Paolo MigoneTerapia psicoanalitica. SeminariNuova edizione aggiornata. Milano: FrancoAngeli, 2010, pp. 384, € 42,00 (cod. 1250.8)(Prima edizione: Milano: FrancoAngeli, 1995, pp. 315, € 19,50)In questa nuova edizione l'autore, che è condirettore e direttore responsabile della rivista Psicoterapia e Scienze Umane, amplia e aggiorna il suo libro del 1995 Terapia psicoanalitica, di cui erano state fatte numerose ristampe (vedi una recensione). Dalla retrocopertina: Alcune delle principali
problematiche della psicoterapia sono trattate a fondo, e con chiarezza,
seguendo il filo conduttore di una analisi critica e con attenzione allo
sviluppo storico dei concetti. Dopo un esame dello stato attuale della
psicoanalisi, vengono discussi quattro approcci terapeutici e le loro
"differenze": la terapia sistemica, la terapia breve, la psicoterapia
psicoanalitica, e la terapia cognitiva. I successivi cinque capitoli presentano
la storia del dibattito sulla teoria dei fattori curativi, il concetto di
identificazione proiettiva, e le personalità borderline, istrionica/isterica e
narcisistica, con trattazioni che coprono gli aspetti storici, psicodinamici e
terapeutici. Viene poi affrontato il problema della "validazione scientifica"
della psicoanalisi, con un panorama sugli aspetti epistemologici e la storia e
lo stato attuale della ricerca in psicoterapia. Il capitolo successivo tratta la
questione della diagnosi, chiarendo i problemi metodologici sottostanti. Gli
ultimi tre capitoli si collocano su un piano diverso, e raccontano vicende con
una valenza sociale e anche affettiva: la storia del gruppo di Rapaport, il
divertente e incredibile "scandalo Masson", e la causa legale degli psicologi
americani contro gli psicoanalisti medici. Paolo Migone vive a Parma e si è formato in psichiatria e in psicoanalisi prima in Italia poi negli Stati Uniti, dove ha lavorato quattro anni al New York Medical College. E' stato nominato Fellow dell'American Academy of Psychoanalysis, membro del Rapaport-Klein Study Group, Research Associate dell'American Psychoanalytic Association, membro del direttivo nazionale dell'Associazione Italiana per lo Studio dei Disturbi di Personalità (AISDP, e fa parte di varie altre associazioni scientifiche. E' nella redazione di una decina di riviste del settore, ha fondato la sezione italiana della Society for Psychotherapy Research (SPR) ed è stato tra i promotori del gruppo italiano della Society for the Exploration of Psychotherapy Integration (SEPI). Ha insegnato nelle Università di Bologna, Parma, San Raffaele di Milano, Aosta e Torino. Oltre a svolgere attività clinica, conduce supervisione e formazione per operatori di AUSL e insegna in varie scuole di psicoterapia. Dal 2004 è condirettore e direttore responsabile della rivista trimestrale Psicoterapia e Scienze Umane (www.psicoterapiaescienzeumane.it). Indirizzo dell'autore: Paolo Migone, Via Palestro 14, 43123 Parma PR, Tel. 0521-960595, E-Mail <migone@unipr.it>. Prefazione alla prima edizione (1995): Ho raccolto in questo libro alcuni dei lavori scritti in questa ultima decina d'anni, quelli che maggiormente ho utilizzato con gli studenti in seminari e gruppi di formazione. I temi trattati riflettono un mio percorso personale, uno tra i tanti possibili. I capitoli hanno argomenti diversi e possono essere letti indipendentemente l'uno dall'altro, anche se vi è un filo conduttore: l'interesse per gli aspetti teorici e per lo sviluppo storico dei concetti. I lavori sono stati in parte rielaborati (pur rimanendo non sempre omogenei a causa dei diversi contesti di origine), ho cercato di ridurre le ripetizioni al minimo, e appositi rinvii da un capitolo all'altro rendono più facile la lettura. Dopo l'introduzione, che riguarda alcuni problemi di fondo della psicoanalisi contemporanea, nei successivi quattro capitoli (2-5) confronto la psicoanalisi rispettivamente con la terapia sistemica, la psicoterapia breve ad orientamento psicoanalitico, la psicoterapia psicoanalitica, e la terapia cognitiva. L'uso della parola "differenze" nei titoli di questi capitoli ha un accento volutamente provocatorio, in quanto non si tratta delle differenze tra approcci diversi (che non avrebbe senso), ma dello studio della coerenza interna dei singoli modelli e dei concetti utilizzati per giustificare gli interventi tecnici, allo