Regione Lazio ASSESSORATO SALVAGUARDIA E CURA DELLA SALUTE SETTORE INTERVENTI DI MEDICINA SOCIALE
LINEE GUIDA PER LA PREVENZIONE E CURA DI VIOLENZE E ABUSO SUI MINORI
Indice Premessa strategie di prevenzione nel maltrattamento e nell'abuso sessuale infantile.
Situazione programmabile Fasi dell'intervento Come riconoscere gli abusi all'infanzia Indicatori di rischio Indicatori negli abusi sessuali Segni di riconoscimento Patologia della somministrazione delle cure Gli abusi sessuali Scheda psicologica Bibliografia Glossario Componenti del gruppo di lavoro Il maltrattamento del bambino, identificato più di 30 anni or sono, sul piano fisico e, quindi, anche emozionale, è stato ed è tuttora oggetto di attenzione sociale e scientifica. Questo ha permesso da un lato di chiarirne gli aspetti, le caratteristiche, le dinamiche, dall'altro di precisarne le modalità migliori di approccio sociale, medico e giuridico. La necessità di identificare il maltrattamento deriva, oltre che da precisi obblighi di legge, anche dall'opportunità di interrompere la progressione nel tempo della violenza fisica e della persistenza dell'incuria e dell'abuso sessuale che può portare allo sviluppo di gravi disturbi della personalità e di patologie psichiatriche. La Regione Lazio, anche su sollecitazione della Procura di Roma,
(Nota prot. 87 del 16/07/97 ai direttori sanitari degli ospedali e nota
del 21/12/98 all'Assessore Regionale della Sanità, nota prot. 63/sp
del 04/02/99 del Tribunale dei minori di Roma) ha ravvisato l'esigenza
di predisporre linee-guida per gli operatori delle aziende Ospedaliere,
dei presidi Ospedalieri, delle strutture universitarie e degli istituti
scientifici, dei servizi territoriali sociali e sanitari per l'approccio
al bambino vittima di violenza e maltrattamento, considerate anche le difficoltà
di identificazione in fase iniziale.
Prevalenza, caratteristiche individuali, fattori di rischio più
comuni e strategie di prevenzione nel maltrattamento e nell'abuso sessuale
infantile.
L'impostazione di una politica sociale e sanitaria relativa al fenomeno dell'abuso e del maltrattamento deve comprendere tre livelli di analisi e di intervento: prevenzione, diagnosi e terapia. Il fatto che i minori siano soggetti particolarmente a rischio è confermato da molti studi. In genere le stime epidemiologiche differiscono tra loro in ragione del diverso tipo di definizione che viene data del fenomeno, soprattutto riguardo al fenomeno dell'abuso sessuale verso i bambini. I dati derivanti dalla letteratura internazionale, indicano che il fenomeno del maltrattamento ed abuso sessuale, contro i bambini, colpisce 46 bambini su mille, ( dati U.S.A., Child Abuse and Neglect stat,1997 ). Dei casi segnalati l'abuso fisico rappresenta il 25%, l'abuso sessuale l'11%, l'incuria il 54%, l'abuso psicologico il 3%, ed il 6% altre forme di maltrattamento ( ipercuria, Sindrome di Munchausen). Relativamente alla realtà italiana abbiamo, attualmente, solo dati riferiti a realtà circoscritte, parziali e non suscettibili di essere confrontati con gli studi internazionali. Riportiamo a titolo di esempio i dati pubblicati dal CBM di Milano, pertanto relativi soltanto alla Lombardia. In base al monitoraggio dell'attività del CBM dal 1985 al 1994, il maltrattamento rappresenta il 36%, situazioni a rischio in senso lato il 24,2%, la trascuratezza il 18,2%, l'abuso sessuale il 12%, il maltrattamento psicologico l'8,5%. Nel decennio, i casi segnalati sono passati da 75 a 300 all'anno. L'abuso sessuale è omogeneamente diffuso nelle varie fasce della popolazione generale ( si tende a ritenere che sia maggiormente espressione delle fasce più svantaggiate, perché è da queste che arriva la prevalenza dei casi segnalati ai Servizi). Relativamente al genere, le stime internazionali sull'abuso sessuale, oscillano tra il 7% ed il 36% per le femmine e tra il 3% ed il 29% per i maschi; in generale la maggior parte degli studi hanno evidenziato un'incidenza fino a 3 volte superiore per le femmine rispetto ai maschi. In rapporto all'età, nei servizi