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Richard e Piggle
Studi psicoanalitici del bambino e dell'adolescente
(Il Pensiero Scientifico Editore)
Sommari Anno 2004
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Richard e Piggle. Volume 12, numero 1 gennaio /aprile 2004
Focus
Il transfert nella psicoterapia psicoanalitica del bambino e dell’adolescente


Il transfert nella psicoanalisi con i bambini. Mariassunta Di Renzo. Pag. 5-19*

Riassunto. In psicoanalisi infantile il transfert è un concetto che attualmente si può definire “elastico”, nella misura in cui esso ha assunto significati diversi in funzione del contesto clinico-teorico in cui il termine viene usato; queste differenze di significato comportano importanti implicazioni per la tecnica. Per la comprensione dello sviluppo che ha portato ad una prospettiva attuale più articolata, dinamica ed integrata, viene rivisitato lo storico dibattito che dalle contrapposte posizioni di Melanie Klein e di Anna Freud, ha lasciato sul campo un’area intermedia derivata dal tentativo di Winnicott di farle dialogare. Riguardo alle configurazioni e variazioni dei fenomeni transferali viene dato particolare rilievo al setting, alla persona dell’analista e alla comunicazione del bambino caratterizzata dal linguaggio verbale, non verbale e pre-verbale. Nel campo analitico si compie un costante processo di trasformazione fra le manifestazioni del transfert e la “risignificazione” che viene operata all’interno della coppia analitica. L’analista si configura in tal modo come oggetto di transfert e come nuovo oggetto che favorisce i processi di crescita e di trasformazione.Viene sottolineata l’indissolubile connessione fra transfert e controtransfert, configurandosi quest’ultimo come la risposta vivente dell’analista che consente al transfert di raggiungere pienezza di vita e conoscenza


Richard e Piggle. Volume 12, numero 1 gennaio /aprile 2004

Forme cliniche del transfert in adolescenza. Bachisio Carau. Pag. 20-27*

Riassunto. L’autore vuole sottolineare la specificità del transfert in adolescenza e considera come i fenomeni transferali, presi nella loro accezione più ampia che comprende tutti i fenomeni inerenti alla situazione analitica, si articolano con i processi di sviluppo adolescenziali per cui la loro teorizzazione, ma anche la loro articolazione clinica dipende dall’orientamento e dalla concettualizzazione del processo adolescenziale stesso e delle sue trasformazioni

Voci bibliografiche n.12


Richard e Piggle. Volume 12, numero 1 gennaio /aprile 2004

“Il bambino nella ragnatela”: l’intreccio fantasmatico nella psicoterapia con setting paralleli di un bambino e dei suoi genitori. Lelia De Vita, SABINA TRAVERSA, PAG. 28-61

Riassunto. L’articolo tratta dell’“esperienza terapeutica parallela” di un bambino di due anni sofferente di una sindrome di prepsicosi e dei suoi genitori. Le autrici hanno cercato di evidenziare come la qualità del lavoro abbia permesso di attivare delle funzioni terapeutiche che hanno agito a vari livelli; in particolare, si è mostrato particolarmente fecondo il realizzarsi di una rete comunicativa ed elaborativa, la cui trama era costituita da tutti gli “elementi transferali e controtransferali incrociati” accolti e trasformati dalle terapeute. Per descrivere il tipo di interscambio tra i due spazi terapeutici e le sue funzioni, le autrici hanno utilizzato il concetto di “campo terapeutico”. Il concetto di campo, in tale accezione, assume il significato di spazio mentale e fisico messo a disposizione della coppia e del bambino sia mediante la parallelità dei setting sia mediante l’attività di comunicazione ed elaborazione degli elementi emozionali delle due terapeute. Tale campo ha funzionato da contenitore del campo dinamico familiare patologico, realizzando la sua progressiva trasformazione. L’intervento così strutturato ha evidenziato le sue potenzialità trasformative particolarmente efficaci in un caso come questo nel quale le “fantasie transgenerazionali” rappresentano il nucleo patologico che impiglia il bambino.

