La psico-oncologia è una disciplina che, come molti altri settori "a cavallo" fra più specialità, è attraversata da una forte tensione che la spinge in direzioni divergenti. Da un lato, infatti, è una scienza specialistica che ha come obiettivo l'integrazione fra scienze locali e dall'altro una sorta di atteggiamento trasversale ai diversi specialismi basato sull'integrazione di competenze diverse allo scopo di migliorare l'assistenza al malato. In quanto tale, la psico-oncologia corre costantemente un duplice rischio, di essere un linguaggio iper-specialistico fra addetti ai lavori (gli psico-oncologi) o di contribuire ad una proliferazione di discorsi pieni di buon senso ma privi di specificità. Proprio per questo motivo, il volume che qui presentiamo acquista tutto il suo merito e la sua importanza: perché è un discorso specialistico che non si rintana nel proprio lessico locale ma aiuta tutti coloro che si occupano di assistenza oncologica, a vario titolo (medici, psichiatri, psicologi, infermieri, assistenti sociali, volontari, ecc.) a capire cosa fare concretamente nella pratica clinica. Collegare fra di loro discorsi di ambito diverso (la ricerca scientifica, da un lato, e la pratica clinica, dall'altro) è un compito difficile e spesso fallimentare poiché solo chi ha un solido background di esperienza in entrambi i settori è in grado di scrivere sulla pratica clinica in modo rigoroso. Questo è senz'altro il caso degli autori di questo volume. Il pubblico conosce i tre autori sia perché presenti nella letteratura internazionale con monografie e articoli scientifici sia perché hanno già pubblicato insieme due libri sull'argomento: La mente e il cancro nel 1995 e Psicologia e tumori nel 1998, sempre per Il Pensiero Scientifico. Alcuni autori, come Grassi, hanno anche curato il primo corposo ed esaustivo manuale di psico-oncologia italiano (Psiconcologia, Masson 2002). Di recente, Grassi, insieme ad Augusto Saraceni, ha anche pubblicato in lingua inglese il libro Delirium. Acute confusional states in palliative medicine (Oxford University Press, 2003). A distanza di circa 10 anni dal primo volume, Luigi Grassi, Massimo Biondi e Anna Costantini affrontano il problema del "cosa e come fare" con il paziente neoplastico. Ne vien fuori un libro dove reperire ciò che serve, capire dove intervenire, trovare suggerimenti su come fare, il tutto supportato da una solida e aggiornata bibliografia di riferimento. Il volume è diviso in quattro parti. La prima parte è composta di 3 capitoli ed affronta le tematiche relative agli aspetti psicologici e psicopatologici. Nel primo capitolo vengono discusse le possibili reazioni individuali e stili di coping, differenziandoli opportunamente in rapporto alla progressione della patologia, dalla fase pre-diagnostica alla fase della diagnosi comunicata alla fase dell'evoluzione positiva o fatale del cancro. Poiché il paziente è molto raramente un individuo singolo, il secondo capitolo illustra come la patologia neoplastica viene vissuta dal gruppo familiare, indicando le varie modalità di reazione (dalla iperprotezione alla chiusura sociale), con particolare riguardo alla modalità affettiva dominante che è il lutto, fisiologico e complicato. Il capitolo terzo esamina la psicopatologia frequentemente associata al cancro, dalle normali reazioni adattive ai disturbi veri e propri. Di particolare utilità sono le classificazioni DSM-IV per i vari disturbi psicopatologici (disturbi d'ansia, dell'umore, dell'adattamento, somatoformi, ecc) con opportune modificazioni diagnostiche specifiche per pazienti neoplastici. La seconda parte riguarda gli aspetti della relazione medico-paziente ed è composta dal quarto capitolo che esamina la comunicazione con il paziente, con particolare attenzione a ciò che il paziente ha bisogno di sapere e capire della sua malattia e attraverso quali strategie relazionali favorire il processo comunicativo, compresa la comunicazione delle "brutte notizie". La terza parte riguarda gli aspetti diagnostici e terapeutici ed è composta di 4 capitoli. I capitoli 5 e 6 sono dedicati alla valutazione degli aspetti psicosociali e al counselling. Vengono infatti discussi i principali strumenti di assessment utilizzabili in oncologia, con indicazioni sulla scelta dello strumento ed i suoi ambiti di applicazione. Il settimo capitolo espone utili linee guida per la somministrazione di farmaci psichiatrici in oncologia mentre il capitolo 8 discute i principali modelli psicoterapeutici applicati in oncologia, come la terapia cognitiva ed l'Adjuvant Psychological Therapy, la terapia interpersonale, la psicoanalisi ed il modello di Le Shan e la terapia supportivo-espressiva di gruppo. L'ultima parte è infine dedicata agli operatori in oncologia, sia rispetto al proprio disagio (burn-out) che rispetto agli obiettivi formativi specifici per le varie figure professionali, quali medici, infermieri, assistenti sociali, volontari, psichiatri e psicologi. Completa il volume un'utile presentazione dei maggiori siti web delle società scientifiche di psico-oncologia. Come si può vedere dagli argomenti trattati, questo volume interessa tutti coloro impegnati a vario titolo in oncologia e ci si augura che possa diventare un libro di riferimento nella pratica e nella formazione degli operatori. L'agilità e l'efficacia del libro ne fanno sicuramente un ottimo strumento per operare in maniera razionale. Di particolare interesse sono le ottime tabelle molto curate in tutti gli aspetti che rappresentano una sorta di libro nel libro, una specie di guida breve utilissima per avere sott'occhio i punti focali di ciascun argomento. Proprio per questo motivo, ci dispiace che il volume non contenga indici, come l'indice tematico, l'indice per autori (a maggior ragione vista la scelta editoriale di inserire la bibliografia in liste separate a fine di ciascun capitolo) e soprattutto un indice delle tabelle. Speriamo che la seconda edizione completi questa mancanza con un adeguato apparato di indici all'altezza del contenuto del volume. |