scopo di verificare eventuali equivalenze concettuali. E' infatti l'approfondimento della teoria che sta dietro alla tecnica quello che ha stimolato il mio interesse per queste "differenze". Nel capitolo 6 mi avvicino maggiormente al problema della psicoanalisi, parlando della teoria psicoanalitica dei fattori curativi, con un accenno anche al tema della schizofrenia e dei disturbi gravi di personalità. Nel capitolo 7 discuto il concetto di identificazione proiettiva, un concetto tanto affascinante quanto problematico, divenuto di moda nella psicoanalisi contemporanea. Nei successivi tre capitoli (8-10) tratto gli aspetti descrittivi, storici e psicodinamici delle personalità borderline, istrionica/isterica e narcisistica. Ho preferito pubblicare la trattazione solo di questi tre disturbi di personalità (tralasciando i disturbi paranoide, schizoide, schizotipico, antisociale, ossessivo-compulsivo, ecc.) sia perché sono tra i più studiati, sia perché, in parte, gli aspetti psicodinamici si sovrappongono. Nel capitolo 11 traccio un panorama sulla storia del rapporto tra psicoanalisi e filosofia della scienza, presentando in particolare il contributo di Grünbaum, e accenno anche alla storia e allo stato attuale del movimento di ricerca empirica in psicoterapia. Nel capitolo 12 parlo dei problemi della diagnosi descrittiva e delle soluzioni adottate dai DSM dell'American Psychiatric Association. Gli ultimi tre capitoli (13-15) si collocano su un piano diverso, avendo per me una forte valenza affettiva oltre che conoscitiva. Nel capitolo 13 descrivo il percorso umano e intellettuale di alcuni membri del gruppo di David Rapaport (Rapaport stesso, Holt, Gill, George Klein, Schafer, e Rubinstein), per mostrare, anche tramite questa ricerca biografica, un pezzo di storia della psicoanalisi, dove passione intellettuale, dinamiche affettive e ammirazione per i maestri sempre si intrecciano. Nel capitolo 14 presento, in versione ampliata e aggiornata, la storia del "caso Masson", lo scandalo che coinvolse l'establishment psicoanalitico internazionale agli inizi degli anni 1980. Nel capitolo 15 rifaccio la storia della causa legale intentata dagli psicologi americani contro il monopolio della formazione da parte degli psicoanalisti medici. Entrambi i capitoli 14 e 15 terminano con brevi note scritte dai principali protagonisti di queste vicende per avere una prospettiva anche dal loro punto di vista. Ho deciso di includere questi due capitoli "giornalistici", che sono collocati alla fine come un'appendice, non solo perché hanno avuto un certo successo e possono ancora suscitare interesse, ma anche perché ritengo che abbiano vaste implicazioni per la psicoanalisi. Chi pubblica un libro in genere termina la prefazione con i ringraziamenti. Nel mio caso, dovrei ringraziare così tanti amici e colleghi che in questi anni mi sono stati vicino e che ho potuto ammirare, che mi è difficile fare una scelta tra di loro. Non mi è difficile però individuare, tra tutte le persone che vorrei ringraziare, Pier Francesco Galli, che in questi ultimi vent'anni ha rappresentato per me un continuo punto di riferimento. Di lui ho ammirato la passione intellettuale, l'attenzione per lo sviluppo storico dei concetti, e il gusto per il confronto vero delle idee, a volte anche molto acceso, che è anche un suo modo di manifestare un profondo rispetto per l'interlocutore e per le sue posizioni. Non gli ha mai interessato coltivare "allievi", ed anche per questo è stato un vero maestro. Prefazione alla nuova edizione (2010): Sono passati quindici anni dalla prima edizione di questo libro, di cui sono state fatte numerose ristampe. Risultando di nuovo esaurito e dovendo decidere se ristamparlo, l'editore mi ha chiesto se non fosse il caso di scriverne una nuova edizione. Trovatomi di fronte alla sua stesura, mi sono subito reso conto che avrei potuto modificare o aggiungere molte parti, però in questo caso non sarebbe più stata una nuova edizione, ma un nuovo libro. Ad esempio nella prima parte, dove confronto la psicoanalisi rispettivamente con la terapia sistemica, la psicoterapia breve ad orientamento psicoanalitico, la psicoterapia psicoanalitica e la terapia cognitiva (capitoli 2-5), avrei potuto aggiungere capitoli in cui discuto le differenze tra la psicoanalisi e altri approcci di cui in questi anni mi