JOURNAL OF PERSONALITY ASSESSMENT
- VOL.74, N.3 / 2000
Sentence Completion Tests:
A Review of the Literature and
Results of a Survey of Members of the Society for Personality Assessment
Margot Holaday, Debra A. Smith, Alissa Sherry
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I test di completamento delle frasi (Sentence Completion Tests) sono
largamente noti ma poco usati dagli psicologi italiani. La loro base teorica
si rifà alla tecnica psicoanalitica delle associazioni libere. Si
tratta quindi di test auto- o etero-somministrati in cui il soggetto deve
completare con una parola, una frase, un pensiero una serie di items costituiti
da parole-stimolo che elicitano la risposta del soggetto. Esempi di items
sono: Mi sento..., Provo rimorso per..., Quando vado a letto.... Il
contenuto degli items varia a seconda del motivo (atteggiamenti di base,
adattamento scolastico, ecc) per cui tali test sono costruiti e dei soggetti
a cui sono destinati (studenti, adolescenti, adulti, ecc).
A differenza dell'Italia, questi test sono invece molto usati negli
Stati Uniti: sono infatti fra i 5 test più usati dagli psicologi
americani e compresi nella risposta alla domanda Secondo te, in quali
di 5 test uno psicologo dovrebbe essere competente?
Gli autori di questo lavoro hanno effettuato un survey per valutare
se e come vengono usati questi test fra gli psicologi americani iscritti
alla Society for Personality Assessment. Fra le altre cose, l’articolo
passa in rassegna puntuale i 15 test di completamento-frasi più
usati. I risultati sono stati che la grande maggioranza degli intervistati
usa il più famoso di questi test in modo etero-somministrato (l'Incomplete
Sentence Blank di Rotter del 1951), non segue le norme di codifica pubblicate
ma interpreta i test a seconda della propria esperienza clinica e stabilisce
una specie di database locale per valutare le risposte.
Perché sono così popolari questi test negli Stati Uniti?
Secondo gli autori, perché essi forniscono informazioni cliniche
non ottenibili con altri tipi di test. Ad esempio, dicono, la risposta
di un adolescente di 16 anni alla domanda A me piace... la mia mamma merita
un ampio approfondimento poiché molto insolita a quest'età.
E perché in Italia sono così poco usati? Forse per lo stesso
motivo, ma rovesciato. Gli psicologi americani infatti (sottoposti al controllo
rigido dei tempi di valutazione dalla managed care) somministrano una batteria
di test standard a seconda del quesito clinico e hanno poco tempo per un
colloquio più ampio con il paziente. La situazione italiana è
invece molto diversa ed in genere la somministrazione dei test avviene
dopo aver inquadrato clinicamente il caso con uno o più colloqui
nei quali le informazioni come quella sul 16enne dipendente dalla madre
emergono facilmente.
Un punto che invece vorremmo sottolineare riguarda gli studi di survey
sull’uso degli strumenti di assessment psicologico che in altri paesi vengono
effettuati molto frequentemente, a differenza dell’Italia. Hanno uno scopo?
Molto probabilmente si. Consentono infatti di fare il punto sulla pratica
clinica reale degli psicologi nel proprio lavoro quotidiano e quindi di
dare contenuti specifici ad una specificità statutaria degli psicologi:
l'uso dei test psicologici nella pratica clinica. E' nostra speranza che
un giorno anche l'Ordine Nazionale degli Psicologi promuova questo tipo
di indagini anche in Italia.
Margot Holaday
Department of Psychology
University of Southern Mississippi
Box 5025
Hattiesburgh, MS 39406-5025
USA |
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