Richard e Piggle. Volume 14, numero 1, gennaio/aprile 2006 Teoria e tecnica La pulsione d'attaccamento, D. Cupa. Pag. 1- 12 Riassunto. Una attenta lettura dell'opera di D. Anzieu ci porta a scoprire che in tutto il suo lavoro l'autore ha concettualizzato l'esistenza di una pulsione di attaccamento che, se è soddisfatta in modo sufficiente, permette la costituzione dell'io-pelle. Questa pulsione possiede tutte le caratteristiche della pulsione così come la definisce Freud. Parole chiave: istinto di attaccamento, io-pelle, tenerezza, corporeo, contenitore. Voci bibliografiche: n. 41 Richard e Piggle. Volume 14, numero 1, gennaio/aprile 2006 Affetti, azione e regolazione del Sé: la teoria della complessità nel trattamento di bambini con ansia e disturbi gravi del comportamento a connotazione aggressiva, P.Tyson. Pag. 13- 38 Riassunto. In un mondo sempre più sconvolto e violento, in cui sempre più numerosi sono i bambini che vengono abusati, abbandonati o trascurati, a livello emozionale se non fisico, ed in cui è in aumento la popolazione di bambini in età prescolare con elevati livelli di ansia e disturbi gravi del comportamento a connotazione aggressiva che non possono venire contenuti nei contesti ordinari, gli psicoanalisti possono dare un contributo. é essenziale intervenire precocemente. Nella prima infanzia, si possono formare, più facilmente di quanto possa succedere in altre età, nuove memorie procedurali per interagire con gli altri e per regolare gli affetti. L'intervento dovrebbe essere finalizzato ad aiutare il bambino a sviluppare un senso di azione, a stabilire valori morali, ad assumere la responsabilità di se stesso e a raggiungere la capacità di regolare le emozioni. I principi dei sistemi dinamici complessi possono rivestire interesse per le strategie terapeutiche psicoanalitiche, come dimostrano i cinque casi di bambini che vengono presentati. Parole chiave: bambini aggressivi in età prescolare, fallimenti ambientali, abuso fisico o psicologico, senso dell'azione personale, organizzazione e regolazione del Sé, teoria dei sistemi dinamici complessi non lineari. Voci bibliografiche: n. 67 Riflessioni sulla clinica: Richard e Piggle. Volume 14, numero 1, gennaio/aprile 2006 Analisi come gioco e come mettersi in gioco, P. De Silvestris. Pag. 39- 46
Riassunto. Attraverso le vicende cliniche di due bambini e di due giovani adulte, l'autrice parla dell'analisi come di un gioco e come di una messa in scena emotiva e ideativa dei due attori della relazione analitica. Parole chiave: gioco, spazio potenziale, mettersi in gioco, coinvolgimento e relazione. Voci bibliografiche: n. 10 Richard e Piggle. Volume 14, numero 1, gennaio/aprile 2006 Il mondo onirico nella psicoterapia infantile: dall'incubo al sogno, R. Di Lascio. Pag. 47- 60
Riassunto. L'articolo prende in considerazione le condizioni che permettono ai bambini di accedere al loro mondo onirico attraverso l'esplorazione delle alterazioni nella capacità di sognare, come avviene quando sono presenti gli incubi e il sonnambulismo. Viene discusso il contributo dell'analista e della esperienza psicoterapeutica per la creazione di uno spazio onirico. Voci bibliografiche: n. 15 Richard e Piggle. Volume 14, numero 1, gennaio/aprile 2006 Adolescenza e continuità dell'essere: le articolazioni di un percorso complesso, D. Lucarelli , L. Tabanelli. Pag. 61- 70 Riassunto. Le Autrici avanzano l'ipotesi che la continuità dell'essere, che fonda le sue radici nelle prime fasi della vita, all'interno del rapporto primario con la figura materna di accudimento, sia un processo che si evolve nelle diverse fasi della vita. Solo dopo l'attraversamento del processo adolescenziale il senso della continuità dell'essere ha la possibilità di stabilirsi in modo personale e originale come un elemento costitutivo di sé. Il materiale clinico di quattro pazienti di differenti età evidenzia alcuni aspetti del discorso teorico. Parole chiave: continuità dell'essere, adolescenza, integrazione del corpo sessuato, soggettivazione. Voci bibliografiche: n. 10 Diario clinico Richard e Piggle. Volume 14, numero 1, gennaio/aprile 2006 L'incidente di Margherita: "Anche Valentino Rossi fa incidenti, ma lui ha imparato a guidare", A. Grossi. Pag. 71- 77 Riassunto. Il lavoro presenta la psicoterapia intensiva di una adolescente che ha avuto un incidente. Si descrive come, attraverso il processo terapeutico, si è potuto creare un legame tra il trauma reale e il trauma psichico grazie all'elaborazione dei sogni. Parole chiave: incidenti in adolescenza, trauma reale, trauma psichico Voci bibliografiche: n. 6
