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Richard e Piggle
Studi psicoanalitici del bambino e dell'adolescente
(Il Pensiero Scientifico Editore)
Sommari Anno 2005
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Richard e Piggle. Volume 13, numero 1 gennaio/aprile 2005

Focus
Psicosi infantili e stati autistici

Il bambino che era caduto nel burrone “. Catastrofe psicologica, depressione primaria, difesa maniacale e “riparazione in funzione della difesa materna organizzata contro la depressione”. Vincenzo Bonaminio. Pag. 5-26

Riassunto. In questo lavoro L’A. riconsidera le concettualizzazioni di F. Tustin sulla “catastrofe psicologica” e l’autismo come “manovra protettiva specifica di un trauma”, collegandole al punto di vista di W. Winnicott sull’autismo come “difesa estrema, altamente sofisticata” contro la depressione primaria e le agonie primitive.
Viene presentato e discusso un frammento di materiale clinico tratto dalla psicoterapia di un bambino di sei anni, allo scopo di illustrare come la rappresentazione emergente di un Sé più coeso sia basata su una “dissociazione generativa” che il bambino può acquisire nell’ambito “più sicuro” della relazione di transfert. La difesa maniacale viene considerata e discussa come la “cerniera psichica” che genera questa dissociazione evolutiva.
Attraverso l’esame dettagliato e la discussione di una sequenza di disegni, è possibile rilevare la capacità del bambino di rappresentare la catastrofe psicologica, cioè la “rottura originaria” dalla madre e il tentativo di far fronte all’umore depressivo materno con cui egli è identificato.

Parole chiave: autismo, psicosi infantile, depressione primaria, catastrofe psicologica, trauma, depressione materna

Voci bibliografiche n.46


Richard e Piggle. Volume 13, numero 1 gennaio/aprile 2005


La scissione della bisessualità psichica negli stati autistici. Didier Houzel, Pag. 34- 48

Riassunto. I meccanismi artistici si organizzano per lottare contro un’angoscia legata ad una “nascita psichica prematura “, sarebbe a dire una presa di coscienza dello scarto tra sé e l’altro in uno stadio dello sviluppo in cui il mondo psichico non è ancora in grado di rappresentarsi l’assenza. Questa viene vissuta come una distanza incolmabile, impossibile da varcare senza catastrofe, tra Sé e l’oggetto. Uno di questi meccanismi consiste nella scissione della bisessualità psichica al livello più arcaico, laddove dovrebbe normalmente integrarsi al livello cioè dell’oggetto contenitore, delle componenti materne e paterne strettamente associate. Tutto si svolge come se la ricettività materna dovesse essere combinata con la consistenza paterna per dare all’oggetto contenitore le qualità necessarie. Gli attacchi alla bisessualità psichica dell’analista sono costanti nel trattamento del bambino artistico. E’ l’elaborazione contro transferale che costituisce la migliore guida per individuare questi attacchi e reintegrare la bisessualità psichica scissa. Questa elaborazione è essenziale per permettere una vera nascita psichica e una ripresa della crescita mentale. Un’abbondante materiale tratto dalla cura di un bambino autistico, illustra la tesi dell’autore. Egli conclude evocando altri due livelli di integrazione della bisessualità psichica: il livello degli oggetti parziali e quello degli oggetti totali. Nell’insieme distingue perciò tre livelli di integrazione della bisessualità psichica.

Parole chiave: autismo, bisessualità, contenitore psichico, integrazione.

Voci bibliografiche n. 12


Richard e Piggle. Volume 13, numero 1 gennaio/aprile 2005

Teoria e tecnica

Le problematiche del ginecologo di fronte alla Procreazione Medicalmente Assistita, Isabella Maria Coghi. Pag. 73-81

Riassunto. A partire dalla propria personale esperienza come ginecologa della riproduzione che l’ ha vista testimone del passaggio dal vecchio al nuovo, l’autrice descrive le nuove procedure che sulla base delle acquisizioni tecniche hanno trasformato il modo di nascere e affronta problemi ad esse collegati, non solo dal punto di vista strettamente medico, ma anche da un punto di vista emotivo e psicologico.
L’articolo descrive il mondo della PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) e aiuta il lettore a percorrere l’iter che la donna o la coppia devono seguire quando si rivolgono alla fecondazione assistita prendendo in considerazione i risvolti tecnici e l’importanza della diagnosi. Sono riportate le percentuali relative al successo o meno delle nuove tecnologie ed è affrontato il problema del trasferimento degli embrioni. Infine molta attenzione è prestata alla figura del ginecologo impegnato in queste procedure, ai problemi di natura psicologica ed emotiva che deve essere in grado di affrontare, alla necessità di un suo specifico addestramento che gli permetta di fare i conti in modo adeguato con situazioni altamente complesse.