Voci bibliografiche n. 14


Richard e Piggle. Volume 12, numero 1 gennaio /aprile 2004

Dalla fantasticheria verso il sogno: quando un’adolescente è “difficile da raggiungere”. Laura Accetti. Pag. 63-76

Riassunto. In questo articolo l’autrice riferisce la terapia con un adolescente caratterizzata da una forma di ostinato silenzio come espressione di ritiro e di uso massiccio della fantasticheria. Viene messo in luce come l’immergersi nel mondo fantastico della paziente fosse utilizzato sia come modalità difensiva rispetto ad un ambiente traumatizzante, rigido e severo, sia quale forma di autonutrimento, rappresentando il “rifugio della mente” un luogo in cui “fare esperienze” di un mondo adolescenziale, preservando così una parte del Sé. Nell’articolo sono inoltre trattate le problematiche inerenti alla tecnica, sorte nel trattamento, nel tentativo di entrare in contatto con i bisogni e le angosce di una paziente silenziosa e “distante”, focalizzando come, con la comprensione derivante principalmente dal gioco reciproco di transfert e controtransfert, sia stato possibile raggiungere una maggiore integrazione dell’Io, che ha permesso alla giovane paziente, il passaggio dalla fissità della fantasticheria alla produzione del sogno.

Voci bibliografiche n. 7


Richard e Piggle. Volume 12, numero 1 gennaio /aprile 2004
Neuroscienze e psicoanalisi del bambino e dell’adolescente

Genetica, psicopatologia dello sviluppo e teoria psicoanalitica: l’occasione per interrompere il nostro (non cosi’ tanto) splendido isolamento. Peter Fonagy. Pag. 77-102.

Riassunto. In questo articolo viene analizzato lo storico isolamento della psicoanalisi dalle altre discipline scientifiche. Per illustrare il potenziale beneficio reciproco della fertilizzazione crociata tra discipline diverse sono esplorati i collegamenti tra genetica comportamentale e psicoanalisi. Questo permette di discutere con maggiore cognizione di causa le certezze antipsicoanalitiche della genetica comportamentale. Allo stesso tempo la psicoanalisi, che studia la soggettività, può rivelarsi molto importante per una disciplina che ingenuamente esplora l’ambiente oggettivo senza considerare la mediazione cruciale fornita dal mondo soggettivo. La microbiologia e la genetica offrono modelli dei meccanismi attraverso i quali la generazione di significato e la capacità interpretativa possono interfacciarsi con il dispiegarsi dell’espressione genica.contemporaneamente modelli psicoanalitici dello sviluppo emergenti forniscono una struttura psicologica ontogenetica che lega lo sviluppo della capacità interpretativa alla relazione madre-bambino. Nella parte conclusiva dell’articolo viene sottolineata la necessità di formare dei quadri di psicoanalisti specializzati in modo professionale per la ricerca, come precondizione di qualsiasi dialogo significativo tra la psicoanalisi e le altre discipline.

Voci bibliografiche n. 93


Richard e Piggle. Volume 12, numero 2 maggio/agosto 2004
Teoria e tecnica

Sulla pseudo-normalità: un contributo alla psicopatologia adolescenziale. Donald Campbell. Pag. 129-143*

Riassunto. autore si sofferma a riflettere sulla pseudo-normalità come forma di resistenza incontrata nel lavoro clinico con quegli adolescenti che finalizzano l’analisi al raggiungimento di traguardi evolutivi, alla ricerca di un senso di normalità e dell’evitamento di più dolorose spinte regressive. L’A. mette in luce, attraverso la riesamina delle recenti ricerche sullo sviluppo, il modo in cui il bambino sviluppa il senso di ciò che è normale e considera come alcune vicissitudini di questo processo possano contribuire alla psicopatologia. Conclude mostrando attraverso una esemplificazione clinica dal trattamento di un ragazzo adolescente come il fenomeno della pseudo-normalità abbia molto in comune con il concetto di falso Sé di Winnicott quale organizzazione difensiva con lo scopo di proteggere il nucleo del vero Sé.