Teoria e tecnica I pionieri della psicoanalisi infantile: Hermine Hug-Hellmuth, C.Candelori, M. Di Persio. Pag. 93-107 Riassunto: L'articolo si propone di presentare la figura di Hermine Hug-Hellmuth in riferimento al particolare periodo storico in cui visse: quello relativo alla nascita e all'iniziale sviluppo del movimento psicoanalitico. La Hug-Hellmuth fu la prima psicoanalista infantile, una delle prime donne ad essere ammessa alla Società Psicoanalitica di Vienna e godette della stima di Freud, tuttavia fu pressochè ignorata da M. Klein e da A.Freud e fu presto dimenticata (anche a causa della sua "scomoda" tragica fine). In questo lavoro vengono presi in considerazione sia le sue vicende biografiche che le principali pubblicazioni teorico/cliniche. Tra queste particolare rilievo viene dato ai lavori riguardanti il significato dei sogni nei bambini, lo sviluppo psichico infantile, la preadolescenza e la tecnica dell'analisi dei bambini, evidenziandone sia gli aspetti più "scolastici" che quelli più innovativi. Voci bibliografiche: n. 17 Richard e Piggle. Volume 14, numero 2, maggio/agosto 2006
La capacità di prendersi cura di Sé: esperienza della continuità dell'essere nella psicoterapia di un bambino, M. Lugones . Pag.107-119 Voci bibliografiche: n.15
Focus Richard e Piggle. Volume 14, numero 2, maggio/agosto 2006 L'aggressione come difesa contro il breakdown in un adolescente maschio, D.Campbell. Pag. 133-146 Riassunto. In questo articolo l'autore, utilizzando il materiale clinico del trattamento di un adolescente maschio, mette in luce come un modello di comportamento violento possa essere utilizzato come difesa nei confronti del breakdown. In particolare Campbell considera la funzione difensiva della violenza in relazione ai pericoli dell' eterosessualità e della passività, allo sviluppo di una perversione o ai rischi connessi con l'ideazione suicidaria o parricida, attivati dalla fase dello sviluppo adolescenziale. Voci bibliografiche: n. 18 Richard e Piggle. Volume 14, numero 2, maggio/agosto 2006 Ripensando Winnicott: Il nuovo significato della violenza, B.Carau. Pag. 147-153
Riassunto. L'autore, alla luce del pensiero di Winnicott, propone alcune considerazioni cliniche sul nuovo significato della violenza...e la nuova esperienza della distruttività e delle idee distruttive, con l'avvento del pubertario. Voci bibliografiche: n. 25 Richard e Piggle. Volume 14, numero 2, maggio/agosto 2006 Lo Psicodramma psicoanalitico individuale. Elaborazione della violenza e della distruttività in adolescenza, A.Gibeault. Pag. 154-169
Voci bibliografiche: n. 12 Richard e Piggle. Volume 14, numero 2, maggio/agosto 2006 La violenza in adolescenza. Difesa identitaria e processo di figurazione, P.Jeammet. Pag. 171-107 Riassunto. L'autore analizza le dinamiche soggiacenti al comportamento violento del paziente adolescente, considerandolo come una difesa contro una minaccia identitaria, rappresentata soprattutto dalla prossimità e dal legame relazionale. L'adolescenza viene vista come un processo violento di cambiamento in cui la violenza sarebbe la risposta dell'Io che lotta per la sua affermazione, ricollocandosi in un processo di differenziazione. Il processo di figurazione è particolarmente favorito dall'organizzazione dello spazio terapeutico e dalle specificità del setting istituzionale. Richard e Piggle. Volume 14, numero 2, maggio/agosto 2006 Adolescenza e autodistruzione: valutazione clinica e note teoriche, F.Ladame. Pag. 191-107
Voci bibliografiche: n. 17 Richard e Piggle. Volume 14, numero 2, maggio/agosto 2006 Gli agiti antisociali come difesa dal crollo: riflessioni a partire da un caso clinico, A.M. Nicolò Riassunto. L'autrice, riflette, sulla base dell'esperienza clinica maturata con adolescenti, sull'uso dell'aggressività in questa fase della vita, considerandone sia la forza e la presenza quale elemento evolutivo necessario nel processo di crescita e di soggettivazione, sia come, in casi più complessi, l'agito aggressivo possa costituirsi come difesa dal timore di uno scompenso ben più grave o come potente negazione della passività, delle depressione e delle fantasie suicidarie. Voci bibliografiche: n. 05