Parole chiave: biotecnologia, gravidanza, fertilità, riproduzione, procreazione

Voci bibliografiche n. 7


Richard e Piggle. Volume 13, numero 1 gennaio/aprile 2005

A domanda risposta. Una riflessione psicoanalitica sulla “medicina del desiderio”, Marco Francesconi. Pag. 83- 95

Riassunto. In questo testo si pongono alcune questioni circa il pèoter parlare intorno alla pratica medica o sul silenzio di senso, magari coperto da molte parole-slogan, che si può incontrare in essa. In particolare la medicina del desiderio (Frydman) appare oggi estendersi a spese di una medicina della cura e della prevenzione, laddove il soggetto che fa appello al sanitario non porta con sé solo un timore, ma desidera un prodotto e le risposte che riceve tendono sempre più ad orientarsi in tal senso. Se dunque viviamo in un’epoca caratterizzata da una pienezza narcisistica che rende non necessario l’adeguamento ad un modello migliore, viene promossa una paralisi della tensione verso un obiettivo perché esso è sentito come già raggiunto, è possesso e non traguardo. Sarà allora il corpo, nel suo linguaggio silente, ma esplicito, a parlare spesso del disagio dei vissuti di angoscia e di sofferenza. E la risposta medica si rivolgerà sempre più al corpo sicura di trovare un inconscio ben disposto ad accoglierla, a mettere tra parentesi in modo apparentemente rassicurante, la dimensione del mentale. Inoltre la pervasiva trasformazione delle strutture sanitarie, mutate piuttosto rapidamente da una concezione materno-provvidenziale inesauribile ad un a presunta funzione paterna severa e realistica, sembra aver condotto piuttosto a stimolare lotte fratricide e ad esporre al rischio di uno scadente risultato sul piano sia economico che prestazionale slatentizzando insicurezze e dinamiche inconsce regressive.
Si propone pertanto di ripristinare il valore della funzione verbale, - grazie in particolare agli apporti in tal senso della Psicoanalisi- invocando una medicina affabile, cioè non dimentica della fondamentale necessità della parola che autenticamente si dice e si ascolta, per evitare sia l’irrigidimento difensivo e sacralizzato dell’antiquato e del tradizionale, sia una avventata euforia per il tecnologico meccanicizzato ed irriflessivo.

Parole chiave: desiderio, procreazione, cura, narcisismo oggettuale.

Voci bibliografiche n. 52


Richard e Piggle. Volume 13, numero 1 gennaio/aprile 2005

Diario clinico

Il sole spezzato. Rappresentazione teatrale in tre atti con prologo ed epilogo, Anastasia Nakov. Pag. 96-108

Riassunto. Attraverso lo svolgersi delle attività di un laboratorio di art-thérapie il lettore è invitato a seguire il cammino intrapreso da quattro bambini artistici per ammorbidire le loro difese autistiche, creare una vita di gruppo ed iniziare a percorrere un processo di crescita psichica. Le trasformazioni individuali e di gruppo sono state sostenute da un rigoroso setting di lavoro, basato sull’analisi sistematica dei movimenti di transfert e controtransfert e sulla costante considerazione della dinamica psichica individuale e di gruppo.

Parole chiave: autismo, art-thérapie , transfert, controtransfert, trasformazione.

Voci bibliografiche n. 11

Richard e Piggle. Volume 13, numero 2 maggio/agosto 2005

Teoria e tecnica

Le trasformazioni di esperienze infantili precoci. Un bambino di sei mesi in analisi, J. Norman Pag.129-150

