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on-line del n. 4/2020 di Contemporary Psychoanalysis
Così come il numero doppio 2/3 del 2020 era interamente dedicato
a una importante tema sociale, quello dle razzismo (sia nella società che negli
istituti psicoanalitici), anche nei primi due articoli di questo n. 4/2020 vengono
trattate tematiche sociali. Joshua Nelson parla della
politica di "tolleranza zero" nei confronti dell'immigrazione clandestina
attuata dal governo americano nel 2018, che portò alla separazione di almeno
2.654 bambini dai loro genitori al confine col Messico, e fa un parallelismo col
genocidio degli Indiani d'America: se questo avvenne tanto tempo fa, la politica
di "tolleranza zero" è avvenuta adesso, per cui può offrire agli americani
l'opportunità di compiere un processo potenzialmente correttivo di "vergogna
creativa". Daniel Rosengart parla di quegli "enactment razziali" che
possono servire non a comprendere meglio materiale dissociato ma a creare una
collusione in cui si parla di temi multiculturali ma di fatto si evitano
difficili confrontazioni: non parlare mai della razza porta all'idea che non si
può parlare di certe cose, del resto parlarne apertamente può anche essere
sterile e appiattire la comunicazione. I successivi quattro articoli del n.
4/2020 rientrano nello stile che è frequente in Contemporary Psychoanalysis,
quello di riflettere sulla base di casi clinici: Orshi Hunyady e Helen Quinones
discutono un caso clinico secondo l'approccio neo-bioniano, Stephanie Lewin
presenta un caso di "vergogna schizoide", e Ofrit Shapira-Berman quello di una
paziente che perse la madre all'età di 7 anni. Nell'ultimo articolo, Thomas
Rabeyron, Renaud Evrard e Claudie Massicotte presentano un'analisi storica del
concetto di "trasmissione del pensiero". |