Voci bibliografiche n.12


Richard e Piggle. Volume 12, numero 2 maggio/agosto 2004
Focus
La morte di un genitore nei primi anni di vita di un bambino

Introduzione. Luisa Carbone Tirelli, Bianca Micanzi Ravagli . Pag.144-155

Riassunto. La morete di un genitore nei primi anni di vita, argomento poco trattato dalla letteratura attuale, è oggetto di riflessione in questo focus. Nell’introduzione proponiamo un excursus sulla letteratura psicoanalitica da Freud agli autori più recenti con una particolare attenzione al fondamentale contributodi Bowlby sul tema.

Voci bibliografiche n.50


Richard e Piggle. Volume 12, numero 2 maggio/agosto 2004

“Quando andrà via quella tremenda paura”. L’esperienza del lutto in un bambino di tre anni. Maria Paola Ferrigno. Pag. 156-170*

Riassunto.Il lavoro tratta dell’esperienza del lutto in un bambino di tre anni in seguito alla morte della mamma. Attraverso la presentazione di materiale clinico, con particolare attenzione agli aspetti transferali e controtransferali collegati al sentimento di perdita, vengono presentate le trasformazioni evolutive che la terapia psicoanalitica consente e che aprono la strada al doloroso lavoro di elaborazione del lutto.

Voci bibliografiche n.14


Richard e Piggle. Volume 12, numero 2 maggio/agosto 2004

Difficoltà nell’elaborazione del lutto per la morte della madre in un bambino di cinque anni e mezzo. Silva Oliva. Pag. 171-184*

Riassunto. In questo lavoro viene descritto il caso di una bambina, che a seguito della improvvisa morte della madre all’età di cinque anni e mezzo, è rimasta priva di adulti di riferimento ed è stata data in affidamento. Le vicissitudini precoci hanno favorito l’istaurarsi di vissuti ambivalenti rispetto all’oggetto primario, oltre a fantasie di onnipotenza e di autosufficienza. Si ipotizza che il lutto subito abbia avuto una valenza traumatica e che siano in essere condizioni contestuali che possono ostacolare l’elaborazione della vicenda. Infine vengono esposte alcune questioni relative al trattamento del caso.

Voci bibliografiche n.5


Richard e Piggle. Volume 12, numero 2 maggio/agosto 2004

La responsabilità di sostenere un duplice lutto. Intervento psicoterapeutico con i familiari del bambino. Gabriella De Intinis, Eugenia Maria Marzano, Mario Priori. Pag. 184- 206*

Gli autori offrono tre lavori clinici con genitori superstiti e adulti che si prendono cura di bambini colpiti dal lutto. Questo tipo di intervento viene definito nei suoi aspetti specifici, sia dal punto di vista del setting, sia per quanto riguarda alcune peculiarità legate alla tecnica. Viene evidenziato come nel rapporto terapeutico, attraverso le esperienze di contenimento e di elaborazione, l’adulto veda ripristinato un assetto mentale che gli permette di aiutare il proprio bambino. Le esperienze cliniche riportano i vissuti degli adulti e dei bambini colpiti dal lutto, le loro difese dal dolore mentale ed i complicati percorsi verso un processo di elaborazione.


Richard e Piggle. Volume 12, numero 2 maggio/agosto 2004

Note conclusive sul lutto infantile. Suzanne Maiello. Pag. 207-212*
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Riassunto.Il riconoscimento del fatto che il bambino è un essere in-relazione fin dalla nascita, se non prima di nascere, ha modificato il significato di traumi precoci, e in particolare quello della perdita di un genitore anche nella primissima infanzia. Se oggi viene riconosciuta la profondità del trauma, è stata data finora scarsa attenzione alle conseguenze potenzialmente devastanti della morte di un genitore sullo sviluppo psichico del bambino. Insieme all’importanza di un sostegno psicoterapeutico tempestivo sia al bambino che al genitore vivente, vengono sottolineate le caratteristiche specifiche di un intervento in una situazione di lutto infantile.