la fascia più rappresentata di abuso sessuale è quella adolescenziale, in quanto gli adolescenti parlano, ma è la preadolescenza il periodo a maggior rischio per l'abuso sessuale intrafamiliare, con un picco tra gli otto e i dodici anni ( Green 1997). Questi dati indicano il momento in cui viene conosciuto l'abuso che, tuttavia, risulta iniziato molti anni prima. Il dato ci conferma quanto sia difficile riconoscere precocemente l'abuso sessuale. Infatti, la fascia prescolare (0-6) è largamente sottostimata, soprattutto in rapporto all'abuso intrafamiliare, poiché vi è la tendenza della famiglia abusante a coprire o a negare l'evento, e l'abuso tende con più facilità a rimanere segreto. Per l'Italia i dati CENSIS più recenti (1998) , riportano una prevalenza di circa un caso su 400 bambini, con i due terzi delle denunce che riguardano casi di abuso sessuale intrafamiliare, a carico del padre, nonno o zio del minore coinvolto. L'abuso sessuale extrafamiliare, in base ai casi denunciati, è l'8%. Il 90% degli abusi sessuali è accompagnato da violenze fisiche. Un dato certo è che il fenomeno è essenzialmente non estemporaneo, infatti è prevalente una modalità abusante che si protrae nel tempo. Fattori di rischio più noti Per lo studio dell'abuso sessuale e del maltrattamento, sono più utili ipotesi multifattoriali rispetto all'approccio di tipo epidemiologico. Infatti questi ultimi studi si fondano su vastissime popolazioni e lasciano poco spazio per analizzare ed articolare tra loro le singole variabili. Eâ necessario precedere l'incrocio di più indicatori per osservare fenomeni come il maltrattamento o l'abuso sessuale. Diversi autori stanno cercando di costruire un modello multifattoriale dell'abuso verso l'infanzia per arrivare a costruire una serie parallela di fattori convergenti oppure una catena causale sequenziale che porterebbe all'abuso. Browne ( 1988 ) sostiene che sull'abuso familiare ( fisico, psicologico, sessuale ) convergono:
I fattori di rischio più comunemente individuati per l'abuso sessuale, sono raggruppabili in tre categorie principali: -Relativi al bambino: età 8-12 anni, scarsa vicinanza con la madre, disaffezione paterna, presenza di diversi disturbi psicopatologici, isolamento dai pari, capacità di comprensione dell'evento. -Relativi ai genitori e alla tipologia familiare : presenza di un
patrigno , stile educativo punitivo, coppia altamente conflittuale, problemi
psichiatrici dei genitori, legame seduttivo con il bambino.
Strategie di prevenzione Le strategie preventive più comunemente utilizzate si articolano:
Verso i bambini : è necessario individuare e sostenere i casi a rischio sociale e psicopatologico; individuare nelle diverse fasce dâetà i segnali che consentano a genitori, insegnanti, pediatri (quegli adulti che stanno quotidianamente più vicini al bambino ) di pensare che un bambino può essere stato maltrattato o abusato. Verso le famiglie : è necessario offrire sostegno alle situazioni vulnerabili sia sul piano sociale che psicopatologico; approfondire i fattori di rischio attraverso l'uso di metodiche standardizzate per lo studio della psicopatologia della coppia genitoriale e delle relazioni intrafamiliari. Verso i luoghi dei bambini: è utile coordinare programmi sul rischio nelle strutture educative; sollecitare e sostenere l'ascolto del bambino, favorire la presentazione di un modello sociale di normalità affettiva e sessuale, perché i bambini, abusati e maltrattati in famiglia, sono confusi sulla qualità dei rapporti tra loro e gli adulti. Verso i servizi psico-sociali e medici : per un'azione preventiva di tipo secondario, occorrono sia programmi di sensibilizzazione e formativi sia progetti per la diagnosi e presa in carico delle vittime. Infatti, è utile strutturare modelli terapeutici diversificati in rapporto al trauma acuto ed a quello cronico; il modello dâintervento e cura deve principalmente basarsi su interventi psico sociali integrati . Verso la Società: è necessario costituire commissioni di studio a livello nazionale( vedi progetto Del Turco ).