Richard e Piggle. Volume 14, numero 3, settembre/dicembre 2006 Quali sono i fini degli psicoanalisti?, A.U. Dreher
Riassunto. Questo lavoro discute il problema dei fini del trattamento in psicoanalisi e delimita, specificandolo, il contesto concettuale all'interno del quale la ricerca sui fini deve aver luogo. Grazie alle loro esperienze prolungate ed intensive con i pazienti, gli psicoanalisti hanno raccolto un'ampia conoscenza, che costituisce un fondo vitale per indagare sui fini nella ricerca sulla psicoterapia con la maggiore ricchezza disponibile e quanto più possibile aderente alla realtà la ricerca concettuale sui fini e la ricerca empirica che valuta i fini in base a criteri "quantitativi" costituiscono in realtà due attività diverse, ma certamente interdipendenti. Richard e Piggle. Volume 14, numero 3, settembre/dicembre 2006
Tematiche identitarie nella psicoterapia di un adolescente di razza mista adottato, M. Rustin
Focus
Attaccamento e psicoanalisi: due teorie o una? F. Ortu, R. Williams Voci bibliografiche: n. 7 Richard e Piggle. Volume 14, numero 3, settembre/dicembre 2006 La teoria freudiana dell'attaccamento secondo Imre Hermann, T. Geyskens Riassunto. In questo articolo l'autore affronta alcuni problemi relativi al rapporto tra la teoria dell'attaccamento e la psicoanalisi, e delinea una teoria freudiana dell'attaccamento basandosi sulle idee dello psicoanalista ungherese Imre Hermann. In primo luogo egli spiega le differenze fondamentali che si rilevano dietro gli insulti e le incomprensioni che hanno dominato il dibattito tra la teoria dell'attaccamento e la psicoanalisi freudiana: queste ultime differiscono radicalmente nella concezione della temporalità e del rapporto tra psicopatologia e natura umana. Quindi l'autore presenta l'opera di Imre Hermann intitolata "Clinging-Going-in-search" (1976) come modello teorico dove le scoperte della teoria dell'attaccamento possono essere integrate in una teoria della psicopatologia radicalmente quantitativa e che conserva la metodologia della psicoanalisi freudiana. Nella terza parte l'autore discute la questione se "l'istinto d'attaccamento" di Hermann sia un istinto primario in senso freudiano e se rappresenti davvero, come afferma Hermann, un'interessante alternativa all' "istinto di morte" freudiano. Voci bibliografiche: n. 26 Richard e Piggle. Volume 14, numero 3, settembre/dicembre 2006 Le attribuzioni materne negative: effetti sul senso di sé dei bambini nei primi anni di vita.Alicia F. Liberman Riassunto. In questo lavoro l'autrice sottolinea come le proiezioni materne di impulsi sessuali e aggressivi influenzino il modello operativo interno di attaccamento del bambino nei primi anni di vita. Dopo aver preso in considerazione la funzione delle attribuzioni materne e il ruolo dell'identificazione proiettiva, viene riportato l'esempio clinico di un problematico rapporto tra una giovane madre e la propria bambina di tredici mesi , sottolineando l'importanza della funzione protettiva svolta da un soddisfacente legame d'attaccamento. Voci bibliografiche: n. 20 Richard e Piggle. Volume 14, numero 3, settembre/dicembre 2006
Alcune note cliniche sull'Adult Attachment Interview: il ruolo dell'idealizzazione, C. Candelori, A. Ciocca. Pag. Voci bibliografiche: n. 19 Richard e Piggle. Volume 14, numero 3, settembre/dicembre 2006
Diario Clinico
Riassunto. L'interpretazione recitata nasce come una modalità di lavoro, indicata dal paziente e raccolta/accolta dal terapeuta. L'ambito teorico di riferimento è quello che tende a mettere in evidenza la possibilità di pensare al paziente come miglior collega dell'analista, accanto all'idea della formazione di un campo che è costituito dalla coppia al lavoro. La recitazione, il teatro evocano lo spazio terzo della rappresentazione, come possibilità di accedere a ciò che è emotivamente difficile da raggiungere.
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