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PSYCHOMEDIA
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Tesi di Laurea di Giuseppe Dimitri

La ricomposizione familiare dal punto di vista dei figli del divorzio
Riorganizzazione delle relazioni familiari tra continuità e cambiamento


Capitolo 9 - Una visione d’insieme

9.5. Risultati relativi all’analisi del Test del Disegno della Famiglia



Il nostro fine è quello di osservare quale è l’immagine di famiglia rappresentata che i soggetti forniscono, attraverso il disegno, della loro famiglia reale, considerando che essa è caratterizzata, durante la ricostituzione, dalla entrata di una serie di nuovi personaggi che si trovano direttamente o indirettamente ad influenzare la vita dei figli. Per far questo abbiamo fatto riferimento alle ricerche di Gross (1987) il quale ha tentato di definire le differenti tipologie di rappresentazione della famiglia ricomposta osservando l’inclusione o l’esclusione dei componenti nelle rappresentazioni familiari dei figli. Nel definire il numero dei personaggi della famiglia reale non ci siamo basati sulla convivenza ma sull’ipotesi che i figli del divorzio potessero scegliere di rappresentare anche tutti i personaggi della famiglia sia del padre che della madre, intendendo quindi per famiglia reale l’intera costellazione familiare ricomposta e considerando omesso ogni membro non disegnato. Per individuare l’appartenenza o meno del personaggio disegnato alla famiglia reale abbiamo utilizzato i seguenti indici, adottati da Zavattini e Tambelli (1995), citati per ordine di importanza:

a) Nome;
b) Sesso;
c) Età;
d) Ordine di genitura.

Considerando sia le tipologie di rappresentazione familiare descritte da Gross, sia le scelte in termini di inclusione/esclusione dei personaggi fatte dai soggetti del nostro campione, abbiamo individuato le seguenti tipologie di famiglie rappresentate:
Famiglia conservativa: in tal modo vengono denominate le rappresentazioni familiari in cui i soggetti includono solo la triade padre-madre-figlio, anche se i genitori vivono in case differenti, rimanendo attaccati alla visione classica della famiglia nucleare tradizionale ed escludendo a priori i genitori acquisiti;
Famiglia conservativa/aggiuntiva: in tal modo ci riferiamo alla famiglia rappresentata in cui sono stati inclusi oltre ai propri genitori biologici i fratelli acquisiti (i figli dei partner dei propri genitori) e i fratelli da parte di padre o di madre;
Famiglia sostitutiva: così definiamo quelle rappresentazioni della famiglia in cui i figli escludono il genitore biologico non convivente, sostituendolo con quello acquisito dello stesso sesso;
Famiglia sostitutiva/aggiuntiva: facciamo rientrare in tale categoria quelle rappresentazioni in cui i figli, oltre ad aver sostituito il genitore biologico non convivente con quello acquisito dello stesso sesso, includono i fratelli acquisiti e quelli da parte di madre o di padre;
Famiglia riduttiva: in questo modo ci riferiamo a quelle rappresentazioni familiari in cui mancano uno o entrambi i genitori biologici. Non abbiamo chiamato riduttiva la famiglia in cui non vengono inclusi i fratelli per l’alta frequenza con cui i figli del divorzio escludono i fratelli soprattutto quelli non biologici (Tambelli, Zavattini, Mossi,1995);
Famiglia alternativa: in tale categoria abbiamo fatto rientrare tutte quelle rappresentazioni familiari in cui nessuno dei personaggi disegnati corrispondeva ai componenti la famiglia reale, venendo a costituire così una famiglia immaginaria o ideale.


9.5.1. Tipologia delle famiglie rappresentate

Tutti i soggetti intervistati sono stati sottoposti al test del Disegno della Famiglia. Ciò ci ha permesso di ottenere ventuno disegni che si sono così distribuiti tra le sei tipologie di rappresentazione familiare:

Tipologie di famiglie Fam.
Conservativa
Fam. Conservativa/
aggiuntiva
Fam.
Sostitutiva
Fam. Sostititutiva/
aggiuntiva
Fam. Riduttuiva Fam. Alternativa
Totale disegni (21) 12 1 1 1 1 5