Riassunto. Scopo di questo lavoro è studiare gli strumenti teorici e tecnici per una psicoanalisi adattata alle necessità di un analizzando molto piccolo. L’autore presenta il caso di un bambino di sei mesi con la madre in sedute psicoanalitiche con una frequenza di quattro volte la settimana; l’analisi si è conclusa dopo sei settimane. Dopo le prime due sedute i disturbi fra il bambino e la madre erano scomparsi dalla vita quotidiana, ma proseguivano con intensità crescente come tempeste emozionali nelle sedute nel corso di tre settimane, fino ad un’interruzione di 12 giorni. Durante e dopo l’interruzione la vita quotidiana proseguì senza disturbi. Dopo l’interruzione la tempesta emozionale proseguiva nelle sedute ma riducendosi, e venendo sostituita dal gioco. La creazione da parte del bambino di un Ôgioco del rocchetto’ con il suo succhiotto indicava una trasformazione del funzionamento mentale. L’analisi poteva quindi venire conclusa. Lo studio del processo indica buoni motivi per adattare i concetti psicoanalitici ai prerequisiti della personalità infantile e per utilizzare i concetti di Ôinconscio’, Ôrimozione infantile’, Ôformazioni sostitutive’, Ôritorno del rimosso infantile’, Ôtransfert infantile’, Ôscissione’, ÔxKy’, Ôreverie’, e Ôcontenimento’, come alcuni degli strumenti teorici per comprendere la personalità infantile in un setting clinico psicoanalitico.

Parole chiave: psicoanalisi con i bambini piccoli, inconscio infantile, rimozione infantile, scissione infantile, transfert infantile.

Voci bibliografiche n. 39

Richard e Piggle. Volume 13, numero 2 maggio/agosto 2005

Focus
Fattori curativi nella psicoterapia psicoanalitica dell’infanzia e dell’adolescenza

Evoluzione del concetto di cura in psicoanalisi infantile, D. Norsa . Pag. 154-169

Riassunto. Malgrado i grandi cambiamenti avvenuti in questo secolo, lo sviluppo psicologico della individualità della persona si attua solo a certe condizioni che implicano l’ambiente affettivo; queste condizioni non sono variate e sono specifiche della specie umana. Questo in sintesi, insieme con il recupero del concetto di inconscio dinamico, rappresenta il modello psicoanalitico della mente che ha determinato un affinamento del metodo di cura, affidato alla capacità dell’analista di cogliere l’espressione della soggettività del paziente, nelle sue forme più fini. Ad esemplificazione di ciò viene preso il vertice della interpretazione, in psicoanalisi infantile, nella sua accezione più ampia che implica l’uso di parole del silenzio e dell’agire in seduta.
Parole chiave: cura, inconscio dinamico, interpretazione, modelli psicoanalitici della mente, settino, soggettività.

Voci bibliografiche n. 12


Richard e Piggle. Volume 13, numero 2 maggio/agosto 2005

Migrazioni, sogni, attrazioni. La funzione delle immagini generate nella mente dell’analista nell’incontro analitico con il bambino. M. Armellini. Pag. 170-178

Riassunto. Le immagini visive nascono e si trasformano nella mente dell'analista nella terra di confine tra transfert e controtransfert, facilitando a volte in maniera determinante la simbolizzazione. Nel lavoro terapeutico con bambini che presentano estesi aspetti dissociativi e una prepotente componente di azione, esse possono nutrire in maniera determinante, in certi momenti, l'elaborazione e l'interpretazione. Vengono presentati alcuni passaggi clinici in cui il ruolo terapeutico giocato dalla visione e dalla sua trasformazione appare preminente.

Parole chiave: transfert, controtransfert, immagini visive, sogno.

Voci bibliografiche n. 7


Richard e Piggle. Volume 13, numero 2 maggio/agosto 2005

Dal corpo all’integrazione soma-psiche-mente. Riflessioni sui fattori curativi nella patologia psicosomatica in età evolutiva, A.M. Lanza , A.M Chagas Bovet. Pag. 179-189

Riassunto. Le autrici riflettono sui fattori curativi della patologia psicosomatica, che va intesa come un “prendersi cura” del dolore psichico racchiuso e/o mascherato dalla sofferenza fisica; riflettono inoltre sulla sua probabile origine.
Partendo dal concetto di Winnicott dell’ “insediamento” (indwelling) della psiche nel soma, postulano un’iniziale integrazione somato-mentale del neonato. In tale involucro corpo-mente, come in uno spazio virtuale, si insedierà la psiche, con un divenire (going on being) che si basa sull’armonia dell’interazione individuo-ambiente: questa sola può dar luogo all’esperienza soggettiva di “illusione”, capace di dare origine, nel tempo, al sentimento di unicità verso la differenziazione e l’individuazione.
Vengono delineati al riguardo alcuni aspetti di alterazione di tale processo e le relative conseguenze patologiche, sia sul piano psichico che somatico.
Parallelamente viene evidenziata la necessità per il piccolo paziente di riattivare, nella relazione psicoterapeutica e attraverso l’esperienza dell’illusione transferale, il processo del divenire, al fine di stabilire un più adeguato contatto con la realtà esterna e meglio definire il proprio spazio psichico.
La condivisione prima e la progressiva mentalizzazione e psichicizzazione dei processi interni costituiscono, oltre al pensare ed all’interpretare, i fattori indispensabili per una buona sintonia soma-psiche-mente e per il progredire del processo maturativo, come si rileva nell’esempio clinico riportato.