A) Intervento in Urgenza Tipologie delle urgenze Urgenze oggettive sono situazioni oggettive di maltrattamenti fisici (Sindrome bambino battuto, ustioni, ecc.), di abusi sessuali o patologie della somministrazione delle cure (in particolare condizioni di abbandono, incidenti domestici, da incuria, Sindrome di Munchausen per procura, chemical abuse). Urgenze soggettive sono situazioni di sospetto o di convinzione di abuso soggettivamente temute da familiari o da professionisti con connotazione emotiva di preoccupazione ed angoscia. L'intervento Sono situazioni che richiedono disponibilità di strumenti facilmente accessibili, e strutture in grado di fornire un adeguato e pronto intervento nella situazione oltre ad un attento lavoro di collegamento tra i Servizi Territoriali, le Strutture Ospedaliere e l'Autorità Giudiziaria. Obiettivi dell' intervento in urgenza :
I servizi telefonici dovranno avere i seguenti requisiti:
Gli operatori predisporranno il ricovero:
2. Strutture Ospedaliere individuate nel territorio regionale Il DEA o le U.O. con guardia pediatrica 24 h e di Neuropsichiatria Infantile procedono a ricoverare il minore:
All'interno di questo intervento va svolto un iter diagnostico secondo le modalità di seguito descritte al punto B) 2 (Intervento Programmabile ö la Diagnosi). Ciò richiede che la struttura sanitaria sia fornita di idonee risorse organizzative, strumentali e professionali, attraverso cui poter svolgere in modo completo il processo diagnostico previsto. Svolto l'iter diagnostico, se viene confermata l'ipotesi di abuso, è necessario:
Sì articola in 3 fasi:
1. Rilevamento Un rilevamento precoce permette di attivare il percorso di approfondimento della situazione problematica coinvolgendo altri operatori con specifiche competenze nella diagnosi e nel trattamento, per attivare un efficace intervento multidisciplinare integrato. Ai fini dell'attuazione di un intervento precoce è di fondamentale importanza che ogni operatore sanitario abbia un livello adeguato di formazione per riconoscere , rilevare ed inviare ai Servizi territoriali deputati e alle strutture ospedaliere, le situazioni individuate con la necessità di segnalare alla Autorità Giudiziaria e al Tribunale per i Minorenni, secondo quanto previsto dagli obblighi di legge, già citati per l'intervento dâurgenza, e dalla necessità di protezione. I Servizi e le professionalità impegnate in questa prima fase sono:
b) Aree Educative
Tutti questi professionisti e servizi devono essere in grado di riconoscere le situazioni di abuso o a rischio di abuso e devono inviare e potersi relazionare con altri professionisti e strutture competenti per la diagnosi e il trattamento. 2. Diagnosi Eâ necessario standardizzare gli interventi diagnostici e terapeutici più efficaci nei casi di abuso all'infanzia. In questo tentativo le modalità attraverso cui i singoli interventi possono essere combinati e integrati tra loro vanno adattate in modo flessibile alle caratteristiche specifiche dei singoli casi e alle risorse disponibili. Questa grande variabilità, rispetto alla più limitata gamma di configurazioni medico-psicologiche e sociali, rende estremamente complessa una rigida standardizzazione dell'intervento diagnostico e terapeutico. Malgrado questa difficoltà, l'esperienza clinica ha dimostrato la maggiore efficacia di un intervento a cui concorrono in modo sinergico diverse figure professionali che interagiscono tra loro. L'applicazione di questo modello di intervento è possibile tuttavia solo all'interno di un gruppo di operatori e Servizi i cui ruoli e competenze siano ben definiti e collegati "in rete". La fase diagnostica, evitando parcellizzazioni e omissioni, dovrebbe prevedere, una diagnosi integrata ð medica; ð psicologica - psichiatrica; ð sociale.
- anamnesi psicologica, con particolare attenzione ai segni clinici più ricorrenti nei bambini abusati nelle diverse fasce dâetà (vedi Scheda Psicologica); - diagnosi individuale del bambino comprendente:
Questi incontri mirano a valutare:
ð escludere il sospetto di abuso; ð confermare la diagnosi di abuso o la condizione di rischio; ð valutare il danno psicologico e/o fisico in atto e l'eventuale danno futuro; ð effettuare una valutazione prognostica di trattabilità, delle risorse e della possibilità di recupero; ð elaborare un progetto di trattamento. Nella diagnosi medica sono coinvolti i Servizi ospedalieri forniti di Pronto Soccorso, di specialità pediatriche e di Servizio di medicina legale (sempre nei casi più gravi); i pediatri del DMI (nei casi meno gravi). Nella diagnosi psicologica - psichiatrica e sociale sono coinvolti i Servizi ospedalieri forniti di strutture ambulatoriali e di day-hospital, i Servizi territoriali, forniti di risorse professionali dell'area psicologica, neuropsichiatrica infantile e di assistenza sociale, specificatamente competenti. Le strutture identificate come Centri di riferimento devono avere
requisiti strutturali, strumentali e risorse professionali idonee al raggiungimento
degli obiettivi indicati.