Come si può facilmente notare dalla tabella la maggioranza dei figli del divorzio (57,1 %), di fronte alla richiesta: «disegna una famiglia», sceglie di rappresentare la sua famiglia d’origine dimostrando come essa sia determinante nel definire il proprio concetto di famiglia che difficilmente un individuo modificherà anche successivamente all’esperienza di una ricomposizione. Si nota quindi una tendenza a privilegiare la stabilità (“famiglia conservativa”) rispetto al cambiamento (“famiglia conservativa/aggiuntiva”,“famiglia sostitutiva”, “famiglia riduttiva”). Relativamente alta è la percentuale di soggetti che rappresenta una “famiglia alternativa”: 5 su ventuno pari al 23,8 %. Ciò potrebbe essere spiegato dal fatto che la tendenza a rappresentare la famiglia reale e ad identificare esplicitamente i familiari con i personaggi disegnati tenderebbe a diminuire con l’aumentare dell’età dei soggetti, mentre crescerebbe la loro capacità di rappresentare una “famiglia tipo” soprattutto se la consegna è molto generica come: «disegna una famiglia» (Tambelli R., Zavattini G., Mossi P., 1995). Secondo quanto affermato da Morval (1973)(93) il numero dei personaggi disegnati a partire dalla preadolescenza tenderebbe a stabilizzarsi intorno ai quattro, in quanto crescerebbe la capacità del soggetto di allontanarsi rispetto all’entità numerica effettiva del proprio nucleo familiare, e si assisterebbe al passaggio da un pensiero concreto, a capacità di decentramento e a forme di valutazioni prospettiche più articolate.
Come riportato in tabella n. 20, dove mettiamo a confronto la tipologia di famiglia rappresentata con l’età degli intervistati, con la tipologia di famiglia ricomposta e con l’ultimo nucleo in cui i figli hanno convissuto o convivono, dodici soggetti del nostro campione, 8 femmine (il 66,7 %) e 4 maschi (il 33,3 %), raffigurano una famiglia conservativa disegnando loro stessi insieme al padre, alla madre e, se presenti, ai fratelli biologici. La loro età media è di 21 anni e 10 mesi. Ci sembra molto significativo evidenziare che ben otto (66,7 %) di questi soggetti provengono da nuclei familiari ricomposti semplici e hanno convissuto di recente o convivono ancora nel nucleo monogenitoriale materno; mentre gli altri 4 (il 33,3 %) provengono da sistemi familiari ricomposti complessi e fanno tutti parte di nuclei ricostituiti materni. Questa tipologia di rappresentazione potrebbe essere l’espressione della nostalgia e del desiderio di vedere la propria famiglia riunita, soprattutto se teniamo presente l’alta percentuale di figli che restano a vivere con la madre e soffrono per l’abbandono paterno, oppure potrebbe significare che il concetto di famiglia tradizionale, che questi soggetti hanno maturato durante la loro infanzia, persiste e non viene modificato dall’esperienza ricostituiva, dimostrando il forte bisogno di stabilità dei modelli rappresentativi anche in situazioni di complessità a livello strutturale, delle configurazioni relazionali e degli eventi del ciclo vitale.