Parole chiave: Psicosomatica dell’età evolutiva, integrazione somato-psiche-mente, illusione, condivisione, fattori curativi.

Voci bibliografiche n. 13


Richard e Piggle. Volume 13, numero 2 maggio/agosto 2005

I fattori curativi nella patologia psicosomatica in età evolutiva: un’esemplificazione clinica, A. Provinzano. Pag. 190- 201

Riassunto. Viene presentato il lavoro psicoterapeutico svolto durante i primi due anni di psicoterapia con un bambino che presenta un’alopecia totale. L’attenzione dell’autore viene posta in particolare sugli aspetti primari, sensoriali e percettivi, che si mobilitano nella relazione terapeutica con i pazienti con un disturbo di tipo psicosomatico. Viene messo in risalto come i fattori curativi emergano nella relazione terapeutica sin dai primi momenti dell’incontro con il paziente. Ne vengono quindi studiati lo sviluppo e il cambiamento con il progredire della terapia.

Parole chiave: alopecia, psicosomatica, fattori curativi.

Voci bibliografiche n. 6


Richard e Piggle. Volume 13, numero 2 maggio/agosto 2005

I fattori terapeutici nelle psicosi, P. De Silvestris. Pag. 203-205

Riassunto. L’autrice sottolinea come nella terapia dello psicotico la dipendenza quasi totale del paziente configuri in un primo tempo una relazione di tipo simmetrico, centrata su uno specifico lavoro sulla persona dell’analista.

Parole chiave: psicosi, dipendenza, dolore.

Voci bibliografiche n. 3


Richard e Piggle. Volume 13, numero 2 maggio/agosto 2005

Fattori curativi specifici e aspecifici in adolescenza, D. Lucarelli. Pag. 206-213

Riassunto. Il tema dei fattori terapeutici in adolescenza é oggetto di attenzione sempre maggiore nella letteratura recente. Considerando alcune caratteristiche del paziente adolescente, viene posta attenzione alle caratteristiche della relazione terapeutica ed al tipo di intervento che l’analista può proporre. Vengono considerate le implicazioni tecniche quali le modalità dell’interpretazione e il tipo di setting, e inoltre si accenna ai possibili obiettivi dell’analisi in questa età, considerando le proposte teoriche di alcuni autori più recenti.
Viene riferito un breve materiale clinico che, attraverso un sogno, evidenzia le difficoltà della soggettivazione e la funzione della relazione terapeutica.

Parole chiave: sito analitico, soggettivazione, struttura evolutiva disarmonica, vagabondaggio associativo.

Voci bibliografiche n. 12


Richard e Piggle. Volume 13, numero 2 maggio/agosto 2005

Fattori curativi specifici e aspecifici in adolescenza: un’esemplificazione clinica M. Romagnoli. Pag. 214-221

Riassunto. Viene presentato il resoconto clinico di alcuni momenti della psicoterapia psicoanalitica di una ragazza di 17 anni, in trattamento a causa di fenomeni dispercettivi ed una sintomatologia di tipo bulimico. Viene evidenziato come nel corso del trattamento compare in modo più evidente la presa di contatto con la necessità di integrare il corpo sessuato ed avviarsi in un percorso di crescita e cambiamento in direzione del processo di soggettivazione.

Parole chiave: bulimia, pubertà, soggettivazione, alleanza terapeutica.

Voci bibliografiche: nessuna


Richard e Piggle. Volume 13, numero 2 maggio/agosto 2005

La psicoterapia madre/genitori-bambino in età precoce: i fattori terapeutici, A. Stefani. Pag. 222-233.