3. Trattamento La presa in cura del bambino è attuabile attraverso due percorsi: a. La tutela b. La terapia.
b) La terapia L'elaborazione di un progetto terapeutico è successiva alla formulazione della diagnosi. Una volta che sia stata accertata la situazione di rischio o di abuso conclamato, e sia stata valutata positivamente la trattabilità del bambino e della famiglia, va realizzato un progetto di terapia integrata medica e psicologica. La terapia medica Ha come obiettivo la cura delle lesioni e delle eventuali patologie conseguenti all'abuso. In alcuni casi potrebbe rilevarsi molto utile un monitoraggio periodico delle condizioni fisiche e di accrescimento dei bambini, realizzato dal pediatra di base in collaborazione con le strutture ospedaliere. La terapia psicologica - psichiatrica La presa in carico è rivolta sia al bambino che alla famiglia, e, se necessario, fornendo consulenza alla scuola. Si compone di una psicoterapia individuale per il bambino e di una terapia della famiglia. Nei casi di separazione o di divorzio l'intervento è rivolto ai due nuclei familiari. Quando si tratta di bambini molto piccoli, o comunque, in età pre-scolare, la terapia può consistere in incontri del terapeuta con la coppia madre-bambino e con quella padre-bambino. Questo tipo di intervento va effettuato soprattutto in quei casi in cui il bambino deve recuperare il rapporto con un genitore o quando i genitori devono essere aiutati ad acquisire una loro competenza genitoriale. I Servizi coinvolti:
SITUAZIONE DI URGENZA comunque attivata - Centrale telefonica regionale di consulenza su "cosa e dove fare" - " a chi segnalare" diagnosi (Medica e Medico ö legale, Psicologico-psichiatrica. Sociale) - Ricovero per Dopo approfondimento diagnostico, se Confermata ipotesi di abuso, collegamento con CLASSIFICAZIONE GLI ABUSI ALL'INFANZIA FISICO MALTRATTAMENTO PSICOLOGICO INCURIA
PATOLOGIA DELLE DISCURIA CURE S.Munchausen per procura
IPERCURA Chemical abuse Medical shopping EXTRAFAMILIARE ABUSO SESSUALE INTRAFAMILIARE
Il maltrattamento Si parla di abuso fisico o di maltrattamento fisico, quando i genitori o le persone legalmente responsabili del bambino eseguono o permettono che si eseguano lesioni fisiche, o mettono i bambini in condizioni di rischiare lesioni fisiche. Nel maltrattamento psicologico, il bambino è svalutato, denigrato, umiliato e sottoposto a sevizie psicologiche. La patologia delle cure La patologia della somministrazione delle cure riguarda quelle condizioni in cui i genitori, o le persone legalmente responsabili del bambino, non provvedono adeguatamente ai suoi bisogni, fisici e psichici, in rapporto al momento evolutivo e all'età. La patologia della somministrazione delle cure comprende pertanto tre categorie cliniche: ð la discuria quando le cure vengono fornite, ma in modo distorto, non appropriato al momento evolutivo; ð l'ipercura quando le cure sono somministrate in eccesso.
L'abuso sessuale comprende tutte le pratiche manifeste o mascherate a cui vengono sottoposti i bambini. Può suddividersi in due tipi: ð abuso sessuale intrafamiliare; ð abuso sessuale extrafamiliare; a seconda del rapporto esistente tra il bambino e l'abusante. Se questi è un familiare si parla di abuso sessuale intrafamiliare, se invece si tratta di una figura estranea al nucleo familiare si parla di abuso extrafamiliare. ð cause relazionali da parte dei genitori; ð patologie genitoriali; ð cause relazionali da parte dei bambini; ð patologia dei bambini.
