facile decentrarsi Per ricominciare Qualche riflessione sul concetto di identità Scenari per un nuovo mondo Gruppi per incrociare gli sguardi Servizi leggeri a scuola
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