Riassunto. Il lavoro centra l’attenzione su aspetti teorici e tecnici legati ai fattori curativi specifici dell’intervento terapeutico su genitori-bambino in età precoce.
Ci si interroga sul canale attraverso il quale passa la funzione trasformativa dell’incontro e, come emerge da alcuni dibattiti su riviste internazionali, ci si concentra sul quesito se sia possibile un intervento diretto da parte dell’analista sul bambino molto piccolo o se ogni effetto terapeutico debba passare attraverso la mediazione di una trasformazione interna materna o genitoriale.
Viene presentato il materiale clinico relativo ad una prima seduta, in una dimensione di urgenza, come situazione in cui si attivano vari livelli di interrelazioni reciproche e identificazioni proiettive transferali e controtransferali di particolare intensità.

Parole chiave: fattori terapeutici, setting congiunto genitori-bambino, psicoterapia breve, bambini in età precoci, prima seduta.

Voci bibliografiche: 21


Richard e Piggle. Volume 13, numero 3 settembre/dicembre 2005

Teoria e tecnica

Fame di padre e deformazione narcisistica. J. M. Herzog. Pag. 249-266

Riassunto. L’autore ipotizza che la disponibilità paterna e la relazione tra madre e padre siano componenti cruciali nell’evoluzione della struttura del carattere dei bambini. Egli propone che un tipo di patologia narcisistica che comprende una sessualità perversa può avere origine nella assenza di disponibilità paterna e in presenza di una relazione disordinata tra i genitori. Suggerisce anche che i modi in cui l’ aggressività è o non è modulata e organizzata, siano componenti cruciali di questo disturbo evolutivo, e che i ragazzi siano più suscettibili alla sua piena manifestazione ed espressione che le ragazze.

Voci bibliografiche: n. 13


Richard e Piggle. Volume 13, numero 3 settembre/dicembre 2005

“L’isola che non c’è”. Sulla melanconia di bambini ed adolescenti. M.L. Algini. Pag. 267-278

Riassunto. Per mettere a fuoco alcune coordinate del complesso problema della depressione in età evolutiva, l’autrice utilizza la favola di Peter Pan così come emerge nel gioco di una bambina di cinque anni durante la psicoterapia. Essa appare non come storia del non voler crescere per restare in una perenne infanzia felice, ma come una straordinaria metafora della situazione melanconica, che rende impossibile non solo uscire dall’infanzia e dall’adolescenza, ma prima ancora vivere l’infanzia e l’adolescenza. In quest’ottica, e in relazione a due casi di adolescenti, ripropone alcuni concetti di Winnicott, sul “rispecchiamento” e sulla richiesta del paziente depresso all’analista di affrontare la propria depressione.

Parole chiave: melanconia, depressione primaria, rispecchiamento, autoanalisi.

Voci bibliografiche: n. 38


Richard e Piggle. Volume 13, numero 3 settembre/dicembre 2005

“L’irruzione dell’alieno”: dalle origini della psicosi alla comparsa dell’ “Io sono”. A.M. Chagas Bovet, A.M. Lanza. Pag. 279-290

Riassunto. Le Autrici affrontano il concetto di psicosi riandando ai suoi aspetti genetici più precoci. A tale scopo affrontano il rapporto tra Sé ed Io, come si è andato sviluppando da S. Freud in poi, per soffermarsi sulla formazione del Sé a partire dalla vita fetale. Sé presente in ogni essere umano, sin dalle origini, come Sé nucleare, che si espande ed evolve nell’esperienza sufficientemente buona di scambio con l’altro.
Se tale esperienza viene preclusa o impedita, risulterà menomata la dialettica del Sé e dell’altro e verrà soffocata la sua capacità espressiva sino ad una vita psichica più o meno coartata, sino alla psicosi. Il Sé nucleare si trova così circondato ed imprigionato e, per non farsi espugnare, deve erigere difese massicce, che saranno più primitive e rigide quanto più precoce sarà stato l’impingement ambientale, ed ecco l’irruzione dell’elemento alieno nello spazio vitale del Sé.
Vengono inoltre considerati gli effetti dell’irruzione dell’elemento alieno nel Sé nucleare a seconda della sua potenza e del momento della vita in cui questa si verifica. Vengono inoltre presi in considerazione i processi mediante i quali si renderanno palesi gli effetti dell’antica irruzione dell’alieno attraverso la memoria, intesa come una funzione dell’intero organismo, sempre “ancorata nel corpo”, con il suo lato soggettivo (legato alla storia dell’individuo) ed oggettivo (legato alle interazioni sensoriali ed affettive con l’ambiente).
Si sottolinea quindi come la psicoterapia psicoanalitica in generale, ed in modo particolare con bambini gravemente disturbati, si possa caratterizzare, nel tempo e nella reciprocità del transfert, prima attraverso i canali della sensorialità e successivamente mediante valenze psicoaffettive, quale riattivattore o attivatore di quel processo evolutivo bloccato dell’irruzione dell’ “alieno”.