Solo uno degli intervistati ha disegnato, oltre a se stesso e ai propri genitori biologici, un fratello da parte di madre con il quale convive, mentre ha omesso di disegnare due fratelli da parte di padre e uno acquisito non conviventi, adottando così una tipologia rappresentativa “conservativa” per quanto riguarda i genitori e “aggiuntiva” per quanto riguarda i figli. La sua età è di 19 anni, proviene da un nucleo ricomposto complesso ed attualmente vive nella famiglia ricostituita dalla madre. Questa rappresentazione potrebbe essere il risultato di un compromesso tra il bisogno di stabilità e continuità, impersonato dai genitori, e il bisogno di accettazione del cambiamento e di riorganizzazione familiare che si esprime attraverso l’inclusione, all’interno del disegno, di un fratello da parte di madre. Ciò concorda con quanto affermato da Zavattini, Tambelli e Mossi (1995), secondo i quali: i genitori a livello affettivo rappresenterebbero la dimensione che assicura e garantisce la presenza di una famiglia sia sul piano reale che su quello interno, mentre i fratelli, sia nel disegno che nella realtà, costituirebbero l’area “mobile” della famiglia, in cui ci si permette di “giocare” maggiormente desideri ed aggressività.
Due soggetti, invece, adottano una tipologia rappresentativa “sostitutiva”: il primo (Gabriele) disegna la madre, se stesso e, al posto del padre, un maschio adulto di 50 anni che, anche se non corrisponde per nome ed età al partner della madre, è chiaramente una sua rappresentazione; la seconda (Margherita), invece, si disegna insieme al padre e ad una donna a cui non da un nome, ma che dice avere la stessa età della partner di questo. Include inoltre nella rappresentazione il nuovo figlio del padre con il quale ha convissuto per un periodo di tempo. Per questo abbiamo denominato la prima modalità di rappresentazione “sostitutiva”, mentre la seconda “sostitutiva/aggiuntiva” in quanto alla sostituzione di un genitore biologico con un partner dello stesso sesso si aggiunge un nuovo fratello. Ciò che possiamo evidenziare in questo caso è che entrambi i soggetti provengono da famiglie ricomposte complesse ed entrambi hanno vissuto in nuclei ricostituiti.
In un altro caso l’intervistato (Leonardo), proveniente da una famiglia ricomposta complessa, ha disegnato all’interno di una casa enorme, su cui ha scritto “famiglia”, se stesso, i due suoi fratelli biologici e due case più piccole in una delle quali scrive “mamma” e nell’altra “papà”. Abbiamo considerato questa modalità rappresentativa di tipo “riduttivo” in quanto, pur essendo simboleggiati dalle due casette, i genitori biologici non vengono direttamente rappresentati. E’ come se il soggetto, in tal modo, avesse voluto descrivere il senso di instabilità provato nella fase immediatamente successiva alla separazione, in cui, come ci ha riferito, viveva tra due case, più che rappresentare i suoi genitori.
Infine 5 dei ventuno soggetti (il 23,8 %) hanno prodotto una rappresentazione di cui nessuno dei personaggi disegnati coincide con un membro della propria costellazione familiare. Molto spesso durante l’esecuzione questi hanno affermato di voler disegnare la famiglia che costituiranno, come se la immaginano o come desidererebbero che fosse. E’ importante notare come tutte e cinque le famiglie rappresentate sono delle famiglie nucleari tradizionali composte da un padre, una madre ed un figlio ad eccezione di Daniele e Rossella che inseriscono anche dei fratelli. Ben quattro, dei cinque soggetti, quando nell’intervista gli è stato chiesto con chi dei personaggi disegnati si identificano hanno risposto o con il padre o con la madre a seconda del sesso. Ci sembra importante sottolineare che anche nei casi in cui l’esperienza familiare è stata tutt’altro che “normale”, e pur avendo sperimentato l’alta instabilità e labilità dei confini familiari, i figli del divorzio continuano non solo a rappresentarsi la famiglia come una famiglia tradizionale composta dalla triade padre-madre-figlio, ma anche a vedere in essa la famiglia ideale da realizzare nel prossimo futuro.
Per quanto riguarda le caratteristiche di questi soggetti notiamo che: 4 sono femmine, mentre vi è un solo maschio; la loro età media è di 28 anni e 9 mesi; tre di essi hanno già avuto esperienze coniugali, che in due casi sono terminate con la separazione; e tutti ormai vivono in case proprie o diverse da quelle dei loro genitori. L’alta età media e il raggiungimento di una autonomia dalle famiglie spiegherebbero la tendenza riscontrata tra questi soggetti a proiettarsi nel futuro più che a guardare al passato nel momento in cui gli viene chiesto di rappresentare una famiglia. Per quanto riguarda le tipologie familiari, tre di essi provengono da nuclei ricomposti complessi e due da ricomposti semplici, mentre, se consideriamo l’ultimo nucleo di convivenza, ben cinque hanno convissuto con la madre in un nucleo monogenitoriale e una sola ragazza (Chiara 2) nella famiglia ricostituita materna.


9.5.2. Personaggi rappresentati e personaggi omessi

Oltre a rilevare le differenti tipologie di rappresentazione familiare adottate dai soggetti del nostro campione, abbiamo ritenuto opportuno fornire un quadro riassuntivo del numero dei personaggi disegnati e di quelli omessi. Nel far questo non abbiamo preso in considerazione le 5 rappresentazioni “alternative” in quanto non avrebbe senso, per questa tipologia di rappresentazione, calcolare il numero dei soggetti mancanti confrontando la famiglia reale con la famiglia rappresentata, non potendo, in quest’ultima, identificare i familiari con i personaggi disegnati.
Sapere quali soggetti sono stati aggiunti e quali esclusi dal disegno, non soltanto ci informa sui conflitti e sul tipo di relazioni familiari esistenti, ma anche sul grado di accettazione e di adattamento dell’individuo al processo ricostitutivo della famiglia. Potremmo ipotizzare, come ha fatto Silvia Mazzoni (in stampa), che la rappresentazione di una “famiglia conservativa”, accompagnata dal riconoscimento della omissione dei genitori acquisiti, sia indicatrice del raggiungimento di un buon adattamento da parte del figlio del divorzio.
Come riportato in tabella n. 21 il numero totale dei genitori degli intervistati è di 32 (ricordiamo ancora che, in questo caso, le famiglie considerate sono solo sedici e non ventuno, in quanto non teniamo conto di quelle dei soggetti che hanno rappresentato una “famiglia alternativa”). Di questi 32 genitori, 28 sono stati disegnati dai soggetti intervistati, mentre i restanti 4 non compaiono nelle loro rappresentazioni. Tuttavia in tre dei 4 casi in cui i genitori non vengono disegnati, la loro assenza viene riconosciuta nell’intervista che segue alla somministrazione del test. Al contrario solo 1 dei 24 nuovi partner esistenti è stato disegnato mentre i restanti 23 non lo sono stati. Per 18 di quest’ultimi l’omissione non è stata riconosciuta neanche nell’intervista, mentre per 5 si. Tutti i fratelli biologici, contrariamente alle attese (Zavattini e Tambelli 1995, li considerano “l’area mobile” della famiglia) sono stati disegnati. Al contrario nessuno dei 17 fratelli acquisiti è stato incluso nelle rappresentazioni familiari e in nessun caso l’omissione è stata riconosciuta. Infine per quanto riguarda i 14 fratelli da parte di madre o di padre solo 2 sono stati disegnati e solo 7 delle 12 omissioni sono state successivamente ammesse mentre le restanti 5 non lo sono state.