Voci bibliografiche n.10

Riflessioni sulla clinica


Richard e Piggle. Volume 12, numero 2 maggio/agosto 2004

Lo psicoterapeuta di fronte alla depressione del bambino e dei suoi genitori. Roberta Di Lascio. Pag. 213-227*

Riassunto.Il lavoro tratta il tema della depressione partendo dall’influenza dell’umore materno depresso sul bambino all’inizio della vita. Descrive l’intreccio che si crea tra l’affettività materna, la particolare risposta del bambino e l’influsso sul suo sviluppo della “visione” genitoriale. Esplora inoltre il lavoro complesso che lo psicoterapeuta infantile deve affrontare in quanto è esposto, in modo diretto e precoce rispetto al lavoro con gli adulti, ad immergersi in aree emozionali non rappresentabili e a condividere livelli psichici nei quali il preverbale e il corporeo veicolano gli affetti. Inoltre come egli debba far fronte, nella terapia congiunta genitori-bambino, contemporaneamente al vissuto di fallimento dei genitori e alla difficoltà del figlio. Viene sottolineato come il terapeuta venga sollecitato dal particolare clima che si genera nell’incontro ad utilizzare gli aspetti depressivi del suo mondo interno per mettersi in contatto con quelli del bambino e dei suoi genitori. In una seconda parte del lavoro viene riportato il primo incontro con una bambina di sette mesi e i suoi genitori attraverso il quale è possibile notare come l’umore materno e la pressione di fantasmi transgenerazionali impediscano alla madre di vedere la bambina alterando in modo consistente lo sviluppo del normale ritmo sonno-veglia.

Voci bibliografiche n.20


Richard e Piggle. Volume 12, numero 3 settembre/dicembre 2004
Focus
La vita e il trauma: l’elaborazione di esperienze traumatiche nel trattamento psicoanalitico di bambini e adolescenti


Introduzione: Trauma originario e trauma esterno. Sabatini Scalmati Anna Pag. 249-262

Riassunto. Punto di riferimento costante dell’articolo è il concetto di angoscia automatica su cui, a partire dal 1926, è fondata la teorizzazione psicoanalitica. La doppia origine dell’angoscia – interna ed esterna – centrale per comprendere la situazione traumatica, permette all’autrice di riflettere sul trauma, la situazione traumatica, il trauma infantile, il trauma originario e il trauma esterno. Viene messa in luce la ricaduta del trauma esterno sul trauma originario, la circolarità dello stato traumatico e degli eventi che ne stanno alla base.

Parole chiave: situazione traumatica, angoscia segnale, angoscia automatica, trauma esterno, trauma originario.

Voci bibliografiche n. 26


Richard e Piggle. Volume 12, numero 3 settembre/dicembre 2004

Trauma e affetti. Kristal Henry Pag. 263- 290

Riassunto. Abbiamo due modelli di trauma psichico: 1) la forma infantile, cioè un intollerabile stato di angoscia che coinvolge assieme ai precursori affettivi una massiccia stimolazione e 2) la forma adulta, che ha inizio con la resa totale al danno inevitabile e consiste in una progressione dallo stato di ansia, allo stato catatonico, all’afanisi e procede potenzialmente verso la morte psicogena. L’esperienza psichica di ciò che chiamo “trauma catastrofico” consiste in un offuscamento (numbing) delle funzioni autoriflessive, seguite dalla paralisi di tutte le funzioni cognitive e della protezione mentale del sé. Il quadro completo dello stato traumatico adulto è raro. Per lo più, ciò che chiamiamo trauma si riferisce al quasi trauma, nel quale la minaccia è tenuta a bada dalle difese e dalla formazione di sintomi. Le conseguenze dirette del trauma catastrofico del bambino piccolo e dell’adulto hanno alcuni aspetti in comune: il temuto ritorno dello stato traumatico, l’anedonia, un disturbo dell’affettività, un arresto dello sviluppo degli affetti alla loro forma infantile, che può essere paragonato alla regressione (de-differenziazione, de-verbalizzazione e ri-somatizzazione) che segue al trauma dell’adulto. Vi è, inoltre, un deterioramento della capacità di tollerare l’affetto. In aggiunta, nella forma adulta spesso si presenta una sporadica costrizione della funzione cognitiva, che può dare forma a un modello caratteriale di sottomissione.