2. difficoltà economiche e/o lavorative; 3. emarginazione sociale, immigrazione, cause religiose e razziali; 4. isolamento dalle rispettive famiglie dâorigine; 5. condizioni abitative inadeguate per igiene e spazi;
Cause relazionali da parte dei genitori
Un discorso a parte va fatto per l'abuso sessuale, i cui indicatori sono:
Personalità paterna 1° tipologia
Abuso Fisico
- Le ecchimosi, frequenti nei bambini, devono far sorgere il sospetto di abuso quando sono presenti in un bambino molto piccolo che ancora non cammina o nei bambini più grandi quando sono localizzati all'addome o al torace. È importante accertarsi che il bambino non soffra di malattie emorragiche e differenziare le ecchimosi dalle macchie mongoliche che sono localizzate a livello del sacro e talvolta lateralmente alla colonna vertebrale. - I morsi: differenziare se il morso è stato inferto da un adulto o da un altro bambino, in questâultima evenienza la distanza tra i canini è inferiore ai 3 cm. - Le ustioni da immersione forzata: con aspetto a calza o a guanto e assenza dell'ustione nella superficie cutanea a contatto con la vasca o il bidè; - Le ustioni da sigaretta: la lesione da sigaretta è più profonda interessando il derma ed è perfettamente circolare; Accanto alle lesioni contusioni si segnalano quelle espressioni di maltrattamento fisico, contusioni che possono essere provocate o da elevate temperature (contatti con vapori, liquidi o corpi incandescenti) o da ustioni. Pregresse fratture mal consolidate, frattura a carico delle ossa lunghe in bambini molto piccoli, fratture metafisarie, fratture costali multiple secondarie a manovre di afferramento e di costrizione. - Traumi cranici: ematomi subdurali, frattura cranica, emorragia intraoculare, otorragia o di epistassi. altra patologia, - L'espressione di concussione cronica (Shaken Syndrome): ematoma subdurale, associato a emorragie intraoculari. - Altre manifestazioni cliniche: distacchi retinici, emorragie
retiniche e preretiniche, perforazione della membrana timpanica (da schiaffo),
lesioni viscerali (fegato, milza, reni).
Elementi che nell'insieme possono allertare il radiologo sono: lesioni multiple (ossee o delle parti molli), l'età del paziente, la sede delle lesioni, gli aspetti particolari di alcune lesioni e infine la cronologia della lesione stessa. Le lesioni scheletriche ad alta specificità sono le lesioni metafisarie, le fratture posteriori delle costole, le fratture della scapola e dei processi spinosi vertebrali e le fratture sternali. Di media specificità sono le fratture multiple, specialmente bilaterali, le fratture di diversa età, i distacchi epifisari, e le fratture dei corpi vertebrali e le lussazioni, le fratture delle dita e le fratture complesse del cranio. Le fratture a bassa specificità, seppure comuni, sono le fratture clavicolari, le fratture delle diafisi delle ossa lunghe e le fratture lineari del cranio. Le lesioni del cranio sono molto spesso a carico del contenuto piuttosto che delle ossa e in questo caso sono riconoscibili soltanto mediante una tomografia assiale computerizzata (TAC) o una risonanza magnetica nucleare (RMN). Altre lesioni non riconoscibili con la semplice radiografia sono quelle addominali chiuse. Le lesioni più frequenti sono i danni degli organi cavi, come rotture ed ematomi intramurali, lesioni dei vasi mesenterici, lesioni del fegato e pancreas, e versamenti peritoneali. In questi casi ci aiuta l'ecografia che ci fa riconoscere lesioni di
organi parenchimatosi o piccole raccolte endoperitoneali reattive come
piccole falci di raccolta sottoepatica o raccolte retrovescicali.
PATOLOGIA DELLA SOMMINISTRAZIONE DELLE CURE Incuria Gli indicatori per la diagnosi possono essere suddivisi in: ð segni fisici; ð segni comportamentali.
Calendario delle vaccinazioni obbligatorie; Carie dentali non curate, disturbi visivi o uditivi non trattati. Bambini affetti da patologie pediatriche croniche, che non sono adeguatamente curati. I segni fisici Vestiti inadeguati all'età, al sesso e alla stagione; Scarsa igiene e dermatiti recidivanti scabbia e pediculosi. Distorsione delle abitudini alimentari con denutrizione o, al contrario, ipernutrizione; Sviluppo psicomotorio spesso ritardato. Bassa statura psicosociale. Caratteristica peculiare di questi bambini è quella di mostrare un decisivo miglioramento sia delle condizioni fisiche sia delle acquisizioni psicomotorie quando vengono allontanati dalla famiglia, anche se si trovano in una situazione sfavorevole come può esserlo un ricovero in ambiente ospedaliero. Caratteristiche comportamentali I bambini appaiono pigri, stanchi, di scarso rendimento scolastico e con disturbi dell'attenzione, tristi, si comportano da pseudo-insufficienti. Sono soggetti ad avere infortuni domestici, non vengono mandati a scuola. Inversione dei ruoli: il bambino assume un ruolo genitoriale nei confronti dei propri genitori, Discuria I genitori sono ignari della violenza che stanno esercitando. Tutto ciò può portare a: ð imposizione di ritmi di acquisizione precoci; ð aspettative irrazionali.
