“Cinema (italiano) e psichiatria”, un viaggio appassionato nel cinema nostrano e sulle rappresentazioni sullo schermo della figura dello psichiatra, psicoanalista, psicoterapeuta, psicologo, sulla cura nei manicomi, manicomi giudiziari, DSM, Strutture di Riabilitazione e cliniche private. Il volume analizza centinaia di film noti al largo pubblico e predilige quelle pellicole che, pur essendo dotate di grande potenza visiva, sono, incredibilmente, cadute nell’oblio.Il volume è arricchito da numerose schede film e da diverse frasi cult. “I cento cancelli servono a proteggere l’istituto, l’istituto a proteggere i matti, ma i matti a che servono?” (La pecora nera). “Dove vanno a finire le scintille, dove vanno a finire le note musicali?” ( La voce della luna).“Devo continuare ad ammazzarmi di lavoro e a sputtanarmi per pagare uno psicoanalista terrone, freudiano per di più. Ma se non ci abboccano più neanche le signore delle boutique! E poi continua a chiedermi: “Sogna? Sogna?” Io non ho mai sognato.” (Il male oscuro). “I sogni nei quali lei rincorre un treno senza raggiungerlo potrebbe significare che lei vuole fare un viaggio nel suo inconscio, per conoscersi, e non ci riesce.” (La fuga)

Indice

1. La rappresentazione degli psichiatri/psicologi/psicoterapeuti sullo schermo
2. La rappresentazione dello psicoanalista sullo schermo
3. La rappresentazione delle psicologhe/psichiatre/psicoterapeute/psicoanaliste sullo schermo
4. La rappresentazione della cura nei manicomi sullo schermo
5. La rappresentazione della cura nei manicomi giudiziari sullo schermo
6. La rappresentazione della cura nelle cliniche private sullo schermo
7. La rappresentazione della cura in strutture pubbliche e riabilitative sullo schermo
8. La rappresentazione della follia sullo schermo