I disturbi alimentari sono molto diffusi e in crescente espansione,
come sanno benissimo tutti gli operatori. Ciò nonostante, sostanzialmente
nessun lavoro empirico ha utilizzato il MMPI-2 da quando questo questionario
è stato pubblicato nel 1989. Pertanto, questo studio dei ricercatori
del Remuda Ranch Center for Anorexia and Bulimia di Wickenburg in Arizona
è il primo apparso in letteratura sull’argomento. Studi precedenti
che hanno utilizzato il MMPI (prima versione) hanno mostrato che il questionario
è in grado di differenziare sia anoressia e bulimia che i diversi
sottotipi di anoressia.
In questo studio, gli autori americani hanno reclutato 521 pazienti
donne consecutivamente ricoverate presso il loro centro dal giugno 1995
al febbraio 1998, di età media 27 anni dividendole in quattro gruppi
di soggetti con anoressia nervosa di tipo ristretto, anoressia nervosa
di tipo purgativo e con binge eating, bulimia nervosa e disturbi NAS.
I risultati sono stati i seguenti:
- non sono emerse differenze statisticamente significative fra i quattro
gruppi, con ben 6 scale cliniche su 10 nel range patologico T>65 (scale
1, 2, 3, 4, 7 e 8). Ciò significa, coerentemente con altri risultati
in letteratura, due cose. La prima è che si evidenzia una matrice
di psicopatologia abbastanza uniforme nei profili MMPI-2 fra tutti i gruppi
diagnostici DSM-IV dei disturbi alimentari. La seconda è che i tratti
comuni a questi soggetti sono depressione, ossessività, perfezionismo,
sottomissione, inibizione emotiva.
- i punteggi più elevati in tutti i quattro gruppi sono stati
nel medesimo ordine alle scale 2, 7 e 3. Tale combinazione suggerisce il
profilo psicologico di individui docili e passivi con tratti di marcata
dipendenza nel rapporto interpersonale per cui tentano di indurre gli altri
a prendersi molta cura di loro.
- i quattro gruppi hanno mostrato tutti il medesimo codice 2-7/7-2.
Tale codice suggerisce l’esistenza di caratteristiche miste ansioso-depressive
che Greene, nel suo manuale sul MMPI-2 del 1991, chiama distress syndrome
con segni di scarsa autostima, preoccupazioni, sensi di colpa, ruminazioni
ideative sulla propria inadeguatezza e possibili comportamenti ossessivo-compulsivi.
E’ interessante notare che il codice 2-7/7-2, prevalente nel 20% del campione
qui esaminato, è anche abbastanza frequente in molti gruppi psichiatrici,
il che suggerisce l’appartenenza dei disturbi alimentari ad una comune
matrice psicopatologica.
Edward J. Cumella
Research Department
Remuda Ranch Center for Anorexia and Bulimia, Inc.
One East Apache Street
Wickenburg, AZ 85390 – USA
Email: drcumella@post.harvard.edu
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