La sindrome di Münchausen per procura Nel DSM-IV la sindrome viene definita come "Disturbo Fittizio con Segni e Sintomi Fisici Predominanti (300.19)" Si tratta di un serio disturbo di personalità con un controllo volontario da parte del soggetto che simula la malattia, talora con lucida convinzione delirante. Quando queste persone hanno figli, spostano la loro convinzione di malattia su questi: le storie dei sintomi e delle malattie vengono inventate dai genitori (quasi sempre la madre) riferendoli ai propri figli, i quali vengono in tal modo sottoposti ad accertamenti clinici inutili e a cure inopportune. Tutti gli organi sono bersagli potenziali, i sintomi riferiti e attribuiti al bambino dipendono unicamente dalla fantasia della madre e dalle sue conoscenze mediche. Le caratteristiche dei genitori La madre è più frequentemente l'autrice dell'abuso. Sono donne che hanno un grado di istruzione medio-alto, appaiono come madri sollecite e ansiose per lo stato di salute del figlio e raccontano volentieri la storia della malattia del figlio. Spesso il racconto è coerente, ma con frequenti contraddizioni. Il padre appare passivo e scarsamente presente; non interviene nell'impedire che l'abuso si verifichi Le caratteristiche del bambino Tende a colludere con la propria madre, simulando, a sua volta, uno stato di malattia; Le conseguenze psicologiche possono essere suddivise in: ð assenza di interazioni sociali; ð malattia come protezione o punizione; ð percezione corporea distorta; ð patologia psichiatrica.
Esistono delle varianti della sindrome che possono essere definite e schematizzate in: ð help seeker; ð abuso chimico; ð sindrome da indennizzo per procura.
Si tratta di bambini che hanno sofferto nei primi anni di vita di una grave malattia e da allora vengono portati dai genitori da un numero impressionante di medici per disturbi di minima entità, perché i genitori sembrano percepire lievi patologie come gravi minacce per la vita del bambino. Il disturbo materno è di tipo nevrotico-ipocondriaco; accogliendo le ansie e le preoccupazioni che la madre proietta sul figlio, è possibile rassicurarla sullo stato di salute del figlio. Help seeker Il bambino presenta dei sintomi fittizi indotti dalla madre, ma la frequenza degli episodi di abuso è bassa e il confronto con il medico spesso la induce a comunicare i suoi problemi quali ansia e depressione e ad accettare un sostegno psicoterapeutico. Abuso chimico Con questo termine si indica l'anomala e aberrante somministrazione di sostanze farmacologiche o chimiche al bambino per determinare la sintomatologia e ottenere il ricovero ospedaliero. Tale abuso va sospettato quando i sintomi non sono spiegabili sulla base delle consuete indagini di laboratorio e soprattutto se tali sintomi si accentuano o insorgono ogni volta che la madre ha un contatto con il bambino. Va sottolineato che la madre continua a somministrare la sostanza tossica anche in ambiente ospedaliero e la diagnosi può essere formulata solo quando all'allontanamento della madre si assiste alla rapida risoluzione del quadro clinico e nella ricerca della sostanza nelle urine e nel sangue. Sindrome da indennizzo per procura Si tratta di quei casi in cui il bambino assume dei sintomi riferiti dai genitori, in situazioni in cui è previsto un indennizzo economico. Il quadro clinico segue spesso un trauma cranico e si presenta con sintomi che variano a seconda delle conoscenze mediche della famiglia (cefalea, vertigini, difficoltà di concentrazione, astenia, disturbi della memoria). La motivazione, totalmente inconscia, è quella del risarcimento e la sindrome si risolve con la totale e improvvisa guarigione una volta ottenuto il risarcimento. GLI ABUSI SESSUALI Abusi sessuali intrafamiliari Si riconoscono tre diversi sottogruppi: ð abusi sessuali manifesti; ð abusi sessuali mascherati; ð pseudoabusi. Gli abusi sessuali manifesti - abusanti: padri e figure maschili a connotazione paterna (nuovi partner) madri tra fratelli e sorelle nonni, zii conviventi - abusati : maschi / femmine
Gli abusi sessuali mascherati Comprendono: ð le pratiche genitali inconsuete; ð l'abuso assistito. Le pratiche genitali inconsuete, quali i lavaggi dei genitali, le ispezioni ripetute (anali, vaginali), le applicazioni di creme nascondono gravi perversioni o gravi strutture psicotiche dei genitori responsabili dell'erotizzazione di questi comportamenti connotati da una forte intrusività sessuale che danneggia gravemente la coscienza corporea del bambino. Questi abusi si accompagnano talvolta a macchie discromiche nell'area anogenitale dovute all'applicazione incongrua di pomate e creme vaginali, alle abluzioni o ad alterazioni fisiche e infezioni ricorrenti. Gli pseudoabusi A questo gruppo appartengono abusi dichiarati ma in realtà non concretamente consumati, trattandosi di una : ð consapevole accusa di un coniuge contro l'altro coniuge; ð dichiarazione non veritiera dello stesso ragazzo o ragazza.