Tabella n. 21: Personaggi disegnati e personaggi omessi dalle rappresentazioni*

Genitori Nuovi partner Fratelli biologici Fratelli acquisiti Fratelli da parte di madre o di padre Altro
Componenti delle 16 famiglie 32 24 11 17 14
Personaggi disegnati 28 1 11 0 2
Personaggi omessi dalla rappresentazione 4 23 0 17 12
Omissione riconosciuta 3 5 -- 0 5 5 (nonni)
4 (animali)
Omissione non riconosciuta 1 18 -- 17 7

*I dati contenuti in questa tabella non tengono conto delle 5 famiglie alternative

Nei disegni non compaiono mai figure che possono essere identificate con zii, nonni od altri parenti stretti, mentre, in numerosi casi vengono rappresentati animali domestici come cani e gatti. A tale riguardo riportiamo che alla domanda: «chi manca nel disegno?» in cinque casi ci hanno risposto “i nonni” e in quatto “un animale”.
Infine abbiamo tentato di rilevare la caratterizzazione emotiva dei personaggi chiedendo agli intervistati di indicarci quale fosse il più felice e quale il più triste tra quelli disegnati.
Come possiamo notare osservando il grafico n. 16 ad essere considerati “i più felici” sono soprattutto i figli (nell’66,6 % dei casi) mentre “i più tristi” sono i genitori (nell’66,6 % dei casi). E’ interessante constatare come nonostante le difficoltà a livello relazionale, le sofferenze dovute alla perdita della propria famiglia d’origine, le tensioni e i conflitti familiari, gli intervistati si considerino i più felici (nel 33,4 % dei casi) o considerino tali i loro fratelli biologici (28,5 % dei casi). Alla domanda in cui si chiedeva loro il perché i personaggi indicati fossero i più felici, molti ci hanno risposto che: «i bambini sono piccoli e spensierati e non hanno i problemi dei grandi» evitando di ammettere a se stessi o nascondendo le sofferenze e le difficoltà incontrate. Grande empatia invece dimostrano nei confronti dei genitori ed in particolare della madre che nel 50 % dei casi è considerata la più triste, perché abbandonata dal marito, perché incapace di iniziare una nuova storia sentimentale o perché deve far fronte ai mille problemi della gestione familiare e all’educazione dei figli.


Al contrario solo nel 16,7 % delle volte sono i padri ad essere indicati come i personaggi più tristi. Se consideriamo che essi spesso sono i soli a ricostituire una famiglia possiamo capire perché i figli del divorzio da noi intervistati tendano a caratterizzare la madre “abbandonata” e che si e sacrifica per la prole come la più triste mentre vedano nel padre colui che, ricostituendo un nucleo familiare, ha trovato l’unità, l’affetto e la tranquillità da loro tanto desiderate.
Notiamo infine come nel 14,3 % dei casi nessun membro della famiglia rappresentata è indicato essere il più felice, lasciando così trasparire il senso generale di insoddisfazione, sofferenza e malessere che affligge l’intero sistema familiare. Ciò accade soprattutto in quelle famiglie in cui nonostante i due ex-coniugi abbiano ormai ricostituito entrambi un proprio nucleo continuano a mantenere alto il conflitto tra di loro, non avendo mai raggiunto una vera separazione emotiva, coinvolgendo spesso i figli nei loro reciproci screzi.


93 Cit. in: Tambelli R., Zvattini G., Mossi P., 1995: Il senso della famiglia, NIS, Roma


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