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on-line del n. 1/2022 di Contemporary Psychoanalysis
Come accennato
nel commento del numero precedente, cioè del
numero doppio 3/4 del 2021, in questo n. 1/2022 di
Contemporary Psychoanalysis vi è una sezione
dedicata a Paul Lippmann (1934-2022), un collega del
William Alanson White Institute di New
York che dal 2002 al 2010 aveva coordinato il
Rapaport-Klein Study Group
all'Austen Riggs Center di
Stockbridge (Massachusetts), dove abitava, e che si era occupato particolarmente
del sogno, su cui aveva anche pubblicato
un articolo nel n. 2/2008 di Psicoterapia e Scienze Umane,
dal titolo "Quando lo stile nevrotico dell'analista incontra il sogno";
in questa sezione, dopo un interessante contributo dello stesso Lippman dal
titolo "Diventare vecchi", compaiono interventi di alcuni di coloro che
gli erano più amici (Gary Schlesinger, Patricia R. Everett, Andrew J. Gerber,
Paolo Migone, Spyros D. Orfanos, e Morris N. Eagle), i quali lo ricordano con
affetto.
Tra gli altri
articoli del n. 1/2022 ve ne è uno particolarmente interessante di Mark Blechner
(che fu editor della rivista) che analizza il caso clinico di Bertha
Pappenheim (Anna O.), la prima paziente della psicoanalisi, descritta negli
Studi sull'isteria del 1892-95, in cui mostra, anche sulla base di documenti
storici, quanto l'impegno sociale della paziente come paladina della lotta per
la emancipazione delle donne avesse contribuito al suo miglioramento (la
questione qui sollevata è l'influenza dei rapporti sociali nella costituzione
della personalità, come secondo gli insegnamenti di Harry Stack Sullivan, che è
esplicitamente menzionato da Blechner e che è il punto di riferimento di questa
rivista, organo del William Alanson White
Institute, culla della psicoanalisi interpersonale e poi relazionale).
Anche gli altri articoli del n. 1/2022 sono di un certo interesse: Pasqual
Pantone fa una review delle
teorizzazioni sui fattori curativi in psicoanalisi arrivando ad approfondire la
svolta contemporanea che sottolinea la esperienza intersoggettiva, Ofra Eshel
discute alcuni aspetti del pensiero di Bion, e Robert Drozek affronta il tema
della "irreducibile responsabilità" del paziente come "soggetto etico". |