L'abuso sessuale extrafamiliare riguarda indifferentemente maschi e femmine e si radica in una condizione di trascuratezza affettiva che spinge il bambino e la bambina ad accettare le attenzioni affettive erotizzate di una figura estranea. I segni di riconoscimento degli abusi sessuali Per quanto riguarda la diagnosi medica dell'abuso sessuale, va precisato che in molte forme di abuso sessuale non ci sono segni da rilevare. Anche in presenza di segni fisici non si ha la certezza che il bambino abbia subito un abuso, né è possibile in molti casi individuare con precisione l'abusante. Abusi sessuali compiuti in modo non violento, con "tenerezza", utilizzando ad esempio dei lubrificanti, non lasciano segni evidenti. Può comparire soltanto un leggero arrossamento che scompare rapidamente. Al contrario i segni di penetrazioni attuate con violenza portano a sofferenze e sanguinamenti. Nei bambini molto piccoli i segni abbastanza tipici degli atti di libidine ripetuti sono costituiti da circoli vascolari piuttosto intensi riscontrabili all'ispezione dei genitali. Nessun segnale considerato isolatamente consente la diagnosi, ma il complesso degli indicatori va contestualizzato. Altri segni di abuso possono essere: ð la difficoltà a camminare e a sedersi; ð i graffi vicino alla zona genitale; ð i corpi estranei nella vagina o nel retto; ð le tracce di liquido seminale; ð lesioni emorragiche; ð le infezioni trasmissibili sessualmente; ð le gravidanze in adolescenza; ð la pubertà precoce. Accertamento degli abusi sessuali ð visita medica; ð esame fisico generale ð esame obiettivo locale (con particolare attenzione alle regioni genitale, perigenitale ed anale); ð accertamenti di laboratorio; ð eventuale documentazione fotografica delle lesioni riscontrate.
La gran parte dell'obiettività clinica iniziale è infatti scomparsa. La visita medica Si basa sull'esame clinico generale e sull'esame obiettivo locale ponendo,
per questâultimo, particolare attenzione all'area genitale, perigenitale
e anale (confronta scheda tecnica allegata sia nella parte descrittiva
che iconografica).
L'esame clinico generale All'esame obiettivo possono essere riscontrate lesioni elementari: ð abrasioni ð escoriazioni ð unghiature ð ferite ð fratture Nelle lesioni elementari è necessario stabilire natura, antichità, sede, cronologia e compatibilità con un mezzo lesivo. Ricordiamo alcune delle lesioni che possono essere interpretate come secondarie a manovre violente di afferramento e costrizione; ð lesioni contusive da afferramento agli avambracci, ai polsi e ai fianchi (ecchimosi, escoriazioni, unghiature); ð lesioni contusive al volto inferte con schiaffi o pugni; ð contusioni ecchimotiche a livello toracico da immobilizzazione; ð lesioni ecchimotico-contusive con escoriazioni e unghiature sulla faccia mediale delle cosce nelle regioni perigenitali e del perineo; ð lesioni da suzione e/o da morso nelle regioni mammarie, sul collo, sulle natiche (valutare la distanza tra le soluzioni di continuo nel morso). L'esame obiettivo locale ð la localizzazione delle incisure; ð la profondità delle stesse lungo la parete imenale; È possibile obiettivare segni del tutto aspecifici quali:
Sono finalizzate ad accertare mediante tamponi vaginali e rettali la presenza di tracce di sperma e di saliva e di altri campioni biologici per identificare l'autore dell'abuso. Nel sospetto di un rapporto orale è possibile la ricerca del liquido spermatico mediante tampone oro-faringeo o campione di saliva. I tamponi vaginali potranno risultare positivi se eseguiti entro 2-3 giorni dalla violenza, i tamponi anali se eseguiti entro 5 giorni. I tamponi eseguiti in cavità orale si negativizzano dopo circa 21 ore. La manifestazione in età infantile di malattie infettive a trasmissione sessuale a livello genitale e/o orale è suggestiva, seppur non probante, di abuso sessuale. Può assumere quindi grande importanza il successivo riscontro mediante accertamento laboratoristico di: ð clamidia; ð condilomi acuminati; ð sifilide; ð lesioni erpetiche; ð tricomoniasi; ð vaginosi batterica; ð micoplasmosi genitali; ð hiv (AIDS); ð epatiti B e C. SCHEDA PSICOLOGICA
In età evolutiva il segno più importante
di vittimizzazione ( abuso fisico-psicologico-sessuale ) è rappresentato
dal CAMBIAMENTO COMPORTAMENTALE
SEGNI CLINICI DI CAMBIAMENTO COMPORTAMENTALE
FINO A 6 ANNI DI ETAâ
11) Interessi sessuali e comportamenti sessualizzati
inappropriati all'età, masturbazione compulsiva
DAI 6 ANNI IN POI
Principali riferimenti bibliografici
e dell'adolescenza, 1, 65, 1997. 12) Campanini AM.: "Maltrattamento all'infanzia. Problemi e strategie dâintervento". La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1993.
