Tesi di Laurea di Cinzia Tieuli
Esuberanza
La passione per la vita: una riflessione psicopatologica
Capitolo 4: Aspetti temperamentali dell'esuberanza
Perché alcuni individui sono biologicamente più predisposti a rispondere con paura quando si confrontano con una situazione nuova o incerta mentre altri sono più inclini ad investigare cose a loro non famigliari? Perchè alcune persone sono così vitali ed altre meno? Il temperamento in questo gioca inequivocabilmente un ruolo critico.
Il temperamento umano si riferisce a qualità stilistiche che coinvolgono l'affetto, l'energia o l'attenzione e che non riguardano una particolare categoria di azioni sociali. Riguarda principalmente le caratteristiche formali e stilistiche del comportamento, come sensibilità dell'individuo e la sua responsività alle richieste dell'ambiente. Si possono osservare diversi gradi di effervescenza nel temperamento; alcune persone sono brillanti, instancabili ed incessantemente molto energiche, altre lo sono meno. Le spiegazione dei motivi di tali differenze comportamentali si iniziarono a cercare già nei tempi dell'antica Grecia con Ippocrate di Cos (ca. 460-377 aC) che sviluppò una teoria fisiologica basata sugli "umori" o liquidi corporei. I quattro umori (sangue, flegma, bile nera e bile gialla) corrispondono, a seconda della prevalenza dell'uno o dell'altro nell'organismo, ai quattro temperamenti fondamentali, in seguito teorizzati dal grande medico greco-romano Galeno: sanguigno, flemmatico, melanconico, collerico. Nella medicina ippocratico-galenica si trova quindi il primo tentativo di una tipologia psicologica degli individui (Cicogna, 2004).
In seguito negli anni sono stati condotti numerosi lavori di ricerca in questo ambito producendo molti modelli sulla struttura delle caratteristiche temperamentali. Tra tutti rivestono un ruolo centrale lo studio di Thomas e Chess, di Strelau e di Buss e Plomin. Thomas e Chess (1977, 1986) hanno identificato tre tipi di temperamento: facile (regolarità nelle funzioni biologiche, reazioni positive a stimoli nuovi, facile adattamento al cambiamento, umore positivo moderatamente intenso), difficile (ritmi biologici irregolari, evitamento della novità, resistenza al cambiamento, reazioni emotive intense e negative), e lento (discreta regolarità nelle funzioni vitali). Le caratteristiche temperamentali interagiscono con gli ambienti che possono sia supportarle che ostacolarle.
Le ricerche condotte da Strelau hanno portato all'elaborazione della teoria regolativa del temperamento (RTT); il temperamento corrisponde ad un insieme di caratteristiche stabili determinate da configurazioni di meccanismi neurologici (sistema nervoso centrale autonomo) ed endocrini (Strelau, 1983). Questi meccanismi sono presenti fin dalla nascita e sono soggetti a lenti cambiamenti dovuti alla maturazione e alle influenze dell'ambiente. Il lavoro di Strelau ha portato ad individuare sette dimensioni della personalità, tre riguardano le caratteristiche energetiche del comportamento (sensibilità sensoriale, durata, attività), tre riguardano le caratteristiche temporali (mobilità, perseveranza, vivacità) e l'ultima è di tipo affettivo (reattività emotiva, che si manifesta nell'intensità di reazione agli stimoli) (Strelau, 1983). La reattività del temperamento influenza la regolazione del comportamento determinando la soglia di sensibilità dell'individuo e la capacità di lavoro individuale. L'attività si rivela nella quantità e nella varietà di attività che l'individuo intraprende. Reattività ed attività sono strettamente legate in quanto il bisogno di stimolazione predispone ad azioni che, a loro volta, hanno una funzione di stimolazione.
Infine dagli studi fatti da Buss e Plomin emerge che il temperamento abbia basi ereditarie e che contribuiscano a delineare le emozioni, l'attività e la socievolezza (Buss & Plomin, 1975; Buss & Plomin, 1984).
L'influenza genetica sul temperamento, specialmente per quanto riguarda l'estroversione, è forte. Un'analisi su 24.000 gemelli evidenzia che in una coppia di gemelli identici (omozigoti, che hanno cioè lo stesso patrimonio genetico) se uno è estroverso anche l'altro lo è in maniera molto simile, questa caratteristica non viene riscontrata nei gemelli non identici (eterozigoti, che condividono cioè solo parte del patrimonio genetico, come i normali fratelli) le cui correlazioni comportamentali sono più basse. Questo significa che il temperamento è molto simile nelle persone che hanno lo stesso identico corredo genetico rispetto alle persone che condividono un'esperienza quotidiana molto simile, ma che hanno una dotazione genetica solo parzialmente sovrapponibile. Risultati di questo tipo sono stati confermati anche grazie alle ricerche condotte da Thomas Boughard e i suoi colleghi dell'università del Minnesota che hanno riscontrato queste similarità. I loro studi erano mirati prevalentemente all'estroversione, anche nei gemelli allevati separatamente perché adottati da famiglie diverse. Osservarono infatti che se uno dei gemelli era estroverso, l'altro gemello omozigote, geneticamente identico ma cresciuto in un ambiente differente, era caratterialmente molto simile. Questo ha dato un forte supporto alla teoria che c'è una forte influenza genetica nel temperamento e che la famiglia ha minor rilevanza nel determinarne il ruolo.
