Tesi di Laurea di Sara Ceccucci
La luce oltre la porta
Il Day Hospital Psichiatrico tra passato presente e futuro
Introduzione
Poiché il mio corso di studi è stato orientato alla formazione di "Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica", non si può esulare dal fare, anzitutto, una piccola premessa sul concetto riabilitazione (che verrà descritta in modo più ampio successivamente), sia in senso generale sia in senso specificatamente psichiatrico. Il termine riabilitare ha letteralmente il significato di "ri-abilitare" o, meglio ancora "restituire le abilità". Gli obiettivi della riabilitazione sono sviluppare la capacità di soluzioni di problemi e di educazione sociale e psichiatrica per il miglioramento e ampliamento della capacità adattiva e la qualità della vita del paziente, mirando al benessere bio-psico-sociale cioè ad un miglior livello di vita sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale. Nello specifico, la riabilitazione in psichiatria,è, con la prevenzione e la cura, il terzo pilastro delle operazioni sanitarie secondo la legge di riforma del 1978. Tale concetto nasce dalla constatazione che un evento morboso porta ad una menomazione o ad una disabilità che rischiano di trasformarsi in handicap, ossia uno svantaggio esistenziale permanente se non appena passata la tempesta iniziale della malattia mentale non si interviene in quelle aree in cui il deficit ha maggiore incidenza. Le attività di riabilitazione richiedono la presa in carico clinica globale della persona, mediante la predisposizione di un Progetto Riabilitativo che individui e definisca per ciascun paziente gli obiettivi desiderati, tenendo conto dei suoi bisogni e desideri, nonché dei suoi deficit e delle abilità residue. I vari interventi possono essere effettuati mediante il ricorso a strutture di tipo residenziale, semiresidenziale, domiciliare o in ospitalità diurna.
Questo lavoro nasce dalla frequenza come tirocinante, della UOC Day Hospital Psichiatrico del Dipartimento di Scienze Psichiatriche dell'Azienda Policlinico
Umberto I di Roma, nell'ambito di un fecondo incontro tra finalità scientifico-didattiche universitarie e la prassi psichiatrica del servizio stesso.
Nato con la Legge 180 del 1978, il Day Hospital ha rappresentato già agli esordi, il punto di rottura tra la "segregazione del folle" e la "libertà" visto che la sua funzione è stata quella di offrire trattamenti terapeutici o percorsi diagnostici in regime di degenza diurna. Nel tempo è diventato un prototipo di struttura intermedia le cui funzioni non sono solamente quelle di accompagnare il paziente nel percorso di uscita da una situazione di scompenso e favorirne il reingresso nella società, ma realizzare strutturalmente e funzionalmente un'area terapeutica a cui i pazienti possono accedere direttamente.
Per parlare dei fondamenti teorici e culturali della riforma psichiatrica in Italia, credo richieda qualche accenno, per quanto sintetico, alla storia da cui si proviene, storia che può chiarire molti degli elementi che ha portato al processo di cambiamento ancora oggi in atto. Dividerò dunque questa tesi in quattro capitoli:
1- Un primo cenno introduttivo e dedicato all'evoluzione dell'atteggiamento nei confronti della follia che ha portato alla nascita della psichiatria, in Italia e in Europa e delle sue istituzioni fino alla legge 180. Con una descrizione dettagliata della filosofia della riforma e il suo sviluppo.
2- Un secondo capitolo si occupa dell'organizzazione del Dipartimento di Salute Mentale e del Day Hospital Psichiatrico dove ho svolto il mio tirocinio, tracciandone una breve storia, illustrandone i modelli di intervento descrivendone la realtà e riportando un caso clinico.
3- Il terzo capitolo si occupa della riabilitazione psichiatrica e del ruolo del tecnico della riabilitazione psichiatrica del Day Hospital. Inoltre traendo spunto dal tirocinio di una specializzando del III anno in Psichiatria effettuato in Spagna, ipotizzerò come potrebbe essere strutturato il Day Hospital del futuro anche in Italia.
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