Parole chiave: Sé nucleare, origine della psicosi, irruzione dell’ “alieno”, quarta dimensione, psicoanalisi infantile.

Voci bibliografiche: n. 23


Richard e Piggle. Volume 13, numero 3 settembre/dicembre 2005

Riflessioni sulla consultazione psicoanalitica della prima infanzia. B. Micanzi Ravagli. Pag. 291-308

Riassunto. In questo lavoro ci si propone di riflettere sui cambiamenti intervenuti nella consultazione psicoanalitica della prima infanzia. Le terapie congiunte genitori-bambino hanno aperto nuove prospettive e introdotto nuovi punti di vista sul piano della teoria e della tecnica.
A partire dai contributi teorici apparsi negli ultimi anni, viene proposto un approfondimento e un confronto sulle questioni principali sollevate dall’introduzione di queste nuove modalità di intervento nell’ambito della consultazione psicoanalitica.
Viene preso in esame il focus dell’intervento sulla relazione bambino genitori nel momento specifico della loro transizione alla genitorialità. Vengono infine considerati gli obiettivi che la consultazione deve proporsi, ivi compresa la preparazione di una psicoterapia a lungo termine.

Parole chiave: consultazione psicoanalitica, psicoterapie madre-bambino, genitorialità.

Voci bibliografiche: n. 32

Richard e Piggle. Volume 13, numero 3 settembre/dicembre 2005

Psicoanalisi e ricerca

Il bambino e l’adulto nella mente dell’analista: ancora osservazioni sulla rilevanza dell'infant research per la psicoanalis, S. Maestro. Pag. 309-320.

Riassunto. In questo articolo l’autrice riprende alcuni temi sollevati nel dibattito avviato dall’ l’articolo di Wolff sui rapporti tra Infant Research e Psicoanalisi, sottolineando la ricchezza che può derivare dalla intersezione degli approcci epistemologici delle due discipline. I temi discussi riguardano la differenza tra passato reale e passato esperito, bambino reale e bambino ricostruito e i diversi modelli teorici che stanno alla base di questa dicotomia. In particolare l’autrice suggerisce l’idea che il setting della psicoanalisi dell’adulto e una declinazione particolare del setting dell’infant research, le psicoterapie congiunte genitori-bebè, possono reciprocamente rappresentare dei laboratori sperimentali per lo sviluppo della conoscenza sia nel campo della psicoanalisi, sia in quello dell’ infant research. Verrà poi illustrato attraverso due vignette cliniche, come l’integrazione è prima di tutto nella mente e nel controtransfert dell’analista a lavoro. L’articolo si conclude con alcune riflessioni sulla tecnica e in particolare sulla utilità delle videoregistrazioni come strumento di ulteriore ampliamento della nostra capacità di osservazione e comprensione.

Parole chiave: infant research, metodo psicoanalitico, mente relazionale.

Voci bibliografiche: n. 23


Richard e Piggle. Volume 13, numero 3 settembre/dicembre 2005

Diario clinico

Un bambino antipatico e un terapeuta altrettanto, forse di più, C. Fabbrici. Pag. 321-333.

Riassunto. In questo articolo l’autore considera le difficoltà inerenti una relazione terapeutica con un bambino, e poi mentre diventa preadolescente, caratterizzata da intensa antipatia.
La funzione anti-pathos, con prevalenti aspetti di disprezzo, superbia, umiliazione, è soprattutto rivolta a bloccare ogni curiosità e intervento del terapeuta, poiché le caratteristiche stesse dell’intervento terapeutico riproducono l’intrusività traumatica subita dal giovane paziente.
La traumaticità subita è continuamente richiamata nel gioco, nelle sedute, evocando la possibilità di un crollo del Sé, con una disperazione suicidaria.
La modificazione sim-patica avviene quando vengono incluse nel campo psicoterapeutico le caratteristiche più insostenibili e incomprensibili dei genitori e quando il terapeuta inizia a comprendere la condizione-limite nella quale è portato dal prevalere di continue emozioni soverchianti che lo spingono al fallimento.

Parole chiave: antipatia, perversione relazionale, presunzione dello psicoterapeuta, senso di Sé e catastrofe.

Voci bibliografiche n. 25



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