Parole chiave: resa, morte psicogena, trauma infantile, trauma dell’adulto.

Voci bibliografiche n. 79


Richard e Piggle. Volume 12, numero 3 settembre/dicembre 2004

La difficolta’ a riconoscere un oggetto affidabile. Il trauma dell’abuso in una adolescente. Ferrigno Maria Paola. Pag. 293- 306

Riassunto. Il lavoro presenta il trattamento psicoanalitico di una adolescente che nell’infanzia ha subito ripetuti abusi ad opera di un familiare. Si descrive come il percorso terapeutico, in seguito all’analisi di alcune difese sado-masochistiche, ha dato spazio ad una maggiore autenticità emotiva, riorganizzando nella giovane il processo maturativo traumaticamente deviato.

Parole chiave: abuso sessuale, difese sado-masochistiche, riattivazione del processo maturativi traumaticamente deviato.

Voci bibliografiche n.11


Richard e Piggle. Volume 12, numero 3 settembre/dicembre 2004

Memoria del trauma, trauma della memoria. Lucariello Maria Antonietta. 307- 320

Riassunto. L’articolo è una riflessione sulle correlazioni tra eventi fattuali ed esperienze traumatiche quando per la precocità della fase di sviluppo o per l’intensità di affetti e dimensioni relazionali sconvolgenti quali l’abuso sessuale intrafamiliare, è ostacolato il processo di integrazione e di sintesi nel processo identitario, in cui, tra gli altri fattori, è implicato il “fragile potere della memoria”. Attraverso un’esemplicazione clinica tento di dimostrare che un retaggio ineludibile dell’esperienza traumatica è dato dallo sforzo di ritrascrizione e padroneggiamento che mira a rendere pensabile l’impensabile, in una diversa costruzione di senso. Il successo o il fallimento si gioca anche in relazione all’ampiezza del danno ai diversi circuiti della memoria ed alla possibilità di una loro integrazione, nel contesto del trattamento psicoanalitico.

Parole chiave: trauma, abuso sessuale, memoria, costruzione di senso.

Voci bibliografiche n.14


Richard e Piggle. Volume 12, numero 3 settembre/dicembre 2004

Trauma reale e fantasia traumatica: Il percorso psicoteraupetico con bambini vittime d’abuso. Villa Francesco. Pag. 321- 339.

Riassunto. L’articolo introduce una complessa riflessione sul trauma reale dell’abuso e le fantasie che da esso originano. L’osservazione clinica spinge l’autore a pensare che la dinamica degli abusi sessuali intrafamiliari non possa essere considerata solo come un fallimento o un “disturbo” dell’Edipo, quanto piuttosto l’espressione e la messa in atto di organizzazioni pre-edipiche che non hanno trovato il loro naturale e maturo sviluppo. Accade così che l’immagine di una madre arcaica e mostruosa o meglio di una coppia genitoriale quale figura primitiva combinata, prevale su quella di un padre violento ed aggressivo. L’autore sottolinea come la seduttività alcune volte sessualizzata, ma per lo più subdola, espressa ed agita nel percorso psicoterapeutico impone attenti e specifici riadattamenti di tecnica.

Parole chiave: Abuso, oggetto abusante, madre arcaica, sessualizzazione precoce.

Voci bibliografiche n.20


Richard e Piggle. Volume 12, numero 3 settembre/dicembre 2004
Teoria e tecnica

L’adolescenza come forma di funzionamento della mente. De Silvestris Pia. Pag. 340- 347

Riassunto. L’adolescenza è un tempo centrale della vita psichica. Le sue caratteristiche di esagerazione e di momentanea crisi necessitano di essere prese in considerazione dal terapeuta che deve soprattutto lavorare col pensiero e attendere l’opportunità di interpretare. Infatti, l’interpretazione può essere intrusiva ed ostacolare la costruzione di un’identità, che per essere vitale ha bisogno di sorgere necessariamente da un’esperienza soggettiva, che è possibile soltanto quando si riesce ad attenuare la dipendenza.

Parole chiave: Adolescenza, holding, identità, interpretare/non interpretare.

Voci bibliografiche n.7



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