Di tutti i tratti temperamentali esaminati dagli psicologi l'estroversione è uno dei più chiari e direttamente connesso all'esuberanza. L'estroverso è vivace, allegro, entusiastico, energico, attivo e loquace e tende a cercare eccitamento, ha un basso livello di ansia sociale e un alto livello di autostima, sta all'erta verso i segnali di ricompensa. L'estroversione negli uomini è funzionale per predisporre gli individui all'esperienza e fa scaturire emozioni molto positive come l'entusiasmo, l'interesse, l'eccitamento e la gioia. La relazione tra le emozioni positive e l'estroversione è una delle più consistenti conclusioni negli studi della personalità ed è inoltre una delle più valide, si può infatti dire che la personalità positiva è la colla che tiene assieme varie parti dell'estroversione. All'interno di un gruppo gli estroversi tendono ad essere più felici degli introversi perché socievoli ed entusiastici; tale caratteristica tende ad attrarre gli altri e a creare maggiori opportunità di gioia attraverso il contatto con le altre persone e il mondo circostante. L'entusiasmo guida inoltre verso un maggior impegno e ad un appassionato inseguimento degli interessi, creando pertanto una maggiore predisposizione all'azione ed al movimento soprattutto perché stimola alla ricerca e all'esperienza di umori positivi, che fa vivere con grande intensità.
La predisposizione ad avanzare o a ritirarsi, ad essere entusiasta o pauroso si manifesta nei primi anni di vita. In una serie di studi condotti da Jerome Kagan di Harvard sono stati identificati profili di temperamenti nei bambini e adolescenti che erano fortemente simili a quelli visti negli adulti. Lo psicologo inglese Hans Jürgen Eysenck ipotizzò che queste differenze si originassero dalle relazioni funzionali che intercorrono tra il sistema di attivazione reticolare ascendente (ARAS), l'eccitazione corticale e la ricerca di stimolazione creando la tendenza ad evitare situazioni sociali stimolanti (introversi) o a ricercarle (estroversi). Questo avviene perché gli introversi sono caratterizzati da livelli relativamente elevati di attività nel circolo cortico-reticolare rispetto agli estroversi. Gli introversi avrebbero perciò un minor bisogno di stimolazioni dall'ambiente, dal momento che elevati livelli di stimolazione ambientale sarebbero per loro fonte di livelli di eccitazione troppo alti, non ottimali. Al contrario, gli estroversi, in quanto caratterizzati da bassi livelli di eccitazione, avrebbero bisogno di un supplemento di eccitazione ambientale per raggiungere il livello ottimale di stimolazione (Caprara Cervone, 2003).
Nathan Fox, dell'università del Maryland, descrive un gruppo di bambini molto energici ed entusiastici che lui e i suoi colleghi hanno studiato. Caratterizzati dai ricercatori come "esuberanti" questi bambini sono entusiasticamente reattivi di fronte alle novità: ridono, gorgogliano un bel po', sono socievoli e sembrano eccezionalmente desiderosi di esplorare il mondo intorno a loro pur dimostrando una leggera paura verso le situazioni sconosciute. I ricercatori hanno osservato che fin dalla più giovane età questi bambini dimostravano una particolare esuberanza per le novità e per le interazioni sociali. La loro descrizione degli umori e del comportamento di questi bambini esuberanti era fortemente confermata dall'osservazione fatta dai genitori.
Molti studi hanno trovato una forte e positiva relazione tra la curiosità, principalmente per le novità, e la successiva misura dell'intelligenza e delle performance accademiche. I bambini che, per esempio, guardano maggiormente alle cose nuove ottengono alti punteggi nei test di abilità cognitiva. I bambini timidi o ansiosi, che tendono ad evitare cose e situazioni nuove, hanno performance inferiori nei test di misurazione della creatività. Ci sono delle possibili spiegazioni per questa correlazione tra un temperamento attivo e curioso e le abilità cognitive. I bambini piccoli che sono timidi o ansiosi hanno paura delle critiche delle persone e sono così desiderosi di piacere che non si assumono i rischi necessari per accrescere la loro vita di giochi e immaginazione. Questi bambini, spesso più impauriti dalla possibilità di sbagliare che eccitati dalla possibilità di vincere, limitano la loro esplorazione o i campi di possibilità.
I bambini che cercano novità o esplorano attivamente il mondo attorno a loro, creano un vero arricchimento dall'ambiente da cui traggono insegnamento. Probabilmente hanno energia e motivazione innate. Le ricerche dimostrano che i bambini curiosi, entusiastici ed allegri hanno un effetto positivo sui loro genitori, sugli altri bambini, sugli insegnanti e sugli adulti. Di conseguenza questo ha un effetto positivo anche nell'ambito sociale e di apprendimento dei bambini stessi. I bambini esuberanti creano un ambiente maggiormente complesso e gratificante per loro stessi rispetto ai bambini più timidi.
Per concludere, l'estroversione e il temperamento esuberante (che è un tratto caratteristico della personalità dell'individuo) sono largamente influenzati dall'aspetto ereditario ma sicuramente anche le esperienze della vita di ognuno giocano un ruolo molto importante nel determinarli.
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