14) CENSIS : "Sfruttamento sessuale e minori: nuove linee di tutela". Roma, 16 luglio 1998.
22) Foti C.: "Emozioni del maltrattamento e maltrattamento delle emozioni". Centro Studi Hansel e Gretel, Torino, 1994.
42) Montecchi F.: "I maltrattamenti e gli abusi sui bambini. Prevenzione e individuazione precoce". Ed. Franco Angeli, Milano, 1999.
50) Tisato R.: "Problemi fondamentali della pedagogia contemporanea" in Geymonat L. "Storia del pensiero filosofico e scientifico", Garzanti, Milano, 1972.
COMPONENTI DEL GRUPPO DI LAVORO Il gruppo di lavoro che ha redatto il presente documento è stato istituito con Delibera Giunta Regionale n.579 del 16.2.99. I componenti del gruppo sono stati nominati con Decreto n.685 del 4.5.99. Le linee guida sono state approvate con Delibera Giunta Regionale N.3846 del 13.7.99. Lucio ANNIBALDI Pediatra ASL Frosinone Assunta AQUILI Funzionario Ass. Qualità della Vita Alessandro CALISTI Pediatra Chirurgo Ospedale S. Camillo M. Adolfo CASTELLO Pediatra Università La Sapienza Stefania CERRAI Medico di Pronto Soccorso Ospedale S. Eugenio Franco CORDELLI Pediatra Ospedale Viterbo Domenico DI LALLO Epidemiologo Oss.Epidemiologico Regionale Marcello DISPENSA Funzionario Ass. Salvaguardia e Cura Salute Ester DI RIENZO Psicologa Centro di Aiuto al Bambino Antonia DI TRAPANO Assistente Sociale Pedagogista ASL Latina Piero GASPA Psicologo Ospedale S. Giovanni Gabriel LEVI Neuropsichiatra Infantile Università La Sapienza Valentino MANTINI Dirigente Ass. Salvaguardia e Cura Salute Leonilde MARZOLINI Psicologa ASL Roma C Simonetta MATONE Magistrato Procura Tribunale Minori Francesco MONTECCHI Neuropsichiatra Infantile Ospedale Bambino Gesù Caterina OFFIDANI Medico-legale Ospedale Bambino Gesù Paola PALAZZI Funzionario Ass. Salvaguardia e Cura Salute Giovanni PALUMBO Dirigente Ass. Qualità della Vita Francesca PIPERNO Psicologa Ricercatrice Università La Sapienza Irene SARTI Neuropsichiatra Infantile ASL Roma B Giuseppe TITTI Pediatra Ospedale Ostia Roberto ZAMBONI Pediatra Conf. Ital.Pediatri Extraospedalieri Il gruppo è coordinato dal Dirigente del Settore Medicina Sociale dell'Assessorato Salvaguardia e Cura della Salute Prof. Tommaso LOSAVIO GLOSSARIO CBM Centro Del Bambino Maltrattato CENSIS Centro Studi Investimenti Sociali CF Consultorio Familiare DEA Dipartimento Emergenza Accettazione DMI Dipartimento Materno Infantile DSM Dipartimento Salute Mentale NPI Neuropsichiatria Infantile PCR Procreazione Cosciente e Responsabile ( Consultorio Familiare) SERT Servizio Educazione e Riabilitazione Tossicodipendenti TSRMEE Tutela Salute Mentale e Riabilitazione Età Evolutiva |