sono occupato, come l'approccio rogersiano, l'ipnosi, o la terapia corporea. E ai capitoli 8-10, dedicati alle personalità borderline, istrionica/isterica e narcisistica, avrei potuto aggiungere capitoli su altri disturbi di personalità, come quello paranoide, schizoide, schizotipico, antisociale, ossessivo-compulsivo e così via. Avrei potuto ristrutturare il libro dividendolo in parti dedicate agli argomenti principali (confronto tra approcci, disturbi di personalità, ecc.). E tutto questo non solo avrebbe voluto dire produrre un nuovo libro, ma lo avrebbe reso di dimensioni eccessive. Ho optato quindi per la soluzione più semplice, quella di aggiornare i capitoli senza modificare la struttura del libro. Nella bibliografia, che è stata notevolmente ampliata, il lettore particolarmente motivato troverà comunque molti dei lavori che avrei potuto aggiungere (questi sono così numerosi che, volendo, potrebbero essere la base di altri libri, se solo avessi il tempo e la pazienza di lavorarci). Rileggendo i capitoli, mi sono reso conto che in effetti alcuni di essi presentano trattazioni approfondite di argomenti importanti, centrali per la nostra disciplina, che quindi possono essere utili a tanti colleghi e anche agli studenti. Il mio punto di vista, come ho accennato nella prefazione alla prima edizione, non è del tutto comune nella letteratura del settore perché è molto critico, spesso va contro opinioni date per scontate e soprattutto cerca il più possibile di rispettare lo sviluppo dei concetti nella loro evoluzione storica. Tutti i capitoli sono stati rivisti e aggiornati in alcune parti. Quelli che ho maggiormente ampliato sono i seguenti: il Cap. 5 ("Le differenze tra psicoanalisi e terapia cognitiva") dove ho approfondito la "teoria del codice multiplo" di Wilma Bucci; il Cap. 8 ("La personalità borderline") dove ho discusso alcuni aspetti della Transference-Focused Psychotherapy (TFP) di Otto Kernberg e ho aggiunto parti sul Mentalization-Based Treatment (MBT) di Peter Fonagy e sulla Dialectical-Behavior Therapy (DBT) di Marsha Linehan; il Cap. 10 ("La personalità narcisistica") dove ho ampliato la discussione del contributo di Heinz Kohut; il Cap. 11 ("Il problema della «validazione scientifica» della psicoanalisi") dove ho aggiornato la parte sulla storia del movimento di ricerca in psicoterapia con cenni anche sulla situazione italiana; e il Cap. 14 ("Cronache psicoanalitiche: il caso Masson") dove ho aggiunto molti particolari di questa curiosa e divertente storia. Come dicevo nella prefazione alla prima edizione, questo non è un libro a tutti gli effetti (con un soggetto, un suo svolgimento, ecc.), ma una raccolta di articoli su argomenti diversi che possono essere letti indipendentemente l'uno dall'altro. Il lettore quindi può iniziarlo dal capitolo che gli interessa di più. Il motivo per cui la bibliografia finale è risultata molto lunga è dovuto al fatto che non si riferisce a un argomento solo, ma a tanti argomenti quanti sono i capitoli, come se fosse, per così dire, la bibliografia di tanti libri. Ma, come dicevo prima, ritengo che i vari capitoli non siano scollegati perché il filo conduttore che li tiene assieme è l'interesse per lo sviluppo storico dei concetti e uno spirito critico, la curiosità e il piacere di aprire nuovi problemi senza trovare facili soluzioni. E questo può andare molto bene, perché la psicoanalisi, qualunque cosa significhi, non è qualcosa di compiuto o definitivo, per cui penso che nessun "libro" possa essere scritto su di essa. Una mia caratteristica - pregio o difetto dipende dai punti di vista - è quella di essermi sempre interessato a temi diversi senza fissarmi su un solo argomento. Infatti a me, per così dire, non è mai veramente interessato alcun argomento in quanto tale, ma sempre le implicazioni di ogni argomento per questioni più generali, o il motivo per cui, ad esempio, un problema viene posto in un modo e non in un altro. In altre parole, quello che mi ha sempre interessato non è cosa un problema "è", ma cosa "non è", quello che vi è dietro o cosa nasconde: è in questo modo che forse ci si può avvicinare a capire quello che esso "potrebbe essere". - Vai alla pagina Internet dell'editore dedicata al libro (con l'indice, informazioni sull'acquisto del libro ecc.)
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